Foto Cappella della Gattazzè 22 aprile 2023 |
Stefano, Chiara, Alessandro |
|
Oggi io, Chiara e Alessandro ci siamo aggregati al gruppo organizzato da Serena Siri per una visita guidata al nucleo storico di Gattazzè sopra Acquabianca. La partenza è dalla chiesa del paese (m. 646) ... |
|
... e dopo una breve salita alla Colla di Acquabianca (m. 675) ... |
|
|
... scendiamo giù nella Valle del Rosto tra gli alberi che stanno mettendo le prime foglie ... |
|
|
... fino a raggiungere il torrente. Qui sta per essere ultimato un bellissimo ponte pedonale ... |
|
|
... che permetterà di evitare il guado del Rosto (m. 585), ...
|
|
... piuttosto difficoltoso soprattutto in primavera e in autunno |
|
Tutta la comitiva passa a viva forza sull’altra sponda con encomiabile spirito di sacrificio ...
|
|
... e risale il versante opposto all’ombra di una verdissima faggeta |
|
I bambini si divertono ...
|
|
... e il gruppo procede compatto e disciplinato ...
|
|
|
... affrontando con allegria le piccole insidie del terreno
|
|
Al bivio di Casa Batin (m. 678, dove si incontra il triangolo giallo proveniente dal Lago della Chiusa) facciamo una breve sosta: ...
|
|
... Serena ci spiega che quando in estate i Marchesi Raggi si trasferivano nel loro Palazzo di Caccia a Gattazzè, tutte le cascine sparse qui intorno si popolavano di contadini e di boscaioli che lavoravano al loro soldo (i Raggi erano proprietari di una vastissimo territorio che comprendeva anche la Badia di Tiglieto) |
|
|
Ancora cinque minuti di cammino e siamo arrivati |
|
Serena ci guida giù per una breve deviazione a visitare la neviera, ripulita e opportunamente recintata: ... |
|
... si tratta - né più né meno - di un immenso frigorifero dove la neve si conservava tutto l’anno e dove in estate venivano riposte le provviste necessarie al mantenimento del gran numero di persone che quassù soggiornavano
|
|
Arriviamo così alla Cappella della Gattazzè (m. 710) con la sua caratteristica struttura circolare: era ormai in rovina, stremata dal tempo e insidiata dal bosco avanzante, quando lo scorso anno è stata completamente restaurata con grande maestria, con lo spazio tutt’intorno recuperato a prato |
|
|
Serena ci racconta un po’ di storia. Siamo agli inizi del Settecento quando prende il via lo sviluppo del nucleo abitativo di Gattazzè, di cui il Palazzo di Caccia dei Raggi diventerà il punto di riferimento e di legame con la Badia di Tiglieto. Ma sul finire dell'Ottocento i tempi cambiano: le ferriere di fondovalle si spengono, le nuove strade non affrontano più di petto la montagna. Per Gattazzè, nata sul percorso di una delle più importanti vie del sale e del ferro, è l'inizio del declino. Infine un incendio improvviso e violentissimo, scoppiato in una notte dell’estate 1968, decreta per sempre la sua fine |
|
I bambini non ascoltano, fanno merenda e giocano. Alle loro spalle, malinconici e testimoni di un lontano passato, spuntano i ruderi del Palazzo di Caccia divorato dal fuoco: ... |
|
... la forza invisibile della selva dell'Orba li racchiuderà per sempre nel suo verde abbraccio |
|
Io, indisposto da un forte raffreddore, torno ad Acquabianca un po’ prima degli altri |
|
|
Chiara e Alessandro mi raggiungeranno a casa più tardi con gli scarponi fradici (il Rosto non ha avuto pietà) ma soddisfatti di aver partecipato a questa bella escursione tra storia e natura
|