18 agosto 2012 - CIMA NORD DELL'ARGENTERA dal Lago della Rovina
Stefano
Ad un anno di distanza sono tornato sulla Regina delle Marittime, questa volta sulla Cima Nord. Con i suoi 3286 metri è la seconda vetta, in ordine di altitudine, delle Alpi Marittime ed è di poco inferiore alla dirimpettaia Cima Sud (3297 mt).
Sono partito alle 7.20 dal Lago della Rovina (9,5 km sopra Entracque) e sono salito velocemente alla grande Diga del Chiotas che, con i suoi 130 metri di altezza, incombe cupamente sul vallone sottostante. La giornata si preannuncia calda e afosa. Alcuni stambecchi, incontrati poco sopra il parcheggio, osservano tranquillamente il mio passaggio.
Dopo aver attraversato il coronamento della diga ho imboccato l'antica mulattiera di caccia proveniente dal vecchio Rifugio Genova (ora sommerso dalle acque del lago) che, con una serie infinita di tornanti, sale al Colle del Chiapous.
Poco prima del colle ho svoltato a sinistra e ho imboccato una traccia che rimonta un'aerea ma facile cengia erbosa. La traccia raggiunge il cosiddetto Passaggio del Porco porta d'accesso all'Altipiano del Baus.
Ricordo che nel 1996, quando io e i miei genitori salimmo all'Argentera, sbagliammo percorso e raggiungemmo il bordo dell'altipiano molto più in alto attraverso il Passaggio del Chiapous, impegnativo ed esposto: ricordo anche che la discesa ci creò qualche difficoltà e un po' di apprensione.
Seguendo attentamente gli ometti e i bolli rossi ho risalito dapprima i ripidi pendii erbosi e detritici, poi una placconata di rocce montonate e infine la vasta pietraia che termina proprio alla base della parete della Cima Nord (ore 9.30).
Qui partono due cenge parallele, ascendenti da destra a sinistra, che tagliano la bastionata rocciosa. Dopo aver risalito la cengia superiore, più sicura e molto incassata, ho proseguito su una traccia a mezzacosta che immette in un breve canalino, facile e ben appigliato. Il canalino termina su un intaglio della cresta est: a questo punto ho preferito abbandonare i bolli rossi che, con percorso più impegnativo, seguono la cresta fino alla vetta e mi sono spostato sulla destra dove ho trovato alcune vecchie tacche rosse ormai sbiadite. Da qui alla cima non si incontrano particolari difficoltà e anche l'esposizione non è mai accentuata: l'unica difficoltà consiste nel riuscire a individuare il corretto tracciato di salita attraverso un dedalo di cenge e facili passi di arrampicata (la via normale alla Cima Nord viene valutata F / F+).
Alle 10.05 sono sbucato sull'aerea vetta circondato da un'immensa e angosciante solitudine: in fondo al precipizio il rimbombo delle pietre mosse dagli stambecchi; sopra di me gli uccelli rapaci.
A poca distanza svetta l'elegante Cima Sud, più prestigiosa, più ambita e in questo periodo anche molto affollata. La Cima Nord, con il suo silenzio, la sua croce modesta, l'ambiente aspro e solitario, mi piace di più.
Dall'Argentera si gode il singolare privilegio di poter osservare il Monte Matto dall'alto in basso.
Dopo essere tornato con la dovuta attenzione alla base delle cenge ho iniziato una velocissima discesa giù per la pietraia e per le rocce montonate dell'Altipiano del Baus.
Alle 12.45, sotto un sole cocente, ho fatto ritorno alla macchina, contento e soddisfatto per questa gita impegnativa e molto appagante.
13 agosto 2011- CIMA SUD DELL'ARGENTERA dal Gias delle Mosche (Terme di Valdieri)
Stefano
Questa mattina ero partito alle 7.05 dal Gias delle Mosche con l'intenzione di andare sulla Cima di Nasta.
Alle 7.30 ho imboccato il sentiero per il Rifugio Remondino: durante la salita, affrontata a buon ritmo, ero seguito a breve distanza da un giovane che procedeva alla mia stessa velocità.
Sotto il Remondino (ore 8.30) ci siamo incontrati: il giovane, Roberto di Cuneo, era diretto alla Cima Sud dell'Argentera. Senza pensarci troppo mi sono unito a lui cambiando così la meta della mia escursione.
Come due bolidi abbiamo attraversato le pietraie a sinistra del rifugio saltando letteralmente da un masso all'altro e abbiamo attaccato il canale dei Detriti a ritmo sostenutissimo: alle 9.30 eravamo già al Passo dei Detriti.
Roberto, che conosceva l'itinerario alla perfezione, mi ha guidato in brevissimo tempo all'imbocco della cengia che taglia orizzontalmente tutta la parete sud-est dell'Argentera. A passo spedito abbiamo percorso la cengia, facile ma molto esposta, che scende leggermente tagliando le lisce placche a picco sul nevaio pensile della Balconera.
Dopo aver superato il camino finale, alto una ventina di metri ed attrezzato con corde fisse, siamo finalmente giunti sulla Cima Sud dell'Argentera (ore 9.50). Dal Passo dei Detriti alla vetta non si incontrano grandi difficoltà (ci sono passaggi di II all'imbocco della cengia e nel camino finale ben attrezzati con corde fisse). L'esposizione è però molto forte ed occorrono passo sicuro e concentrazione.
Purtroppo durante tutta la salita non ho avuto il tempo materiale di fare fotografie: la prima me l'ha scattata Roberto, proprio in vetta alla Regina delle Marittime (3297 mt).
Complice anche il cielo limpido e terso, il panorama da quassù è davvero superlativo: sembra quasi di essere in volo su di un elicottero! Seguendo la cresta che procede in direzione sud si riconoscono la Cima Paganini, la Nasta, il Baus, il Bastione, il Brocan e la Ghiliè. Dietro al Passo dei Detriti si eleva la Cima Paganini. In basso il grande Lago del Chiotas che, con i suoi fantastici colori, sembra essere dipinto. Si scorge il Rifugio Genova, ubicato tra il lago artificiale del Chiotas e quello naturale del Brocan. Dalla parte opposta è il Re di Pietra a dominare il panorama. Sotto le Teste di Bresses si scorgono i tre Laghi di Fremamorta. Il Monte Matto, visto da qui, perde molta della sua imponenza.
Sopra il Passo dei Detriti fotografo la parete sud-est dell'Argentera con il nevaio pensile della Balconera. A metà della parete si riesce a individuare la cengia che abbiamo percorso: dapprima scende leggermente, poi procede quasi pianeggiante ed infine sale fino alla base del camino finale (quest'ultimo sbuca sulla cresta poco a destra della vetta).
La discesa, al pari della salita, è stata velocissima: in un'ora siamo arrivati al Remondino. Qui ho salutato e ringraziato Roberto che si è recato al rifugio a bersi un caffè: senza di lui infatti non sarei sicuramente salito sull'Argentera.
Poi giù a rotta di collo fino al Pian della Case del Re (1 ora e 40 minuti dalla vetta). Infine, in altri 20 minuti, sono tornato al Gias delle Mosche: a mezzogiorno in punto ero già alla macchina.
Grande soddisfazione per essere tornato, dopo tanti anni, su questa magnifica montagna.
11 luglio 2010 - RIFUGIO MORELLI e COLLE DEL CHIAPOUS da Terme di Valdieri
Stefano e Chiara
Temendo
i violenti temporali pomeridiani che si stanno scatenando sulle Alpi
in queste giornate di caldo infernale, abbiamo optato per un’escursione
facile e tranquilla.
Siamo partiti da Terme di Valdieri alle 7.45 con cielo sereno ma con
l’atmosfera carica di umidità.
Tranquilla salita lungo l’ottima mulattiera tracciata nell’ottocento
per le battute di caccia dei Savoia.
Alle 9.45 siamo giunti al Lagarot: da qui si può ammirare l’impressionante
canalone del Lourousa con a destra il Corno Stella.
Alle 11 siamo arrivati al Rifugio Morelli dove la Chiara si è
fermata.
Io ho proseguito fino al Colle del Chiapous per poi ritornare velocemente
al rifugio dove abbiamo pranzato.
Alle 12.40 abbiamo preso la via del ritorno.
Discesa abbastanza veloce sotto l’incombenza di nuvoloni minacciosi.
Alle 3 siamo giunti alla macchina, fortunatamente asciutti.
28 e 29 agosto 1996 - CIMA NORD DELL'ARGENTERA dal Rifugio Morelli
Nota del 20 agosto 2012.
Nel 1996, quando salimmo all'Argentera, sbagliammo percorso e, anzichè transitare per il Passaggio del Porco, raggiungemmo il bordo dell'Altipiano del Baus molto più in alto attraverso il Passaggio del Chiapous, impegnativo ed esposto: ricordo anche che la discesa ci creò qualche difficoltà e un po' di apprensione.