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Foto Autaret 13 luglio 2014
Stefano, Franca
Oggi Stefano ha studiato una gita speciale su misura per me, suggestiva e in ambiente di alta quota ma senza un dislivello eccessivo e in gran parte su comodo sentiero. Scriviamo il racconto a quattro mani: tutti i riferimenti storici sono naturalmente suoi e li riporto in corsivo. Partiamo molto presto anche perché il tempo resterà bello in mattinata e poi si guasterà: alle 6 e 45 siamo a San Bernolfo pronti a metterci in cammino. L’altimetro segna 1670 metri. Di San Bernolfo ho un ricordo: anni fa con Gianni avevo pernottato in rifugio per salire alla Testa Rognosa della Guercia ma un mal di gola violento e improvviso aveva mandato a gambe all’aria la gita. Oggi salirò su un’altra bella cima, la Testa dell’Autaret. Un cagnolino nero con le zampe corte gironzola intorno. Lì per lì non ci faccio caso, poi penso che forse si è perduto ma quando vedo che sale insieme a noi e sulla targhetta del collare leggo il nome del rifugio del Laus capisco che ci stava aspettando. La strada, la rotabile ex-militare Bagni di Vinadio-Vallone di San Bernolfo-Colletto del Laus-Laghi di Collalunga, disegna una serie di zig zag tra i bellissimi larici. L’aria è fresca, indosso il paille pesante e se non fossi pigra metterei anche i guanti
Oggi Stefano ha studiato una gita speciale su misura per me, suggestiva e in ambiente di alta quota ma senza un dislivello eccessivo e in gran parte su comodo sentiero. Scriviamo il racconto a quattro mani: tutti i riferimenti storici sono naturalmente suoi e li riporto in corsivo. Partiamo molto presto anche perché il tempo resterà bello in mattinata e poi si guasterà: alle 6 e 45 siamo a San Bernolfo pronti a metterci in cammino. L’altimetro segna 1670 metri. Di San Bernolfo ho un ricordo: anni fa con Gianni avevo pernottato in rifugio per salire alla Testa Rognosa della Guercia ma un mal di gola violento e improvviso aveva mandato a gambe all’aria la gita. Oggi salirò su un’altra bella cima, la Testa dell’Autaret. Un cagnolino nero con le zampe corte gironzola intorno. Lì per lì non ci faccio caso, poi penso che forse si è perduto ma quando vedo che sale insieme a noi e sulla targhetta del collare leggo il nome del rifugio del Laus capisco che ci stava aspettando. La strada, la rotabile ex-militare Bagni di Vinadio-Vallone di San Bernolfo-Colletto del Laus-Laghi di Collalunga, disegna una serie di zig zag tra i bellissimi larici. L’aria è fresca, indosso il paille pesante e se non fossi pigra metterei anche i guanti
Alle 7,30 siamo al rifugio De Alexandris-Foches al Laus, chiamato semplicemente Laus, che era in origine il “Ricovero al Lago di San Bernolfo” e ospitava il presidio della 65a batteria posizionata sul rilievo di quota 1996 da cui si dominavano i valloni di Collalunga e della Guercia. Poco sotto il rifugio, lungo la rotabile ex-militare che sale da San Bernolfo, si trovano i ruderi del “Ricovero artiglieria al Lago di San Bernolfo” dove venivano immagazzinati i pezzi della batteria. Poco sopra il rifugio, al Colletto del Laus, si trova invece l’ex-stazione a valle della teleferica che saliva ai Laghi di Collalunga. Nel 1999 il rifugio è stato completamente ristrutturato ed è ora una simpatica costruzione giallo zafferano con un bel terrazzo in legno appoggiato a robusti tronchi. Il cagnolino entra e esce da casa sua, silenziosa data l’ora ma con le finestre tutte spalancate. La sua intenzione di seguirci è ora palese
Alle 7,30 siamo al rifugio De Alexandris-Foches al Laus, chiamato semplicemente Laus, che era in origine il “Ricovero al Lago di San Bernolfo” e ospitava il presidio della 65a batteria posizionata sul rilievo di quota 1996 da cui si dominavano i valloni di Collalunga e della Guercia. Poco sotto il rifugio, lungo la rotabile ex-militare che sale da San Bernolfo, si trovano i ruderi del “Ricovero artiglieria al Lago di San Bernolfo” dove venivano immagazzinati i pezzi della batteria. Poco sopra il rifugio, al Colletto del Laus, si trova invece l’ex-stazione a valle della teleferica che saliva ai Laghi di Collalunga. Nel 1999 il rifugio è stato completamente ristrutturato ed è ora una simpatica costruzione giallo zafferano con un bel terrazzo in legno appoggiato a robusti tronchi. Il cagnolino entra e esce da casa sua, silenziosa data l’ora ma con le finestre tutte spalancate. La sua intenzione di seguirci è ora palese
Dal Colletto del Laus il panorama si apre sul Lago di San Bernolfo. E’ il primo specchio d’acqua che incontriamo
Dal Colletto del Laus il panorama si apre sul Lago di San Bernolfo. E’ il primo specchio d’acqua che incontriamo
I larici si stanno diradando, un torrentello scende spumeggiante nel vallone di Collalunga ancora in ombra. Il cagnolino, che sembra valere un soldo di cacio, si tuffa nell’acqua gelida e attraversa il torrentello
I larici si stanno diradando, un torrentello scende spumeggiante nel vallone di Collalunga ancora in ombra. Il cagnolino, che sembra valere un soldo di cacio, si tuffa nell’acqua gelida e attraversa il torrentello
Tagliamo i tornanti della strada militare e alle 8,10 sbuchiamo al sole. Il paesaggio si riempie di colore, con gli ultimi rododendri fioriti e i ranuncoli gialli che nascono vicino all’acqua, con il verde tra il grigio delle rocce e il bianco delle ultime lingue di neve. Una targa murata nella roccia segnala che è disponibile una piazzuola per l’elisoccorso chiamando il numero 118. Ci rimane il dubbio che, in assenza di copertura del proprio operatore, la telefonata venga dirottata sulla rete mobile di un altro operatore disponibile. Mentre dovrebbe essere sempre accessibile, ovviamente in presenza di almeno una rete di altri operatori, il numero di emergenza 112
Tagliamo i tornanti della strada militare e alle 8,10 sbuchiamo al sole. Il paesaggio si riempie di colore, con gli ultimi rododendri fioriti e i ranuncoli gialli che nascono vicino all’acqua, con il verde tra il grigio delle rocce e il bianco delle ultime lingue di neve. Una targa murata nella roccia segnala che è disponibile una piazzuola per l’elisoccorso chiamando il numero 118. Ci rimane il dubbio che, in assenza di copertura del proprio operatore, la telefonata venga dirottata sulla rete mobile di un altro operatore disponibile. Mentre dovrebbe essere sempre accessibile, ovviamente in presenza di almeno una rete di altri operatori, il numero di emergenza 112
Lago di Mezzo, 2282 metri, 9 meno un quarto. E’ il secondo specchio d’acqua di questa gita
Lago di Mezzo, 2282 metri, 9 meno un quarto. E’ il secondo specchio d’acqua di questa gita
Dopo quasi un secolo la strada è ancora perfettamente conservata e anche dall’alto il suo disegno regolare è perfettamente visibile tra il disordine dei massi. Anche se per accorciare saliamo per scorciatoie la pendenza non è mai eccessiva
Dopo quasi un secolo la strada è ancora perfettamente conservata e anche dall’alto il suo disegno regolare è perfettamente visibile tra il disordine dei massi. Anche se per accorciare saliamo per scorciatoie la pendenza non è mai eccessiva
Sotto la bastionata che sorregge la conca dei Laghi di Collalunga, si trova una tipica casermetta costruita a difesa del passo: posizionata a ridosso delle rocce e pertanto defilata al tiro nemico, era in grado di ospitare fino a sessanta uomini di truppa ed è caratterizzata da una curiosa prua di nave che sporge dal muro di sostegno del piazzale
Sotto la bastionata che sorregge la conca dei Laghi di Collalunga, si trova una tipica casermetta costruita a difesa del passo: posizionata a ridosso delle rocce e pertanto defilata al tiro nemico, era in grado di ospitare fino a sessanta uomini di truppa ed è caratterizzata da una curiosa prua di nave che sporge dal muro di sostegno del piazzale
Sotto la bastionata che sorregge la conca dei Laghi di Collalunga, si trova una tipica casermetta costruita a difesa del passo: posizionata a ridosso delle rocce e pertanto defilata al tiro nemico, era in grado di ospitare fino a sessanta uomini di truppa ed è caratterizzata da una curiosa prua di nave che sporge dal muro di sostegno del piazzale
A fianco della caserma si trovano i ruderi della stazione a monte della teleferica che saliva dal Lago di San Bernolfo e della stazione a valle del secondo tronco che raggiungeva l’anticima ovest della Testa dell'Autaret. Il complesso di opere apparteneva al Sottosettore Collalunga-San Salvatore del Vallo Alpino del Littorio (con sede comando a Vinadio), a sua volta inquadrato nel III Settore di Copertura “Stura” che si estendeva dal Ponte Negri (confluenza Mollieres-Tinea) al Passo di Vanclava
A fianco della caserma si trovano i ruderi della stazione a monte della teleferica che saliva dal Lago di San Bernolfo e della stazione a valle del secondo tronco che raggiungeva l’anticima ovest della Testa dell'Autaret. Il complesso di opere apparteneva al Sottosettore Collalunga-San Salvatore del Vallo Alpino del Littorio (con sede comando a Vinadio), a sua volta inquadrato nel III Settore di Copertura “Stura” che si estendeva dal Ponte Negri (confluenza Mollieres-Tinea) al Passo di Vanclava
L’altimetro sale con regolarità. A 2400 metri gli ultimi cespugli di rododendri colorano le rocce e iniziano gli scivoli di neve. Neve dura, trasformata dal sole e dal gelo, ma la pendenza è dolce
L’altimetro sale con regolarità. A 2400 metri gli ultimi cespugli di rododendri colorano le rocce e iniziano gli scivoli di neve. Neve dura, trasformata dal sole e dal gelo, ma la pendenza è dolce
I laghi di Collalunga riflettono le nuvole che viaggiano nel cielo ancora azzurro. Il tempo per ora tiene e l’ambiente è suggestivo e spettacolare
I laghi di Collalunga riflettono le nuvole che viaggiano nel cielo ancora azzurro. Il tempo per ora tiene e l’ambiente è suggestivo e spettacolare
Siamo al confine con la Francia e lascio di nuovo la penna a Stefano che, appassionato di storia come è, ha fatto ricerche su come a suo tempo è stata disegnata la linea della frontiera, una storia complicata che ha trovato soluzione ben oltre la fine della guerra.
Siamo al confine con la Francia e lascio di nuovo la penna a Stefano che, appassionato di storia come è, ha fatto ricerche su come a suo tempo è stata disegnata la linea della frontiera, una storia complicata che ha trovato soluzione ben oltre la fine della guerra.
Sul dosso che separa la caserma dal Lago di Collalunga transita l’attuale linea di frontiera con la Francia. Tra la Cima di Collalunga e la Testa dell’Autaret  il confine non segue la cresta di spartiacque Stura-Tinea ma passa per le quote 2719, 2562 (Colle di Seccia, nella foto al centro in ombra), 2614 (Cima Tommy, a destra sopra il Colle di Seccia in ombra) e 2428 (in basso a destra), contornando quindi a settentrione l’ampia conca dei Laghi di Collalunga in territorio orograficamente italiano. L’andamento del confine in questa zona fu oggetto di una divergenza tra l’Italia e la Francia. Prima del 1947, il vecchio confine del Regno d’Italia abbandonava lo spartiacque al Passo di Collalunga, scendeva lungo il costone occidentale del Vallone della Guercia (Serre du Terrassier), incrociava la strada della Lombarda alla confluenza della Guercia nel Castiglione e raggiungeva il fondovalle Tinea poco sotto Isola. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale l’Italia perse tutti i territori delle Marittime al di là della displuviale alpina. Nel Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947 si legge: “Il nuovo confine segue un tracciato che abbandona la vecchia frontiera alla Cima di Colla Longa e, procedendo verso oriente e seguendo la linea dello spartiacque, va lungo le creste rocciose passando per le quote 2719, 2562, il Colle di Seccia, raggiunge a quota 2760 la Testa dell'Autaret, passa per quota 2672 al Colle della Guercia (2456) e per le quote 2640, 2693 e 2689, raggiunge le Rocche di Saboulé e ne segue la cresta nord” (Allegato II - Frontiera franco-italiana - Valli superiori della Tinea, della Vesubie e della Roya - 1. Dalla Cima di Colla Longa alla Cima di Mercantour). Secondo l'interpretazione italiana, che dava maggiore importanza al significato della parola “spartiacque”, la linea di confine doveva passare lungo il crinale più elevato; secondo l'interpretazione francese, che riteneva più importante l'indicazione delle quote, doveva invece coincidere con la cresta individuata dalle quote medesime. Di fatto la definizione sul terreno della frontiera venne sospesa in attesa che la divergenza venisse risolta a livello politico. Nel settembre 1967, il governo francese accettava la richiesta italiana di modifica del confine di Claviere, mentre Roma, come "contropartita", si impegnava a ritenere sanato secondo l'interpretazione francese il contenzioso di Collalunga.
Nel vallone di Collalunga occhieggiano i laghi
Nel vallone di Collalunga occhieggiano i laghi
Il sentiero corre ora a mezzacosta ...
Il sentiero corre ora a mezzacosta ...
... e poi sul crinale di spartiacque dove incontriamo i resti di una trincea
... e poi sul crinale di spartiacque dove incontriamo i resti di una trincea
Siamo alle pendici dell’anticima occidentale della Testa dell’Autaret e alle nostre spalle, al di là della Tinea, si erge solitario il Monte Mounier
Siamo alle pendici dell’anticima occidentale della Testa dell’Autaret e alle nostre spalle, al di là della Tinea, si erge solitario il Monte Mounier
Sotto di noi è disteso il vallone di Collalunga con il Lago di Mezzo
Sotto di noi è disteso il vallone di Collalunga con il Lago di Mezzo
Un tratto esposto è coperto dalla neve dura e scivolosa per cui lo aggiriamo salendo tra i blocchi caotici di rocce e poi riprendiamo la traccia che aggira il costone ...
Un tratto esposto è coperto dalla neve dura e scivolosa per cui lo aggiriamo salendo tra i blocchi caotici di rocce e poi riprendiamo la traccia che aggira il costone ...
... e arriva alla sella tra l’anticima occidentale e la Testa dell’Autaret. Il cagnolino è incollato alle scarpe di Stefano
... e arriva alla sella tra l’anticima occidentale e la Testa dell’Autaret. Il cagnolino è incollato alle scarpe di Stefano
In vetta c’è qualcuno e poco dopo incontriamo il primo escursionista, francese, accompagnato da un bellissimo cane da caccia bianco e caffelatte
In vetta c’è qualcuno e poco dopo incontriamo il primo escursionista, francese, accompagnato da un bellissimo cane da caccia bianco e caffelatte
Ce l’ho fatta, queste gite le posso contare sulle dita e solo grazie a Stefano. Guardo l’ora: 10,30. In alto il cielo è azzurro e le nuvole sono appoggiate alle cime. Il cippo di confine, a 2763 metri, divide l’Italia dalla Francia così che con uno sguardo circolare possiamo ammirare un panorama grandioso
Ce l’ho fatta, queste gite le posso contare sulle dita e solo grazie a Stefano. Guardo l’ora: 10,30. In alto il cielo è azzurro e le nuvole sono appoggiate alle cime. Il cippo di confine, a 2763 metri, divide l’Italia dalla Francia così che con uno sguardo circolare possiamo ammirare un panorama grandioso
Verso sud-est svetta in primo piano la testa Rognosa della Guercia, quella sulla quale avremmo dovuto salire anni fa e invece …, mentre sullo sfondo spuntano le cime della Valle di Gesso
Verso sud-est svetta in primo piano la testa Rognosa della Guercia, quella sulla quale avremmo dovuto salire anni fa e invece …, mentre sullo sfondo spuntano le cime della Valle di Gesso
Salutiamo l’escursionista francese che scende e scattiamo qualche foto prima di seguirlo sull’anticima ovest dove ci fermeremo a mangiare
Salutiamo l’escursionista francese che scende e scattiamo qualche foto prima di seguirlo sull’anticima ovest dove ci fermeremo a mangiare
Una distesa di cime ci circonda e tra queste Stefano mi indica l’elegante vetta del Corborant (al centro dell’immagine), il Tenibres (a sinistra) e il Becco Alto d’Ischiator (a destra dietro la Punta Gioffredo)
Una distesa di cime ci circonda e tra queste Stefano mi indica l’elegante vetta del Corborant (al centro dell’immagine), il Tenibres (a sinistra) e il Becco Alto d’Ischiator (a destra dietro la Punta Gioffredo)
Lascio la vetta dell’Autaret senza formulare il pensiero che questa è stata la prima e certamente resterà l’unica volta che ci sono salita e solo dopo, quando metto piede sull’anticima ovest solo di pochi metri più bassa della vetta principale, la guardo e la saluto. Tra le pietre spunta la forma arrotondata di uno scudo blindato, i blocchi di cemento dell’antica teleferica, il filo spinato e quel che resta di bunker e fortificazioni che in osservanza al Trattato di pace firmato a Parigi nel 1947 sono stati smantellati con la dinamite. Tiriamo fuori dallo zaino tre panini e un po’ di formaggio che dividiamo equamente col cagnolino che si è seduto e ci guarda educatamente in silenzio. Poi lasciamo la nostra postazione in quota e scendiamo. Sono le 11
Lascio la vetta dell’Autaret senza formulare il pensiero che questa è stata la prima e certamente resterà l’unica volta che ci sono salita e solo dopo, quando metto piede sull’anticima ovest solo di pochi metri più bassa della vetta principale, la guardo e la saluto. Tra le pietre spunta la forma arrotondata di uno scudo blindato, i blocchi di cemento dell’antica teleferica, il filo spinato e quel che resta di bunker e fortificazioni che in osservanza al Trattato di pace firmato a Parigi nel 1947 sono stati smantellati con la dinamite. Tiriamo fuori dallo zaino tre panini e un po’ di formaggio che dividiamo equamente col cagnolino che si è seduto e ci guarda educatamente in silenzio. Poi lasciamo la nostra postazione in quota e scendiamo. Sono le 11
Percorriamo a ritroso il sentiero dell’andata evitando il brevissimo ma pericoloso scivolo di neve e nei pressi della trincea alle pendici occidentali dell’anticima dell’Autaret incontriamo una coppia francese che sale
Percorriamo a ritroso il sentiero dell’andata evitando il brevissimo ma pericoloso scivolo di neve e nei pressi della trincea alle pendici occidentali dell’anticima dell’Autaret incontriamo una coppia francese che sale
Il Vallone di Collalunga si distende sotto di noi con il Lago di Mezzo a sinistra, il Lago di San Bernolfo in fondo e il Colletto del Laus oltre il quale precipita nel sottostante Vallone di San Bernolfo
Il Vallone di Collalunga si distende sotto di noi con il Lago di Mezzo a sinistra, il Lago di San Bernolfo in fondo e il Colletto del Laus oltre il quale precipita nel sottostante Vallone di San Bernolfo
Scendiamo approfittando dei brevi nevai e presto siamo alla caserma di Collalunga dove troviamo alcuni escursionisti. Il cagnolino che ci ha tenuto compagnia è sparito, probabilmente è già a casa sua
Scendiamo approfittando dei brevi nevai e presto siamo alla caserma di Collalunga dove troviamo alcuni escursionisti. Il cagnolino che ci ha tenuto compagnia è sparito, probabilmente è già a casa sua
Sulla facciata della caserma di Collalunga è ancora visibile lo scudetto del III Settore di Copertura G.A.F. (Guardia alla Frontiera). Alla G.A.F, corpo militare del Regio Esercito costituito nel 1934, erano affidate le opere difensive del Vallo Alpino da Ventimiglia a Fiume
Sulla facciata della caserma di Collalunga è ancora visibile lo scudetto del III Settore di Copertura G.A.F. (Guardia alla Frontiera). Alla G.A.F, corpo militare del Regio Esercito costituito nel 1934, erano affidate le opere difensive del Vallo Alpino da Ventimiglia a Fiume
Due chiacchiere e un grazie a un signore che ci ha scattato la foto e riprendiamo il cammino per il Lago di Mezzo
Due chiacchiere e un grazie a un signore che ci ha scattato la foto e riprendiamo il cammino per il Lago di Mezzo
Le nuvole si stanno addensando ma nel cielo ci sono ancora spazi di azzurro. La pioggia non dovrebbe arrivare. Dall’alto si vedono meglio le scorciatoie che tagliano i tornanti così che scendiamo velocemente ...
Le nuvole si stanno addensando ma nel cielo ci sono ancora spazi di azzurro. La pioggia non dovrebbe arrivare. Dall’alto si vedono meglio le scorciatoie che tagliano i tornanti così che scendiamo velocemente ...
... verso il Lago di San Bernolfo
... verso il Lago di San Bernolfo
Dal Colletto del Laus Stefano scatta un’ultima immagine allo specchio d’acqua colorato di escursionisti sulle rive, alcuni davvero piccolissimi in braccio a mamma e papà
Dal Colletto del Laus Stefano scatta un’ultima immagine allo specchio d’acqua colorato di escursionisti sulle rive, alcuni davvero piccolissimi in braccio a mamma e papà
E infine il rifugio, dove ci fermiamo per un caffè e una fetta di torta
E infine il rifugio, dove ci fermiamo per un caffè e una fetta di torta
L’escursione sta volgendo al termine e alle 14,10 spengo il gps dopo 17 chilometri, 1200 metri di dislivello e 6 ore di cammino effettivo. Tra i larici e gli abeti spuntano le case di San Bernolfo adagiate sui verdi pendii che scendono dal Monte Saletta e dal Passo di Laroussa. Sono contenta, è stata una bellissima e interessante gita
L’escursione sta volgendo al termine e alle 14,10 spengo il gps dopo 17 chilometri, 1200 metri di dislivello e 6 ore di cammino effettivo. Tra i larici e gli abeti spuntano le case di San Bernolfo adagiate sui verdi pendii che scendono dal Monte Saletta e dal Passo di Laroussa. Sono contenta, è stata una bellissima e interessante gita
“San Bernolfo ha una caratteristica unica in tutto il Cuneese: le sue case sono costruite in legno con la tecnica ad incastro detta del "block-bau", tipica dei paesi alpini di lingua tedesca. Le origini di tale peculiarità architettonica sono tuttora ignote. Tra le varie ipotesi formulate dagli studiosi di cultura alpina, la più suggestiva è forse quella che chiama in causa un gruppo di soldati alemanni o bavaresi, che avrebbero trovato rifugio nell'alto Vallone dei Bagni, lontano dai centri abitati, e vi avrebbero costruito le loro case con il sistema in uso nelle lontane terre d'origine”.
(fonte: Andrea Parodi - “Laghi, Cascate ed altre Meraviglie”, Parodi Editore)
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dall’ultimo tornante prima di San Bernolfo (m. 1650 circa, 5 km sopra Bagni di Vinadio) - rotabile sterrata ex-militare (scorciatoie) - ruderi “Ricovero artiglieria al Lago di San Bernolfo” - Rifugio De Alexandris-Foches al Laus (m. 1910) - Colletto del Laus (m. 1950) - Lago di San Bernolfo (m. 1913) - Vallone di Collalunga - pendici orientali della Rocca di San Bernolfo - Lago di Mezzo (m. 2282) - casermetta difensiva di Collalunga - confine Italia-Francia (m. 2428) - Lago di Collalunga (m. 2429) - Passo di Collalunga (spartiacque Stura-Tinea, m. 2533) - pendici occidentali dell’anticima ovest dell’Autaret - mezzacosta sul versante meridionale dell’anticima dell’Autaret - sella anticima-Autaret - Testa dell’Autaret (m. 2763) - anticima ovest dell’Autaret (opere militari). Ritorno per lo stesso itinerario
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dall’ultimo tornante prima di San Bernolfo (m. 1650 circa, 5 km sopra Bagni di Vinadio) - rotabile sterrata ex-militare (scorciatoie) - ruderi “Ricovero artiglieria al Lago di San Bernolfo” - Rifugio De Alexandris-Foches al Laus (m. 1910) - Colletto del Laus (m. 1950) - Lago di San Bernolfo (m. 1913) - Vallone di Collalunga - pendici orientali della Rocca di San Bernolfo - Lago di Mezzo (m. 2282) - casermetta difensiva di Collalunga - confine Italia-Francia (m. 2428) - Lago di Collalunga (m. 2429) - Passo di Collalunga (spartiacque Stura-Tinea, m. 2533) - pendici occidentali dell’anticima ovest dell’Autaret - mezzacosta sul versante meridionale dell’anticima dell’Autaret - sella anticima-Autaret - Testa dell’Autaret (m. 2763) - anticima ovest dell’Autaret (opere militari). Ritorno per lo stesso itinerario
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