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Foto Frontè 5 febbraio 2016
Stefano, Roberto
Bella gita, tranquilla e rilassante, in compagnia di Roberto che non vedevo da più di un anno. Per questa escursione abbiamo scelto un itinerario semplice e panoramico che dal Colle San Bernardo di Mendatica conduce al Monte Frontè, la seconda cima più alta della Liguria dopo il Saccarello. Le condizioni che abbiamo trovato sono eccezionalmente anomale e difficilmente ripetibili in futuro; sicuramente irripetibili in questa stagione considerato che, tra due giorni, è prevista la prima vera nevicata che finalmente imbiancherà le Alpi. A oggi, venerdi 5 febbraio, tutte le montagne dal Cadibona al Tenda sono completamente asciutte. Una lunga strada stretta e tortuosa di circa 20 km ci porta da Pieve di Teco a San Bernardo di Mendatica (m. 1263), piccolo nucleo turistico raccolto intorno all’omonimo colle tra le valli Arroscia e Tanarello. Ci mettiamo in cammino relativamente tardi (sono quasi le 9), accarezzati da una leggera brezza di mare e con il sole che diffonde un piacevole tepore: sembra di stare in autunno o, se si preferisce, in primavera. La palina in legno dell’Alta Via indica 4.15 ore per arrivare al Rifugio Sanremo, un tempo che ci è parso francamente esagerato
Bella gita, tranquilla e rilassante, in compagnia di Roberto che non vedevo da più di un anno. Per questa escursione abbiamo scelto un itinerario semplice e panoramico che dal Colle San Bernardo di Mendatica conduce al Monte Frontè, la seconda cima più alta della Liguria dopo il Saccarello. Le condizioni che abbiamo trovato sono eccezionalmente anomale e difficilmente ripetibili in futuro; sicuramente irripetibili in questa stagione considerato che, tra due giorni, è prevista la prima vera nevicata che finalmente imbiancherà le Alpi. A oggi, venerdi 5 febbraio, tutte le montagne dal Cadibona al Tenda sono completamente asciutte. Una lunga strada stretta e tortuosa di circa 20 km ci porta da Pieve di Teco a San Bernardo di Mendatica (m. 1263), piccolo nucleo turistico raccolto intorno all’omonimo colle tra le valli Arroscia e Tanarello. Ci mettiamo in cammino relativamente tardi (sono quasi le 9), accarezzati da una leggera brezza di mare e con il sole che diffonde un piacevole tepore: sembra di stare in autunno o, se si preferisce, in primavera. La palina in legno dell’Alta Via indica 4.15 ore per arrivare al Rifugio Sanremo, un tempo che ci è parso francamente esagerato
La mulattiera sale a svolte nel bel bosco di faggi seguendo dapprima il filo del crinale, ...
La mulattiera sale a svolte nel bel bosco di faggi seguendo dapprima il filo del crinale, ...
... per spostarsi successivamente sul versante del Tanarello dove prende quota con un lungo diagonale a mezzacosta
... per spostarsi successivamente sul versante del Tanarello dove prende quota con un lungo diagonale a mezzacosta
Dopo aver raggiunto la Margheria Garlenda (m. 1593), il sentiero piega bruscamente a sinistra e rimonta uno stretto valloncello in direzione del crinale precedentemente abbandonato. In questo tratto, dove in inverno il sole compare - se compare - per pochi minuti al giorno, ci ricordiamo di essere a febbraio e Roberto, che è attrezzato di tutto punto, mi comunica prontamente il repentino crollo della temperatura che scende a valori prossimi allo zero: non vediamo l’ora di tornare al sole
Dopo aver raggiunto la Margheria Garlenda (m. 1593), il sentiero piega bruscamente a sinistra e rimonta uno stretto valloncello in direzione del crinale precedentemente abbandonato. In questo tratto, dove in inverno il sole compare - se compare - per pochi minuti al giorno, ci ricordiamo di essere a febbraio e Roberto, che è attrezzato di tutto punto, mi comunica prontamente il repentino crollo della temperatura che scende a valori prossimi allo zero: non vediamo l’ora di tornare al sole
Quando sbuchiamo sul crinale è quasi estate! Roberto si mette addirittura in maglietta e pantaloni corti; io, che sono più freddoloso, non rinuncio al tepore del mio pile
Quando sbuchiamo sul crinale è quasi estate! Roberto si mette addirittura in maglietta e pantaloni corti; io, che sono più freddoloso, non rinuncio al tepore del mio pile
Il tracciato dell’Alta Via percorre ora fedelmente il filo dello spartiacque serpeggiando tra i radi larici ...
Il tracciato dell’Alta Via percorre ora fedelmente il filo dello spartiacque serpeggiando tra i radi larici ...
... e offrendo splendide vedute panoramiche in direzione dell’Armetta e del Galero
... e offrendo splendide vedute panoramiche in direzione dell’Armetta e del Galero
Superiamo agevolmente alcuni brevi tratti ghiacciati e ci avviamo a raggiungere la Cima Garlenda, primo duemila della catena alpina principale a ovest del Cadibona
Superiamo agevolmente alcuni brevi tratti ghiacciati e ci avviamo a raggiungere la Cima Garlenda, primo duemila della catena alpina principale a ovest del Cadibona
D’improvviso, sopra il ciglio occidentale della conca di Monesi, appaiono le Marittime ...
D’improvviso, sopra il ciglio occidentale della conca di Monesi, appaiono le Marittime ...
... mentre sui dolci declivi che scendono dalla Missun e dalla Bertrand possiamo ammirare in tutta la sua estensione il gran Bosco delle Navette
... mentre sui dolci declivi che scendono dalla Missun e dalla Bertrand possiamo ammirare in tutta la sua estensione il gran Bosco delle Navette
Dalla Cima Garlenda (m. 2141) si abbraccia con lo sguardo tutto l’anfiteatro di Monesi che culmina con la vetta del Saccarello, punto d’incontro tra Liguria, Piemonte e Francia
Dalla Cima Garlenda (m. 2141) si abbraccia con lo sguardo tutto l’anfiteatro di Monesi che culmina con la vetta del Saccarello, punto d’incontro tra Liguria, Piemonte e Francia
Una breve discesa ci porta al Passo Frontè (m. 2090), dove arriva anche il sentiero proveniente dalla strada del Garezzo e che seguiremo al ritorno. Prima di salire sul Frontè decidiamo però di proseguire fino al Rifugio Sanremo dove ci fermeremo a mangiare comodamente seduti sulle panche di legno. Imbocchiamo quindi l’ampia e comoda mulattiera che taglia a mezzacosta tutto il fianco nord-occidentale del Frontè ...
Una breve discesa ci porta al Passo Frontè (m. 2090), dove arriva anche il sentiero proveniente dalla strada del Garezzo e che seguiremo al ritorno. Prima di salire sul Frontè decidiamo però di proseguire fino al Rifugio Sanremo dove ci fermeremo a mangiare comodamente seduti sulle panche di legno. Imbocchiamo quindi l’ampia e comoda mulattiera che taglia a mezzacosta tutto il fianco nord-occidentale del Frontè ...
... e che porta con un breve percorso pianeggiante al Passo Garlenda (m. 2021), ...
... e che porta con un breve percorso pianeggiante al Passo Garlenda (m. 2021), ...
... ampia sella erbosa sullo spartiacque Tanarello-Argentina. Dagli opposti versanti giungono due sentieri: uno proveniente da Monesi e l’altro, più lungo e più ripido, risalente da Verdeggia attraverso il Passo della Guardia. Monesi e Verdeggia sono entrambe frazioni del comune di Triora ...
... ampia sella erbosa sullo spartiacque Tanarello-Argentina. Dagli opposti versanti giungono due sentieri: uno proveniente da Monesi e l’altro, più lungo e più ripido, risalente da Verdeggia attraverso il Passo della Guardia. Monesi e Verdeggia sono entrambe frazioni del comune di Triora ...
... ma di fatto sono nettamente separate dalla formidabile bastionata del Saccarello e precariamente collegate, quando non c’è neve, da ardite e sconnesse rotabili militari
... ma di fatto sono nettamente separate dalla formidabile bastionata del Saccarello e precariamente collegate, quando non c’è neve, da ardite e sconnesse rotabili militari
Da qui al Sanremo il crinale è una grande balconata ...
Da qui al Sanremo il crinale è una grande balconata ...
... che offre una vista superba sulle rupi del versante sud del Saccarello e sulla costiera rocciosa del Monte Bego. Sul mare si distinguono nettamente la Corsica e la Capraia ma purtroppo non riesco a fotografarle perché controsole
... che offre una vista superba sulle rupi del versante sud del Saccarello e sulla costiera rocciosa del Monte Bego. Sul mare si distinguono nettamente la Corsica e la Capraia ma purtroppo non riesco a fotografarle perché controsole
Dopo una bella sosta ristoratrice sullo spiazzo assolato del rifugio (m. 2054), ...
Dopo una bella sosta ristoratrice sullo spiazzo assolato del rifugio (m. 2054), ...
... ritorniamo sui nostri passi fino al Passo Garlenda, ...
... ritorniamo sui nostri passi fino al Passo Garlenda, ...
... oltre il quale abbandoniamo la mulattiera per salire ripidamente ...
... oltre il quale abbandoniamo la mulattiera per salire ripidamente ...
... lungo il filo della crestina sud-occidentale del Frontè: vertiginosi dirupi precipitano alla nostra destra sull’alta Valle del Torrente Capriolo
... lungo il filo della crestina sud-occidentale del Frontè: vertiginosi dirupi precipitano alla nostra destra sull’alta Valle del Torrente Capriolo
In vetta (m. 2153) si trova una grande statua della Madonna inaugurata nel lontano luglio del 1955: il suo sguardo è rivolto verso la Valle Arroscia e Albenga. Il 27 giugno del 2009 venne colpita da un fulmine che la spaccò in tre pezzi: il busto, del peso di circa sette quintali, cadde ai suoi piedi e la testa rotolò a valle dove fu recuperata successivamente dagli abitanti di Mendatica. Per poter trasportare le parti, del peso complessivo di diciassette quintali, in un laboratorio attrezzato, i valligiani dovettero sistemare la grande mulattiera che scende fino alla galleria del Garezzo e poi, con un trattore, la trasportarono giù fino a Mendatica. Dall’agosto del 2011, dopo un lungo lavoro di restauro, la statua della Madonna è tornata a rivolgere il suo sguardo verso le valli sottostanti
In vetta (m. 2153) si trova una grande statua della Madonna inaugurata nel lontano luglio del 1955: il suo sguardo è rivolto verso la Valle Arroscia e Albenga. Il 27 giugno del 2009 venne colpita da un fulmine che la spaccò in tre pezzi: il busto, del peso di circa sette quintali, cadde ai suoi piedi e la testa rotolò a valle dove fu recuperata successivamente dagli abitanti di Mendatica. Per poter trasportare le parti, del peso complessivo di diciassette quintali, in un laboratorio attrezzato, i valligiani dovettero sistemare la grande mulattiera che scende fino alla galleria del Garezzo e poi, con un trattore, la trasportarono giù fino a Mendatica. Dall’agosto del 2011, dopo un lungo lavoro di restauro, la statua della Madonna è tornata a rivolgere il suo sguardo verso le valli sottostanti
La cima del Frontè è anche un nodo orografico sui cui convergono i due rami principali della catena alpina e la lunga dorsale di spartiacque Arroscia-Argentina con i monti Monega (a sinistra) e Carmo dei Brocchi (più lontano sulla destra)
La cima del Frontè è anche un nodo orografico sui cui convergono i due rami principali della catena alpina e la lunga dorsale di spartiacque Arroscia-Argentina con i monti Monega (a sinistra) e Carmo dei Brocchi (più lontano sulla destra)
Dopo le foto di rito e una perlustrazione a trecentosessanta gradi con il binocolo di Roberto, scendiamo al sottostante Passo Frontè dove si trovano i ruderi di antiche casermette militari
Dopo le foto di rito e una perlustrazione a trecentosessanta gradi con il binocolo di Roberto, scendiamo al sottostante Passo Frontè dove si trovano i ruderi di antiche casermette militari
Al passo abbandoniamo l’Alta Via e imbocchiamo il sentiero, perfettamente segnato, che scende sulla destra ...
Al passo abbandoniamo l’Alta Via e imbocchiamo il sentiero, perfettamente segnato, che scende sulla destra ...
... e che taglia con lunghi traversi e stretti tornantini i ripidi pascoli del versante sud-orientale della Cima Garlenda
... e che taglia con lunghi traversi e stretti tornantini i ripidi pascoli del versante sud-orientale della Cima Garlenda
Giungiamo così sulla sterrata ex-militare del Colle del Garezzo (m. 1600 circa) ...
Giungiamo così sulla sterrata ex-militare del Colle del Garezzo (m. 1600 circa) ...
... nelle immediate vicinanze delle Case Penna
... nelle immediate vicinanze delle Case Penna
Non ci resta quindi che percorrere i 3 km di strada (di cui l’ultimo asfaltato) in direzione del Colle San Bernardo di Mendatica ...
Non ci resta quindi che percorrere i 3 km di strada (di cui l’ultimo asfaltato) in direzione del Colle San Bernardo di Mendatica ...
... dove arriviamo poco dopo le 15. Roberto è sempre in maglietta e pantaloni corti ma tra due giorni - finalmente! - la neve tornerà a cadere su queste belle montagne che, è proprio il caso di dirlo, così spoglie, asciutte e marroni non riesco proprio più a vederle
... dove arriviamo poco dopo le 15. Roberto è sempre in maglietta e pantaloni corti ma tra due giorni - finalmente! - la neve tornerà a cadere su queste belle montagne che, è proprio il caso di dirlo, così spoglie, asciutte e marroni non riesco proprio più a vederle
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal Colle San Bernardo di Mendatica (m. 1263) - sentiero che sale nel bosco, dapprima sul crinale di spartiacque e poi a mezzacosta sul versante del Tanaro (segni bianco-rossi dell’Alta Via) - Margheria Garlenda (m. 1593) - raggiungimento del crinale di spartiacque - Cima Omo dell’Alpetta (m. 2034) - Cima Garlenda (m. 2141) - Passo Frontè (m. 2090) - mulattiera militare che taglia il versante nord-occidentale del Frontè - Passo Garlenda (m. 2021) - Rifugio Sanremo (m. 2054) - Passo Garlenda - cresta sud-occidentale del Frontè - Monte Frontè (m. 2153) - Passo Frontè - sentiero che scende a tornanti e lunghi diagonali sul versante sud-orientale della Cima Garlenda (segni bianco-rossi) - incrocio con la rotabile sterrata del Garezzo (m. 1600 circa) nelle vicinanze delle Case Penna - strada sterrata (ultimo chilometro asfaltato) fino al Colle San Bernardo di Mendatica
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal Colle San Bernardo di Mendatica (m. 1263) - sentiero che sale nel bosco, dapprima sul crinale di spartiacque e poi a mezzacosta sul versante del Tanaro (segni bianco-rossi dell’Alta Via) - Margheria Garlenda (m. 1593) - raggiungimento del crinale di spartiacque - Cima Omo dell’Alpetta (m. 2034) - Cima Garlenda (m. 2141) - Passo Frontè (m. 2090) - mulattiera militare che taglia il versante nord-occidentale del Frontè - Passo Garlenda (m. 2021) - Rifugio Sanremo (m. 2054) - Passo Garlenda - cresta sud-occidentale del Frontè - Monte Frontè (m. 2153) - Passo Frontè - sentiero che scende a tornanti e lunghi diagonali sul versante sud-orientale della Cima Garlenda (segni bianco-rossi) - incrocio con la rotabile sterrata del Garezzo (m. 1600 circa) nelle vicinanze delle Case Penna - strada sterrata (ultimo chilometro asfaltato) fino al Colle San Bernardo di Mendatica
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