Foto Rocca Vaccaria (per la gola dei Canai) 2 giugno 2014 |
Gianni, Franca |
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Oggi decidiamo di andare alla scoperta delle sorgenti dell’Orba.
Già ricco per gli infiniti torrentelli che scendono dalle pendici del Faiallo, a Vara il fiume è giovane e impetuoso. Ma più in alto non lo conosciamo e anche se il sentiero della linea gialla che intendiamo seguire l’abbiamo percorso quindici anni fa è come se fosse la prima volta perché non lo ricordiamo quasi per niente. Nel cielo che un attimo fa era azzurro si stanno formando le “pecorelle”.
Dalla chiesa (ore 7,30) imbocchiamo la strada che scende verso la località Dano e dopo nemmeno un chilometro, immediatamente prima del ponte, sulla sinistra troviamo un cancello. L’itinerario Vara-Faiallo passa di qui. A lato del cancello il passaggio pedonale ... |
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... e subito sopra alcune case. Ci troviamo sulla sponda orografica destra del fiume. Il sentiero passa sull’aia dell’ultima casa e dopo un cancelletto mobile che dovrebbe servire a tenere lontani cinghiali e caprioli entra nel bosco |
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Su un malandato ponticello in legno sopravissuto a chissà quante alluvioni scavalchiamo uno dei tanti rii che si tuffano nell’Orba, risaliamo alcuni tornanti e ... |
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... passiamo accanto ai ruderi di una casa che oltre vent’anni fa era stata distrutta da un incendio. Si tratta del Peroccio e a giudicare dalla larghezza del sentiero doveva trattarsi di una casa importante e frequentata. La sterrata sbuca sull’asfalto in località Ravugna, che è una piccola frazione di Vara Superiore, e noi lo seguiamo in discesa fino a quando termina presso una bella e ordinata casetta.
Il sentiero scende ancora fino a incontrare altre vecchie case vicine al letto del fiume. La linea gialla è visibile e non ci si può sbagliare, il cielo è rannuvolato e lattiginoso. Dobbiamo arrivare in località Canali ... |
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... dove l’omonima casa (Ca’ Canai) è circondata da un ampio recinto. Sulla sua sinistra si stacca il sentiero che lo costeggia e punta verso sud entrando nel tratto più suggestivo |
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Suggestivo ma in qualche punto anche pericoloso perché sotto l’esile traccia, che comunque è ben percorribile e senza rischio di frane, c’è un bel salto sul fiume. Qualche fune metallica come corrimano non guasterebbe |
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Rocce sulla nostra sponda, rocce sulla sponda opposta dove si innalza la Rocca dei Canaloni. Il fiume scorre nella gola dei Canai e forma dei bei laghetti. Risaliamo a mezza costa il letto dell’Orba in un ambiente selvaggio e di notevole bellezza. Quando negli anni ’70 è stata aperta la strada del Faiallo dagli scavi erano spuntati i granati. Tutta la zona ne è ricca. Appassionati ricercatori armati di picchette risalivano il fiume e rompevano la roccia della Rocca dei Canaloni alla ricerca di quei cristalli rosso scuro e brillanti che in questa zona raggiungono dimensioni notevoli. Anche oggi qualcuno si avventura quassù per i minerali ma il periodo d’oro risale a quegli anni |
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Incontriamo e attraversiamo un “fiume di pietre” |
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Poi le rocce cedono il posto al bosco che torna a lambire l’acqua. I segnavia che nel tratto più esposto erano abbondanti si fanno più radi ma sulla mappa del mio navigatore il sentiero è tracciato alla perfezione |
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Boschi dove l’erba non cresce e si cammina d’incanto si alternano a tratti più brevi di bosco giovane e fitto. I guadi si susseguono ma oggi nessuno di questi crea problemi |
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Cade una pioggerella leggera che si ferma sulle foglie e solo quando usciamo allo scoperto presso le Case Mogliazzi (che sono collegate alla strada del Faiallo) indossiamo le k-way. I segnavia finiscono qui. Il gps mi indica un bel sentiero a destra (est) che si dirige verso il Faiallo ma nel dubbio che non sia quello della linea gialla ci dedichiamo per qualche minuto alla ricerca infruttuosa dei segni |
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Rinunciamo e svoltiamo a destra sul sentiero mappato, ben evidente nel primo tratto scoperto che segue la linea elettrica e meno evidente più su nel bosco. Attraversiamo altri guadi e quando ormai siamo in prossimità di Case Tassara i segnavia compaiono di nuovo. Eravamo quindi sul giusto sentiero |
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(11,30) Alta, col tetto a punta molto spiovente, Casa Tassara è circondata da altissimi faggi. Davanti c’è un trogolo e una bella fonte che getta sempre acqua. Il bosco è antico come la casa, ampio, ombroso. La pioggerella ha smesso di cadere |
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La linea gialla si affianca all’Alta Via e si conclude al Faiallo ma noi l’abbandoniamo e seguiamo l’Alta Via in direzione opposta |
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La differenza tra l’ombra del bosco e la luce sulla prateria è sorprendente, la notte prima e l’istante dopo il giorno. Tra le nuvole spazi di azzurro. Mazzi di violette cercano spazio tra gli steli alti dell’erba |
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Arriviamo sul crinale tra il Reixa e il Vaccaria (o Vaccheria) dove un cartello in legno indica il Rifugio Argentea |
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Ormai che siamo in ballo balliamo, saliamo anche sul Vaccaria, pochi passi dal sentiero principale. E qui mi aspetta una brutta sorpresa. La Madonnina è decapitata. Cerco la testa tra l’erba e le pietre ma non la trovo e provo un vivo dispiacere, era da un po’ che non venivo e ancora non l‘avevo saputo |
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La prossima tappa è al Rifugio Argentea e Gianni, osservatore di gran lunga migliore di me, già da lontano si accorge che le finestre sono aperte, la prima volta che succede da quando passiamo da queste parti |
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E infatti ci sono dei soci del CAI di Arenzano impegnati nei lavori. Il gruppo elettrogeno nuovo di zecca pompa l’acqua dalla sorgente presso il Riparo Fasciun cento metri più in basso, 600 i metri di tubatura. Pare che il Parco abbia chiesto al CAI di Arenzano di tenere aperto il rifugio il sabato e la domenica, in attesa degli ultimi lavori per poter poi cercare un gestore |
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L’interno è bello e spazioso, 16 posti letto, tutto nuovo, ... |
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... dalle finestre il panorama spazia libero sul mare che oggi è coperto una nuvolaglia diffusa. Qualche dubbio rimane sul problema accessibilità per i rifornimenti (la strada della Bucastrella è privata) e la speranza è che questi posti rimangano belli e selvaggi come sono adesso |
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Scendiamo, raggiungiamo la Bucastrella e poi il sentiero del quadrato pieno giallo e alle tre del pomeriggio incontriamo Stefano che ci è venuto incontro al ponte sull’Orba. La bella gita, per niente banale, si è conclusa. 18 o 19 i chilometri percorsi, 750 metri il dislivello, 6 ore quelle di cammino effettivo |
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Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps (l’anello è stato percorso in senso orario). Partenza dalla chiesa di Vara Inferiore (m. 672) - strada comunale per il Dano - ruderi Casa Peroccio - località Ravugna (m. 785) - Casa Canai - gola dei Canai - Case Mogliazzi (m. 955) - sorgenti dell’Orba - Casa Tassara (m. 1002) - pendici nord-occidentali del Reixa - Passo Vaccaria (m. 1115) - Cima Pian di Lerca (Rifugio Argentea, m. 1090) - strada sterrata Tenuta Bucastrella - ponte sull’Orba (m. 635) - Vara Inferiore |