Foto Argentea (per i Canai e per la via diretta da Campo) 6 giugno 2014 |
Stefano |
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Bel giro, assai lungo e faticoso, su e giù per i sentieri che si snodano tra l’alta Valle d’Orba, il crinale di spartiacque e i contrafforti meridionali dell’Argentea. Come i miei genitori la settimana scorsa, anch’io ho voluto provare l’itinerario che da Vara Inferiore sale al Faiallo attraverso le gole dell’Orba; poi, una volta raggiunto il Rifugio Argentea, lunga discesa nel Vallone del Rio di Lerca fin quasi alla frazione Campo di Arenzano; quindi inversione a U e ripida ascesa alla cima dell’Argentea percorrendo la via diretta; infine ritorno a Vara per la sterrata della Tenuta Bucastrella: un’altimetria decisamente più consona a un giro in bici che non a una gita in montagna. Ma andiamo con ordine. Parto alle 7 da Vara Inferiore (m. 672) e mi incammino lungo la strada per il Dano fino al ponte sull’Orba (m. 635) dove imbocco a sinistra l’itinerario segnato con una linea gialla |
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Una bella mulattiera nel bosco conduce ai ruderi del Peroccio (ex-casa degli scout distrutta vent’anni fa da un incendio) e sbuca sulla stradina asfaltata proveniente dalla località Ravugna di Vara Superiore |
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Dopo la Casa Canai inizia il tratto più caratteristico della salita che consiste nell’attraversamento a mezzacosta della dirupata forra dell’Orba: non vi sono difficoltà ma alcuni passaggi malagevoli richiedono comunque un minimo di attenzione. Le tacche gialle, frequenti e ben visibili, guidano senza problemi fin all’uscita della gola per immergersi poi in un fitto bosco di faggi |
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Alle Case Mogliazzi (m. 955) terminano i segnavia (o meglio, d’ora in avanti sono talmente stinti che è come se non ci fossero). Seguendo le indicazioni dei mie genitori, prendo sulla destra una mulattiera, parallela a una linea elettrica, che procede in leggera discesa fino a un’ampia radura (sorgenti dell’Orba) e, con una breve risalita nel bosco, raggiungo l’Alta Via dei Monti Liguri presso Casa Tassara (m. 1002) |
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Il sentiero è ora perfettamente segnato con le bandierine bianco-rosse e risale i verdi tappeti erbosi fino al Passo Vaccaria (m. 1115) |
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Con dolci saliscendi seguo lo splendido crinale di spartiacque in direzione ovest ... |
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... raggiungendo in breve il Rifugio Argentea a Cima Pian di Lerca (m. 1090). Il cielo è sereno e un leggero venticello accarezza i prati; il caldo è sopportabile ma - ahimè - la mia riserva d’acqua si è già esaurita |
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Un ripido sentiero scende al Rifugio Padre Rino (m. 903) a lato del quale si trova un’ottima fonte; forse sono distratto, forse non ho ancora abbastanza sete, fatto è che tiro dritto senza bere e senza riempire la bottiglietta vuota: un’asineria colossale! |
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Inizia ora la lunga discesa nel Vallone del Rio di Lerca, dapprima sul fianco destro e poi, dopo il guado al Passo del Fò (m. 689), a mezzacosta sul versante sinistro. L’ambiente muta rapidamente e la piacevole frescura del crinale è ormai un ricordo; le praterie e le macchie di faggi lasciano il posto ai pini marittimi e alla lussureggiante vegetazione mediterranea |
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A circa 250 metri di quota, poco sopra la frazione Campo di Arenzano, abbandono il triangolo rosso e con un’inversione a U imbocco la via diretta al Monte Argentea (segnavia: stella bianca). Ora fa decisamente caldo. Il sentiero rimonta con numerosi tornanti l’assolato costone della Rocca Turchina, contrafforte meridionale dell’Argentea. Superato il colletto “Gua de Botte” (m. 700), la traccia sale ripidamente sul fianco orientale fino a raggiungere nuovamente il filo di cresta al colletto nord della Rocca Turchina che adduce all’acrocoro sommitale |
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Qui l’ambiente è davvero bello, alpestre e riposante, un piccolo verde altipiano sospeso sopra il lontano fondovalle: il cono terminale dell’Argentea si innalza elegante tra la Rocca da Ciappa (a sinistra) e la Rocca Negra (a destra) |
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Alla Collettassa (quotata 932 metri su alcune cartine e 960 sulla palina segnaletica) lascio la stella bianca ... |
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... per il più comodo sentiero, da poco decespugliato, segnato con tre pallini rossi |
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Alle 13.10, dopo ben sei ore e dieci di cammino e con addosso una sete feroce, raggiungo la cima del Monte Argentea |
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Non mi resta che scendere a Vara. Lungo la sterrata della Tenuta Bucastrella mi fermo presso una vecchia fonte dove, quando ero bambino, ci si recava spesso in gruppo a mangiare la carne alla ciappa: l’acqua sgorga ancora freschissima e mi pare di rinascere! |
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Poco prima delle tre faccio ritorno a Vara, cotto al punto giusto: queste piccole montagne, così basse e così vicine al mare e all’apparenza così innocue, sanno alle volte essere davvero spietate |
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Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dalla chiesa di Vara Inferiore (m. 672) - strada comunale per il Dano - ruderi Casa Peroccio - località Ravugna (m. 785) - Casa Canai - gola dei Canai - Case Mogliazzi (m. 955) - sorgenti dell’Orba - Casa Tassara (m. 1002) - pendici nord-occidentali del Reixa - Passo Vaccaria (m. 1115) - Cima Pian di Lerca (Rifugio Argentea, m. 1090) - Rifugio Padre Rino (m. 903) - Passo del Fò sul Rio Argentea (m. 689) - Casa Segage (m. 560) - Vallone del Rio di Lerca - bivio a sinistra per la “Via Diretta al Monte Argentea” (m. 250 circa, segnavia: stella bianca) - incrocio con il “Sentiero dell’Ingegnere” (m. 300 circa) - colletto “Gua dell’Omu” - colletto “Gua da Botte” (m. 700) - colletto nord della Rocca Turchina - pendici occidentali della Rocca Negra - pendici orientali della Rocca da Ciappa - colletto “la Collettassa” (m. 932) - pendici sud-orientali dell’Argentea - Monte Argentea (m. 1082) - Cima Pian di Lerca (Rifugio Argentea, m. 1090) - Passo Pian di Lerca (m. 1034) - conca del Rio di Custi - strada sterrata Tenuta Bucastrella - strada comunale del Dano - ponte sull’Orba (m. 635) - Vara Inferiore |