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Foto Cima di Fremamorta 9 giugno 2012
Stefano
Nonostante le previsioni del tempo non fossero favorevoli, mi sono messo ugualmente in viaggio e ho fatto bene: a Borgo San Dalmazzo le strade erano allagate ma risalendo la Valle Gesso il cielo si andava via via schiarendo. E' sempre un piacere tornare nei posti belli e la conca dei Laghi di Fremamorta merita almeno una visita all'anno. Sono partito dal Gias delle Mosche alle 7.30 e, al Piano della Casa del Re, ho imboccato l'ampia e comoda mulattiera che sale ai laghi con infinite svolte
Questa marmotta, per nulla turbata dalla mia presenza, si è lasciata insolitamente fotografare
Questa marmotta, per nulla turbata dalla mia presenza, si è lasciata insolitamente fotografare
A questo bivio ho svoltato a sinistra e ho seguito la via diretta per il Colle di Fremamorta
A questo bivio ho svoltato a sinistra e ho seguito la via diretta per il Colle di Fremamorta
Giunto sul ciglio della balconata, mi è apparso il bellissimo spettacolo del lago ancora ghiacciato
Giunto sul ciglio della balconata, mi è apparso il bellissimo spettacolo del lago ancora ghiacciato
Alle 9.20 sono arrivato in vetta accolto da un venticello fresco e dall'immancabile grandioso panorama. Salta subito all'occhio come sulle Marittime ci sia molta meno neve rispetto agli anni scorsi
Alle 9.20 sono arrivato in vetta accolto da un venticello fresco e dall'immancabile grandioso panorama. Salta subito all'occhio come sulle Marittime ci sia molta meno neve rispetto agli anni scorsi
Se si escludono i fugaci incontri con le marmotte, i camosci e gli stambecchi, durante tutta la gita non ho incontrato anima viva. A volte mi chiedo come dovessero apparire questi luoghi quando brulicavano di militari in armi, quando settantadue anni fa, esattamente il 10 giugno 1940, iniziavano le operazioni belliche contro la Francia. Se mi fermo e osservo la vallata e le mulattiere, immagino lunghe colonne di soldati salire lentamente verso le posizioni a ridosso del crinale: fanti, alpini, militi, infagottati nelle loro divise di panno grigioverde, con gli scarponi e le fasce mollettiere intrise di fango, sudati sotto il peso dello zaino, dell'elmetto e del fucile. Vedo piccole pattuglie svalicare la cresta e spingersi giù tra i larici fino al ponte in legno sul Boreone alla frontiera del Regno, mentre dal fondo del vallone di Mollieres sale l'eco lontana di una scarica di fucileria. Quassù immagino fitte schiere di reticolati stesi sulla spianata del colle e i piccoli calibri da montagna posizionati al riparo delle rocce. Il terrapieno dinnanzi alla caserma è popolato da drappelli di soldati, ufficiali, portaordini, muli: tutto intorno, rotoli di filo spinato e cassette di munizioni, mentre dal fondovalle risalgono i carrelli delle teleferiche e le linee telegrafiche. A pensarci oggi sembra preistoria, eppure tutto ciò è accaduto solo pochi decenni fa
Se si escludono i fugaci incontri con le marmotte, i camosci e gli stambecchi, durante tutta la gita non ho incontrato anima viva. A volte mi chiedo come dovessero apparire questi luoghi quando brulicavano di militari in armi, quando settantadue anni fa, esattamente il 10 giugno 1940, iniziavano le operazioni belliche contro la Francia. Se mi fermo e osservo la vallata e le mulattiere, immagino lunghe colonne di soldati salire lentamente verso le posizioni a ridosso del crinale: fanti, alpini, militi, infagottati nelle loro divise di panno grigioverde, con gli scarponi e le fasce mollettiere intrise di fango, sudati sotto il peso dello zaino, dell'elmetto e del fucile. Vedo piccole pattuglie svalicare la cresta e spingersi giù tra i larici fino al ponte in legno sul Boreone alla frontiera del Regno, mentre dal fondo del vallone di Mollieres sale l'eco lontana di una scarica di fucileria. Quassù immagino fitte schiere di reticolati stesi sulla spianata del colle e i piccoli calibri da montagna posizionati al riparo delle rocce. Il terrapieno dinnanzi alla caserma è popolato da drappelli di soldati, ufficiali, portaordini, muli: tutto intorno, rotoli di filo spinato e cassette di munizioni, mentre dal fondovalle risalgono i carrelli delle teleferiche e le linee telegrafiche. A pensarci oggi sembra preistoria, eppure tutto ciò è accaduto solo pochi decenni fa
Al ritorno sono sceso al Lago Soprano ...
Al ritorno sono sceso al Lago Soprano ...
... al Bivacco Guiglia ...
... al Bivacco Guiglia ...
... e al Lago Mediano: qui un insidioso scivolo di neve (a destra nella foto) ostruiva la mulattiera fino ad immergersi nelle acque gelate. Colto dalla pigrizia, anzichè aggirare il nevaio dall'alto e proseguire poi per il Lago Sottano e il Gias delle Mosche, ...
... e al Lago Mediano: qui un insidioso scivolo di neve (a destra nella foto) ostruiva la mulattiera fino ad immergersi nelle acque gelate. Colto dalla pigrizia, anzichè aggirare il nevaio dall'alto e proseguire poi per il Lago Sottano e il Gias delle Mosche, ...
... ho preferito seguire il tracciato che riporta al Pian della Casa
... ho preferito seguire il tracciato che riporta al Pian della Casa
Alle 11.30, dopo una veloce discesa, ho fatto ritorno alla macchina
Alle 11.30, dopo una veloce discesa, ho fatto ritorno alla macchina
Il tracciato dell'escursione rilevato con il gps. Partenza dal Gias delle Mosche sopra le Terme di Valdieri - strada ex-militare fino al Piano della Casa del Re - mulattiera per i Laghi di Fremamorta fino al bivio per l'omonimo colle - da qui sentiero diretto per il Colle di Fremamorta (traccia di sinistra) - Cima di Fremamorta. Al ritorno discesa al Lago Soprano e al Lago Mediano di Fremamorta - da qui mulattiera per il Pian della Casa (traccia di destra) e ritorno lungo la strada al Gias delle Mosche
Il tracciato dell'escursione rilevato con il gps. Partenza dal Gias delle Mosche sopra le Terme di Valdieri - strada ex-militare fino al Piano della Casa del Re - mulattiera per i Laghi di Fremamorta fino al bivio per l'omonimo colle - da qui sentiero diretto per il Colle di Fremamorta (traccia di sinistra) - Cima di Fremamorta. Al ritorno discesa al Lago Soprano e al Lago Mediano di Fremamorta - da qui mulattiera per il Pian della Casa (traccia di destra) e ritorno lungo la strada al Gias delle Mosche
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