Foto Pegge 27 febbraio 2014 |
Renato, Bruno, Giancarlo, Angela, Cesare, Sara, Lodovico, Giorgio, Gianni, Franca |
Ore 6 del mattino, a casa: la luce dei lampioni illumina le pozzanghere sulle quali si allargano decine e decine di piccoli cerchi concentrici. Piove. La tentazione di tornare a letto è forte ma più forte è il timore che smetta di piovere appena tornati a letto. E facciamo bene perché in stazione incontriamo gente: Bruno, Lodovico, Angela e via via gli altri. Siamo in dieci. La gita è una traversata da Chiavari a Rapallo con salita al Monte Pegge, l’ultima volta che l’abbiamo fatta era il gennaio del 2012 |
|
A Chiavari (ore 8,30) è il solito tempo imbronciato ma c’è anche qualche spazio di azzurro: siamo fortunati perché le previsioni volevano pioggia soprattutto sul Levante. Attraversiamo il centro storico e proseguiamo per San Pier di Canne dove inizia il segnavia dei due quadrati vuoti rossi |
|
All’inizio una ripida scalinata si snoda tra le case e poi tra le fasce e gli ulivi raggiungiamo il poggio con la bella chiesa parrocchiale di San Martino di Maxena (foto di Bruno) |
|
Lunghi tratti pianeggianti si alternano ad altri più ripidi con scorci panoramici sul mare. Verso i monti invece nubi basse coprono le cime più alte e il Ramaceto e lo Zatta rimangono nascosti (foto di Giorgio) |
|
Un’edicola votiva dedicata alla Madonna è inglobata nel muro di confine; attraversiamo le località di Case Camiade e, ... |
|
... più in alto, di Case Costa. Le precipitazioni copiose e le temperature elevate di questo insolito inverno hanno fatto anticipare la primavera e sul sentiero l’erba è di un bel verde tenero. Ho caldo, mi sono vestita troppo |
|
I segnavia sono buoni, non esistono dubbi di percorso eppure spesso mi sorprendo a prendere dal marsupio il gps nuovo per vedere se la mia traccia coincide con quella della mappa: la minuscola traccia colorata si allunga e si sovrappone a quella già segnata da altri. A lato del sentiero ritrovo la bella baita in legno che avevo già notato due anni fa. Costruita da privati è aperta a chiunque lo desideri. La chiave è appesa all’esterno insieme ad un cartello che invita all’ordine |
|
Dopo aver costeggiato le pendici nord del Monte Anchetta arriviamo in un punto particolarmente panoramico: il golfo e il promontorio di Portofino sono ai nostri piedi. Il grosso del gruppo intanto è parecchio avanti |
|
(foto di Giorgio) |
|
Continuiamo a seguire i quadrati rossi che scendono, attraversano la strada asfaltata, la seguono per un brevissimo tratto, risalgono. Siamo alle pendici del Monte Castello, la prossima meta è il Santuario di Montallegro dove il segnavia che abbiamo seguito fin’ora avrà termine. Nel bosco, diventato pianeggiante, luccicano le pozzanghere |
|
|
A mezzogiorno, sul sagrato dell’imponente e ricco Santuario (612 m.), ritroviamo il gruppo, solo Renato ha proseguito da solo per il Pegge. Angela e Cesare decidono di scendere a Rapallo da qui mentre noi, dopo la foto di rito, seguiamo le orme di Renato (foto di Bruno) |
|
(foto di Bruno) |
|
Dolci saliscendi nel bosco, ... |
|
... alcuni caproni barbuti e dalle corna ricurve che pascolano tranquilli ... (foto di Bruno) |
|
|
... e il panorama sul golfo di Portofino quando il sentiero si affaccia sul mare (foto di Giorgio) |
|
Incrociamo la strada asfaltata al Passo della Crocetta. A quota 599 m. è il valico che mette in comunicazione il Golfo del Tigullio con la Val Fontanabuona (foto di Bruno) |
|
|
Il Pegge è davanti a noi, con il Rifugio Margherita dell’Associazione Nazionale Alpini posizionato sulla cima, pochi metri sotto la bandiera |
|
Alle falde del Pegge, aggrappato alla montagna, si trova il paesino di Coreglia circondato da fasce coltivate a ulivo (foto di Giorgio) |
|
Un ultimo breve e ripido strappo si conclude alle 13,15 (per me) con l’arrivo al rifugio. E’ ora di pranzo |
|
Ci sediamo sulle panche all’interno del rifugio e tra un boccone e l’altro chiacchieriamo. Si parla di lunghe camminate e di pellegrinaggi. Giorgio racconta che è partito da casa sua a Genova ed è arrivato a Santiago di Compostela, millecento chilometri fino a Lourdes, altrettanti da Lourdes a Santiago. A piedi per duemiladuecento chilometri! Mamma, penso, come mi sarebbe piaciuto aver fatto qualcosa del genere! |
|
Pochi metri più in alto (774 m.) sventola la bandiera, la foto di vetta va scattata qui (foto di Giorgio) |
|
Ci arrampichiamo quindi sul piccolo cocuzzolo erboso e ci impegniamo a riprenderci l’un l’altro così che qualcuno di solito manca nell’inquadratura. L’asta della bandiera è troppo alta, il controluce scurisce l’immagine: ... (foto di Giorgio) |
|
... alla fine scelgo la foto di Bruno che ci ritrae con lo sfondo del Golfo del Tigullio che si distende sotto di noi |
|
Il sentiero che seguiamo al ritorno è segnato con il cerchio rosso barrato e scende direttamente a Rapallo |
|
All’inizio ripido e a volte scivoloso si snoda lungo una dorsale quasi sempre nel bosco. La vegetazione è fitta, i rampicanti avvolgono i tronchi degli alberi e nascondono vecchi ruderi isolati. Su uno di questi Sara scopre la scritta “Pian dei Merli” (foto di Bruno)
|
|
Attraversiamo le case più alte e panoramiche di Rapallo e alla stazione (ore 16,15) terminiamo la bella traversata lunga circa 19 chilometri e con un dislivello, tenuto conto dei saliscendi, che raggiunge i 1000 metri. E’ tempo di saluti. Il treno di Sara va a Levante, il nostro a Ponente. E il viaggio in treno diventa un piacevole prolungamento della gita che si conclude a Genova con un “arrivederci alla prossima” e con la scoperta che in città è piovuto tanto e per tutto il giorno. Siamo stati davvero fortunati |
|
Il tracciato dell'escursione rilevato con il gps. Partenza dalla stazione di Chiavari - San Pier di Canne - San Martino di Maxena - Pendici nord del Monte Anchetta - La Colla - pendici nord del Monte Castello - Santuario di Montallegro - Passo della Crocetta - Monte Pegge - Pian dei Merli - Rapallo |