Foto Missun 21 aprile 2018 |
Stefano, Roberto |
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Ultima ciaspolata della stagione alla Missun, a più di cinque mesi di distanza dalla prima fatta al Mondolè (era il 17 novembre 2017): trovammo tanta neve allora e troviamo tanta neve adesso, a conferma di un inverno davvero lungo e ricco di precipitazioni. Partiamo (io e Roberto) alle 7.20 dall’area picnic del Giairetto (m. 1585, 3,5 km sopra Upega): in basso il manto nevoso è un po’ al limite ... |
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... ma ben presto cresce sensibilmente ... |
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... fino a raggiungere il metro di spessore |
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Percorriamo un breve tratto della strada militare Monesi-Limone ... |
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... fino al costone che separa i valloni del Giairetto e del Corvo (m. 1900 circa); lassù in alto, sopra le ultime file di larici, svetta nel cielo azzurro la meta della nostra gita |
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Mano a mano che saliamo la neve è sempre più bella; ... |
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... inaspettatamente bella direi, considerate le temperature quasi estive dell’ultima settimana: ... |
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... il manto è compatto e ben rassodato da una tramontana asciutta e gradevole; non si sprofonda e neppure si suda! |
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Poco prima di raggiungere il crinale di spartiacque Tanaro-Roia (confine Italia-Francia) ... |
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... voltiamo a sinistra ... |
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... e tra radi larici su terreno via via sempre più aperto ... |
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... iniziamo il tratto finale di avvicinamento alla cima. A un certo momento a Roberto cade di mano lo smartphone; è questione di un attimo: non appena tocca la neve inizia una lenta e inarrestabile scivolata verso il Vallone del Giairetto. Non possiamo far altro che seguirne con attenzione la traiettoria fino a quando, dopo un cambio di pendenza, scompare definitivamente alla nostra vista |
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Non scendiamo a cercarlo, lo faremo al ritorno; anche perché, molto realisticamente, le possibilità di ritrovarlo ci appaiono subito abbastanza remote. Per fortuna era vecchiotto e di non troppo valore ma a Roberto scoccia soprattutto il fatto di non poter più scattar foto: ... |
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... proprio ora, tra l’altro, che ci troviamo nella parte più panoramica della gita! |
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Ai piedi della cuspide sommitale ci superano come razzi quattro scialpinisti ...
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... che ci precedono di poco sulla vetta (m. 2356) ... |
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... dove giungiamo alle 10.05, in 2 ore e 45 minuti di tranquilla camminata |
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La visibilità è buona ma non straordinaria come sempre capita nelle giornate con vento da N. o da N.E. In ogni caso il panorama è molto bello: sia verso il Bego che si staglia bianchissimo al di là del Roia; ... |
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... sia verso il Frontè e la conca di Monesi; ... |
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... sia verso il Col di Tenda e la Rocca dell’Abisso; ... |
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... e sia verso le maggiori cime delle Liguri: Mongioie, Conoia, ... |
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... Pizzo d'Ormea, ... |
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... Marguareis |
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Al ritorno ripercorriamo fedelmente le nostre tracce ... |
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... fino al punto esatto in cui è caduto il telefonino; poi, in verità senza troppa convinzione, scendiamo lungo l'ipotetica linea che dovrebbe aver seguito e - incredibile a dirsi - lo troviamo quasi subito, integro e funzionante, appena sopra un marcato cambio di pendenza. Questa breve ricerca ci invoglia a proseguire giù per il vallone, su un terreno (tra virgolette) "inesplorato" che non dovrebbe comunque riservarci spiacevoli sorprese: del resto un pizzico d'avventura non guasta mai
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E così, quasi per caso, ne esce fuori una discesa divertente, una sorta di slalom tra i larici con la neve che ha mollato quanto basta per permetterci di affrontare in spensieratezza pendii anche abbastanza sostenuti |
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Piccoli salti di roccia sono facilmente aggirabili ... |
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... e in men che non si dica divoriamo gli oltre trecento metri di dislivello che ci separano dalla strada militare |
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Qui sostiamo un poco per un veloce spuntino; ... |
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... fa caldo, un caldo da fine maggio, ma la neve è ancora tanta e quasi sommerge i pannelli di legno con tanto di capannina dove Roberto si siede per mangiare |
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Infine ultima parte di discesa nel meraviglioso Bosco delle Navette su neve ormai massacrata dal sole |
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Alle 12 punto concludiamo la nostra gita presso il ponte della provinciale sul Rio Giairetto. Roberto si dice rammaricato per la fine della “stagione ciaspolatoria”; io no e considerato che a Tiglieto ho passato un inverno lungo e spossante posso solo rallegrarmi di questo piccolo anticipo d’estate |