Ciaspolata del tutto inattesa. Al mattino a Tiglieto la giornata è uggiosa, con la nebbia e con le strade tutte bagnate; ma guardando la webcam del Rifugio Argentea vedo con sorpresa che il crinale è bianco di neve e che ci sono anche sprazzi di cielo azzurro e di sole! La neve sembra poca: sarà sufficiente per le ciaspole?
Carico tutto in macchina e salgo a Piampaludo, al di sopra della cortina di nebbia che staziona giù in valle. Qui il paesaggio è da fiaba, con gli alberi incrostati di neve e scintillanti ai raggi del sole. Di neve ce ne sarà non più di cinque dita ma sembra essere di buona fattura.
Alla Torbiera del Laione già lo spessore aumenta. Metto le ciaspole e prendo il sentiero dei tre pallini gialli che passa per Cian du Nì. Più in alto lo abbandono per salire liberamente nel bosco. Tra i faggi a ridosso del crinale ci saranno almeno venti centimetri di neve, soffice e polverosa. Nel frattempo il sole è sparito e forse è meglio così perché dai rami smette di piovermi in testa di tutto.
Sento il rumore di un motore: non capisco se sia un trattore o un elicottero. Quando sbuco sul crinale sento voci e grida provenire da Pratorotondo; e poi ancora il motore che adesso sembra proprio quello di un elicottero. Ma Pratorotondo da quassù non si vede e lo Sciguelo è avvolto nella nebbia. Apprenderò soltanto verso sera del grave incidente occorso a un gruppo di escursionisti sorpresi dal distacco di alcune pietre mentre salivano allo Sciguelo per la cresta rocciosa del Fardello. Anche l’Appennino a due passi dal mare può rivelarsi a volte molto insidioso.
Raggiunta la cima del Beigua, proseguo dal lato opposto lungo l’itinerario della X gialla che passa sotto il Monte Grosso e con una veloce discesa faccio ritorno alla torbiera. Questa neve sembra destinata a sciogliersi in fretta ma chissà che non sia di buon auspicio per l’inverno ormai alle porte |