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Foto Dente 17 maggio 2014
Stefano
In questo periodo sono un po’ pigro: ho voglia di camminare ma mi pesano i lunghi viaggi in macchina. Del resto, di fronte a casa mia, si snoda una fitta rete di itinerari escursionistici perfettamente segnati e le montagne del Parco del Beigua, sebbene non paragonabili alle cime alpine, offrono comunque scorci paesaggistici di tutto rispetto. Un percorso molto caratteristico è quello che da Fiorino sale al Bric del Dente e che conduce in luoghi inaspettatamente aspri e solitari a pochi chilometri dalla città. Sono passati ben venticinque anni dall’ultima e unica volta che l’ho fatto: i ricordi sono un po’ vaghi ed è giunto il momento di rinfrescare la memoria. Con la macchina risalgo da Voltri la stretta e incassata Val Cerusa fino al piccolo paese di Fiorino. Il vergognoso sfruttamento edilizio che ha fatto scempio delle colline genovesi qui non è mai arrivato: l’ambiente è ancora incontaminato e incredibilmente selvaggio. A Fiorino, però, mi aspetta una brutta sorpresa: l’odiosa maccaja, eterna piaga della Liguria, fa beffardamente la sua comparsa dopo giorni di tramontana e di cielo pulito. Mi vien quasi voglia di tornarmene a casa!
In questo periodo sono un po’ pigro: ho voglia di camminare ma mi pesano i lunghi viaggi in macchina. Del resto, di fronte a casa mia, si snoda una fitta rete di itinerari escursionistici perfettamente segnati e le montagne del Parco del Beigua, sebbene non paragonabili alle cime alpine, offrono comunque scorci paesaggistici di tutto rispetto. Un percorso molto caratteristico è quello che da Fiorino sale al Bric del Dente e che conduce in luoghi inaspettatamente aspri e solitari a pochi chilometri dalla città. Sono passati ben venticinque anni dall’ultima e unica volta che l’ho fatto: i ricordi sono un po’ vaghi ed è giunto il momento di rinfrescare la memoria. Con la macchina risalgo da Voltri la stretta e incassata Val Cerusa fino al piccolo paese di Fiorino. Il vergognoso sfruttamento edilizio che ha fatto scempio delle colline genovesi qui non è mai arrivato: l’ambiente è ancora incontaminato e incredibilmente selvaggio. A Fiorino, però, mi aspetta una brutta sorpresa: l’odiosa maccaja, eterna piaga della Liguria, fa beffardamente la sua comparsa dopo giorni di tramontana e di cielo pulito. Mi vien quasi voglia di tornarmene a casa!
Poi il tempo fortunatamente si aggiusta grazie a un flebile refolo settentrionale in quota che contrasta l’ingresso dell’aria di mare: ma devo sbrigarmi perchè su questi monti il meteo cambia assai più velocemente che sul Cerro Torre! Dal capolinea dell’autobus (m. 244) poco sotto la chiesa inizia il segnavia (due croci rosse). Una stradina asfaltata conduce alle Case Cascinotto (m. 300), dopodichè diventa sterrata. A un certo punto, sulla destra, si stacca una bella mulattiera che sale alle Case Ferriere di Sopra (m. 406). La mulattiera procede a mezzacosta nell’alta Valle del Cerusa in un contesto paesaggistico molto suggestivo: sembra di stare in una piccola vallata alpina
Poi il tempo fortunatamente si aggiusta grazie a un flebile refolo settentrionale in quota che contrasta l’ingresso dell’aria di mare: ma devo sbrigarmi perchè su questi monti il meteo cambia assai più velocemente che sul Cerro Torre! Dal capolinea dell’autobus (m. 244) poco sotto la chiesa inizia il segnavia (due croci rosse). Una stradina asfaltata conduce alle Case Cascinotto (m. 300), dopodichè diventa sterrata. A un certo punto, sulla destra, si stacca una bella mulattiera che sale alle Case Ferriere di Sopra (m. 406). La mulattiera procede a mezzacosta nell’alta Valle del Cerusa in un contesto paesaggistico molto suggestivo: sembra di stare in una piccola vallata alpina
Oltrepassata la diruta Casa Cava Grande e guadato un piccolo ruscello, il sentiero si inerpica assai ripido tra erba, massi e cespugli fino a raggiungere l’esile costone sud-orientale del Dente (Costa di Terra Sottile o Giassi del Dente)
Oltrepassata la diruta Casa Cava Grande e guadato un piccolo ruscello, il sentiero si inerpica assai ripido tra erba, massi e cespugli fino a raggiungere l’esile costone sud-orientale del Dente (Costa di Terra Sottile o Giassi del Dente)
Dopo una secca svolta a destra, si segue più o meno fedelmente la cresta ...
Dopo una secca svolta a destra, si segue più o meno fedelmente la cresta ...
... traversando dapprima sul fianco destro (est), poi sul più scosceso fianco sinistro (ovest): non vi sono difficoltà ma è un itinerario da non percorrere in caso di pioggia, erba bagnata o, peggio ancora, ghiaccio e neve
... traversando dapprima sul fianco destro (est), poi sul più scosceso fianco sinistro (ovest): non vi sono difficoltà ma è un itinerario da non percorrere in caso di pioggia, erba bagnata o, peggio ancora, ghiaccio e neve
Dopo un’ultima ripida rampa ...
Dopo un’ultima ripida rampa ...
... sbuco sulla strada provinciale del Faiallo che guasta un po’ la bellezza della salita. La percorro brevemente in discesa fino alla Sella del Barnè (m. 894) ...
... sbuco sulla strada provinciale del Faiallo che guasta un po’ la bellezza della salita. La percorro brevemente in discesa fino alla Sella del Barnè (m. 894) ...
... dove imbocco il sentiero (segnavia: due croci rossi e bandierine bianco-rosse dell’Alta Via) che risale a tornanti il versante orientale del Bric del Dente
... dove imbocco il sentiero (segnavia: due croci rossi e bandierine bianco-rosse dell’Alta Via) che risale a tornanti il versante orientale del Bric del Dente
Più in alto, una variante segnata con una tacca rossa permette di evitare l’aggiramento lato sud della montagna ...
Più in alto, una variante segnata con una tacca rossa permette di evitare l’aggiramento lato sud della montagna ...
... e di raggiungerne la vetta (m. 1107) con un percorso più logico e diretto
... e di raggiungerne la vetta (m. 1107) con un percorso più logico e diretto
Batuffoli di maccaja salgono pigramente dal mare per poi sfilacciarsi sotto i raggi del sole
Batuffoli di maccaja salgono pigramente dal mare per poi sfilacciarsi sotto i raggi del sole
Una volta esisteva un secondo itinerario Fiorino-Bric del Dente (segnavia: rombo rosso) che tagliava con uno spettacolare mezzacosta il versante opposto della valle e che raggiungeva la strada del Faiallo sul lungo rettilineo del Passo della Cerusa (m. 939): era perfetto per un’escursione ad anello. Purtroppo da anni è in stato di totale abbandono e attualmente è di difficile percorribilità per via della vegetazione
Una volta esisteva un secondo itinerario Fiorino-Bric del Dente (segnavia: rombo rosso) che tagliava con uno spettacolare mezzacosta il versante opposto della valle e che raggiungeva la strada del Faiallo sul lungo rettilineo del Passo della Cerusa (m. 939): era perfetto per un’escursione ad anello. Purtroppo da anni è in stato di totale abbandono e attualmente è di difficile percorribilità per via della vegetazione
Con una veloce discesa, coronata da un bel capitombolo nel finale, faccio ritorno alle case di Fiorino. E’ stata una bella gita: in questa piccola valle, così vicina alla grande città eppur così impervia e appartata, il tempo sembra un po’ essersi fermato
Con una veloce discesa, coronata da un bel capitombolo nel finale, faccio ritorno alle case di Fiorino. E’ stata una bella gita: in questa piccola valle, così vicina alla grande città eppur così impervia e appartata, il tempo sembra un po’ essersi fermato
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal capolinea dell’autobus - Case Massucco - Case Cascinotto - Case Ferriere di Sopra - Casa Cava Grande - guado - costone sud-orientale del Dente (Costa di Terra Sottile o Giassi del Dente) - strada provinciale del Faiallo - Sella del Barnè - pendici orientali del Dente - variante sul versante est - Bric del Dente
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal capolinea dell’autobus - Case Massucco - Case Cascinotto - Case Ferriere di Sopra - Casa Cava Grande - guado - costone sud-orientale del Dente (Costa di Terra Sottile o Giassi del Dente) - strada provinciale del Faiallo - Sella del Barnè - pendici orientali del Dente - variante sul versante est - Bric del Dente
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