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24 gennaio 2018 Besimauda da Le Meschie (Pradeboni)
15 marzo 2013 Bric Costa Rossa da Tetti Rumiano (Valle Pesio)
23 ottobre 2012 Besimauda da Le Meschie (Pradeboni)
8 ottobre 2011 Besimauda da Le Meschie (Pradeboni)

24 gennaio 2018 - M. BESIMAUDA da Le Meschie (Pradeboni)

Stefano, Roberto

Gita con le ciaspole alla Bisalta (o Besimauda) in una giornata mite e soleggiata. Neve non bellissima: dura - per non dire ghiacciata - in basso nel bosco, compatta e quasi primaverile nella parte mediana, e infine cotta dal sole sui pendii sommitali.
Partiamo (io e Roberto) molto presto, alle 7.35, dall’area attrezzata de Le Meschie (m. 1095, circa 2 km sopra Pradeboni all’imbocco della Val Pesio) e ci incamminiamo lungo la stradina che porta agli alpeggi del Morteis e del Pravinè. Dopo il ponticello sul Rio Grosso imbocchiamo a destra il sentiero che si innalza deciso nel bosco (palina e segni bianco-rossi), per ritrovare poi la pista forestale alla Sella Morteis (m. 1450) dove ci accolgono i primi raggi di sole. Tagliamo ancora un tornante della strada e la seguiamo, in leggera ascesa, fino alla palina segnaletica che indica lo stacco del sentiero per la Besimauda.
Un’ottima traccia a zigzag ci consente una progressione agevole e redditizia su per la Costa della Mula. La neve, quasi da ramponi fino alla Sella Morteis, è ora compatta e trasformata, appena un po’ marcia in superficie nei tratti esposti a sud. Passiamo accanto al Gias Pravinè Soprano (m. 1819) adagiato su una spalla quasi pianeggiante e proseguiamo, su pendenze via via più marcate, verso le pendici del gran cono sommitale.
Inizia ora la parte più ripida e meno adatta alle ciaspole: è solo per pigrizia che noi cerchiamo di tenerle fino in cima a costo di procedere tutti sbilenchi; fin quando, su un traverso tra massi affioranti, ci troviamo costretti a toglierle. Risaliamo gli ultimi metri scalciando la neve con le punte degli scarponi perché, sempre per pigrizia, non abbiamo neanche voglia di mettere i ramponi e alle 10.35, dopo tre ore esatte di cammino, giungiamo in vetta alla Besimauda (m. 2231).
A sud corre l’aspra e severa dorsale che collega la Bisalta al più alto Costa Rossa mentre una foschia densa e lattiginosa si insinua tra le pieghe della Val Pesio come il mare nei fiordi norvegesi.
Per la discesa scegliamo un percorso diverso e dopo il primissimo tratto in comune, fatto saggiamente con i ramponi, ci lanciamo giù lungo gli assolati e sostenuti pendii che guardano a sud-est e che sfociano, assai più in basso, su quella che sembra un’immensa pista da sci; ancora un po’ di divertente discesa e arriviamo a incrociare la stradina tra il Gias Pravinè Sottano e la Costa della Mula.
Da qui tranquillo ritorno alla Sella Morteis dove siamo obbligati a rimetterci i ramponi per affrontare l’ultimo tratto nel bosco: la neve, che non ha quasi preso sole in tutto il giorno, è rimasta dura come il marmo e con le ciaspole rischieremmo seriamente di farci male.
Alle 13.40 facciamo ritorno a Le Meschie dove concludiamo questa gita bellissima e un po' avventurosa, forse non troppo adatta alle ciaspole ma sicuramente di grande soddisfazione.


15 marzo 2013 - BRIC COSTA ROSSA da Tetti Rumiano (Valle Pesio)

Stefano

Partito da casa senza aver deciso che gita fare, esco al casello di Mondovì con le idee ancora più confuse. La giornata si preannuncia bellissima e fredda. Che fare? Vedendo da lontano la costiera della Bisalta già inondata dal sole, rispolvero un vecchio pallino che avevo in testa dall’anno scorso: la Cima Pittè o, in alternativa, il Bric Costa Rossa (a seconda delle condizioni della neve) da Tetti Rumiano in Val Pesio. Sulla strada di fondovalle, tra San Bartolomeo e la Certosa, incontro la deviazione a destra che conduce alla piccola borgata di Rumiano.
Posteggio l’auto a lato di un ponticello (mt. 845) e alle 8.55, ciaspole ai piedi, mi incammino lungo una pista forestale che risale il fianco sinistro orografico del Vallone di Rumiano. In basso di neve ce n’è veramente poca e ad un certo punto sono costretto a togliere le ciaspole. Con un lungo e tortuoso percorso la stradina raggiunge il colletto della Tourra nei pressi del Gias Pittè Sottano (mt. 1628), sulla dorsale che separa i valloni di Rumiano e di Costa Rossa.
Le neve regge bene: nonostante i 1560 metri di dislivello che mi si prospettano, abbandono l’itinerario per la Cima Pittè e mi dirigo verso il Bric Costa Rossa, massima elevazione del gruppo della Bisalta. La traccia di alcuni scialpinisti che mi precedono mi guida nel centro del grande vallone al culmine del quale si trova la meta della mia escursione.
Dopo il Gias della Valletta (mt. 2085) la salita si fa più dura mentre un bellissimo panorama si allarga via via su tutte le montagne ad est del Tenda, tra le quali spicca l’innevatissima Cima della Fascia.
Alle 12.15 sono ai piedi della grande croce di vetta (mt. 2404). Sul possente basamento in pietra, il 1 agosto 1943, la Gioventù Italiana di Azione Cattolica appose una lapide che la furia degli elementi aveva distrutto negli anni passati, auspicando al mondo in armi la pace del Signore.
Il tempo è splendido ma l’aria è decisamente fredda: l’inverno si prepara a sferrare l’ennesimo colpo di coda (e speriamo che sia l’ultimo). Sono sudato fradicio e un vento gelido mi induce a scendere frettolosamente in una zona più riparata.
Al Gias della Valletta breve sosta per uno spuntino e poi giù lungo sterminate distese di neve. Sopra il colletto della Tourra mi passano due scialpinisti: come vorrei avere gli sci in questo momento! La discesa è ancora lunga, lunghissima la strada che mi riporterà al fondovalle.
Alle 15 sono di ritorno alla macchina a conclusione di una ciaspolata molto bella, sicuramente faticosa, da fare esclusivamente quando le condizioni della neve permettono una progressione veloce e poco dispendiosa.


23 ottobre 2012 - M. BESIMAUDA da Le Meschie (Pradeboni)

Stefano

Quando alle 7.40 mi sono messo in cammino dall'area picnic delle Meschie (3 km sopra Pradeboni), ero convinto che dalla vetta la visibilità sarebbe stata ottima: oggi invece la foschia ha limitato il panorama alle sole Liguri e Marittime e all’immediata pedemontana cuneese.
Dopo aver seguito per alcune centinaia di metri la sterrata che risale il fondo della valletta del Rio Grosso, ho imboccato il sentiero che conduce al Gias Morteis. Con un altro breve tratto di sterrata sono arrivato ad un colletto posto sul gran costone orientale della Besimauda; da qui, risalendo sulla destra una ripida china erbosa, ho raggiunto il Gias del Pravinè Soprano che sorge sui prati all'inizio della Costa della Mula.
Il sentiero, ben tracciato e ben segnato, mi ha portato alla base della grande pietraia che cinge a sud-est il cono sommitale. In questo caotico labirinto di macigni, le numerose tacche bianco-rosse (utilissime in caso di nebbia) mi hanno guidato lungo il percorso più agevole.
Alle 9.20 sono giunto in vetta: qui ha inizio l'articolata cresta che corre verso sud saldando la Besimauda al Bric Costa Rossa. Come ho già detto, il panorama oggi non era dei migliori: nell’atmosfera grigiastra e opalescente anche le vicinissime Marittime apparivano offuscate.
Al ritorno sono sceso lungo lo stesso itinerario di salita. Dopo l’ultimo tratto nel bosco tinto dei colori dell’autunno, alle 10.40 ho fatto ritorno all'area picnic delle Meschie, situata alla base del fianco orientale della Besimauda a 1080 metri di altitudine.


8 ottobre 2011 - M. BESIMAUDA da Le Meschie (Pradeboni)

Stefano

In questa ennesima splendida giornata d'autunno ho scelto di andare sulla Besimauda, una tra le cime più panoramiche delle Alpi Liguri.
Su alcune carte la Besimauda viene indicata con il nome di Bisalta: in realtà è consuetudine intendere per Bisalta tutto il gruppo montuoso che comprende anche il Bric Costa Rossa. La Besimauda, alta 2231 mt, domina la pianura cuneese ed è particolarmente consigliata nelle giornate terse e limpide come quella odierna.
Sono partito alle 7.50 dall'area picnic in località Le Meschie, 3 km sopra l'abitato di Pradeboni, all'imbocco della Valle Pesio.
Ho seguito inizialmente la rotabile sterrata che risale il fondo della valletta del Rio Grosso. Poi, con un bel sentiero nel bosco (segnavia H9), ho raggiunto il Gias Morteis dove ho ritrovato la carrareccia.
Procedendo su quest'ultima sono arrivato ad un colletto sul gran costone orientale della Besimauda: davanti a me si apre il selvaggio Vallone Pittè. Alla testata del vallone appare il sistema montuoso della Bisalta che si allunga dal Bric Costa Rossa fino al cono detritico della Besimauda.
Risalendo le ripide chine erbose lungo il filo della dorsale ho raggiunto il Gias del Pravinè Soprano che sorge sui prati all'inizio della Costa della Mula. Quindi, su sentiero ottimamente segnato, sono arrivato alla base dell'immensa pietraia. In questo caotico labirinto di macigni ho avuto modo di apprezzare le numerose e ben visibili tacche bianco-rosse, particolarmente utili in caso di nebbia fitta.
Alle 9.30 sono giunto in vetta. Vista eccezionale su tutta la pianura cuneese sulle Alpi Marittime e sull'articolata cresta che corre verso sud saldando la Besimauda al Bric Costa Rossa.
Al ritorno sono sceso lungo lo stesso itinerario di salita.
Nel punto in cui la dorsale che scende dalla Besimauda incontra la rotabile sterrata (colletto alle pendici della Cima del Pravinè), la vista abbraccia tutto il Monregalese. Sull'ampio ripiano sottostante si trova la Sella Morteis, crocevia di mulattiere e di piste forestali.
Alle 11 in punto ho fatto ritorno all'area picnic delle Meschie. Lassù in alto, nitida nel cielo azzurro, si staglia la Besimauda.


 

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