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Foto Lago dell'Oro e Rocca della Bastera 21 luglio 2013
Stefano, Franca
Stefano mi ha chiesto di fare una gita con lui e io mi sono lasciata convincere. Dove ancora non so, deciderà strada facendo. Questa mattina alle 3 in punto ho sentito un tocco sulle spalle, mi sono alzata nella casa silenziosa e fiocamente illuminata, gli occhi semichiusi per non svegliarmi del tutto. Dal letto al sedile della macchina è stato un attimo e il sogno interrotto è ricominciato e nel sogno c’erano i nomi di Cima del Lausetto, Rocca della Bastera, Rocca dell’Abisso. Alla fine ha vinto la Rocca della Bastera. Si parte da Limonetto: 1400 metri di dislivello all’incirca. Io mi fermerò al Lago dell’Oro che è duecento metri più in basso
Alle 6 lasciamo l’auto nel parcheggio del paese (mt. 1294). Il cielo comincia a schiarire e qualche nuvola staziona sulla Rocca dell’Abisso: è fresco e ho quasi freddo. L'itinerario parte da qui, marcato con le bandierine bianco-rosse. Stefano mi regala il lusso di salire senza zaino. All’inizio seguiamo la stradina asfaltata per Tetti Virulà, poi una bella mulattiera che corre attraverso ridenti praterie. Dopo un’ora siamo al Pian Madoro (mt. 1760): sopra di noi si innalza la cima est del Monte Ciamoussè (o Chiamossero). A questo bivio (mt. 1900 circa) abbandoniamo la G.T.A (Grande Traversata delle Alpi) diretta al Passo di Ciotto Mien e proseguiamo a sinistra

Alle 6 lasciamo l’auto nel parcheggio del paese (mt. 1294). Il cielo comincia a schiarire e qualche nuvola staziona sulla Rocca dell’Abisso: è fresco e ho quasi freddo. L'itinerario parte da qui, marcato con le bandierine bianco-rosse. Stefano mi regala il lusso di salire senza zaino. All’inizio seguiamo la stradina asfaltata per Tetti Virulà, poi una bella mulattiera che corre attraverso ridenti praterie. Dopo un’ora siamo al Pian Madoro (mt. 1760): sopra di noi si innalza la cima est del Monte Ciamoussè (o Chiamossero). A questo bivio (mt. 1900 circa) abbandoniamo la G.T.A (Grande Traversata delle Alpi) diretta al Passo di Ciotto Mien e proseguiamo a sinistra

Con una ripida salita guadagnamo il costone orientale del Chiamossero. A sud c'è la grande bastionata della Rocca dell’Abisso dove, tra le cime minori, la Rocca Bastera sembra un dito proteso nel cielo
Con una ripida salita guadagnamo il costone orientale del Chiamossero. A sud c'è la grande bastionata della Rocca dell’Abisso dove, tra le cime minori, la Rocca Bastera sembra un dito proteso nel cielo
Tra i prati trovo anemoni, genzianelle, bellissime nigritelle. Le prime stelle alpine spuntano tra l’erba. Qualche camoscio scorrazza là in alto. Fischi di marmotte. Ci supera un giovane che ha un bel passo veloce e io al confronto sembro una lumaca. Però non faccio fatica e Stefano si accontenta
Tra i prati trovo anemoni, genzianelle, bellissime nigritelle. Le prime stelle alpine spuntano tra l’erba. Qualche camoscio scorrazza là in alto. Fischi di marmotte. Ci supera un giovane che ha un bel passo veloce e io al confronto sembro una lumaca. Però non faccio fatica e Stefano si accontenta
Con percorso a mezzacosta tagliamo le scoscese pendici meridionali della cima est del Chiamossero
Con percorso a mezzacosta tagliamo le scoscese pendici meridionali della cima est del Chiamossero
Poco dopo le 8 e mezza lo scenario cambia d'improvviso. Al Passo del Diavolo (mt. 2405) una breve discesa attraverso un ripido ma facile canalino ci apre la porta a un ambiente che da bucolico diventa rupestre, severo anfiteatro tra l'Abisso e il Frisson. I prati cedono il posto alle rocce e ai nevai. Tra gli sfasciumi spiccano gli ultimi cespugli di rododendro in fiore
Poco dopo le 8 e mezza lo scenario cambia d'improvviso. Al Passo del Diavolo (mt. 2405) una breve discesa attraverso un ripido ma facile canalino ci apre la porta a un ambiente che da bucolico diventa rupestre, severo anfiteatro tra l'Abisso e il Frisson. I prati cedono il posto alle rocce e ai nevai. Tra gli sfasciumi spiccano gli ultimi cespugli di rododendro in fiore
In alto in primo piano la Rocca della Bastera. Da questo versante risulta poco appariscente: vista dal Tenda appare invece come un pulpito elegante e slanciato posto al centro del gran circo naturale dell’Abisso
In alto in primo piano la Rocca della Bastera. Da questo versante risulta poco appariscente: vista dal Tenda appare invece come un pulpito elegante e slanciato posto al centro del gran circo naturale dell’Abisso
Per un tratto, anziché seguire fedelmente i segnavia che ora sono diventati giallo-rossi, ci teniamo leggermente più bassi preferendo camminare sulla neve. Il Lago dell’Oro (mt. 2446) è poco più in alto, adagiato sul fondo di una conca
Per un tratto, anziché seguire fedelmente i segnavia che ora sono diventati giallo-rossi, ci teniamo leggermente più bassi preferendo camminare sulla neve. Il Lago dell’Oro (mt. 2446) è poco più in alto, adagiato sul fondo di una conca
Quando ci affacciamo sul bordo della conca lo vediamo: una pozza celeste che galleggia sulla neve, bello e suggestivo come tutti i laghetti di alta montagna. Sono le 9 e mezza. La Rocca della Bastera è duecento metri più in alto e l’itinerario da E diventa EE. Il sole si nasconde dietro una nuvola e ogni tanto fa capolino. Io mi fermo qui e anche Stefano oggi ha deciso di non proseguire
Quando ci affacciamo sul bordo della conca lo vediamo: una pozza celeste che galleggia sulla neve, bello e suggestivo come tutti i laghetti di alta montagna. Sono le 9 e mezza. La Rocca della Bastera è duecento metri più in alto e l’itinerario da E diventa EE. Il sole si nasconde dietro una nuvola e ogni tanto fa capolino. Io mi fermo qui e anche Stefano oggi ha deciso di non proseguire
Giriamo intorno al laghetto e vediamo il giovane che prima ci aveva superato. Lui è salito alla Rocca della Bastera ed è già ridisceso. Col dito indica il percorso: un’esile striscia di terra e pietre a destra della cresta nord-occidentale. Ci vuole poco, non ci sono difficoltà. Stefano è indeciso, mi guarda, tentenna. Poi lascia lo zaino e parte di corsa. A questo punto gli lascio la penna. Io sulla Rocca Bastera non sono salita
Giriamo intorno al laghetto e vediamo il giovane che prima ci aveva superato. Lui è salito alla Rocca della Bastera ed è già ridisceso. Col dito indica il percorso: un’esile striscia di terra e pietre a destra della cresta nord-occidentale. Ci vuole poco, non ci sono difficoltà. Stefano è indeciso, mi guarda, tentenna. Poi  lascia lo zaino e parte di corsa. A questo punto gli lascio la penna. Io sulla Rocca Bastera non sono salita
(Relazione di Stefano) La giornata è piuttosto fresca e mi spiace lasciare mia mamma ferma ad aspettarmi. Poi mi decido e cerco di fare il più in fretta possibile
(Relazione di Stefano) La giornata è piuttosto fresca e mi spiace lasciare mia mamma ferma ad aspettarmi. Poi mi decido e cerco di fare il più in fretta possibile
Dal lago seguo il nevaio fino alla base di un ripido pendio di terra, erba e pietre a destra del filo di cresta
Dal lago seguo il nevaio fino alla base di un ripido pendio di terra, erba e pietre a destra del filo di cresta
Raggiunto un colletto salgo agevolmente in vetta (mt. 2617) zigzagando tra roccette e facili cenge erbose
Raggiunto un colletto salgo agevolmente in vetta (mt. 2617) zigzagando tra roccette e facili cenge erbose
Laggiù in basso il Lago dell'Oro; in alto a destra (non inquadrato nella foto) il Monte Frisson
Laggiù in basso il Lago dell'Oro; in alto a destra (non inquadrato nella foto) il Monte Frisson
Tempo mezz’ora e Stefano è di ritorno. Neppure il tempo di prendermi freddo. Al ritorno seguiamo fedelmente il tratto di sentiero che all’andata avevamo abbandonato per scendere sul nevaio. Col gps mi serve una traccia pulita. Incontriamo un gruppetto che sale veloce; più tardi lo vedremo schierato sulla cima della Bastera, minuscole figure stagliate nel cielo
Tempo mezz’ora e Stefano è di ritorno. Neppure il tempo di prendermi freddo. Al ritorno seguiamo fedelmente il tratto di sentiero che all’andata avevamo abbandonato per scendere sul nevaio. Col gps mi serve una traccia pulita. Incontriamo un gruppetto che sale veloce; più tardi lo vedremo schierato sulla cima della Bastera, minuscole figure stagliate nel cielo
Pietraie, qualche ciuffo verde, lingue di neve che l’estate ha trasformato rendendola compatta in profondità e scivolosa in superficie. In breve siamo al canalino del Passo del Diavolo, lo risaliamo: è come oltrepassare una porta
Pietraie, qualche ciuffo verde, lingue di neve che l’estate ha trasformato rendendola compatta in profondità e scivolosa in superficie. In breve siamo al canalino del Passo del Diavolo, lo risaliamo: è come oltrepassare una porta
Ritroviamo lo scenario bucolico di questa mattina: prati verdi, fiori e un po’ più in basso le mucche al pascolo. Perché rifare il sentiero dell’andata quando sull’erba si scende senza fatica? Tanto ho già la traccia registrata dal gps questa mattina. Lungo i prati e sulla linea di massima pendenza recuperiamo velocemente il sentiero molto più in basso
Ritroviamo lo scenario bucolico di questa mattina: prati verdi, fiori e un po’ più in basso le mucche al pascolo. Perché rifare il sentiero dell’andata quando sull’erba si scende senza fatica? Tanto ho già la traccia registrata dal gps questa mattina. Lungo i prati e sulla linea di massima pendenza recuperiamo velocemente il sentiero molto più in basso
Intanto si è fatto mezzogiorno. Stefano tira fuori dallo zaino due panini imbottiti di prosciutto e formaggio e le bottigliette d'acqua. Le mucche ci guardano. Un cane pastore si lascia corrompere: smette di abbaiare e mastica un boccone che Stefano gli ha lanciato. Camminiamo e mangiamo, il panino e la bottiglietta in mano
Intanto si è fatto mezzogiorno. Stefano tira fuori dallo zaino due panini imbottiti di prosciutto e formaggio e le bottigliette d'acqua. Le mucche ci guardano. Un cane pastore si lascia corrompere: smette di abbaiare e mastica un boccone che Stefano gli ha lanciato. Camminiamo e mangiamo, il panino e la bottiglietta in mano
Alle 13 in punto, sette ore da quando siamo partiti, siamo di ritorno a Limonetto. Bella escursione, paesaggisticamente molto varia, nell'estremo lembo orientale delle Alpi Marittime. Fino al Passo del Diavolo l'ambiente è quello tipico delle Liguri con praterie e rocce calcaree: dopo cambia d'improvviso e si entra nel cuore selvaggio delle Marittime fatto di gneiss, colate di sfasciumi e laghetti
Alle 13 in punto, sette ore da quando siamo partiti, siamo di ritorno a Limonetto. Bella escursione, paesaggisticamente molto varia, nell'estremo lembo orientale delle Alpi Marittime. Fino al Passo del Diavolo l'ambiente è quello tipico delle Liguri con praterie e rocce calcaree: dopo cambia d'improvviso e si entra nel cuore selvaggio delle Marittime fatto di gneiss, colate di sfasciumi e laghetti
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal piazzale di Limonetto - strada asfaltata per Tetti Virulà - Pian Madoro - bivio a sinistra per il Lago dell'Oro - costone orientale del Chiamossero (o Ciamoussè) - pendici meridionali della cima est del Chiamossero - Passo del Diavolo - Lago dell'Oro - pendici nord-occidentali della Rocca della Bastera - Rocca della Bastera. Discesa per lo stesso itinerario
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal piazzale di Limonetto - strada asfaltata per Tetti Virulà - Pian Madoro - bivio a sinistra per il Lago dell'Oro - costone orientale del Chiamossero (o Ciamoussè) - pendici meridionali della cima est del Chiamossero - Passo del Diavolo - Lago dell'Oro - pendici nord-occidentali della Rocca della Bastera - Rocca della Bastera. Discesa per lo stesso itinerario
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