Foto Rifugio Argentea 6 aprile 2018 |
Gianni, Franca |
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Dopo un inverno che ci ha regalato freddo, neve, pioggia a volontà, un inverno lungo cinque mesi perché è cominciato ai primi di novembre e ora siamo in aprile, oggi è la prima giornata finalmente primaverile. In quota gli alberi si sono salvati e la galaverna non ha fatto grandi danni ma in basso, nei paesi della Valle Stura ma anche a Tiglieto e a Vara Inferiore, il gelicidio ha provocato un’ecatombe nei boschi. Così è anche per la Bucastrella, quella grande tenuta attraversata da una sterrata rotabile ma chiusa da una sbarra, che parte dalla località Dano e sale al Faiallo: in basso una moria di faggi che si sono spezzati, in alto nulla sembra essere successo.
Che strana la natura. All’inizio della nostra passeggiata, perché la nostra di oggi si può chiamare passeggiata, si vedono dappertutto i resti degli alberi che hanno ceduto al peso del ghiaccio e travolto i compagni, si pensa al freddo che hanno sopportato in questi lunghi cinque mesi, eppure le gemme di chi si è salvato sono spuntate e stanno infittendo tanto che, se non ci si è dentro ma lo si guarda da lontano, il bosco sembra aver ricucito le sue ferite.
La strada della Bucastrella porta i segni dei torrenti che devono averla attraversata durante le piogge violente ma il fondo sassoso nasconde il fango che avrà invece sconvolto i sentieri |
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Era tanto che non salivo al rifugio, le poche volte che ci avevo provato ero stata respinta dal vento o dalla paura della fatica. Ma oggi salgo bene e mi godo questa bella giornata di primavera |
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In alto, quando il bosco lascia spazio alle praterie, nel cielo sereno si intrecciano le bianche scie disegnate dagli aeroplani |
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Sono curiosa di vedere il mare, salgo al colle (Pian di Lerca) e mi affaccio. Sbuffi di vapore lo nascondono, tra gli sbuffi la cresta dentellata della Rocca da Ciappa. Arenzano si può solo immaginare |
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Manca poco. Una breve salita sull’Alta Via in direzione del Faiallo, qualche fazzoletto di neve ancora posato sull’erba lunga e gialla incollata al terreno ... |
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... e l’ultimo brevissimo tratto dove i pini bassi e contorti fanno una cortina che nasconde il rifugio |
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Oggi è chiuso ma l’altro giorno, il lunedì di Pasqua quando ci era salito Gianni nella tormenta di vento, era aperto. Perché c’è qualche socio del CAI di Arenzano, sempre gli stessi in verità, che salgono a tenerlo in perfetto ordine e oltre ai canonici fine settimana estivi sono spesso presenti |
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Un cartello di legno inchiodato a una porta avverte che il locale invernale è sempre disponibile. Alcune panchine dalle quali si può ammirare il mare quando le nuvole non ci si mettono di mezzo, sono sul davanti della facciata. Mi piacerebbe pranzare qui ma abbiamo portato solo un pezzetto di formaggio e qualche merendina. Vara ci aspetta |
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Così, con la promessa e la speranza di tornarci presto, ridiscendiamo lungo l’Alta Via ... |
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... con la visione dell’imponente Massiccio del Rama appena lambito da una nebbia leggera ... |
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... e ci incamminiamo sulla via del ritorno |