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21 gennaio 2018 Cima Cialancia da San Bernardo di Desertetto (Valdieri)
7 gennaio 2015 Monte La Piastra da Valdieri
25 gennaio 2014 Cima Cialancia da San Bernardo di Desertetto (Valdieri)

21 gennaio 2018 - CIMA CIALANCIA da San Bernardo di Desertetto (Valdieri)

Stefano, Roberto

Indecisi fino all’ultimo se andare o meno per via delle previsioni che annunciavano venti tempestosi, alla fine abbiamo deciso di rischiare e ci è andata bene: cielo limpido, temperature miti e solo una debole tramontana in vetta. Della serie: seguire con attenzione le previsioni, sempre; fidarsi ciecamente, mai.
Partenza mattiniera (ore 7.50) dalla minuscola borgata di San Bernardo di Desertetto (frazione di Valdieri, m. 1088) e salita lungo la stradina che percorre il fondo del vallone. Innevamento buono anche se non eccezionale. Sopra Tetti Borghignon (m. 1334) la stradina termina e lascia il posto a una mulattiera che rimonta una balza boscosa. Dopo un traverso diagonale sbuchiamo sul grande ripiano soprastante in fondo al quale si trova il Colle dell’Arpione; in alto a sinistra la dorsale Merqua-Borel e, alla nostra destra, il ripido declivio che viene giù dalla Cialancia.
Invece di fare il giro largo per il Colle dell’Arpione (dove passa il sentiero estivo), deviamo a destra su per vasti e candidi pendii e, dopo un ultimo tratto con pendenze un po’ più sostenute, guadagniamo la displuviale Gesso-Stura appena sotto l’anticima occidentale della Cialancia (Cima Peirolera, m. 1827). La cresta è bella e suggestiva, soprattutto nella parte conclusiva dove si presenta discretamente affilata anche se mai pericolosa.
Alle 10.15 siamo in vetta (m. 1885). Sotto di noi si distende l’imbocco della Valle Stura con la piana di Festiona e di Demonte scarsamente innevata. In lontananza, un muro di nubi biancastre e lattiginose lascia intuire che su tutto l’arco nord-occidentale delle Alpi, dal Monviso al Rosa, stia infuriando una bufera di vento e di neve; qui invece calma piatta con sole splendente e po’ d’arietta frizzante. Bel panorama verso la Bisalta e il Costa Rossa e sulla conca d’Entracque sovrastata dalla Rocca d’Orel; lontani a destra, il Frisson e la Rocca dell’Abisso.
In discesa incrociamo una moltitudine di scialpinisti e di ciaspolatori che salgono; tra loro anche parecchi cani. La neve sta mollando di schianto ma riusciamo ancora a farci una bella discesa su neve intonsa fino al grande pianoro. Poi comodo traccione “autostradale”, talmente calpestato e ben battuto che molti escursionisti salgono con gli scarponi e le ciaspole legate allo zaino. Ci godiamo quest’ultimo tratto di rilassante discesa e alle 12.15 facciamo ritorno a Desertetto: se fossimo restati a casa, oggi ci saremmo divorati le mani!


7 gennaio 2015 - M. LA PIASTRA da Valdieri

Stefano

Attualmente sulle Alpi c’è pochissima neve ormai confinata a quote elevate e indurita, se non ghiacciata, da un’alternanza di giornate straordinariamente calde e di altre più fredde: condizioni decisamente inadatte e anche un po’ pericolose per una gita con le ciaspole. Ho quindi preferito ripiegare su un itinerario di bassa quota ben soleggiato e completamente privo di neve. Una recente relazione pubblicata sul sito gulliver.it mi ha suggerito il tipo di escursione che cercavo: il Monte La Piastra da Valdieri.
Cima minore e poco conosciuta delle Alpi Marittime, il Monte La Piastra si affaccia a precipizio sopra la confluenza dei Gessi di Entracque e della Valletta. Con i suoi 1832 metri, costituisce il pilastro orientale della Costa dell’Arp, lunga e massiccia dorsale dai fianchi ripidissimi che ha nella Cima Cialancia il suo estremo occidentale. La vetta della Piastra offre una vista vertiginosa sulla piana di Valdieri e sulla conca di Entracque e un panorama di prim’ordine sul gruppo dell’Asta e sul Monte Matto.
A Valdieri, al primo mattino, ci sono quattro gradi sotto lo zero e la sensazione di freddo è acuita dall’aria umida e pesante che durante la notte stellata si è depositata sul fondo della valle. Posteggiata la macchina nella piazza della chiesa (m. 774), mi incammino lungo la strada asfaltata che collega Valdieri a Festiona di Demonte attraverso il valico della Madonna del Colletto.
Nove scorciatoie perfettamente segnate (paline in legno e tacche bianco-rosse) tagliano i tornanti della provinciale e permettono di raggiungere il Santuario della Madonna del Colletto attraverso un bel percorso nel bosco, prima di castagni e poi di faggi, con belle aperture verso le cime Pissousa e Saben.
Alla Madonna del Colletto (m. 1305, displuviale Gesso-Stura) si abbandona definitivamente la strada e si svolta a sinistra imboccando una comoda pista forestale che sale all’interno della Faggeta delle Ciulere. Più in alto la sterrata si trasforma in una bella e panoramica mulattiera che taglia a mezzacosta, su terreno scoperto, lo scosceso fianco orientale della montagna disseminato, non a caso, da numerosi ostacoli paravalanghe.
Raggiunta una spalla prativa punteggiata da pini e da larici (m. 1525 circa), l’itinerario piega bruscamente a destra e la mulattiera si trasforma in un esile sentierino che con uno stretto zig-zag risale il ripido costone sud-est della Piastra. Quasi mille metri più in basso, sotto un azzurrognolo e suggestivo velo di foschia, si distende la conca di Entracque incorniciata da aspre montagne. Il sole inonda di tepore l’interminabile rampa finale mentre la comparsa di un’antenna preannuncia l’approssimarsi della vetta.
Un piccolo ometto di pietre marca la sommità del Monte La Piastra (m. 1832) mentre dalla parte opposta inizia la Costa dell’Arp, leggermente innevata sul versante settentrionale. Splendido il panorama verso il Monte Matto e vista vertiginosa sulla piana di Valdieri.
Dalla vetta procedo per alcuni minuti in direzione ovest fino alla quota 1822 (ex Croce dell’Arp) da dove si può ammirare tutto il prosieguo della dorsale fino alla Cialancia; a settentrione si spalanca il grande solco dello Stura mentre il Monviso si staglia all’orizzonte nel cielo azzurro.
Durante la discesa il piacevole tepore che fin qui mi ha accompagnato viene via via scalzato da una fredda brezzolina che all’ingresso di Valdieri si trasforma in vento gelido e tagliente.
Di fronte al municipio concludo questa bella gita, un po’ inedita e senza pretese, particolarmente adatta in questo scorcio di inverno totalmente anonimo e straordinariamente anomalo.


25 gennaio 2014 - CIMA CIALANCIA da San Bernardo di Desertetto (Valdieri)

Stefano


Oggi ciaspolata alla Cima Cialancia, dove non ero mai stato, in una giornata di tempo veramente splendido: cielo terso, temperature gradevoli e totale assenza di vento.
La Cialancia è la massima elevazione della cresta compresa tra il Colle dell’Arpione a ovest e la Madonna del Colletto a est sulla displuviale Gesso-Stura: la cresta, chiamata anche Costa dell’Arp, risulta in alcuni tratti esile e affilata e i suoi fianchi precipitano assai ripidi sia sul lato di Demonte (versante nord) sia sul Vallone di Desertetto (versante sud), il quale confluisce poi nel fondovalle Gesso poco a ovest di Valdieri.
La gita ha inizio a San Bernardo di Desertetto (m. 1088), piccola borgata raccolta attorno all’antica cappella del XVII secolo. Ciaspole ai piedi, passo tra le case con i tetti carichi di neve e mi incammino lungo la stradina che risale molto dolcemente il fondo del vallone. Dopo aver superato i Tetti Borghignon (m. 1334) il vallone si restringe e la stradina termina.
La traccia di alcuni scialpinisti che ho davanti mi guida sul fianco di un ripido pendio e con un traverso diagonale esco dal bosco sbucando sul grande ripiano antistante il Colle dell’Arpione: in alto alla mia sinistra la dorsale Merqua-Borel e, dalla parte opposta, la Costa dell’Arp con il Monte la Piastra in lontananza.
Al termine del pianoro abbandono il percorso estivo che transita per il Colle dell’Arpione (m. 1725) e seguo gli scialpinisti che si innalzano sulla destra con un ripido zig-zag. Dopo averli raggiunti e superati, comincio a battere la traccia su neve leggermente crostosa che sotto i raggi del sole inizia gradualmente a mollare: comunque, senza troppa fatica, raggiungo in breve la displuviale Gesso-Stura in corrispondenza dell’anticima della Cialancia (Cima Peirolera, m. 1827).
La cresta finale, abbondantemente innevata e lavorata dal forte vento dei giorni scorsi, è molto suggestiva e presenta tratti discretamente affilati ma mai pericolosi: in alcuni punti devo camminare con la ciaspola destra sul versante sud e con la ciaspola sinistra sul versante nord.
Dalla cima (m. 1885) si ha una bellissima vista sulla piana di Demonte, su Entracque e sulla Costa dell’Arp che procede verso est in direzione della Piastra e della Madonna del Colletto sopra Valdieri.
Durante la discesa incontro molti ciaspolatori che salgono: la neve ha mollato ma all’interno della traccia si cammina ancora molto bene. All’una e mezza, sotto un sole splendente, faccio ritorno alla macchina: è stata una gita molto bella in un posto che ancora non conoscevo e che merita sicuramente di essere rivisto.


 

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