Foto Cima del Pozzo e Rama 31 luglio 2014 |
Gianni, Franca |
Tanti anni fa alcuni paesani avevano individuato un punto sull’Alta Via dove sistemare una madonnina che proteggesse la Valle dell’Orba. Infatti le madonnine sull’Argentea e sulla Rocca Vaccaria allargavano le braccia verso la riviera e sembravano disinteressarsi dell’entroterra e anche la chiesetta sul Beigua era rivolta al mare e dava le spalle ai boschi.
Per fare questo avevano allargato il sentiero e da Vara riuscivano a salire con il trattore. In quel punto è stato costruito il Riparo Cima del Pozzo e la madonnina in legno che guarda la valle è stata sistemata sul grande scoglio a fianco della costruzione. Per anni noi abbiamo utilizzato quella traccia per salire a quello che abbiamo sempre chiamato il “rifugetto”. Poi il bosco è cresciuto, il sentiero si è infrascato sempre di più e da tantissimo tempo ce ne siamo dimenticati |
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Ma questa mattina, una mattinata stupenda di cielo limpido e terso che ci era parso un delitto sprecare a casa, mentre salivamo sul sentiero del rombo giallo per il Rama, ... |
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... quando questo sale ripido sotto la Rocca della Biscia, me ne sono ricordata. Il sentiero per il “rifugetto” infatti si stacca da quello con il segnavia e svolta a sinistra infilandosi in un vallone scavato da uno dei tanti rii che si tuffano nell’Orba. Decidiamo lì per lì di seguire la vecchia mulattiera che una volta conduceva agevolmente a Cima del Pozzo: ...
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... bene il primo tratto, bene l’attraversamento del “fiume di pietre” ... |
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... ma dopo, quando ci si inoltra nel bosco, tutto sparisce nella vegetazione. Ci teniamo a sinistra e per sparuti lembi di praterie saliamo all’Alta Via in prossimità del riparo |
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Il tempo è splendido, la visibilità perfetta, Il gruppo del Rosa si staglia all’orizzonte. Siamo sorpresi quando vediamo le nuvole sul mare |
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L’idea di massima è quella di andare al Rama seguendo il sentiero che taglia orizzontalmente la ripida parete sud-est del massiccio (ben visibile da Cima del Pozzo) e la “diretta” che sale dritta fino in cima |
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Ci spostiamo quindi verso ovest ... |
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... e alla sella tra il Bric Sciue Gianche e il Bric Damè scendiamo tra i pini ... |
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... fino al Colle sud del Bric Resonau dove abbandoniamo l’Alta Via ... |
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Il Rama è davanti a noi e sarebbe facile e veloce salire per cresta. Ma ormai abbiamo deciso: prenderemo il segnavia delle due righe rosse (Lerca-Rama) fino alla Casa Carbunée, anche se così facendo perderemo centocinquanta metri di quota |
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Dalla Casa Carbunée (943 m), svoltiamo a destra (sud) seguendo il simbolo della lettera A in rosso su fondo bianco |
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Muretti in pietra sostengono il sentiero che un tempo doveva essere parecchio trafficato ma ora che nessuno ci passa e la vegetazione è cresciuta senza controllo si è notevolmente ristretto e richiede un minimo di attenzione |
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Quando incrociamo la “diretta” abbandoniamo la A rossa in campo bianco e ci inerpichiamo sul ripido pendio marcato con un bollo rosso. Fa caldo, ogni tanto devo prendere fiato. I bastoncini mi impicciano e li metto nello zaino |
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A mezzogiorno in punto posso tirare un respiro di sollievo. Sono in vetta (1148 m), … finalmente! Un compatto banco di nuvole bianche nasconde il mare ma i raggi del sole dardeggiano sulla mia testa e mi fanno desiderare l’ombra |
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Dopo una sosta brevissima scendiamo quindi lungo la cresta ... |
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... e alle 12,30 siamo nuovamente al Colle sud del Bric Resonau |
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E ora? Troppo banale risalire la pineta e tornare a Vara sul sentiero del rombo giallo. Troppo banale seguire l’Alta Via fino a Pratorotondo e per asfalto andare a Piampaludo. Ci pare una scelta felice seguire la croce gialla (Piampaludo-Rama) che attraversa Prato Ferretto lasciando Pratorotondo a sinistra. Lì per lì il sentiero sembra curato. Ma dopo … l’erba alta ci arriva alle ginocchia e la stanchezza si fa sentire. Quando incontriamo una coppia di stranieri, forse americani, che vagano alla ricerca di non so quale segnavia, non riusciamo a pronunciare qualche parola di inglese che possa essere di aiuto |
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Dopo aver incrociato il Sentiero Natura attraversiamo una zona di disboscamento selvaggio. Tronchi abbandonati, fascine e piste forestali tracciate dai mezzi pesanti: non ci si capisce niente. Unica riposante pausa la sosta pranzo preso un guado con acqua limpida e fresca |
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La scelta di passare di qui è stata sbagliata. Piampaludo sembra irraggiungibile ... |
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... e quando finalmente ci arriviamo (ore 15) siamo “cotti” al punto giusto ... |
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... per farci raccogliere da un furgone che scende in località Dano. Due chilometri risparmiati, ... |
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... sufficienti per non farci sembrare troppo pesante l’ultimo tratto della gita: base scout del Rostiolo ... |
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... e risalita a Vara (ore 15,55). Gita lunga, faticosa e anche un po’ illogica, ma comunque piacevole e interessante
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Il tracciato dell'escursione rilevato con il gps. Partenza da Vara Inferiore - ponte pedonale sull'Orba - località Dano - pendici orientali della Rocca della Biscia - vallone del Rio Galada - Riparo di Cima del Pozzo - Bric Sciue Gianche - Piano del Bric Damè - colle sud del Bric Resonau - Casa Carbunée - pendici orientali del Rama - incrocio con la "diretta" al Rama (segnavia: pallino rosso) - pendici meridionali del Rama - Monte Rama. Al ritorno discesa al colle sud del Bric Resonau - Prato Ferretto - Piampaludo - strada comunale per il Dano e per Vara Inferiore - bivio a sinistra per la località Rostiolo - località Rostiolo - ponte sospeso sull'Orba - Vara Inferiore |