Foto Mercantour 4 luglio 2010 |
Stefano |
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Partito
dal Gias delle Mosche (dove ho lasciato l'auto temendo il tratto
di sterrata successivo) sono giunto di buon ora al Pian della
Casa del Re |
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Dopo
aver attraversato il torrente ho imboccato la mulattiera per
il Colle di Ciriegia |
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La
mulattiera risale i ripidi macereti ... |
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... ed
entra nell'ampio e severo vallone ancora completamente innevato |
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Eccomi
arrivato al Colle di Ciriegia. Sopra di me c'è la caserma
che prima della guerra ospitava il posto di guardia dei Carabinieri |
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Sotto
di me il lunghissimo nevaio che ho appena risalito con i ramponi
(incredibile a dirsi in queste giornate di caldo rovente ma
la neve era bella dura)
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Dopo aver superato il cippo di confine di Colle Ciriegia mi
appresto a scendere in territorio francese nel Vallone di
Cavalet: la via più semplice per salire al Mercantour
Introduco a tal proposito un piccolo approfondimento di storia
poco conosciuta e ormai quasi dimenticata che coinvolse questi
monti e queste vallate.
In base agli accordi segreti di Plombieres tra Cavour e Napoleone
III (1858), il Piemonte avrebbe ceduto la Contea di Savoia
ed il Nizzardo alla Francia in cambio della partecipazione
di quest’ultima ad una campagna militare contro l’Austria
per la liberazione della Lombardia e del Veneto.
Nonostante la guerra del ’59 si fosse poi conclusa con
l’inopinato armistizio di Villafranca e con il mancato
rispetto dei patti di Plombieres, ugualmente Cavour procedette
alla cessione di Nizza e della Savoia (1860): in cambio avrebbe
ottenuto da Napoleone III il via libera per le annessioni
della Toscana, di Parma, di Modena e delle Legazioni pontificie.
Lo Stato Maggiore Sardo non sollevò obiezioni per la
Savoia (militarmente indifendibile) ma si mostrò assai
preoccupato per la sicurezza della nuova frontiera sud-occidentale
del Regno. La valle Roia, che faceva parte del Circondario
di Nizza, era ritenuta una possibile via di invasione in caso
di guerra con la Francia. Di conseguenza i militari piemontesi
spinsero affinchè la valle non venisse ceduta.
Dal canto loro i francesi non avevano alcuna intenzione di
lasciare l’intera valle in mano piemontese.
Si arrivò così ad una sorta di compromesso che
lasciava il basso e l’alto corso della Roia al Regno
di Sardegna ed assegnava Sospello, Breglio e Saorgio alla
Francia.
Il Piemonte mantenne anche le testate della Tinea, del Boreone,
della Vesubia e della Gordolasca al di là della cresta
delle Alpi (si disse che questo fu un omaggio di Napoleone
III a Vittorio Emanuele II che in quelle valli amava cacciare:
in realtà non mancarono motivazioni di carattere puramente
militare).
Ne venne fuori un confine irrazionale, tracciato per lo più
a mezzacosta, che non soddisfava i principi di difesa nè
dello S.M. Sardo nè di quello francese.
Al Passo di Collalunga la frontiera abbandonava lo spartiacque,
scendeva alla Tinea a Ponte S.Onorato (poco sotto Isola),
seguiva il letto del fiume fino alla confluenza del Vallone
di Mollieres (Ponte Negri) e deviava poi ad occidente transitando
a nord di Valdiblora. Successivamente attraversava in successione
i valloni del Boreone, della Vesubia (poco sotto il Santuario
della Madonna di Finestra) e della Gordolasca (a sud del minuscolo
villaggio di San Grato). Dopo aver seguito il crinale che
chiude a sud il Vallone della Miniera, scendeva ed attraversava
la Roia alle fiabesche Gole di Paganin (sotto San Dalmazzo
di Tenda). Dopodichè contornava alla base le pendici
della dorsale Marta – Toraggio – Monte Forquin
e riattraversava il corso della Roia a Piena, per scendere
infine al mare a Ponte San Luigi lungo l’attuale confine.
Accadde così che alcuni villaggi, situati sul versante
meridionale della displuviale alpina e comunicanti soltanto
con la Francia, vennero assegnati allo Stato sabaudo: un anno
dopo entrarono a far parte del neonato Regno d’Italia.
Un caso emblematico fu quello di Mollieres.
Questo paese, situato nell’omonimo vallone a 1550 mt.
di altitudine, si venne a trovare a pochi chilometri di mulattiera
dal confine di Ponte Negri sulla Tinea. Benchè assegnato
al comune di Valdieri, la vita di Mollieres continuò
a gravitare essenzialmente sui centri francesi da San Salvatore
fino a Nizza.
Valdieri era infatti raggiungibile con estrema difficoltà
solo attraverso i passi di Ciriegia e di Fremamorta. Appena
più agevole era il collegamento con Vinadio attraverso
i colli della Merciera e della Lombarda.
La principale via di comunicazione per Valdieri passava sul
Ciriegia. Da Mollieres si doveva salire al Colle Saleses,
scendere l’omonimo vallone fino al minuscolo villaggio
di Ciriegia (oggi Le Boreon) e risalire poi fino al passo
dove si trovava il posto di controllo dei Carabinieri che
veniva presidiato tutto l’anno (anche in inverno!).
Dal Ciriegia a Valdieri la strada da percorrere era ancora
molto lunga.
Inoltre, da novembre a giugno, la neve isolava Mollieres dall’Italia.
I valloni innevati tra il posto di guardia del Ciriegia e
la caserma dei Carabinieri di Mollieres venivano percorsi
solamente dai militari con gli sci.
I battaglioni alpini ed i reparti della Guardia alla Frontiera
che si avvicendavano su queste montagne, oltre ad effettuare
le esercitazioni, lavoravano alla costruzione delle fortificazioni
e di quelle strade militari che ancor oggi sono mirabili opere
di ingegneria e che costituiscono l’ossatura portante
della rete escursionistica.
Il 10 febbraio 1947 l'Italia saldava il conto della sconfitta:
Briga e Tenda (con le centrali idroelettriche di Mesce e di
Confine) e tutti i territori a sud della cresta delle Alpi
passavano sotto la sovranità francese.
Purtroppo l'Italia di allora, protagonista di una guerra folle
e disgraziata, molto fece per perdere queste bellissime vallate.
La Francia poco o nulla per meritarle.
Carta
del confine occidentale del Regno d’Italia dal Tenibres
alle pendici della Marta
Carta
del confine occidentale del Regno d’Italia dalle pendici
della Marta a Ponte San Luigi
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Centro
di fuoco a protezione del colle sul fianco sinistro del Vallone
di Cavalet. Questo blocco di combattimento faceva parte del
Caposaldo “Colle Ciriegia” e rientrava sotto la
giurisdizione del II Settore di copertura “Alta Roia –
Gessi” del Vallo Alpino. Questo Settore si estendeva dai
Balconi della Marta fino a Ponte Negri (alla confluenza del
Vallone di Mollieres nella Tinea) ed era presidiato dai reparti
della Guardia alla Frontiera del Regio Esercito
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In
basso nella conca si trova il piccolo laghetto di Ciriegia.
Invece di raggiungerlo ho imboccato a sinistra un sentiero ... |
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... che
dopo una breve salita mi ha portato al lago di Mercantour ancora
completamente ghiacciato |
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Dal
lago, ancora su neve, sono salito in direzione dell'evidente
insellatura a destra della Cima di Mercantour |
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Dalla
sella sotto la vetta si ha una bellissima visuale sulla Cima
Baissette ... |
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... sulla
Cima Ghiliè, sul Brocan ... |
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... e
sul sottostante Colle Mercantour |
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Dopo
3 ore e un quarto di duro cammino, finalmente eccomi in vetta |
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Ecco
la Valle della Valletta ... |
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... l'Argentera
e la Nasta ... |
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... la
Cima di Fremamorta ... |
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... il
Monte Matto ... |
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... la
Baissette ... |
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... il
Gelas in lontananza ... |
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... il
Brocan ... |
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... ed
ancora un primo piano della Cima di Nasta con il canale della
Forchetta innevato ... |
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... ed
infine un primissimo piano della Regina delle Marittime |
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Al
ritorno seguo lo stesso itinerario della salita. Scendo sotto
il lago di Mercantour nel Vallone di Cavalet ... |
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... e
risalgo su neve fino al Colle di Ciriegia |
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Dal
Ciriegia la discesa nel vallone sarà velocissima e divertentissima.
Una vera e propria "sciata" fuori stagione! |
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Ancora
uno sguardo all'Argentera ... |
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... ed
al vallone del Ciriegia appena disceso ... |
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... e
giù veloce verso il Pian della Casa |
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Un
bello scorcio del Vallone di Assedras dominato dalla Nasta.
In lontananza il rifugio Regina Elena |
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Non
mi resta ora che percorrere il tratto di strada fino al Gias
delle Mosche |
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Il
tracciato dell'escursione rilevato con il gps. La salita lungo
la Valle della Valletta ed il vallone del Ciriegia, la discesa
nel vallone di Cavalet e la risalita al lago e alla Cima di
Mercantour |