Foto Fea Nera 20 agosto 2022 |
Stefano, Roberto |
Gita molto bella - seppur lunga e faticosa - nel Vallone dell’Albergian, ampio solco sul lato destro del Chisone ricoperto da fitti lariceti nella parte bassa e da sconfinati pendii erbosi nella parte superiore. L’idea l’ha lanciata Roberto e si è rivelata perfetta: monti per noi quasi sconosciuti, ambiente di prim’ordine e panorami favolosi.
Partiamo alle 8.15 da Laux (m. 1350), antica e minuscola borgata situata a una manciata di chilometri da Usseaux e posta all’ingresso del vallone. Dalla piazzetta imbocchiamo a destra la sterrata che sale in modo deciso e costante fino a un alpeggio (m. 1719). Qui ha inizio una buona mulattiera (segni bianco-rossi della G.T.A.) che si inerpica a tornanti sul versante sinistro (orografico) del vallone ammantato di conifere. Giungiamo a un evidente bivio: la diramazione di sinistra porta ai Laghi dell’Albergian (la percorreremo al ritorno), quella di destra conduce invece direttamente al Colle dell’Albergian compiendo un lunghissimo traverso a mezzacosta sulla sinistra orografica del vallone.
Procediamo svelti con passo bersaglieresco, aiutati in ciò da un’aria asciutta e frizzante e da una temperatura finalmente consona alla stagione in corso. Alle 11.30 siamo al Colle dell’Albergian sullo spartiacque Chisone-Germanasca (m. 2708) e con un’altra mezz’ora di cammino su per il facile crestone di sfasciumi (a sinistra del colle) guadagniamo la vetta della Fea Nera (m. 2946, ore 12). Il panorama è eccezionale con un fiorire di cime e di vallate in qualsiasi direzione e a perdita d’occhio: riconosco l’Orsiera, la Rognosa del Sestriere, lo Chaberton, il Ruetas, il Ghinivert; lontani brillano i ghiacciai del Delfinato e della Savoia.
In discesa, a circa metà percorso tra la Fea Nera e il colle, ci buttiamo giù a destra e zigzagando tra i detriti intercettiamo la mulattiera che conduce a un ricovero militare ormai diroccato (m. 2642). Più in basso transitiamo in prossimità di un piccolo laghetto, dopodichè discendiamo la bastionata rocciosa raggiungendo l’amena conca che ospita l’antica Caserma dei Laghi Albergian (m. 2340). Poco sopra, un po’ defilato alla vista, si trova il maggiore di questi laghi.
Il ritorno è lungo, molto lungo, non finisce mai ... è come se il vallone - dopo la nostra salita - fosse stato tirato da una parte e dall'altra da due giganti, e si fosse allungato; in compenso il paesaggio è “svizzero”, soprattutto presso il pascolo della Bergerie dell’Albergian dove mancano soltanto Heidi e Peter. Uno splendido lariceto ci regala adesso ombra fino alla Bergerie del Pra del Fondo (m. 1953); poco oltre - attraversato il torrente su un ponticello di legno - incrociamo la mulattiera dell’andata chiudendo così il nostro anello. Ma la discesa non è affatto terminata, anzi ... a Laux arriveremo soltanto alle 15.50 dopo sette ore di cammino effettivo, decisamente stanchi e molto soddisfatti di questa bellissima gita. Rinnovo i complimenti a Roberto perché ha proposto un itinerario perfetto |
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