Foto Cima di Fremamorta 15 luglio 2016 |
Stefano |
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Quando l’autostrada, nella sua discesa da Montezemolo verso Priero, disegna un ampio curvone verso sinistra e d’improvviso appare la cerchia alpina dal Mindino al Monviso, quasi non ci credevo: è impossibile che quella roba bianca sia tutta neve, saranno nuvole. Avvicinandomi alle Terme di Valdieri mi rendo conto che quella di ieri sera e di stanotte non è stata una semplice spolverata ma una nevicata - è il caso di dirlo - con i fiocchi. Al Gias delle Mosche (m. 1591) posteggio la macchina, mi guardo intorno un po’ perplesso e decido che, con queste condizioni, l’itinerario migliore per raggiungere la Cima di Fremamorta sia il sentiero diretto che dal Pian della Casa (m. 1743) sale al colle senza passare per i laghi. Fa freddo e io non ho i guanti; per fortuna ho messo i pantaloni lunghi e la maglia invernale. Intorno ai duemila metri di quota incontro la prima neve, asciutta e polverosa come in inverno: l’ambiente è magnifico |
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Al bivio (m. 2140) abbandono la mulattiera che porta ai laghi e prendo l’itinerario di sinistra per il Colle di Fremamorta |
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Due fattori rallentano sensibilmente la mia marcia. Uno: talvolta il sentiero scompare completamente e allora devo fermarmi per capire da che parte passare; ... |
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... due: il terreno è insidioso perché non si vedono i buchi tra i massi e allora devo procedere con cautela per evitare malaugurate distorsioni |
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Folate di vento gelido si alternano a momenti di calma assoluta |
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Risalgo lentamente il vallone ...
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... sprofondando a tratti negli accumuli di neve che si sono depositati all’interno del sentiero |
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Giunto sul ciglio della balconata vengo investito da raffiche furiose ... |
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... mentre il lago si presenta cupo con le acque torbide e increspate dal vento |
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Non posso tenere le mani al coperto perché i bastoncini mi sono indispensabili ... |
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... e di conseguenza sono costretto a fermarmi tutte le volte che inizio a non sentire più le dita: infilo le mani in tasca per una trentina di secondi e riparto. Il Colle di Fremamorta (m. 2615) è spazzato dal maestrale che, in più di un’occasione, mi costringe a recuperare prontamente l’equilibrio. Fortunatamente la traccia per la cima si tiene sul versante sud-orientale poco sotto il filo di cresta, e quindi al riparo del vento |
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Un po’ di attenzione sulle roccette sommitali incrostate di neve e ghiaccio ... |
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... ed eccomi finalmente in vetta (m. 2731) ... |
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... circondato da un paesaggio superbo. La pila della macchina fotografica esala qui il suo ultimo respiro ricevendo tutte le mie maledizioni e costringendomi a un affannoso cambio con quella di riserva che porto sempre con me: povere le mie dita!
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D’altra parte non poter scattare più foto sarebbe stato oggi un delitto |
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Per il ritorno abbandono ogni velleità e tutte le idee grandiose di possibili anelli (tipo scendere alle Terme attraverso il Colletto del Valasco) ... |
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... e ripiego sul percorso di salita ... |
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... per abbassarmi di quota il più in fretta possibile |
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Adesso ho finalmente modo di rilassarmi e di apprezzare pienamente lo splendido scenario della Val Gesso innevata |
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Il vento è calato e anche il freddo molla la presa. Incrocio alcuni escursionisti che salgono e che troveranno condizioni sicuramente migliori: siamo pur sempre al 15 luglio e tra poche ore tutta la neve sarà sparita |
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Con i pantaloni zuppi e con gli scarponi pieni d’acqua, mi godo quest’ultimo tratto di comoda mulattiera ...
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... e sotto un bel sole splendente faccio ritorno al Pian della Casa, oggi pittoresco più che mai. Ancora una ventina di minuti di cammino sulla sterrata per le Terme e al Gias delle Mosche concludo questa gita che, nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto essere di tutto relax e che invece non dimenticherò tanto facilmente |