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10 luglio 2023 Giro dei laghi dal Santuario di Sant’Anna di Vinadio
22 luglio 2014 Testa Rognosa della Guercia da Sant'Anna di Vinadio

10 luglio 2023 - GIRO DEI LAGHI dal Santuario di Sant’Anna di Vinadio

Stefano, Alessandro

Il sole batte da poco sul complesso del Santuario di Sant’Anna di Vinadio (m. 2010), alla testata del vallone che dal fondovalle Stura sale al Colle della Lombarda. Sono le 8 in punto quando ci incamminiamo lungo la stradina asfaltata che termina poco più in alto presso il “masso dell’Apparizione” (m. 2066). La giornata è splendida, calda e secca.
Seguiamo inizialmente la sterrata ex militare per poi imboccare a destra una bella mulattiera che porta al Lago di Sant’Anna (m. 2166, ore 8.45). Alessandro è motivatissimo e porta con sè lo zainetto delle provviste. Costeggiata la sponda del lago riprendiamo a salire lungo una costa erbosa disseminata di massi e di detriti raggiungendo l’intaglio del Passo di Tesina (m. 2393, ore 9.45).
La mulattiera ex militare taglia ora a mezzacosta gli speroni rocciosi della Testa Auta del Lausfer e, dopo aver rimontato una grande colata di sfasciumi, guadagna la displuviale Stura-Tinea al Colle Saboulè (m. 2460, ore 10.30), presidiato da una tipica casermetta del Vallo Alpino.
Lasciato a destra il sentiero per il Vallone della Guercia, procediamo in territorio francese verso i Laghi del Lausfer. Giù in basso, mimetizzata tra le rocce, scorgiamo una casamatta italiana (la linea di frontiera, prima del 1947, si spingeva fino al fondovalle Tinea): Alessandro è elettrizzato, vuole visitarne l’interno. Una ripida discesa ci porta al pittoresco Lago Superiore del Lausfer (m. 2357) dove, oltre i pali contorti e arrugginiti di un reticolato, sta la piastra corazzata annegata nel calcestruzzo in cui veniva ricavata la feritoia per la mitragliatrice. Accendo la torcia del telefonino ed entriamo nella casamatta.
Dopo l’ingresso - posizionato in direzione opposta rispetto all’ipotetica linea di invasione - percorriamo un cunicolo a “S” (che evitava la possibilità di tiri di infilata verso l’interno dell’opera) e raggiungiamo la camera di combattimento. C’è freddo e umido e le pareti sono fradice d’acqua. Alessandro scruta affascinato dalle feritoie, vorrebbe fermarsi più a lungo. Esploriamo ancora un corridoio e poi usciamo a scaldarci al tepore del sole.
Rimontata una ripida china erbosa ci affacciamo ora sulla conca che ospita i Laghi Inferiori del Lausfer. Il sentiero riguadagna la cresta di spartiacque al Colle del Lausfer (confine Francia-Italia, m. 2430, ore 11.30). Qui ci fermiamo a mangiare dentro la stazione di arrivo della teleferica militare che saliva in più tronchi da Pratolungo di Vinadio.
Presso la casermetta difensiva situata a ridosso del passo riposano alcuni stambecchi ma non appena proviamo ad avvicinarci si ritirano subito sui roccioni retrostanti. Alessandro mi indica un cucciolo che si arrampica con straordinaria agilità. Poi però dobbiamo allontanarci in tutta fretta perché, muovendosi, cominciano a far rotolare giù dei sassi.
Oltre il valico si scende in diagonale con lieve pendenza ai margini di una conca di sfasciumi mentre in basso appare il Lago di Sant'Anna incontrato all’inizio della gita. Dopo un breve tratto protetto da una fune d’acciaio e una passerella di legno che permette di superare un passaggio altrimenti molto esposto, la mulattiera procede a mezzacosta su scoscesi pendii detritici fino a raggiungere la sterrata militare che sale dal santuario. In un ripiano erboso si scorgono ancora resti di ruderi tra i quali era posizionata la “Batteria di Passo Sant’Anna”.
Il complesso del santuario non è lontano. Seguendo un po’ la rotabile e un po’ le scorciatoie che tagliano i numerosi tornanti, arriviamo al piccolo Lago del Colle di Sant’Anna (m. 2155, da non confondere con il Lago di Sant’Anna). Alessandro è stanco ma ormai manca davvero poco e alle 13.45, dopo quasi sei ore di cammino, terminiamo questa bella gita.
Ci aspettano adesso quattro ore di macchina per tornare a casa: un viaggio estenuante fatto di migliaia di curve e di non so quante rotonde, con il sole che ti tormenta e ti trafigge attraverso i finestrini e l’aria condizionata che non riesce a tenere a bada la gran calura. Mi consolo pensando che oggi ne è valsa proprio la pena.


22 luglio 2014 - TESTA ROGNOSA DELLA GUERCIA dal Santuario di Sant’Anna di Vinadio

Stefano

Un cielo livido e grigio mi accoglie al primo mattino al Santuario di Sant’Anna, alla testata del vallone che dal fondovalle Stura, presso Vinadio, sale fino al Colle della Lombarda. Con i suoi 2035 metri di altitudine è il santuario più alto d’Europa.
Mi trovo in una zona di cime “minori” delle Alpi Marittime, nel tratto di raccordo tra le imponenti montagne della Valle Gesso e i “tremila” della Valle Stura; ed è su una di queste cime minori che voglio andare oggi: si tratta della Testa Rognosa della Guercia, assai meno rognosa di come il nome lascerebbe intendere. Al contrario, l’itinerario è vario e interessante, non lungo e nemmeno faticoso; i numerosi laghetti e gli ampi panorami rendono la camminata sempre piacevole e mai monotona. Non dovrebbe piovere e le previsioni danno un miglioramento nella tarda mattinata: ad ogni modo, forse più per scaramanzia che per altro, metto l’ombrellino nello zaino.
Dal piazzale antistante il santuario mi incammino lungo la stradina asfaltata che termina poco più in alto presso il “masso dell’Apparizione” (m. 2066), sul quale sorge una statua della Vergine: la leggenda narra che la Madonna sia apparsa sopra questo roccione a una giovane pastorella.
Da qui seguo per alcune centinaia di metri la carrareccia ex-militare diretta al Passo di Sant’Anna e, successivamente, imbocco sulla destra una bella mulattiera che raggiunge in breve la conca del Lago di Sant’Anna (m. 2167).
Costeggiata la sponda del lago riprendo la salita oltrepassando un più piccolo specchio d’acqua e, per una costa erbosa punteggiata di massi e di detriti, guadagno l’intaglio del Passo di Tesina (m. 2400) che si apre tra la Testa Auta del Lausfer e la Cima Tesina.
La mulattiera ex-militare procede ora a mezzacosta tagliando gli speroni rocciosi della Testa Auta del Lausfer e, dopo aver rimontato una grande colata di sfasciumi, raggiunge la displuviale Stura-Tinea al Colle Saboulè (m. 2460), presidiato da una tipica casermetta difensiva del Vallo Alpino.
Svolto a destra e seguo una traccia che sale lungo il crinale in direzione ovest: in alto, alla testata del Vallone di Saboulè, si staglia l’anticima della Testa Rognosa. Successivamente il sentiero taglia a mezzacosta, sul versante della Tinea, le varie gobbe rocciose delle Rocche di Saboulè fino a giungere sull’ampia spianata detritica che si distende tra le Rocche di Saboulè e la Quota 2685 (anticima della Testa Rognosa). Qui termina la traccia e iniziano gli ometti.
Avanzo ora sulle lastronate rocciose che cingono il versante nord della quota 2685 e, dopo aver aggirato sulla sinistra uno scivolo di neve dura, sbuco sulla linea di cresta presso lo spallone orientale della Testa Rognosa, chiamato anche Nodo della Guercia (m. 2685): poco lontano, al di là di una marcata insellatura, si profila la sommità della Testa Rognosa della Guercia sormontata da un ometto di pietre. Belle vedute si aprono sul selvaggio Vallone della Gorgia Laghi mentre alle mie spalle spiccano sullo sfondo le vette più alte delle Marittime.
Un timido sole mi accoglie sulla Testa Rognosa della Guercia (m. 2693). A ovest svetta la Testa dell’Autaret dove sono stato con mia mamma la settimana scorsa. Più lontano si stagliano i due tremila della Valle Stura (il Tenibres e il Corborant) e i “quasi tremila” (la Punta Gioffredo e il Becco Alto d’Ischiator).
Al ritorno seguo più o meno fedelmente lo stesso percorso fino al Colle Saboulè. Il tempo sta lentamente migliorando, un piacevole tepore si diffonde nell’aria e le montagne tornano a dipingersi con i colori dell’estate.
Oltre il Colle Saboulè, a mezzacosta sul versante sud-ovest della Testa Auta del Lausfer, si snoda la comoda mulattiera che mi permetterà di compiere un piccolo anello passando per i Laghi Lausfer. Vecchi reticolati del tempo della guerra, contorti e arrugginiti, spuntano qua e là sui ghiaioni del colle dove, dal 1947, passa l’attuale frontiera tra l’Italia e la Francia.
Con una piacevole discesa raggiungo il pittoresco Lago Superiore del Lausfer (m. 2357) e, rimontata un breve china erbosa, mi affaccio sulla conca che ospita il secondo lago (il Lago Inferiore del Lausfer). In lontananza, oltre il profondo solco della Tinea, si erge imponente e solitario il Monte Mounier (m. 2818).
La mulattiera ex-militare riguadagna la linea dello spartiacque (confine Francia-Italia) presso il Colle del Lausfer (m. 2430) oltre il quale prosegue, in territorio italiano, dapprima in leggera discesa e poi quasi pianeggiante verso il Passo di Sant’Anna. In basso ricompare il bel Lago di Sant’Anna e, ancora più in basso, si scorge il nastro asfaltato della strada che scende verso lo Stura.
Poco prima del Passo di Sant’Anna la mulattiera si allarga trasformandosi in carrareccia e inizia a scendere, con una serie armoniosa di tornanti, verso il non lontano santuario dove concludo questa bella gita.


 

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