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Foto Cengio 9 agosto 2023
Stefano, Chiara, Alessandro

Se la montagna degli alpini è l’Ortigara, quella dei granatieri è il Cengio. La zona del Monte Cengio offre un itinerario assai suggestivo che si snoda lungo un sistema di gallerie e di mulattiere scavate nella roccia a strapiombo sulla Val d’Astico, in un contesto paesaggisticamente entusiasmante: si tratta della cosiddetta “Granatiera”, strada militare di arroccamento costruita tra la Val Canaglia e il nodo del Cengio in posizione defilata dai tiri dell’artiglieria avversaria. Su questa propaggine meridionale dell’altopiano si accesero mischie furibonde durante l’offensiva austriaca nel Trentino del 1916, quando sembrava che nulla potesse più fermare la discesa del nemico al piano. Scrisse il generale Pennella, comandante della Brigata Granatieri di Sardegna: “Si narrava già di aver veduto rotolare per le rocce strapiombanti sull’Astico, nel furore dell’ardente lotta, grovigli umani di austriaci e di granatieri”.
L’itinerario parte dal Piazzale Principe di Piemonte (m. 1286, 6 km da Treschè Conca), posto sopra il ciglio sud-orientale dell’altopiano che si affaccia a precipizio sulla Val d’Astico: qui lasciamo l’auto (ore 9) per avviarci a piedi lungo il percorso della Granatiera.
Alessandro è ancora elettrizzato per la gita all’Ortigara e si lancia - sempre primo fra tutti - dentro ogni galleria e nelle caverne cannoniere, con un fervore e una curiosità davvero sorprendenti. Chiara è invece disincantata e per nulla sensibile al “fascino” storico e militare dell’escursione: teme una trappola - tipo un sentiero molto esposto o una lunghezza eccessiva dell’escursione - e procede silenziosa e circospetta. La giornata è fresca e nuvolosa. Brandelli di nebbia ascendono velocissimi dal basso e si addensano contro le vertiginose pareti calcaree che precipitano per mille metri sul fondovalle Astico: il panorama è limitato ma lo scenario è ugualmente spettacolare.
La Granatiera si sviluppa per circa 4 km tra strapiombi e imponenti opere in caverna realizzate dal Genio tra il 1917 e il 1918. Superata anche l’ultima galleria (la “Galleria Comando”) sbuchiamo nel cosiddetto Piazzale Pennella, il generale che da qui diresse le operazioni durante le terribili giornate di fine maggio e inizio giugno 1916. Infine - con un ultimo tratto di salita - raggiungiamo la sommità del Monte Cengio (m. 1347).
Alessandro è soddisfatto ma gli manca ancora qualcosina. “Vorrei veder delle trincee” mi dice, “belle come quelle dell’Ortigara”. E così, con una deviazione di una decina di minuti, andiamo a visitare anche la “Trincea dei Granatieri” e una postazione osservatorio praticamente sospesa nel vuoto. Ora Alessandro è pienamente appagato ma anche affamato: non resta quindi che fermarci al Rifugio “Al Granatiere” (qui tutto è dedicato al più antico corpo della fanteria) per placarne l’appetito (ore 11.30). Non completamente sazio, durante il ritorno alla macchina scova delle piante cariche di lamponi e sarà un’impresa da granatiere schiodarlo da lì

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