Il giorno dopo l’emozionante tragitto nelle Gorge di San Gervasio sopra i ponti sospesi, ritorniamo nella forra della Piccola Dora seguendo - questa volta - lo spettacolare sentiero che ne percorre il fondo incassato tra le pareti rocciose.
La partenza è presso l’ampio tornante (“Gran Volta”) che la statale disegna poco sopra Cesana. Il tempo è bello ma le previsioni danno per certo il passaggio di un temporale subito dopo mezzogiorno e quindi dobbiamo fare in fretta. Il sentiero non presenta difficoltà: solo le passerelle in legno sulla Dora possono risultare un po’ scivolose. Sopra le nostre teste - come una lunga ragnatela - si distendono i cavi, le traversine e i tiranti dei tre ponti tibetani.
Verso la fine della gola, dietro un contrafforte roccioso, ci accoglie il frastuono di un’imponente cascata: una serie di gradoni ci consente di raggiungerne la sommità proprio in corrispondenza dell’ancoraggio di arrivo del secondo ponte. Il sentiero è quasi finito. Con una breve salita a zigzag sbuchiamo sui prati di Claviere.
Mentre Chiara si distende sull’erba a riposare, Alessandro - attivo più che mai - scopre la presenza di un’imponente opera di sbarramento degli anni trenta in calcestruzzo e caverna. Entriamo con cautela e ispezioniamo le gallerie, le casematte e le cannoniere che si aprono a picco sulla strapiombante parete rocciosa sopra la Piccola Dora.
Infine andiamo a fare uno spuntino in uno chalet presso la partenza degli impianti di risalita; appena in tempo perché subito dopo si scatena un veloce ma furioso temporale |