Foto Croce di Martincano, Maggiorasca e Bue 12 febbraio 2015 |
Bruno, Renato, Paolo, Mauro, Giancarlo, Cesare, Giorgio, Gianni, Franca |
E’ ancora buio quando ci vediamo con gli amici alle piscine della Sciorba. Un cielo buio e stellato che promette una splendida giornata, quel che ci vuole per una bella ciaspolata in Val d’Aveto.
Risaliamo l’alta Valbisagno, attraversiamo la Fontanabuona e affrontiamo i tornanti del Passo della Scoglina e ogni auto che incrociamo ci saluta con una sventagliata di luce che mi ferisce gli occhi: il giorno fatica ad arrivare. Il termometro segna 0 gradi al Passo della Scoglina e Gianni mi avverte che a Rezzoaglio sarà a -6. E’ il fenomeno dell’inversione termica per cui l’aria fredda si raccoglie nel fondovalle e in quota fa più caldo. A Rezzoaglio infatti il termometro segna -6 e anche -7. Una bella giornata, sarà una bella giornata |
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Ore 8,30 - Rocca d’Aveto ci accoglie ancora avvolta d’ombra, neve e cielo hanno un uguale colore azzurrino. Ciaspole ai piedi già da subito ci incamminiamo sulla pista dello sci da fondo in direzione Passo della Lepre. La neve è bella e scricchiola ad ogni passo, le tracce sono numerose |
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Il sole arriva all’improvviso, la neve diventa bianca e il colore del cielo si fa più intenso. Faccio fatica a stare dietro agli altri, sembra che tutti siano diventati più veloci |
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Superiamo il Passo della Lepre e il sentiero che sbuca dalla nostra destra e che arriva da Allegrezze. E’ segnato con una X gialla, il segnavia che seguiremo da questo momento per arrivare al Maggiorasca. Proseguiamo ancora un po’ in piano lasciandoci a sinistra il sentiero che sale alla Rocca del Prete e quando raggiungiamo il cartello che indica Croce di Martincano e Maggiorasca svoltiamo a sinistra e ci inoltriamo nel bosco. Le orme sulla neve ci facilitano la salita e Dio sa quanto ne ho bisogno perché l’allenamento, da un mese a questa parte, lascia a desiderare. E’ un compagno pretenzioso, l’allenamento, che richiede una fedeltà costante |
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Il bosco si apre in una bella radura sovrastata dalle rocce del massiccio del Maggiorasca, più precisamente dalla Croce di Martincano. Hai visto la croce? E’ nuova. Da qui la croce sembra nuova, devo andare a verificare |
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Poi i faggi si infittiscono: i tronchi sono alti slanciati e lisci, nudi |
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Di nuovo una bella radura e dei grandi massi rotolati dalla parete rocciosa che ci sovrasta e che ora sono lì, ai piedi dei faggi, imbiancati di neve |
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Al bivio per la Croce di Martincano abbandoniamo la X gialla, ma solo per salire su questo panoramico cocuzzolo; poi torneremo giù e la riprenderemo |
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Ore 10,20 - La croce è vicinissima ma si vede solo all’ultimo. E’ la solita modesta croce con i bracci sorretti da due sostegni disposti in diagonale; una bella figura geometrica di semplice e rustico legno. Ci siamo sbagliati, non è nuova (*). Mi sta venendo la fissa delle croci sui monti, l’altra volta sul Cordona dove proprio non c’era, e ora qui, su un monte che si chiama Croce di Martincano e che, visto il nome, ne meriterebbe una più solida e duratura
(*) 4 marzo - E invece non ci eravamo sbagliati. La vecchia croce era caduta l'anno scorso ed è stata sostituita qualche mese dopo con quella attuale. La prima impressione quindi era quella giusta. Me lo comunica gentilmente un attento lettore: a chi si è dato da fare in modo così sollecito vanno i nostri complimenti
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Nell’aria tersa il panorama si disegna preciso e anche le cime lontane si fanno riconoscere |
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La neve è meno abbondante che più in basso e affiora qualche ciuffo di erba secca |
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Ora scendiamo, una breve discesa che ci riporta alla deviazione |
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Ritroviamo la X gialla e la seguiamo nel bosco ... |
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... fino a ritrovarci sotto la bastionata rocciosa che sostiene la cima del Maggiorasca. La aggiriamo, ... |
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... risaliamo attraverso un intaglio ... |
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... e siamo in vetta (ore 11). In netto ritardo rispetto al gruppo che, in piedi o seduti sul basamento, è occupato in un veloce spuntino |
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La neve lascia affiorare zolle d’erba che il vento dei giorni passati ha liberato dal manto che le ricopriva |
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Vicinissimo il Monte Bue, ... |
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... che raggiungiamo in breve dopo essere discesi alla sella che lo divide dal Maggiorasca (foto di Bruno) |
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Gli impianti, essendo giovedì, sono fermi ma riapriranno domani e staranno aperti fino al 23 febbraio. Santo Stefano è adagiato nella bella conca che si distende cinquecento metri più in basso |
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Prossima tappa il Prato della Cipolla, che raggiungiamo contornando il Monte Bue a est e a nord e passando vicini al Dente della Cipolla col suo caratteristico ponte tibetano che anche Gianni, nel lontano 2001, convinto da Bruno che nei tratti esposti si diverte, aveva attraversato |
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Che incanto il Prato della Cipolla! E’ mezzogiorno e noi oggi siamo padroni di accomodarci sulla veranda di legno, comodamente seduti intorno alla lunga tavolata, scaldati dal sole, in una calma di vento che solo ogni tanto riesce appena a sollevare la bandiera. Ideale per consumare in pace le riserve che abbiamo nello zaino. Uno sciatore con la tavola da neve, simpatico, estroverso, si unisce a noi e offre un bel salame. Giancarlo incontra un amico che, guarda caso, sta girando da queste parti con gli sci. Una bottiglia di vino viene sturata e girano paste dolci e non mi ricordo cosa. Un pranzo come si deve (foto di Bruno) |
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Lo sciatore con la tavola ci saluta, noi salutiamo l’amico di Giancarlo e ripartiamo |
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Rifugio Astass. Meno male che la traccia nel bosco è battuta. In fila indiana sfiliamo tra i faggi ... |
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... fino a sbucare, ed è l’una e mezza, nella piccola radura dove si trova il rifugio Astass (foto di Bruno) |
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E qui ci salutiamo. Il grosso del gruppo prosegue per il Groppo Rosso, ... (foto di Bruno) |
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... ecco la foto che li ritrae sull’ultima cima della giornata, ... (foto di Bruno) |
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... e noi e Cesare scendiamo diretti a Rocca d’Aveto. Per accorciare un po’, crediamo, ma proprio di poco visto che sul piazzale a Rocca d’Aveto gli altri arrivano una manciata di minuti dopo di noi, anche se immagino che siano andati veloci (nella foto la bastionata del Maggiorasca) |
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Ore 14,50 - Il mio gps ci dice che abbiamo percorso poco più di 12 chilometri (ma con le ciaspole non è come camminare su sentiero pulito!) e abbiamo fatto un dislivello di 800 metri. Quattro ore abbondanti in movimento, il resto del tempo in sosta.
Una bella gita in uno dei posti più suggestivi del nostro Appennino (Groppo Rosso - foto di Bruno) |
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Il tracciato dell’escursione rilevato dal gps (anello è stato percorso in senso antiorario). Partenza dal parcheggio della seggiovia di Rocca d'Aveto (m. 1258) - Passo della Lepre (m. 1406) - Piano delle Rocche (m. 1500) - pendici sud-orientali del Monte Croce di Martincano - Monte Croce di Martincano (m. 1724) - pendici meridionali del Maggiorasca - Monte Maggiorasca (1799) - Sella del Maggiorasca (1700) - Monte Bue (m. 1777) - pista da sci - Prato della Cipolla (rifugio, m. 1585) - Rifugio Astass (m. 1584) - Rocca d'Aveto |