Giusto un mese fa ritornavo a casa in ambulanza dal Santa Corona di Pietra Ligure dopo quasi due settimane di ricovero. La gamba è gonfia, la coscia ancora cucita e fasciata, il ginocchio non si piega. Mi hanno raccomandato un emocromo perché ho perso molto sangue da un’arteria danneggiata e sono anemico. Il massimo del movimento che riesco a fare è trascinarmi fino in bagno con un girello perché non voglio usare la padella. La notte faccio bagni di sudore, mi sento debole e rassegnato a una lunga convalescenza. Se qualcuno mi avesse pronosticato che un mese dopo sarei salito sul Beigua - addirittura con le ciaspole! - l’avrei preso per pazzo. E invece eccomi a Piampaludo, con molta determinazione e molte perplessità. L’idea (ragionevole) è quella di provare a fare una breve ciaspolata sulla strada, che pensavo innevata, tra Piampaludo e il Laione. Siccome è passato lo spazzaneve, parcheggio la macchina dal ponticello dopo la torbiera con il nuovo obiettivo di arrivare sopra il Cian du Nì. La coscia ovviamente mi dà molto fastidio; quando la ciaspola cede lateralmente sento una fitta dolorosa; ma sono cose sopportabili e piano piano prendo fiducia. Del resto la testa è sempre una componente essenziale. Con mio grande stupore e con grandissima gioia, passo dopo passo, riesco a salire fino in cima al Beigua! E chi l’avrebbe mai detto! In più la giornata è bellissima e la neve pure. Che soddisfazione! Temo ancora la discesa e invece la faccio benissimo. La parte più ostica è quella di guidare fino a casa perché sento male ogni volta che premo la frizione. Ma chi se ne frega, oggi sono troppo contento |