Foto Beigua 29 dicembre 2017 |
Stefano |
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Dopo quasi trent’anni (era il 1988!) ho ripetuto questo bell’itinerario, lungo e molto vario, che da Varazze porta sulla cima del Beigua. Chiara e Alessandro sono andati a fare un giro giù a Celle e così sono sceso con loro in macchina e mi sono fatto lasciare all’inizio della strada per Sassello sotto il viadotto autostradale; presso l’imbocco di una scalinata si incontra il segnavia (una croce rossa, ore 10.35). La mattinata è limpida e fredda; le raffiche di tramontana che ci hanno accompagnato durante il viaggio qui non si sentono perché Varazze ha la fortuna di essere ben protetta dalle correnti settentrionali. Al termine della scalinata seguo una stradina delimitata da due antichi muri di pietra e in breve raggiungo le case della Costa di Casanova che guardano dell’alto l’omonima frazione |
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Una buona mulattiera porta alla Cappella del Beato Jacopo (m. 318, ore 11.15), ...
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... situata su una dorsale tra la macchia mediterranea; ... |
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... in alto, ancora molto lontana, comincia a profilarsi la sommità del Beigua
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Percorro adesso una pista forestale che offre splendide vedute sul golfo di Genova ... |
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... e sulle cime dell’Appennino bianche di neve (in alto a sinistra spicca il Monte Antola); ... |
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... poi seguo una mulattiera che contorna a oriente il Bric della Forca ... |
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... e infine, al termine di una ripida discesa sassosa, sbuco sulla strada asfaltata delle Faie presso il Passo del Muraglione (m. 394). Superato il bivio per Alpicella (m. 440 circa), proseguo ancora su asfalto per alcune centinaia di metri fino a incontrare l’inizio del sentiero che si innalza a sinistra nel bosco |
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Sopra le ultime case si trova uno dei tratti più caratteristici di questa gita: una bellissima mulattiera lastricata accompagnata da un filare di faggi maestosi |
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Pian piano gli alberi si diradano e il tracciato risale un’ampia e panoramica dorsale |
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Trascuro la diramazione a sinistra per il Monte Priafaia ... |
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... e proseguo sul sentiero segnato con la croce rossa che taglia dapprima le pendici orientali del Priafaia e del Bric Montebè ... |
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... per poi piegare progressivamente a destra ... |
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... ed entrare in un bel boschetto di pini |
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Più in alto, nella faggeta, passo accanto a un piccolo ricovero di pietra seminterrato ... |
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... mentre un velo di neve farinosa, come quella che si mette sui presepi, dà un tocco d’inverno al paesaggio |
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La salita sembra non finire mai ... |
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... e in quest’ultimo tratto è bella ripida e faticosa |
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Finalmente, dopo quasi tre ore e mezza di cammino, sbuco sulla spianata sommitale ... |
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... e alle 14.05 sono di fronte alla Chiesetta Regina Pacis (m. 1287). Nel frattempo il cielo si è completamente coperto e un vento teso di tramontana sferza il crinale acuendo di parecchio la percezione di freddo. Mi infilo tutti i pile che ho nello zaino e a passo spedito prendo la via di discesa: direzione Alberola, dove Chiara e Alessandro mi passeranno a prendere |
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Dopo la deviazione per l’Ermetta, l’Alta Via è un fiume di ghiaccio ...
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... che mi accompagna fino al bivio per Veirera; ... |
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... poi nel bosco, per fortuna, solo neve |
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Alle 15.30 raggiungo la provinciale ... |
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... e al Bar “Sciatori” di Alberola (m. 969) mi fermo per un caffè con l’idea di aspettare Chiara qui al caldo. Squilla il telefonino: è Chiara che mi dice che è in ritardo, arriverà tra non meno di un’ora; ...
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... così, zaino nuovamente in spalla, mi incammino lungo la strada per andarle incontro, ... |
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... avvolto da un freddo pungente |
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Finalmente, al bivio di La Carta (m. 739, ore 16.45), vedo arrivare la Panda azzurra con Chiara e Alessandro, contenti per la bella giornata trascorsa al mare; anch’io sono contento perché è stata proprio una bella gita |