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Foto Fasce 7 novembre 2014

Paolo, Dino, Bruno, Elio, Claudio, Gianni, Franca

Pioggia, pioggia, pioggia. Le gite si possono fare negli intervalli. Come oggi che alla fine si è rivelata una giornata più che discreta, capace anche di regalarci dei bei panorami. E’ una gita “genovese”, con partenza e arrivo nei quartieri della città e dopo aver toccato cime davvero modeste, ma è una traversata lunga, fatta di tanti saliscendi, che ci ha fatto conoscere begli scorci e qualche testimonianza del passato
Ma cominciamo daccapo, quando questa mattina alle 8 ci siamo trovati nel piazzale della chiesa di Marassi. Ci contiamo, siamo in cinque. Con Paolo e Dino non ci siamo capiti, ci stanno aspettando alla chiesa di Quezzi e li incontreremo più su. Il nostro segnavia è il rombo rosso vuoto che parte da Salita dell’Aquila – i nomi non nascono a caso - e con un lungo giro porta al Monte Fasce. Attraversato il popoloso quartiere risaliamo la collina ...
Ma cominciamo daccapo, quando questa mattina alle 8 ci siamo trovati nel piazzale della chiesa di Marassi. Ci contiamo, siamo in cinque. Con Paolo e Dino non ci siamo capiti, ci stanno aspettando alla chiesa di Quezzi e li incontreremo più su. Il nostro segnavia è il rombo rosso vuoto che parte da Salita dell’Aquila – i nomi non nascono a caso - e con un lungo giro porta al Monte Fasce. Attraversato il popoloso quartiere risaliamo la collina ...
... e alle 8,45 siamo nei pressi del Forte di Quezzi, sulla sommità del Colle di Calcinara. La storia ci racconta che quello che ormai è un cumulo di macerie ha avuto una vita travagliata. Ideato nel diciottesimo secolo, abbandonato e incompiuto, nell’assedio di Genova del 1800 su ordine del generale Massena fu costruito in tre giorni e tre notti.“ vi si adoperarono 5 in 600 botti ripiene di terra, se ne fecero scarpe alte da 20 a 25 piedi; se ne formarono i merli [...] e i parapetti [...] e perché malgrado le precauzioni di collocare le botti quanto più possibile l'una perpendicolare all'altra [...], molte parti potevano lasciare l'idea di scalata aggrappandosi di botte in botte, fu costruito avanti di questa scarpa et in forma di fasciatura un muro di pietre a secco dell' altezza della scarpa. [...] Questi travagli, che dovevano durare almeno tre mesi, furono fatti in tre giorni e tre notti” (Riccardo Dellepiane, "Mura e Forti di Genova")
... e alle 8,45 siamo nei pressi del Forte di Quezzi, sulla sommità del Colle di Calcinara. La storia ci racconta che quello che ormai è un cumulo di macerie ha avuto una vita travagliata. Ideato nel diciottesimo secolo, abbandonato e incompiuto, nell’assedio di Genova del 1800 su ordine del generale Massena  fu costruito in tre giorni e tre notti. vi si adoperarono 5 in 600 botti ripiene di terra, se ne fecero scarpe alte da 20 a 25 piedi; se ne formarono i merli [...] e i parapetti [...] e perché malgrado le precauzioni di collocare le botti quanto più possibile l'una perpendicolare all'altra [...], molte parti potevano lasciare l'idea di scalata aggrappandosi di botte in botte, fu costruito avanti di questa scarpa et in forma di fasciatura un muro di pietre a secco dell' altezza della scarpa. [...] Questi travagli, che dovevano durare almeno tre mesi, furono fatti in tre giorni e tre notti” (Riccardo Dellepiane, "Mura e Forti di Genova")
Poco dopo siamo alla Torre di Quezzi, una torre circolare di 18 metri di diametro costruita nei primi decenni del 1800 in posizione strategica tra la Val Bisagno e la Valle Sturla, rimasta incompiuta e ora abbandonata. Qui incontriamo Paolo e Dino (foto di Claudio)
Poco dopo siamo alla Torre di Quezzi, una torre circolare di 18 metri di diametro costruita nei primi decenni del 1800 in posizione strategica tra la Val Bisagno e la Valle Sturla, rimasta incompiuta e ora abbandonata. Qui incontriamo Paolo e Dino (foto di Claudio)
Il rombo rosso prosegue per Forte Ratti ma noi, per evitare l’erto pendio e per accorciare la lunga traversata, deviamo a sinistra. Peccato perché ci siamo persi i panorami che da Monte Ratti sono notevoli e anche la visita al forte che, sembra strano, non ho mai visto da vicino. Rileggo le parole che aveva scritto Gianni nella stessa traversata di quasi dieci anni fa: “Enormi le camerate, i corridoi, le sale, con il soffitto a volte di mattoni. Il tutto sorretto da spessi muri di pietra con feritoie di tutte le misure”
Il rombo rosso prosegue per Forte Ratti ma noi, per evitare l’erto pendio e per accorciare la lunga traversata, deviamo a sinistra. Peccato perché ci siamo persi i panorami che da Monte Ratti sono notevoli e anche la visita al forte che, sembra strano, non ho mai visto da vicino. Rileggo le parole che aveva scritto Gianni nella stessa traversata di quasi dieci anni fa: “Enormi le camerate, i corridoi, le sale, con il soffitto a volte di mattoni. Il tutto sorretto da spessi muri di pietra con feritoie di tutte le misure”
Dopo aver peregrinato nel bosco su un ripido e malagevole sentiero che perde velocemente quota, alle 11 siamo alla chiesa di Bavari
Dopo aver peregrinato nel bosco su un ripido e malagevole sentiero che perde velocemente quota, alle 11 siamo alla chiesa di Bavari
Subito dopo inizia la ripida salita a zig zag verso il Monte Riega (m. 713) con la vista che spazia a nord verso la Val Bisagno e la Val di Lentro e a sud verso la Valle Sturla e il mare, ...
Subito dopo inizia la ripida salita a zig zag verso il Monte Riega (m. 713) con la vista che spazia a nord verso la Val Bisagno e la Val di Lentro e a sud verso la Valle Sturla e il mare, ...
(foto di Claudio)
(foto di Claudio)
... e alle 13 siamo sul Monte Proi (m. 846). Che si tratti del Monte Proi lo leggo sul fido navigatore perché nessuno di noi lo sapeva e questo la dice lunga sulla notorietà di questa modesta elevazione sulla dorsale. Data l’ora ne approfittiamo per fermarci a mangiare (foto di Claudio)
... e alle 13 siamo sul Monte Proi (m. 846). Che si tratti del Monte Proi lo leggo sul fido navigatore perché nessuno di noi lo sapeva e questo la dice lunga sulla notorietà di questa modesta elevazione sulla dorsale. Data l’ora ne approfittiamo per fermarci a mangiare (foto di Claudio)
E dopo la sosta riprendiamo il cammino, ...
E dopo la sosta riprendiamo il cammino, ...
... passiamo poco sotto la cima del Monte Bastia ...
... passiamo poco sotto la cima del Monte Bastia ...
... e puntiamo al vicino Monte Fasce (m. 832), massima quota oggi raggiunta (ore 14,30) (foto di Claudio)
... e puntiamo al vicino Monte Fasce (m. 832), massima quota oggi raggiunta (ore 14,30) (foto di Claudio)
Una selva di ripetitori come sul Beigua e una vista spettacolare da Portofino a Capo Mele
Una selva di ripetitori come sul Beigua e una vista spettacolare da Portofino a Capo Mele
A questo punto la gita prevede la discesa a Quinto, lungo la ripida e nuda dorsale che scende al mare ...
A questo punto la gita prevede la discesa a Quinto, lungo la ripida e nuda dorsale che scende al mare ...
(foto di Claudio)
(foto di Claudio)
... ma noi, dopo il primo tratto, decidiamo di andare ad Apparizione che, forse, è più vicina. Salutiamo gli amici ...
... ma noi, dopo il primo tratto, decidiamo di andare ad Apparizione che, forse, è più vicina. Salutiamo gli amici ...
... e mentre loro perdono velocemente quota puntando dritti a sud ... (foto di Claudio)
... e mentre loro perdono velocemente quota puntando dritti a sud ... (foto di Claudio)
... noi facciamo un lungo traverso verso ovest. Il sentiero è malmesso, le pecore che tenevano puliti questi monti non ci sono più e l’erba è cresciuta alta e disordinata, ma è panoramico e con una bella vista sul mare e su San Desiderio e Premanico
... noi facciamo un lungo traverso verso ovest. Il sentiero è malmesso, le pecore che tenevano puliti questi monti non ci sono più e l’erba è cresciuta alta e disordinata, ma è panoramico e con una bella vista sul mare e su San Desiderio e Premanico
Più in basso caratteristiche crose ci accompagnano ...
Più in basso caratteristiche crose ci accompagnano ...
... alla chiesa di Apparizione (ore 16) dove terminiamo la nostra escursione, ...
... alla chiesa di Apparizione (ore 16) dove terminiamo la nostra escursione, ...
... nello stesso momento in cui i nostri amici passano accanto a un’altra testimonianza di storia, questa volta un bunker della seconda guerra, e sono ormai vicini anche loro alla conclusione della gita. Il mio navigatore dice che abbiamo percorso 19 chilometri e mezzo in sei ore e mezzo di cammino effettivo e l’ascesa totale è stata di 1162 metri. Nell’immagine sotto c’è il nostro tracciato e quello, simulato ma reale, fatto dal gruppo (foto di Claudio)
... nello stesso momento in cui i nostri amici passano accanto a un’altra testimonianza di storia, questa volta un bunker della seconda guerra, e sono ormai vicini anche loro alla conclusione della gita. Il mio navigatore dice che abbiamo percorso 19 chilometri e mezzo in sei ore e mezzo di cammino effettivo e l’ascesa totale è stata di 1162 metri. Nell’immagine sotto c’è il nostro tracciato e quello, simulato ma reale, fatto dal gruppo (foto di Claudio)
Il tracciato dell'escursione rilevato con il gps. Partenza da Marassi - Forte di Quezzi (m. 285) - Torre di Quezzi (m. 318) - Bavari (m. 323) - Monte Riega (m. 714) - Monte Proi (m. 830) - Monte Fasce (m. 834) - Genova Apparizione (m. 203, tracciato nostro) - Genova Quinto (tracciato del gruppo)

Il tracciato dell'escursione rilevato con il gps. Partenza da Marassi - Forte di Quezzi (m. 285) - Torre di Quezzi (m. 318) - Bavari (m. 323) - Monte Riega (m. 714) - Monte Proi (m. 830) - Monte Fasce (m. 834) - Genova Apparizione (m. 203, tracciato nostro) - Genova Quinto (tracciato del gruppo)

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