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29 gennaio 2023 Rifugio Navonera e Bric del Lago da Valcasotto
18 dicembre 2010 da San Giacomo di Roburent

 29 gennaio 2023 - RIFUGIO NAVONERA e BRIC DEL LAGO da Valcasotto

Stefano

Parto dal borgo di Valcasotto (m. 962) alle 8.50 con un freddo intenso e seguo la stradina che scende giù ripida per attraversare il Torrente Casotto. Il paesaggio è polare e il termometro segna -9 °C. Fortunatamente la mattinata è asciutta e radiosa e il percorso di salita si snoda quasi per intero sull’assolato versante est della displuviale Casotto-Corsaglia.
Dopo alcune centinaia di metri la strada non viene più pulita e così metto le ciaspole e mi incammino alla volta del Monte Alpet (o almeno questo era il mio programma); ma ben presto mi rendo conto che arrivarci sarà un’impresa. La neve è farinosissima e la salita si presenta sfiancante fin dal principio: macinare 18 km tra andata e ritorno in queste condizioni e con questo freddo sarebbe uno strapazzo bello e buono. Decido di conseguenza che mi fermerò al Rifugio Navonera, dove del resto non sono mai stato.
Intorno a me l’ambiente è tutto immacolato, con gli alberi imbiancati dalla nevicata del giorno precedente e con il cielo di un azzurro intenso che solo l’inverno sa regalare. Superate alcune cascine e la Chiesetta di San Lorenzo, raggiungo la biforcazione Baussetti-Navonera (palina segnaletica) dove prendo la stradina di destra. Al sole si sta discretamente bene ma quando si finisce all’ombra - anche solo per un brevissimo tratto - si gela dal freddo. Taglio gli ultimi tornanti tirando su dritto per il ripido pendio e alle 11.15 sono al Colle della Navonera (m. 1422) sulla dorsale che separa le valli monregalesi Casotto e Corsaglia. Circa 200 metri a nord-ovest del colle - al margine di un’assolata radura affacciata sulla Val Corsaglia - si trova il nuovo Rifugio Navonera o Generale Simonetti (m. 1432) inaugurato nel 2011 dall’Associazione Nazione Alpini.
A questo punto decido di salire al soprastante Bric del Lago (m. 1501, ore 11.45) accarezzato da refoli di gelida tramontana e dal quale il Monte Alpet sembrerebbe lì a portata di mano: in realtà, con questa neve, impiegherei non meno di un’ora e mezza per arrivarci e un’altra ora e mezza per tornare, dal momento che il percorso è per lo più un saliscendi. Per oggi mi devo accontentare: il panorama è bellissimo e il paesaggio incantevole.
Il rientro a valle è assai più rapido, anche perché mi diverto a “inventare” nuove scorciatoie nel bosco, e alle 13.20 sono di ritorno a Valcasotto dove il freddo non accenna ancora a mollare. Fortuna vuole che almeno l’interno della macchina sia bello caldo, perché il sole vi ha battuto contro per tutta la mattinata.


18 dicembre 2010 - Monte Alpet da San Giacomo di Roburent

Stefano

Immaginandomi una giornata di ghiaccio e la neve dura come il marmo, ho optato per una gita breve e sicura.
In realtà faceva meno freddo del previsto e la neve era in discrete condizioni.
Alla mattina a Ceva c’erano -12 °C ma già a San Giacomo, per l’inversione termica, il termometro segnava -4 °C.
Sono salito lungo la pista Liset fino al Bric Colmè e poi sono sceso alla Croce dei Cardini.
I cannoni cercano di sopperire a questo inizio di stagione un po’ altalenante e sulla pista Liset l’innevamento (artificiale) è ottimo.
Dalla Croce di Cardini ho proseguito fino all’Alpet (sulle piste neve dura ma non ghiacciata, fuori pista crosta non portante).
Cielo terso e bel panorama sulle Liguri e sull’arco alpino (a parte alcuni cumuli che stazionavano malignamente sopra il Galero).
Discesa veloce ripassando per la cima del Colmè.
Avendo camminato sempre al sole non ho avuto sensazioni di freddo e non ho mai infilato né i guanti, né la giacca a vento: a dimostrazione del fatto che molte volte, in inverno, si patisce più il freddo in città che in montagna.


27 marzo 2010 - Monte Alpet da San Giacomo di Roburent

Stefano e Chiara

Partenza alle 8.30 dalla seggiovia del Colmè. Cielo sereno e temperatura già di 8 gradi.
Nelle ultime due settimane si è sciolta tantissima neve. Comunque tutte le piste sono ancora completamente innevate.
Abbastanza inspiegabile è stata quindi la decisione di tenere gli chiusi gli impianti di risalita.
Per noi, invece, si è rivelato un colpo di fortuna. Abbiamo potuto disporre a nostro piacimento di tutte le piste del comprensorio sulle quali la neve, pressata nei giorni scorsi dai gatti, era compatta e portante.
Siamo saliti lungo la pista che taglia il versante occidentale del Bric Colmè e che conduce alla Croce dei Cardini.
Poi abbiamo continuato lungo la pista a destra degli skilift Alpet e Pianea fino ad arrivare sul pianoro da dove parte lo skilift Cronista.
Bel panorama sulle Alpi Liguri dall’Antoroto al Mondolè ancora abbondantemente innevati.
In breve, risalendo il tracciato dello skilift, siamo giunti sulla vetta dell’Alpet (ore 11), pulpito panoramico eccezionale.
A semicerchio, da levante ad occidente, si susseguono il Bric Mindino, l’Antoroto, le Rocche di Perabruna, il Pizzo d’Ormea, il Mongioie, la Cima della Brignola, la Cima Seirasso, il Mondolè, la Malanotte e il monte Moro.
Al ritorno siamo scesi lungo un tracciato diverso che ci riportato alla Croce dei Cardini (ore 12).
Qui, approfittando del bel sole e del rifugio-ristorante, ci siamo fermati per oltre un’ora e mezza, affittando anche due sdraio.
Poi abbiamo infilato nuovamente le ciaspole e in mezz’ora siamo ritornati alla macchina.
Sfruttare le piste di un comprensorio chiuso si è rivelata una scelta azzeccata.
E’ stata una gita originale, non faticosa e ben riuscita.


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