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Foto Testa dell'Ubac 20 agosto 2015
Stefano
La Testa dell'Ubac è una cima massiccia, in verità un po' tozza e non particolarmente elegante, posta sullo spartiacque principale della catena alpina. Chiude a occidente l’imponente circo glaciale del Vallone Superiore del Piz e la sua cupola sommitale, ricoperta di detriti e rocce rotte, manca per soli nove metri l'ambito traguardo dei tremila. La via normale di salita percorre il Vallone Superiore di Pontebernardo in un ambiente aspro e solitario, e risulta molto faticosa nel tratto in cui rimonta il ripido conoide di sfasciumi che conduce al Passo della Lausa. Il percorso tra il passo e la vetta si sviluppa invece tra massi e ghiaioni ed è segnalato unicamente con ometti non sempre evidentissimi: pertanto, pur non presentando passaggi esposti o in qualche modo impegnativi, l’itinerario può essere valutato di difficoltà EE. La partenza della gita si trova in località Prati del Vallone (m. 1712), un’ampia conca pascoliva raggiungibile comodamente in auto percorrendo una stradina asfaltata di cinque chilometri che si stacca dalla strada nazionale del Colle della Maddalena presso Pontebernardo. Io posteggio la macchina dove termina l’asfalto ...
La Testa dell'Ubac è una cima massiccia, in verità un po' tozza e non particolarmente elegante, posta sullo spartiacque principale della catena alpina. Chiude a occidente l’imponente circo glaciale del Vallone Superiore del Piz e la sua cupola sommitale, ricoperta di detriti e rocce rotte, manca per soli nove metri l'ambito traguardo dei tremila. La via normale di salita percorre il Vallone Superiore di Pontebernardo in un ambiente aspro e solitario, e risulta molto faticosa nel tratto in cui rimonta il ripido conoide di sfasciumi che conduce al Passo della Lausa. Il percorso tra il passo e la vetta si sviluppa invece tra massi e ghiaioni ed è segnalato unicamente con ometti non sempre evidentissimi: pertanto, pur non presentando passaggi esposti o in qualche modo impegnativi, l’itinerario può essere valutato di difficoltà EE. La partenza della gita si trova in località Prati del Vallone (m. 1712), un’ampia conca pascoliva raggiungibile comodamente in auto percorrendo una stradina asfaltata di cinque chilometri che si stacca dalla strada nazionale del Colle della Maddalena presso Pontebernardo. Io posteggio la macchina dove termina l’asfalto ...
... e in pochi minuti raggiungo e supero il gruppo di edifici adibiti a colonia estiva che, in origine, erano casermette utilizzate dalla G.A.F. (Guardia alla Frontiera)
... e in pochi minuti raggiungo e supero il gruppo di edifici adibiti a colonia estiva che, in origine, erano casermette utilizzate dalla G.A.F. (Guardia alla Frontiera)
Una pista sterrata rimonta con ampi tornanti la ripida balza prativa che adduce alla parte superiore del Vallone di Pontebernardo. Ben presto si stacca sulla sinistra la mulattiera militare per i passi di Vens e della Lausa che sale dolcemente a svolte tra le mucche al pascolo e i radi larici
Una pista sterrata rimonta con ampi tornanti la ripida balza prativa che adduce alla parte superiore del Vallone di Pontebernardo. Ben presto si stacca sulla sinistra la mulattiera militare per i passi di Vens e della Lausa che sale dolcemente a svolte tra le mucche al pascolo e i radi larici
Più in alto si entra nella zona impervia dei dirupi e delle pietraie e, con un lungo traverso, ci si porta proprio sotto il Rifugio della Lausa (m. 2404, non custodito), ricavato all’interno di una tipica casermetta difensiva degli anni precedenti il secondo conflitto mondiale
Più in alto si entra nella zona impervia dei dirupi e delle pietraie e, con un lungo traverso, ci si porta proprio sotto il Rifugio della Lausa (m. 2404, non custodito), ricavato all’interno di una tipica casermetta difensiva degli anni precedenti il secondo conflitto mondiale
Trascuro la deviazione a destra per il rifugio e continuo a seguire la mulattiera che, dopo una decisa impennata, guadagna il ciglio del grande anfiteatro terminale (cippo commemorativo, m. 2514)
Trascuro la deviazione a destra per il rifugio e continuo a seguire la mulattiera che, dopo una decisa impennata, guadagna il ciglio del grande anfiteatro terminale (cippo commemorativo, m. 2514)
Al bivio successivo (m. 2522) abbandono il ramo principale della mulattiera diretta al Passo di Vens ...
Al bivio successivo (m. 2522) abbandono il ramo principale della mulattiera diretta al Passo di Vens ...
... e mi sposto sul lato destro orografico della conca portandomi ai piedi del gigantesco e ripido conoide di sfasciumi che conduce al Passo della Lausa
... e mi sposto sul lato destro orografico della conca portandomi ai piedi del gigantesco e ripido conoide di sfasciumi che conduce al Passo della Lausa
Una labile traccia a zig-zag risale alla meglio il canalone tra ghiaia e pietrame instabile mentre il panorama si allarga tutto d’un tratto verso il Monviso
Una labile traccia a zig-zag risale alla meglio il canalone tra ghiaia e pietrame instabile mentre il panorama si allarga tutto d’un tratto verso il Monviso
Il lento approssimarsi del Bivacco Vigna annuncia la vicina conclusione della dura salita
Il lento approssimarsi del Bivacco Vigna annuncia la vicina conclusione della dura salita
Dalla parte opposta del vallone, a una quota leggermente inferiore, si trova lo stretto intaglio del Passo di Vens, anche questo vigilato da un piccola casermetta in posizione defilata a ridosso della cresta di confine
Dalla parte opposta del vallone, a una quota leggermente inferiore, si trova lo stretto intaglio del Passo di Vens, anche questo vigilato da un piccola casermetta in posizione defilata a ridosso della cresta di confine
Finalmente raggiungo il Bivacco Vigna, ex-postazione militare, vero nido d’aquila appollaiato al riparo dei roccioni: risistemato dal CAI, funziona ora come ricovero d’emergenza
Finalmente raggiungo il Bivacco Vigna, ex-postazione militare, vero nido d’aquila appollaiato al riparo dei roccioni: risistemato dal CAI, funziona ora come ricovero d’emergenza
Pochi metri sopra il bivacco, sullo spartiacque Stura-Tinea (frontiera Italia-Francia), si distende l’ampia insellatura del Passo della Lausa (m. 2880). Per arrivare sulla Testa dell’Ubac (in alto a destra) occorre scendere di alcune decine di metri sul versante francese e compiere poi un diagonale a mezzacosta sotto le Cime della Lausa (in alto a sinistra). Non esiste una traccia vera e propria e gli ometti che indicano la direzione sono radi e poco visibili: individuare due o tre pietre impilate una sopra all’altra in un immenso mare di pietre è un po’ come andare per funghi; e siccome io di funghi ne ho sempre trovati pochissimi, allo stesso modo, ben presto, perdo completamente di vista gli ometti
Pochi metri sopra il bivacco, sullo spartiacque Stura-Tinea (frontiera Italia-Francia), si distende l’ampia insellatura del Passo della Lausa (m. 2880). Per arrivare sulla Testa dell’Ubac (in alto a destra) occorre scendere di alcune decine di metri sul versante francese e compiere poi un diagonale a mezzacosta sotto le Cime della Lausa (in alto a sinistra). Non esiste una traccia vera e propria e gli ometti che indicano la direzione sono radi e poco visibili: individuare due o tre pietre impilate una sopra all’altra in un immenso mare di pietre è un po’ come andare per funghi; e siccome io di funghi ne ho sempre trovati pochissimi, allo stesso modo, ben presto, perdo completamente di vista gli ometti
Saltando di sasso in sasso raggiungo comunque la Bassa dell’Ubac (m. 2905) dove individuo una traccia appena accennata ...
Saltando di sasso in sasso raggiungo comunque la Bassa dell’Ubac (m. 2905) dove individuo una traccia appena accennata ...
... che risale gli sfasciumi del cupolone sommitale ...
... che risale gli sfasciumi del cupolone sommitale ...
... e che mi permette di arrivare comodamente in vetta (m. 2991)
... e che mi permette di arrivare comodamente in vetta (m. 2991)
Oltre alla vista vertiginosa sull’immenso anfiteatro del Vallone Superiore del Piz (dove transita l’itinerario per il Monte Tenibres) ...
Oltre alla vista vertiginosa sull’immenso anfiteatro del Vallone Superiore del Piz (dove transita l’itinerario per il Monte Tenibres) ...
... il panorama che si gode dalla cima ripaga abbondantemente dello sforzo compiuto
... il panorama che si gode dalla cima ripaga abbondantemente dello sforzo compiuto
Sul versante francese spiccano i bei Laghi Tenibres (a destra), Malignes e Varicles (a sinistra), oltre i quali il vallone del torrente Tenibres compie un gran balzo di oltre mille metri su Santo Stefano di Tinea
Sul versante francese spiccano i bei Laghi Tenibres (a destra), Malignes e Varicles (a sinistra), oltre i quali il vallone del torrente Tenibres compie un gran balzo di oltre mille metri su Santo Stefano di Tinea
A nord-ovest, in lontananza, si riconoscono il Brec e le Aiguille de Chambeyron
A nord-ovest, in lontananza, si riconoscono il Brec e le Aiguille de Chambeyron
Dalla parte opposta svetta il Corborant ...
Dalla parte opposta svetta il Corborant ...
... e, molto più vicino, il Monte Tenibres
... e, molto più vicino, il Monte Tenibres
A sinistra del Tenibres si riconosce il Becco Alto d’Ischiator e, sullo sfondo, il profilo inconfondibile dell’Argentera
A sinistra del Tenibres si riconosce il Becco Alto d’Ischiator e, sullo sfondo, il profilo inconfondibile dell’Argentera
Infine, a settentrione, risalta il gran castello roccioso del Monte Oronaye
Infine, a settentrione, risalta il gran castello roccioso del Monte Oronaye
Al ritorno riesco di nuovo a perdere gli ometti e, assorto nei miei pensieri, ceffo incredibilmente il percorso scambiando un’anonima forcella per il Passo della Lausa: mi affaccio perplesso sul precipizio sottostante e, contrariato per il tempo perduto, ...
Al ritorno riesco di nuovo a perdere gli ometti e, assorto nei miei pensieri, ceffo incredibilmente il percorso scambiando un’anonima forcella per il Passo della Lausa: mi affaccio perplesso sul precipizio sottostante e, contrariato per il tempo perduto, ...
... mi dirigo un po’ scocciato verso il vero Passo della Lausa
... mi dirigo un po’ scocciato verso il vero Passo della Lausa
Il sole, che all’andata avevo fastidiosamente negli occhi, si è finalmente alzato consentendomi una visione nitida della Testa dell’Ubac
Il sole, che all’andata avevo fastidiosamente negli occhi, si è finalmente alzato consentendomi una visione nitida della Testa dell’Ubac
La ripida discesa sotto il passo, a dispetto delle apparenze, si rivela tutto sommato rapida e agevole ...
La ripida discesa sotto il passo, a dispetto delle apparenze, si rivela tutto sommato rapida e agevole ...
... e così, saltellando da un masso all’altro, raggiungo velocemente il fondo della conca
... e così, saltellando da un masso all’altro, raggiungo velocemente il fondo della conca
Mi lascio definitivamente alle spalle questo ambiente impervio e desolato e, ...
Mi lascio definitivamente alle spalle questo ambiente impervio e desolato e, ...
... dopo una lunga discesa, ...
... dopo una lunga discesa, ...
... ritrovo un paesaggio verde e riposante ...
... ritrovo un paesaggio verde e riposante ...
... che mi accompagnerà giù fino alla macchina
... che mi accompagnerà giù fino alla macchina
In conclusione e’ stata proprio una bella gita che mi ha permesso di salire una cima delle Marittime che ancora mi mancava e di esplorare un altro angolo di alta montagna della Valle Stura
In conclusione e’ stata proprio una bella gita che mi ha permesso di salire una cima delle Marittime che ancora mi mancava e di esplorare un altro angolo di alta montagna della Valle Stura
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dalla località Prati del Vallone (m. 1712, 5 km sopra il tornante della strada nazionale del Colle della Maddalena presso Pontebernardo) - colonie estive (ex casermette della G.A.F.) - Vallone Superiore di Pontebernardo - vicinanze del Rifugio della Lausa (m. 2404, raggiungibile con una breve deviazione) - cippo commemorativo (m. 2514) - bivio Passo di Vens / Passo della Lausa (m. 2522) - esile traccia a zig-zag lungo il ripido conoide di sfasciumi che conduce al Passo della Lausa - Bivacco Vigna al Passo della Lausa (m. 2880, spartiacque Stura-Tinea, confine Italia-Francia) - traverso in diagonale sotto le Cime della Lausa (versante della Tinea) - Bassa dell’Ubac (m. 2905) - Testa dell’Ubac (m. 2991). Ritorno per lo stesso itinerario di salita
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dalla località Prati del Vallone (m. 1712, 5 km sopra il tornante della strada nazionale del Colle della Maddalena presso Pontebernardo) - colonie estive (ex casermette della G.A.F.) - Vallone Superiore di Pontebernardo - vicinanze del Rifugio della Lausa (m. 2404, raggiungibile con una breve deviazione) - cippo commemorativo (m. 2514) - bivio Passo di Vens / Passo della Lausa (m. 2522) - esile traccia a zig-zag lungo il ripido conoide di sfasciumi che conduce al Passo della Lausa - Bivacco Vigna al Passo della Lausa (m. 2880, spartiacque Stura-Tinea, confine Italia-Francia) - traverso in diagonale sotto le Cime della Lausa (versante della Tinea) - Bassa dell’Ubac (m. 2905) - Testa dell’Ubac (m. 2991). Ritorno per lo stesso itinerario di salita
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