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Foto anello sentieri AQ1 e AQ2 11 febbraio 2016
Gianni, Franca
Oggi faremo un anello, a chilometri zero da casa nostra sulle alture di Molassana. Una gita decisa al momento quando affacciandoci alla finestra abbiamo visto una bella giornata di sole. Alle 9,45 siamo in via Geirato, sotto il ponte-sifone dove passa l’acquedotto storico. Andiamo più avanti e passiamo sull’altra sponda per prendere la crosa di salita Costa Fredda. Un nome, quello di Costa Fredda, regalato dall’alito gelido del torrente che scorre nell’ombra del fondovalle e che anche questa mattina si fa sentire. Il segnavia è la bandierina bianco-rossa del Sentiero AQ2. Più in alto, dove la crosa svolta bruscamente a sinistra, l’abbandoniamo, attraversiamo via San Felice e raggiungiamo l’acquedotto con l’altra crosa che si chiama via delle Brughe. Il sole illumina la borgata di Molassana Alta che si stringe intorno alla chiesa
Oggi faremo un anello, a chilometri zero da casa nostra sulle alture di Molassana. Una gita decisa al momento quando affacciandoci alla finestra abbiamo visto una bella giornata di sole. Alle 9,45 siamo in via Geirato, sotto il ponte-sifone dove passa l’acquedotto storico. Andiamo più avanti e passiamo sull’altra sponda per prendere la crosa di salita Costa Fredda. Un nome, quello di Costa Fredda, regalato dall’alito gelido del torrente che scorre nell’ombra del fondovalle e che anche questa mattina si fa sentire. Il segnavia è la bandierina bianco-rossa del Sentiero AQ2. Più in alto, dove la crosa svolta bruscamente a sinistra, l’abbandoniamo, attraversiamo via San Felice e raggiungiamo l’acquedotto con l’altra crosa che si chiama via delle Brughe. Il sole illumina la borgata di Molassana Alta che si stringe intorno alla chiesa
Lo seguiamo più o meno per mezzo chilometro e lo lasciamo per via alla Costa di San Siro che si stacca sulla sinistra. In questo breve tratto dal selciato in sassi il fondo è stato in parte eroso dall’acqua e un tratto di ringhiera è sospeso nel vuoto. Pochi gradini in cemento, un vecchio trogolo e i segnavia proseguono lungo la salita Ca’ da Ria per portarci, in pochi minuti, a una bella e grande casa rosa che una volta era appartenuta agli Spinola, ora perfettamente ristrutturata e raggiungibile da San Siro di Struppa (ore 10,30). Alle sue spalle ci sono delle vecchie cascine e, sulla sinistra, il nostro sentiero, via ai Piani di Struppa. Naturalmente non c’è nessuna targa e se so come si chiama è perché lo trovo scritto sulle vecchie carte: a quelle che una volta erano strade percorse quotidianamente non è rimasto che il nome. Quando qualche anno fa è stato tracciato il percorso dell’AQ2 alcuni tratti erano impercorribili e se non fosse stato per Fausto, Adriana e compagnia che hanno lavorato di picco e di pala lo sarebbero ancora adesso. I segnavia che hanno sistemato sono perfetti
Lo seguiamo più o meno per mezzo chilometro e lo lasciamo per via alla Costa di San Siro che si stacca sulla sinistra. In questo breve tratto dal selciato in sassi il fondo è stato in parte eroso dall’acqua e un tratto di ringhiera è sospeso nel vuoto. Pochi gradini in cemento, un vecchio trogolo e i segnavia proseguono lungo la salita Ca’ da Ria per portarci, in pochi minuti, a una bella e grande casa rosa che una volta era appartenuta agli Spinola, ora perfettamente ristrutturata e raggiungibile da San Siro di Struppa (ore 10,30). Alle sue spalle ci sono delle vecchie cascine e, sulla sinistra, il nostro sentiero, via ai Piani di Struppa. Naturalmente non c’è nessuna targa e se so come si chiama è perché lo trovo scritto sulle vecchie carte: a quelle che una volta erano strade percorse quotidianamente non è rimasto che il nome. Quando qualche anno fa è stato tracciato il percorso dell’AQ2 alcuni tratti erano impercorribili e se non fosse stato per Fausto, Adriana e compagnia che hanno lavorato di picco e di pala lo sarebbero ancora adesso. I segnavia che hanno sistemato sono perfetti
Il sentiero raggiunge presto un crocevia dove ci sono i ruderi di una vecchia trattoria. Senza più tetto, i muri perimetrali che resisteranno ancora per poco, era frequentata una volta dagli abitanti di Struppa e di Molassana. Al crocevia infatti arriva la vecchia mulattiera di Cartagenova: via del Perdono. E un altro sentiero, che oggi non percorriamo, va alle Terre Rosse e al Castelluzzo. Noi continuiamo a salire nel bosco lungo la mulattiera, in alcuni tratti fiancheggiata da muri a secco, fino a che usciamo allo scoperto e ci troviamo sulla dorsale lungo la quale sugli alti tralicci corrono i cavi dell’elettrodotto
Il sentiero raggiunge presto un crocevia dove ci sono i ruderi di una vecchia trattoria. Senza più tetto, i muri perimetrali che resisteranno ancora per poco, era frequentata una volta dagli abitanti di Struppa e di Molassana. Al crocevia infatti arriva la vecchia mulattiera di Cartagenova: via del Perdono.  E un altro sentiero, che oggi non percorriamo, va alle Terre Rosse e al Castelluzzo. Noi continuiamo a salire nel bosco lungo la mulattiera, in alcuni tratti fiancheggiata da muri a secco, fino a che usciamo allo scoperto e ci troviamo sulla dorsale lungo la quale sugli alti tralicci corrono i cavi dell’elettrodotto
La croce di San Siro si vede all’ultimo, anche perché le braccia sono sullo stesso asse del filo di cresta e rimangono nascoste
La croce di San Siro si vede all’ultimo, anche perché le braccia sono sullo stesso asse del filo di cresta e rimangono nascoste
E’ uno dei punti più panoramici, con la vallata del Bisagno e i monti che la circondano che scendono verso il mare
E’ uno dei punti più panoramici, con la vallata del Bisagno e i monti che la circondano che scendono verso il mare
L’Alpesisa, sulla quale siamo saliti l’altro giorno, è alle spalle, verso nord
L’Alpesisa, sulla quale siamo saliti l’altro giorno, è alle spalle, verso nord
Ci sediamo qualche minuto sui gradini della piccola cappella dedicata alla Madonna ...
Ci sediamo qualche minuto sui gradini della piccola cappella dedicata alla Madonna ...
... e poi riprendiamo il nostro giro
... e poi riprendiamo il nostro giro
Dalla Croce di San Siro scendiamo alla sterrata che va a Creto, purtroppo trasformata dai pastori in discarica. Spazzatura lasciata cadere dall’alto delle baracche costruite sul crinale (sarebbe stato bello passare di lì e invece …), pallets di legno e altro materiale raccolto e abbandonato. Dal 2014 la situazione è peggiorata. Sotto di noi si stende l’ampia vallata del Bisagno
Dalla Croce di San Siro scendiamo alla sterrata che va a Creto, purtroppo trasformata dai pastori in discarica. Spazzatura lasciata cadere dall’alto delle baracche costruite sul crinale (sarebbe stato bello passare di lì e invece …), pallets di legno e altro materiale raccolto e abbandonato. Dal  2014 la situazione è peggiorata. Sotto di noi si stende l’ampia vallata del Bisagno
Il torrente scorre tranquillo al centro dell’ampio letto e solo dove è costretto a fare un lungo giro intorno al Monte Montanasco diventa più ripido e la sua acqua ribolle. “Vedi la schiuma?” mi dice Gianni “sono le rapide di Montanasco”. Il Bisagno è ora imbrigliato fra alti argini in cemento ma una volta le sue sponde erano ricoperte dagli orti e ci andavano le lavandaie a fare il bucato. Era un luogo di lavoro e di vita
Il torrente scorre tranquillo al centro dell’ampio letto e solo dove è costretto a fare un lungo giro intorno al Monte Montanasco diventa più ripido e la sua acqua ribolle. “Vedi la schiuma?” mi dice Gianni “sono le rapide di Montanasco”. Il Bisagno è ora imbrigliato fra alti argini in cemento ma una volta le sue sponde erano ricoperte dagli orti e ci andavano le lavandaie a fare il bucato. Era un luogo di lavoro e di vita
Per fortuna la sterrata è breve e sbuca sulla strada per Creto alla Curva del Perdono. Peccato che con dei bancali legati al guardrail col filo di ferro i pastori l’abbiano chiusa. Io sono … diciamo che mi è saltata la mosca al naso. Slego il filo di ferro attorcigliato … e il bancale cade a terra. Sotto gli occhi di un carabiniere posteggiato a un palmo dal guardrail e impegnato, lo capiamo dopo, per un auto precipitata nel dirupo. Proprio nella curva risaliamo per prati e percorriamo la breve dorsale che sovrasta la carrozzabile ...
Per fortuna la sterrata è breve e sbuca sulla strada per Creto alla Curva del Perdono. Peccato che con dei bancali legati al guardrail col filo di ferro i pastori l’abbiano chiusa. Io sono … diciamo che mi è saltata la mosca al naso. Slego il filo di ferro attorcigliato … e il bancale cade a terra. Sotto gli occhi di un carabiniere posteggiato a un palmo dal guardrail e impegnato, lo capiamo dopo, per un auto precipitata nel dirupo. Proprio nella curva risaliamo per prati e percorriamo la breve dorsale che sovrasta la carrozzabile ...
... e ci conduce verso i Villini di Creto. Altra serie di bancali, questa volta non legati col filo di ferro, interrompono il percorso. La mosca, che era rimasta vicino al mio naso, ricomincia a saltare e se ne va solo più avanti quando incontriamo un pastore e ci scambiamo un saluto
... e ci conduce verso i Villini di Creto. Altra serie di bancali, questa volta non legati col filo di ferro, interrompono il percorso. La mosca, che era rimasta vicino al mio naso, ricomincia a saltare e se ne va solo più avanti quando incontriamo un pastore e ci scambiamo un saluto
Alle 12,30 siamo al Colle del Canile, il punto più elevato del percorso
Alle 12,30 siamo al Colle del Canile, il punto più elevato del percorso
Seduti sull’erba del cocuzzolo che sovrasta il passo ci godiamo il sole e ci fermiamo a mangiare
Seduti sull’erba del cocuzzolo che sovrasta il passo ci godiamo il sole e ci fermiamo a mangiare
Davanti a noi il Diamante è incorniciato dai monti delle Alpi Liguri finalmente imbiancate. Da una parte il Pizzo d’Ormea e dall’altro il Mongioie. E’ in queste occasioni che sogno una bella reflex con l’obiettivo a cannocchiale …
Davanti a noi il Diamante è incorniciato dai monti delle Alpi Liguri finalmente imbiancate. Da una parte il Pizzo d’Ormea e dall’altro il Mongioie. E’ in queste occasioni che sogno una bella reflex con l’obiettivo a cannocchiale …
L’itinerario AQ2 prosegue e scende ripido
L’itinerario AQ2 prosegue e scende ripido ...
... fino a sbucare dove c’è l’imbocco della galleria del Val Noci
... fino a sbucare dove c’è l’imbocco della galleria del Val Noci
Siamo ora sulla comoda sterrata dell’attuale acquedotto
Siamo ora sulla comoda sterrata dell’attuale acquedotto
Spuntano tra gli alberi i Prati Casalino allagati. Più avanti, nel tornante dove c’è un traliccio, il sentiero dell’AQ2 scende verso Castello di Pino e San Giacomo. Un segnavia indica la deviazione e un altro il collegamento al sentiero AQ1 che è quello che andremo a percorrere
Spuntano tra gli alberi i Prati Casalino allagati. Più avanti, nel tornante dove c’è un traliccio, il sentiero dell’AQ2 scende verso Castello di Pino e San Giacomo. Un segnavia indica la deviazione e un altro il collegamento al sentiero AQ1 che è quello che andremo a percorrere
Trascuriamo quindi la deviazione e proseguiamo sulla sterrata
Trascuriamo quindi la deviazione e proseguiamo sulla sterrata ...
... che ci offre scorci sulla vallata e sul quartiere di Molassana, ...
... che ci offre scorci sulla vallata e sul quartiere di Molassana, ...
... superiamo la chiesetta alla Crociera di Pino e prima di arrivare alla baita del Diamante svoltiamo a sinistra e ci inerpichiamo sul Monte Bastia (15,20). Da qui possiamo abbracciare con lo sguardo l’intero giro fatto finora. Di fronte a noi, vicinissimo, si innalza il Diamante ...
... superiamo la chiesetta alla Crociera di Pino e prima di arrivare alla baita del Diamante svoltiamo a sinistra e ci inerpichiamo sul Monte Bastia (15,20). Da qui possiamo abbracciare con lo sguardo l’intero giro fatto finora. Di fronte a noi, vicinissimo, si innalza il Diamante ...
... e le Figne, il Taccone e il Leco coprono le spalle all’Alta Valpolcevera
... e le Figne, il Taccone e il Leco coprono le spalle all’Alta Valpolcevera
Ci resta da percorrere la dorsale che scende all’acquedotto storico, dapprima dolce con i Monti Trensacsco e Pinasco e poi ripida
Ci resta da percorrere la dorsale che scende all’acquedotto storico, dapprima dolce con i Monti Trensacsco e Pinasco e poi ripida
Con l’obiettivo avvicino Creto e l’Alpesisa, ...
Con l’obiettivo avvicino Creto e l’Alpesisa, ...

... il Forte Ratti e il Monte Fasce ...

... il Forte Ratti e il Monte Fasce ...
... e la Corte Lambruschini. Vista dal nostro sentiero sembra un gigantesco cartellone pubblicitario, nero e angosciante
... e la Corte Lambruschini. Vista dal nostro sentiero sembra un gigantesco cartellone pubblicitario, nero e angosciante
Ci stiamo avvicinando: il Bisagno è sormontato dal grande ponte dell’autostrada e lontano c’è il mare. Terminiamo il lungo anello alle 17,10 con 18 chilometri, 770 metri di dislivello, 5 ore e 50 minuti di cammino effettivo
Ci stiamo avvicinando: il Bisagno è sormontato dal grande ponte dell’autostrada e lontano c’è il mare. Terminiamo il lungo anello alle 17,10 con 18 chilometri, 770 metri di dislivello, 5 ore e 50 minuti di cammino effettivo
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps (l’anello è stato percorso in senso antiorario). Partenza da Molassana (m. 51) - Salita Costa Fredda - Via delle Brughe - acquedotto storico genovese - Via alla Costa di San Siro - Salita Cà da Ria - Via ai Piani di Struppa - Costa du Giancu - Croce di San Siro (m. 508) - incrocio con strada provinciale di Creto (“curva del perdono”) - Colle di Creto (m. 605) - Colle del Canile (m. 645) - versante meridionale del Monte Alpe - acquedotto di Val Noci - Crociera di Pino (m. 362) - Monte Bastia (m. 444) - Monte Trensasco (m. 414) - Monte Pinasco (m. 313) - acquedotto storico - Pino Sottano - Molassana
Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps (l’anello è stato percorso in senso antiorario). Partenza da Molassana (m. 51) - Salita Costa Fredda - Via delle Brughe - acquedotto storico genovese - Via alla Costa di San Siro - Salita Cà da Ria - Via ai Piani di Struppa - Costa du Giancu - Croce di San Siro (m. 508) - incrocio con strada provinciale di Creto (“curva del perdono”) - Colle di Creto (m. 605) - Colle del Canile (m. 645) - versante meridionale del Monte Alpe - acquedotto di Val Noci - Crociera di Pino (m. 362) - Monte Bastia (m. 444) - Monte Trensasco (m. 414) - Monte Pinasco (m. 313) - acquedotto storico - Pino Sottano - Molassana
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