Foto Argentea (per i Canai) 14 settembre 2024 |
Stefano, Roberto |
Percorso ad anello abbastanza lungo e avventuroso che permette di esplorare la gola dell'Orba da Vara Superiore fino alle sue sorgenti in un ambiente per lunghi tratti ancora incontaminato.
Partiamo alle 8.30 dalla chiesa di Vara Superiore (m. 782) e seguiamo la stradina asfaltata che conduce in località Ravugna. Qui intercettiamo l’itinerario segnato con una linea gialla proveniente da Vara Inferiore e lo seguiamo in discesa fino a una casa recintata (Casa Canai, m. 739). Pochi metri prima della recinzione si stacca sulla sinistra una traccia appena visibile, segnalata da una precaria palina di legno con l'indicazione "Faiallo".
Ha inizio adesso la parte più avventurosa della gita in cui occorre prestare massima attenzione a non perdere mai di vista i segni gialli. Il sentierino, impervio e appena accennato, fa il suo ingresso a mezzacosta nella selvaggia gola dei Canai dove l'Orba si rinserra tra aspre balze rocciose. Non si incontrano particolari difficoltà anche se occorre avere dimestichezza nel muoversi su terreni accidentati: l’unico passaggio che richiede un minimo di attenzione è ben protetto da un robusto canapone, utile in caso di roccia bagnata e scivolosa. La giornata è assai fresca e ventosa, e noi siamo ancora in ombra e infreddoliti; poi finalmente il sole riesce a infilzare e a intiepidire questa forra, dove il silenzio dell'isolamento è rotto soltanto dallo scorrere del fiume.
Gradualmente il paesaggio si addolcisce e noi camminiamo per lunghi tratti nel fitto bosco a pochi metri di distanza dall’Orba fino al punto in cui questo si riduce a semplice ruscello; allora pieghiamo a sinistra e risaliamo con decisione tra i faggi fino alla Stalla Marietto (m. 955). Infine, attraversata la piccola radura umida delle sorgenti dell'Orba, raggiungiamo l’Alta Via a Casa Tassara (m. 1002) dove termina il segnavia giallo.
Conclusa qui la parte avventurosa della gita, iniziamo ora la parte - per così dire - “ardimentosa”: dal Passo Vaccaria al Rifugio Argentea dobbiamo lottare a ogni passo contro raffiche violentissime di maestrale che scuotono e spazzano il crinale e che riescono in alcuni casi a farci perdere l’equilibrio. La facciata a mare del Rifugio Argentea (m. 1088) ci offre un gradito riparo e Roberto decide di fermarsi per fare uno spuntino mentre io ne approfitto per compiere una puntata corsara al Monte Argentea (m. 1082): raggiungo la vetta “a quattro zampe” sotto l’infuriare di un vento spaventoso e assordante: camminare in piedi sopra i roccioni di cresta è roba da acrobati e neanche ci provo perché c’è il rischio concreto di venirne disarcionati.
Fino al Passo Pian di Lerca (m. 1034) la bufera non concede tregua, ci percuote e ci stordisce; poi - abbandonato il crinale e iniziata la discesa verso la Bucastrella - il vento perde improvvisamente irruenza e si smorza fino a placarsi del tutto. Seguendo il classico quadrato giallo arriviamo a Vara Inferiore (m. 672) e infine, tramite la bellissima mulattiera lastricata delle Faie, risaliamo a Vara Superiore (ore 14.30) dove terminiamo la nostra gita: sono state sei ore di cammino per nulla noiose e molto intense! |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|