lemiegite
:
  home   /  data per data   /  i monti   /  gli anni '60  /   le traversate   /   lo sci  

HOME PAGE

www.escursioniliguria.it

Foto Bric Gavetta 23 ottobre 2021
Stefano, Chiara, Alessandro
Partenza non di buon ora (9.30) dal Pian del Curlo (m. 292, 3 km sopra il casello di Arenzano), schiaffeggiati da un grecale ululante e rafficato che spazza i valloni e che tiene ben saldo al crinale un compatto e candido cappuccio di nubi: è questo il “gaigo”, un fenomeno tipicamente ligure abbastanza frequente durante il semestre freddo e che è l’esatto opposto della più nota maccaja.
Seguiamo la sterrata forestale (due pallini rossi) fin sopra il bivio di Case Vaccà, per poi svoltare a destra sulla bella mulattiera segnata con la A rossa che ci conduce al sole - e al riparo dal vento - fino al pittoresco riparo dello Scarpeggin (m. 502, ore 10.30): davvero bello dal di fuori, ma all’interno solo degrado e sporcizia.
Da qui proseguiamo dapprima lungo la “A rossa” e successivamente prendiamo a sinistra la “V bianca” che monta con maggior decisione. Alessandro sbuffa e occorre distrarlo con un sacco di discorsi e di false promesse (tradotto: manca pochissimo). Ormai in vista della “porta” della Gavetta, abbandoniamo il sentiero e ci inerpichiamo brevemente sulla sinistra fino al poco noto e assai modesto riparo in pietra “Salve Regina” (m. 660, ore 11.30). Qui Chiara e Alessandro decidono di fermarsi, riposare, mangiare e giocare “al barbecue” (quante cose …).
Io invece, in una quindicina di minuti, raggiungo fuori sentiero il soprastante Bric Gavetta (m. 781) sul quale non ero mai stato: sulla cima si trovano una Madonnina e una croce di legno spezzata dalla furia degli elementi.
Al ritorno seguo invece la comoda traccia segnalata con ometti che discende il costone fino al Passo della Gavetta (m. 702) e poi i due pallini rossi che passano di una manciata di metri sopra il riparo. Qui Chiara e Alessandro stanno semplicemente dormendo! Così mangiamo tutti insieme e invece di giocare “al barbecue” afferro ben stretta la mano di Alessandro e giochiamo ad “attenti alle pietre!” (che consiste nello scendere “a rotta di collo”) giù per il sentiero sassoso che incrocia la strada forestale e giù per le ripide scorciatoie che ci riportano al Pian del Curlo (ore 13.30).
Ora il sole scalda parecchio ma il vento continua imperterrito a ululare, addirittura con maggior vigore di quando siam partiti
lemiegite :   home   /  data per data   /  i monti   /  gli anni '60  /   le traversate   /   lo sci