Foto Dente 8 aprile 2018 |
Stefano |
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Lunga traversata dalla Valle Stura a Tiglieto in una giornata di tempo finalmente discreto dopo un inizio di primavera spiccatamente freddo e piovoso. Partenza da Campoligure (m. 342) alle 7.20 ... |
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... e salita per stradine e mulattiere (perfettamente segnate con il triangolo vuoto giallo) ... |
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... fino a sbucare sui bei ripiani erbosi in località Mongrosso |
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Sopra le ultime case imbocco un’altra bella mulattiera ... |
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... che si innesta, poco più in alto, su una pista forestale |
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Tra ampie radure ... |
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... e radi boschetti di pini, raggiungo la stradina asfaltata ... |
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... che porta ai pascoli del Pavaglione e alla grande stalla di Cà dei Prai
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Una bava di tramontana rende piacevole il cammino su e giù per le gobbe e gli avvallamenti di questo piccolo altipiano |
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Qui in estate, quando il sole batte a picco, la calura può diventare insopportabile: “Terrificante camminata sotto il sole!” recita il diario di mio padre a proposito della prima volta che passammo da queste parti (era il lontano agosto 1987) quando da Campo salimmo al Dente per proseguire poi fino a Vara
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I pascoli terminano presso una selletta (m. 818) oltre la quale il sentiero prosegue a mezzacosta ... |
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... sul versante del Vallone di Masca |
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Alle 9.30 giungo alla Colla di Masca (o Passo Fruia, o Colle dei Ferri, m. 822), importante crocevia di mulattiere e di antiche vie del sale
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Un bel sentiero percorre ora con dolci saliscendi l’ampia dorsale di spartiacque Stura-Orba in direzione del Dente che si profila non lontano nel cielo scialbo e lattiginoso |
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Passo a oriente del Bric Dentino (detto anche Bric della Saliera per via di un antico deposito di sale) ... |
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... e arrivo ai piedi della ripidissima impennata conclusiva ... |
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... che sbuca sul crinale ... |
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... proprio alla base del dente roccioso che dà il nome alla montagna |
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Alle 10.25 sono in vetta (m. 1107) ... |
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... dove trovo una nuova “rosa” con le direzioni delle più importanti cime delle Alpi |
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La visibilità però è scarsa come spesso capita in Appennino Ligure in presenza di correnti da N.E. nei bassi strati e cioè di “travaso” padano verso la costa dell’aria fredda e umida (foschia) presente oltregiogo |
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Il nastro d’asfalto che dal Turchino sale al Faiallo sfregia profondamente il versante più bello e spettacolare, quello che precipita vertiginoso nella Valle del Cerusa; a più di quarant’anni dall’apertura di questa strada la ferita sulla montagna si è parecchio rimarginata ma la cicatrice rimarrà per sempre; eppure, nonostante ciò, io sono affezionatissimo a questa strada che avrò percorso in bici e in auto centinaia e centinaia di volte e il ricamo che disegna a lato del crinale, visto dal Reixa o dal Faiallo, mi sembra alle volte persino bello |
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In discesa percorro un brevissimo tratto di Alta Via verso la Costa di Cerusa ... |
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... per imboccare poi il sentiero segnato con un triangolo pieno giallo ...
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... che porta giù ad Acquabianca e a Tiglieto |
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Dopo il guado sul Rio Baracca ...
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... tranquilla camminata fino alla Gattazzè (m. 702, ore 11.35) ... |
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... ma dopo il bivio a destra per la Badia di Tiglieto inizia l’avventura. Ovunque grandi cataste di faggi abbattuti, monconi di alberi spezzati, radici all’insù e rami e tronchi dappertutto: sembra che il bosco sia stato preso a cannonate; invece sono bastate poche ore di pioggia con temperature al suolo sotto lo zero (11 dicembre 2017) per provocare tutto questo sfacelo. Non ho scattato foto perché ero troppo impegnato ad aggirare o a scavalcare gli innumerevoli sbarramenti che interrompevano sentiero |
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Giunto ai due guadi sul Rosto e sul Carpescio li attraverso senza indugio entrandoci dentro fin oltre le ginocchia: altri modi di passare proprio non ce ne sono |
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L’acqua fredda mi inonda gli scarponi e mi gela le gambe ma è questione di un attimo: ... |
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... dopo pochi minuti, alla Ferriera (m. 529, ore 12.10), l’acqua ha già preso la temperatura del corpo e non da più fastidio |
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Non mi resta che proseguire fino alla provinciale e percorrerla verso Tiglieto per circa un chilometro |
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Alla Colla Minetti (m. 552) riprendo il sentiero ... |
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... che scende a guadare il Rio della Gerla ... |
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... e che prosegue con leggeri saliscendi ... |
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... fino a incrociare, subito dopo il ponticello sul Rio Masino (m. 454), la stradina asfaltata (Via Bertalin) che porta su a Tiglieto (m.500) |
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Alle 13 in punto, giusto per l’ora di pranzo, porto a termine questa bella traversata di quasi 21 km. Purtroppo i danni provocati dal gelicidio di dicembre non si rimargineranno in tempi brevi e tutta la rete sentieristica al di sotto dei 700 / 800 metri ne è uscita “con le ossa rotte” |
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Il tracciato dell’escursione rilevato con il gps. Partenza dal municipio di Campoligure (m. 342) - località Mongrosso - pendici sud-orientali del Pavaglione (strada asfaltata) - stalla di Cà di Prai - abbeveratoi presso una sella erbosa (spartiacque Masca-Gargassa, m 818) - mezzacosta sul versante del Vallone di Masca - Colla di Masca (o Passo Fruia, o Colle dei Ferri, m. 822) - spartiacque Stura-Orba - sella di Prato della Saliera (o Pràa dra Sarèra, m. 822) - pendici orientali del Bric Dentino (o Bric della Saliera) - pendici settentrionali del Dente - Bric del Dente (m. 1107) - pendici nord-occidentali della Costa di Cerusa - guado del Rio Baracca - pendici nord-orientali del Bric Bancarara - ruderi case e Cappella di Gattazzè (m. 702) - ruderi Casa Cherubina (m. 659) - doppio guado sul Rosto e sul Carpescio - località Ferriera (m. 529) - Colla Minetti (m. 552) - Case Gerla - guado sul Rio della Gerla - bivio Case Reborina (m. 480) - ponticello in legno sul Rio Masino (m. 454) - Via Bertalin - Tiglieto (m. 500) |