Foto Baussetti 17 febbraio 2017 |
Stefano, Roberto |
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Oggi bella ciaspolata con Roberto in una magnifica giornata di sole, con tanta neve e temperature miti. Durante il viaggio in auto ci lasciamo alle spalle il clima uggioso e le nubi basse che gravano sulla costa di Liguria e che si spingono fin nelle vallate dell’Oltregiogo andandosi a dissolvere prima che queste sbocchino nella pianura. Nei pressi di Montezemolo il termometro del cruscotto crolla di quasi dieci gradi; la maccaja ha finalmente lasciato il posto a un bel cielo stellato sotto il quale, alla nostra sinistra, risalta la bianca cornice delle Alpi Liguri. Dopo San Michele Mondovì imbocchiamo la provinciale di Val Casotto che percorriamo fino all’omonimo borgo posto al termine della vallata; e a poche centinaia di metri dal centro, nei pressi della Cappella di San Rocco (m. 984), posteggiamo infine la macchina. Ciaspole ai piedi ci mettiamo in cammino (ore 7.50) lungo la strada innevata che corre a lato del Rio di Moscardina. Presso un bivio trascuriamo la diramazione di sinistra per il Rifugio Manolino e, attraversato il corso d’acqua su un ponticello, saliamo per mulattiera tra antichi castagneti fino alla solitaria borgata di Tagliante (m. 1168), posta a cavaliere di un’insellatura di una dorsale secondaria; in questo minuscolo villaggio, non raggiungibile con mezzi motorizzati durante la stagione invernale, vive un simpatico signore con il suo cane lupo
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Ieri o l’altro ieri, per tenersi in forma, ha raggiunto con le ciaspole un punto panoramico della dorsale a circa 1400 metri di quota e ora noi ne seguiamo le impronte |
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Terminata la traccia, e con ancora seicento metri di dislivello da coprire, la salita diventa per noi decisamente più faticosa |
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Un sole splendente ci accoglie all’uscita dal bosco mentre nel cielo limpido si staglia la catena dell’Antoroto |
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Dopo un breve traverso pianeggiante completamente in ombra (dove ci ricordiamo di essere ancora in inverno), ... |
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... ritorniamo al tepore del sole ... |
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... ormai in vista del Gias Valletta Piccola
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La neve è abbondante e bellissima ... |
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... e l’ambiente è incantevole; come suggerisce il suo stesso nome il gias sorge alla base di un piccolo anfiteatro alle pendici orientali della Cima Robert, a circa 1650 metri di quota
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Con uno zig-zag regolare ci innalziamo su candidi pendii immacolati ...
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... fino a sbucare sulla grande dorsale che delimita a occidente la Val Casotto; al di là del profondo solco del Corsaglia, appaiono le due inconfondibili gobbe della Malanotte e del Monte Moro punteggiate di larici e di abeti e coronate dal Monviso che si profila sullo sfondo |
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Su questa spianata si trovano i resti (ovviamente sotto la neve) di una ridotta a forma di stella eretta con muri a secco dalle truppe del Regno di Sardegna durante l’aspra guerra di montagna combattuta nel 1794-95 contro i Francesi dell’Armèe d’Italie |
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Superata la modesta Cima Robert (m. 1819), proseguiamo sul dorso del crinale sopra un abbacinante tappeto di neve rigato solo dal passaggio di qualche animale |
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E’ questo il tratto più duro di tutta la gita: ... |
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... le ciaspole affondano nella neve soffice e i grandi spazi vergini da attraversare senza punti di riferimento vicini accrescono psicologicamente la sensazione di fatica; ...
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... la rampa finale che dà accesso alla vetta si avvicina poi con una lentezza esasperante |
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Ancora un ultimo sforzo ...
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... e dopo quattro ore di salita ... |
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... siamo sulla Baussetti (m. 2004, ore 11.50) |
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A sud la dorsale si restringe trasformandosi in una cresta affilata che precipita sul sottostante Passo della Valletta e sull’assolato ripiano dei Lamazzi; completamente in ombra è invece la possente bastionata che unisce il Monte Antoroto ... |
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... alla Cima Ciuaiera |
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Il Pizzo d’Ormea è bello carico di neve ... |
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... e attraverso la Colla Bassa si scorge d’infilata il tappeto di nubi spinto dal “marino” che copre la Liguria e le zone adiacenti del Basso Piemonte |
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In vetta si sta bene: l’aria è fresca ma il sole di febbraio comincia già a scaldare
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Roberto, durante tutta la mezz’ora di sosta, resta addirittura in maniche corte (e non so come faccia) ... |
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... mentre io, che sono molto (ma molto) più freddoloso, indosso anche la giacca a vento |
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Dal panettone sommitale filiamo giù rapidissimi; ... |
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... poi, prima di Cima Robert, ... |
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... deviamo a destra per cercare una nuova linea di discesa e ci affacciamo sul ciglio dell’anfiteatro che all’andata abbiamo risalito dalla parte opposta come testimonia il ricamo a zig-zag ben visibile da quassù |
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Cerchiamo quindi un punto non troppo ripido e ci lanciamo giù lungo la linea di massima pendenza in mezzo a un mare di farina
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Con una picchiata entusiasmante raggiungiamo in un batter di ciglia il Gias Valletta Piccola |
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La neve è ancora bella in mezzo ai faggi e alle betulle della dorsale che scende verso la sella di Tagliante |
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Tra le case della minuscola borgata, rasa al suolo dai soldati tedeschi nel marzo del 1944 e in parte poi ricostruita, scorrazza il cane lupo dell’unico abitante del luogo; ... |
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... un simpatico ed energico signore di sessantasette anni che dal 2006 vive quassù. Per ogni cosa deve recarsi giù in paese, o a piedi o con le ciaspole: quaranta minuti di marcia in discesa e qualcosa in più per la salita. Sprizza salute da tutti i pori e ci intratteniamo volentieri qualche minuto a parlare con lui |
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Tra Tagliante e Valcasotto la neve ha ceduto di schianto; il sole picchia forte e la temperatura è quasi primaverile. Sprofondiamo a più riprese ma ormai manca poco e alle 15 in punto facciamo ritorno alla macchina, un po’ stanchi ma decisamente soddisfatti per la gita ben riuscita |