Foto Antola 16 novembre 2016 |
Gianni, Franca |
|
Ci svegliamo con il cielo carico di stelle. Le fronde degli alberi sono immobili. La temperatura è bassa, a Bavastrelli non arriverà allo zero, ma più tardi il sole riempirà di luce e di calore questo versante esposto a sud. E’ una bella giornata per andare sull’Antola. Difficile raccontare qualcosa di nuovo su questo monte sul quale sono salita tante decine di volte, che ho visto con la neve, con la pioggia, con l’arsura dell’estate.
Di nuovo c’è che è tantissimo che non ci salgo e non so se arriverò in cima. Oggi va di moda l’elogio della lentezza, a giugno a Parma c’è stato pure il festival della lentezza. Ma se devo essere sincera a me la lentezza non piace e se sono diventata lenta è perché non posso fare diverso. Insomma, a me l’Antola piacerebbe farla di corsa come quella volta da Casa del Romano che sono arrivata in cima con la lingua fuori e vicino alla croce c’era un tizio che dava a tutti un bicchiere d’acqua, anche a me che se non ero il fanalino di coda poco ci mancava e avevo superato solo i cavalli. Oppure quell’altra da Avosso a Caprile insieme a un mare di gente. La lentezza non mi piace, la subisco.
Però oggi devo essere contenta e in cima ci sono arrivata e senza sforzo. Lo zaino era pesante perché per paura del freddo mi ero portata dietro il guardaroba ma mi sembrava di essere leggera leggera. I tetti di Bavastrelli sono diventati piccoli e il Brugneto nonostante le piogge è circondato da una scarpata asciutta. Le mucche devono aver lasciato i pascoli da poco, animali non ne incontriamo, sentiamo solo un colpo di fucile ravvicinato che ci fa sobbalzare
|
|
|
Il percorso prende quota dolcemente, raggiunge la prima cappelletta, ... |
|
|
... la fonte Buccaiusa, ... |
|
... la seconda cappelletta |
|
|
Proseguiamo dritti lungo i due quadrati vuoti gialli e il sentiero diventa ripido e si raddolcisce più in alto. A terra c’è un tappeto di foglie, in quota i faggi sono ormai spogli |
|
Già da lontano sentiamo un rumore, quasi uno scampanellio, e al rifugio troviamo la motosega in funzione. Cumuli di legna sono accatastati a terra |
|
|
|
Poco sopra c’è la Casa del Musante, ... |
|
... la chiesetta ... |
|
|
... e più in alto la croce. Siamo arrivati. In quota un leggero vento di tramontana ci ricorda che siamo alle porte dell’inverno |
|
L’Appennino sembra spoglio di neve e contrasta con l’azzurro del cielo, alle spalle dell’Aveto spuntano le cime dell’Appennino Tosco Emiliano, ... |
|
... sul mare si stende un tappeto di nuvole bianche. L’Antola sa regalare panorami molto belli |
|
|
|
|
Ora scendiamo e ripercorriamo lo stesso sentiero dell’andata, passando davanti alla chiesetta ... |
|
... e al cippo dedicato al poeta di queste montagne Alfredo Celle – chiamato anche Sidney perché suo padre era emigrato in Australia - che è stato uno dei primi segnalatori dei sentieri. Un ultimo scorcio di paesaggio ci permette di riconoscere il profilo dentellato delle Apuane |
|
Appena scendiamo sotto il crinale il filo di tramontana svanisce e nell’aria calma il bosco sembra ancora più silenzioso e i colori dell’autunno più dolci |
|
Propata, ma ormai siamo quasi arrivati, è un pugno di case adagiate sui prati. Più in alto c’è la grande stalla dove immagino siano state portate le mucche che fino all’altro giorno erano al pascolo |
|
I tetti di Bavastrelli sono sotto di noi. La nostra gita si è conclusa |