Salendo in macchina a Piampaludo non incontriamo neppure una piccola chiazza di neve; poi improvvisamente, dopo le ultime case, tutto diventa bianco: non è che un velo, ma curva dopo curva questo velo si ispessisce e alla Torbiera del Laione rimpiangiamo già di non aver portato le ciaspole.
Prendiamo la mulattiera segnata con la X gialla mentre le nuvole già avanzano inesorabili dal mare coprendo il cielo inizialmente sereno. Al Colle Cascina (tra il Monte Grosso e lo spartiacque) il manto raggiunge i 20-30 centimetri e il tratto nella faggeta che conduce all’Alta Via - con gli alberi innevati e il biancore della nebbia che sbiadisce i contorni - è incantevole e rilassante. Ma un freddo libeccio ci scuote sul crinale: il tempo è compromesso e la prevista deviazione al Monte Ermetta si interrompe anzitempo sul Bric Veciri per visibilità praticamente nulla. Allora facciamo dietro-front, passiamo dalla Croce del Beigua e raggiungiamo infine la chiesetta appena distinguibile nella fitta nebbia.
Il vento non concede tregua ed è quindi un sollievo virare giù nel bosco - subito dopo le ultime antenne - per ritrovare quel magico ambiente ovattato che ci riaccompagna giù fino al Laione |