30 ottobre 2010 da Frabosa Soprana |
30
ottobre 2010 - M. MORO da Frabosa Soprana
Stefano
Dopo due fine settimana di tempo brutto,
le previsioni per il ponte del 1 novembre davano nuovamente tempo
pessimo lasciando qualche spiraglio di speranza per la sola mattinata
di sabato. Ho deciso così di tentare un'escursione un po' anomala
su un monte che conosco bene per averci sciato più volte ma
sul quale non ero mai stato a piedi: il Monte Moro di Frabosa.
Questa scelta, dettata dall'esigenza di allontanarmi il più
possibile dal mare per evitare le nuvole basse e dalla voglia di calpestare
un po' di neve, si è rivelata azzeccata.
Sono partito all'alba dal piazzale della seggiovia del Monte Moro,
con tempo discreto e cielo appena velato, salendo lungo i bei prati
della pista da sci.
A 1100 mt. è comparsa la prima neve, dura e portante. Salendo
di quota il manto nevoso è cresciuto considerevolmente e la
crosta ha cominciato a cedere rendendo faticoso il cammino (le ciaspole
sarebbero state utilissime).
Entrato nel bel bosco di larici con i colori
gialli dell'autunno, ho proseguito lungo la stradina (in inverno pista
da sci) che sale a tornanti fino alla stazione a monte della seggiovia
dove si trova anche la Baita delle Stelle. Un bel sole mi ha accolto
sul piazzale della seggiovia.
Convinto che ormai fosse solo una formalità da sbrigare in
pochi minuti, mi sono diretto baldanzosamente verso la vicinissima
vetta del Monte Moro.
Questo brevissimo tratto si è rivelato invece massacrante poichè
sprofondavo nella neve fino alla vita.
Gli ultimi venti metri ho dovuti farli a quattro zampe. Non mi era
mai capitato prima d'ora!
Dalla cima del Moro splendida vista sul Mondolè carico di neve,
sul Mongioie, sulla Besimauda e sulle Marittime.
Al ritorno ho seguito la stradina che raggiunge la pista da sci proveniente
dalla Malanotte ed in breve, correndo e saltando sulla neve, sono
sceso al Burrino.
Ho proseguito lungo il pistone innevato per poi imboccare sulla sinistra
lo stradello che entra nel vallone del Rio Straluzzo, supera il torrente
e riporta ai campi da sci di Frabosa Soprana.
Sono tornato alla macchina giusto in tempo: il cielo cominciava a
coprirsi e tra Mondovì e Ceva mi attendeva un bel diluvio.