24 maggio 2018 - M. CARMO da Casa del Romano
Gianni, Franca
Ieri sera a Primocanale hanno fatto un servizio da Casa del Romano: l’Osservatorio Astronomico, il Parco, i prati fioriti di narcisi. Sono stati i narcisi a farmi esclamare: li andiamo a vedere? Gianni è stato zitto e chi tace acconsente.
Questa mattina siamo partiti alla volta di Casa del Romano. Alle sue spalle si erge una sagoma trapezoidale fasciata quasi interamente dal bosco mentre la parte sommitale è prativa: il monte Carmo. La singolarità di questo monte è che fa da confine con tre regioni: Liguria, Piemonte ed Emilia. La Lombardia è poco lontana.
E’ tanto che non saliamo su questa cima, è tanto che non facciamo gite. Fatta da qui è vicina: come non approfittarne?
I colori di maggio li conosciamo eppure ogni anno lo spettacolo dell’erba giovane e tenera ci appare stupendo e ora che sui prati sono fioriti i narcisi sembra che una spruzzata di neve li abbia imbiancati.
Lasciamo la macchina dopo aver superato il colle sopra Propata e salendo per prati in breve vediamo spuntare la cupola dell’osservatorio.
Le nuvole vagano nell’azzurro ma già a Pian dell’Aia scuriscono e si incrociano minacciose in un cielo ora sereno ora coperto. Nastri che pendono dai rami e bandierine rosa piantate nell’erba ci annunciano che ci sarà una marcia in montagna.
Scendiamo a Capanne Carrega. La costruzione che ospita l’agriturismo ha come sempre un’aria un po’ trasandata. Passiamo a fianco e saliamo sul largo sentiero immerso nel bosco, i nastri appesi ai rami ci accompagnano fino alla prateria, e una fila di bandierine rosa ci guida sul ripido pendio che porta alla vetta. La croce si staglia su un cielo in subbuglio e sullo sfondo si disegna il profilo familiare dell’Alfeo. Sul Carmo ci siamo tornati.
In un attimo ridiscendiamo la prateria che si chiude di fronte a un sipario fitto di alberi, il fango del sentiero forma uno zoccolo sotto le nostre scarpe. Ecco Capanne Carrega e poi di nuovo Pian dell’Aia. Una comitiva di ragazzini sfila salendo (una gita scolastica?), altri si riposano sull’erba. I narcisi tornano a punteggiare di bianco i prati, la cupola bianca dell’osservatorio è sotto di noi. La nostra breve gita si è conclusa.
30 ottobre 2014 - M. CARMO e POGGIO RONDINO da Casa del Romano
Gianni, Franca
Un’altra bellissima giornata: tanto sole, niente vento, solo un po’ di foschia in lontananza.
Avevamo pensato di fare quattro passi sull’Antola ma quando siamo arrivati a Bavastrelli e abbiamo visto il cartello giallo di “Battuta di caccia al cinghiale in corso” abbiamo preferito proseguire per Casa del Romano (ore 9,20).
E qui, in cammino sul pianoro che divide la Val Borbera dalla Val Trebbia, arrivati al primo cartello segnaletico con la bandierina bianco-rossa, l’inconfondibile sagoma del Carmo illuminata dal sole ci ha fatto cambiare meta. Non più Antola ma Carmo e poi il Poggio Rondino e poi … I quattro passi li faremo sulla dorsale che divide Alessandria da Piacenza.
Scendiamo sulla strada a Capanne di Carrega e incontriamo i nuovi gestori dell’agriturismo: una famigliola con un bel bambino impegnata a ristrutturare il vecchio edificio.
Risaliamo il bosco e sbuchiamo sulle praterie: alle 11 siamo in vetta al Carmo, al confine di tre regioni, il Piemonte, l’Emilia e la Liguria. Il panorama è notevole, la giornata splendida, Carrega Ligure è circondata da prati verdissimi. E siamo alla fine di ottobre!
Scendiamo sul versante nord e proseguiamo sul tratto di dorsale Carmo – Cavalmurone con un bel percorso quasi pianeggiante e molto panoramico da tenere in conto per la prossima e ormai vicina stagione delle ciaspole.
Prati, boschetti e ancora prati. Una mucca pascola in solitudine sul Poggio Rondino. La piccola croce rustica in legno segna il punto più elevato.
Guardiamo l’orologio, manca un quarto a mezzogiorno, abbiamo ancora un po’ di tempo. Dritti a nord ci sono il Legnà e il Cavalmurone.
Proseguiamo ancora un tratto ma quando il sentiero scende nel bosco e scopriamo che tra noi e le cime che abbiamo di fronte c’è una depressione di circa duecento metri, rinunciamo. Un po’ troppo vista l’ora.
Torniamo quindi sul Rondino e ci sediamo ai piedi della croce in compagnia di un tiepido sole e di un bel panorama sulla Valle Trebbia e sulla Val Borbera. Si sta d’incanto.
Ore 13. Ci incamminiamo sulla via del ritorno e anziché risalire sul Carmo lo contorniamo sul versante settentrionale, rientriamo nel bosco con il suo tappeto di scricchiolanti foglie secche e scendiamo a Capanne di Carrega.
Poi, anziché puntare dritti alla macchina che ci sta aspettando un po’ più in basso di Casa del Romano, dove la strada scollina e scende a Propata, passiamo dall’Osservatorio. Inaugurato nel settembre 2011 è dotato di un modernissimo telescopio da 800 mm, di un planetario di ultima generazione e di una sala multimediale.
Ore 15,35. Eccoci a Casa del Romano, dove stanno lavorando a ristrutturare, a conclusione di una tranquilla e piacevole escursione di 15 chilometri di sviluppo e 750 metri di dislivello. Il mio gps ha registrato una perfetta linea da sud a nord.
21 marzo 2013 - M. CARMO da Caprile
Sara, Paola, Angela, Claudio, Elio, Renato, Paolo, Bruno, Cesare D., Cesare C., Gianni, Franca
Che inverno perturbato quello appena passato! Tre giorni fa è nevicato sulle alture e sul terrazzo dei miei vicini troneggia ancora un grande pupazzo di neve. Ieri poi è nevicato più in quota e oggi, primo giorno di primavera secondo la tradizione, Caprile si presenta imbiancata e con un sole splendente.
Andiamo sul Carmo. Ciaspole ai piedi alle 8 e un quarto passiamo tra le case del piccolo borgo e, seguendo i due rombi gialli, saliamo verso i bei pascoli sottostanti il Passo Tre Croci.
Alle 9,50 siamo al passo. Una breve salita e usciamo allo scoperto.
Inizia ora la lunga traversata sulla dorsale Antola–Casa del Romano. Bello l'ambiente invernale e ottima la visibilità in tutte le direzioni. Bianchissima la sommità del grande cono del Carmo.
Ci fermiamo per un breve spuntino al grande tavolo con panchina e poi, costeggiando la recinzione dei pascoli, raggiungiamo Pian dell'Aia.
Svoltiamo a sinistra e ci ritroviamo sulla strada asfaltata, al confine tra la provincia di Genova e quella di Alessandria. Da una parte Casa del Romano, dall'altra Capanne di Carrega con il suo agriturismo che troviamo abitato ma non funzionante.
La stanchezza comincia a farsi sentire. Camminare con le ciaspole sulla neve, per quanto buona, è tanto più faticoso che camminare sull'asciutto. Morale: il Carmo mi sembra ancora lontano e il sentiero nel bosco senza fine. E non sono l'unica visto che qualcuno decide di accorciare il percorso e lasciare perdere la vetta.
Renato, che ho perso di vista alla partenza, sarà lassù da un tempo infinito. Angela è salita e ridiscesa. Io e Gianni, dopo aver lasciato gli zaini all'uscita del bosco, siamo finalmente sulla dirittura di arrivo.
Bravissimo Claudio a immortalarci con l'autoscatto, nonostante la fretta che gli facciamo per via del vento che attraversa indisturbato i nostri abiti leggeri (ah, le giacche a vento rimaste negli zaini ...). Qualche foto dalla vetta è d'obbligo. E' di Claudio il panorama verso nord, il Lesima e le Alpi all'orizzonte, mio quello verso est, con la corrugata dorsale che dal Carmo va all'Alfeo e, sullo sfondo, il Maggiorasca e l'Aiona.
Al limitare del bosco (ore 13) è tempo di uno spuntino più sostanzioso. Io e Gianni però proseguiamo e in breve raggiungiamo Capanne di Carrega dove ritroviamo l'altra parte del gruppo.
Ciaspole appese allo zaino percorriamo su asfalto il tratto che ci divide da Casa del Romano. Poi, raggiunto il colletto dove la strada scende a Propata, svoltiamo a destra e torniamo a pestare neve sul sentiero segnato con bandierine giallo-rosse che conduce a Caprile.
Qui entra in gioco il gps di Sara. Sarà lei a battere traccia seguendo fedelmente le indicazioni della mappa, le bandierine infatti sono in parte sepolte dalla neve.
Io ne approfitto per dire qualcosa su questo strumento che negli ultimi anni stiamo imparando a conoscere. Non che sia indispensabile, specialmente sul nostro appennino e su sentieri conosciuti dove comunque alcuni di noi avrebbero trovato senza problemi il giusto percorso. E neppure che ci si possa fare un affidamento incondizionato, visto che può succedere che si mangi le batterie e ci lasci soli di punto in bianco. Ma è indubbiamente interessante. Dietro ci sta una tecnologia avanzatissima e sofisticata. Lo strumento è un ricevitore dei segnali emessi dalla costellazione dei satelliti orbitanti intorno al nostro pianeta e monitorati costantemente da 4 stazioni a terra. il gps non trasmette nulla, riceve solo ed è perfettamente sincronizzato con i precisissimi orologi atomici montati sui satelliti attraverso le continue correzioni che questi inviano a terra. I satelliti non sanno dove noi siamo. Loro trasmettono semplicemente e ininterrottamente la loro posizione nello spazio. Il ricevitore capta queste informazioni da almeno 4 satelliti contemporaneamente e, dal tempo impiegato dai segnali per arrivare, è in grado di stabilire la propria posizione (latitudine, longitudine e quota). Nel gps cartografico di Sara sono installate delle mappe, che fanno da sfondo al tracciato che lo strumento sta registrando e dove latitudine e longitudine trovano una posizione. A queste, chiamate OpenMap perchè costruite con l'apporto di tanta gente e liberamente utilizzabili, Sara collabora a inserire sentieri non ancora mappati. E' il caso del sentiero che stiamo percorrendo, da lei mappato in occasione dell'escursione dello scorso dicembre.
Tutti insieme ci avviciniamo a Caprile, dove arriveremo alle 16,30. Lunga (17 chilometri) e faticosa ciaspolata su neve incredibilmente bella se si tiene conto della stagione avanzata.
6 dicembre 2012 - M. CARMO da Caprile
Sara, Paola, Claudio, Lodovico, Angela, Dino, Paolo, Bruno,Renato, Pino, Gianni, Franca
E' una splendida giornata di sole ma l'aria è gelida: il primo vero freddo della stagione.
Alle 8 e un quarto lasciamo le auto al parcheggio dell'Albergo Berto e saliamo tra le case di Caprile (segnavia due rombi gialli). Superiamo i pianori adibiti a pascolo, che in questa stagione si presentano aridi e ancora spogli di neve, e raggiungiamo il Passo Tre Croci sullo spartiacque tra il Trebbia e il Borbera (ore 9,30).
Seguiamo il crinale verso Est. La nostra montagna è davanti a noi, appena imbiancata dalla neve, il profilo regolare di un largo cono che segna il confine di tre regioni: Liguria, Emilia e Piemonte.
Dopo una breve sosta al tavolo e panche che incontriamo sul sentiero proseguiamo la nostra camminata. La neve, che non riesce nemmeno a coprire i ciuffi d'erba, scricchiola sotto i nostri passi, il cielo è una distesa infinita di azzurro.
Siamo a Pian dell'Aia, nei pressi di Casa del Romano che si trova più in basso rispetto a noi. Proseguiamo verso sinistra dove ci aspettano le Capanne Carrega. Il Carmo è nascosto e mostra solo la cima.
Lasciate la Capanne e superata la fascia di bosco siamo ora sul pendio terminale. L'aria è pungente, le Alpi si stagliano nitide all'orizzonte, il Lesima con la sua inconfodibile palla è, come il Carmo, appena imbiancato.
Alle 11,40 siamo in vetta e Claudio ci regala un bell'autoscatto ai piedi della croce dove la bandiera di Lodovico si gonfia col vento.
Scendiamo e troviamo riparo al margine del bosco. All'orizzonte svetta il Monviso. La neve ha inzuppato la terra e insieme alle pietre e all'erba spunta il fango. Resto in piedi e senza sfilarmi i guanti mangio e bevo qualcosa: un panino freddo, il the ghiacciato. Mi ci vorrebbe un thermos, penso, ma poi mi viene in mente che i thermos pesano più delle bottigliette in plastica ed è per questo che ci ho rinunciato.
Alle 13,20 siamo di ritorno a Capanne Carrega. Ci aspetta un buon tratto di asfalto fino a un colletto, sotto Casa del Romano, dove la strada prosegue per Propata e dove noi invece svoltiamo a destra.
Superato un cancello per i pascoli ci ritroviamo su un bel sentiero con le bandierine giallo-rosse che non avevamo mai percorso e che merita di essere ricordato. L'itinerario traversa il bosco e si sposta sul versante di Caprile.
Dopo un'ultima breve sosta per la merenda, scaldati dal sole che brilla in un cielo assolutamente blu, percorriamo l'ultimo tratto che tra pianori prativi e ruscelli sbuca sopra l'abitato di Caprile (ore 15,25)
23
dicembre 2008 M. CARMO da Caprile - ciaspolata
Gianni,
Franca, Renato, Giorgio, Paolo, Bruno, Enrico
Ancora
tempo splendido. L’alta pressione in questa settimana ci regala
giornate bellissime: tanto sole, niente vento, temperatura mite. E
poi tanta neve. Insomma tutti gli ingredienti per fare una bella gita
con le ciaspole.
Siamo partiti da CAPRILE alle ore 8,30, abbiamo preso il sentiero
non segnato che anziché dirigersi verso il PASSO DELLE TRE
CROCI va verso destra in direzione del colletto, dove la strada proveniente
da PROPATA e diretta a CARREGA LIGURE scollina poco prima di CASE
DEL ROMANO. Però non è stato così semplice arrivare.
Dopo il primo tratto quasi pianeggiante abbiamo superato un paio di
ruscelletti. Dopo la neve non ci ha permesso di vedere il sentiero.
Così ci siamo arrampicati nel bosco cercando di districarci
nel groviglio dei rami. Trovato un “canale” senza vegetazione
l’abbiamo seguito ma anziché proseguire verso il crinale
abbiamo nuovamente deviato a destra a seguire le tracce della mulattiera.
Finalmente siamo arrivati al colletto e da qui verso CASE DEL ROMANO.
Un po’ sparpagliati abbiamo proseguito fino a CAPANNE DI CARREGA
e alle ore 12 eravamo in vetta. Bellissimo panorama a 360 gradi: si
vedeva l’intero arco alpino. Dopo le foto, alle 12 e 15 siamo
scesi dove inizia il bosco e al riparo dal vento abbiamo consumato
il nostro pranzo. Alle 13 e 30 abbiamo rimesso la ciaspole e via a
scendere. Abbiamo poi seguito la traccia sul crinale della dorsale
che dalle CASE DEL ROMANO arriva fino all’ANTOLA. Stupendo paesaggio,
cielo azzurro e tanta neve ovunque. Arrivati al PASSO DELLE TRE CROCI
abbiamo abbandonato il sentiero di crinale e svoltando a sinistra
siamo scesi velocemente nel bosco. La neve teneva bene e il nostro
cammino è stato piuttosto agevole. Superati i bei pianori dove
c’è il trogolo siamo scesi ancora sino a Caprile raggiunta
alle 16 e 20. Una gran bella ciaspolata.
26
dicembre 1986 - M. CARMO da Capanne di Carrega
Gianni
Franca Stefano
Siamo andati in macchina a Capanne di Carrega attraverso la Val Trebbia
e Fascia con l'idea di una traversata dal Carmo all'Alfeo.Tempo incerto
e molto freddo. Dato il tempo brutto siamo saliti sul Carmo e successivamente
abbiamo proseguito verso il M. Cavalmurone ma poi abbiamo rinunciato
e siamo tornati indietro nella nebbia. Il tempo ha continuato ad ingannarci.
1 dicembre
1985 - Casa del Romano da Propata
Gianni
Stefano Franca
La
neve in gran parte si è sciolta, ce n'è ancora tanta
ma fradicia. Il tempo è nebbioso e umido e così ci siamo
fermati alle Case anzichè proseguire per il Carmo.
24 novembre
1985 - Casa del Romano da Propata
Gianni
Gianni
da solo da Propata fino a sotto le Case del Romano con una faticosa
camminata nella neve alta. Peccato non aver portato gli sci!
24
febbraio 1985 - M. CARMO da Propata
Gianni
Franca Stefano Davide
Tempo
splendido. Neve buona in mattinata da metà strada tra Propata
e Case del Romano mentre nel pomeriggio ha mollato perchè troppo
caldo. Visibilità ottima su tutto l'arco alpino.
6 gennaio
1985 – Casa del Romano da Propata con gli sci
Gianni
Franca
Molto freddo nella mattinata (-1 a Genova). Neve buona ma scarsa.
26 dicembre
1984 - Casa del Romano da Propata
Gianni
Franca Stefano, Enrico e Gianni di Etta
Una
mini gita per Enrico della Etta che ha 10 anni (Stefano il mese prossimo
ne farà 11). Abbiamo trovato un pò di neve. Il tempo
è stato sul brutto, nel pomeriggio nevicava.
24 giugno
1984 - Casa del Romano da Propata
Gianni
Stefano Franca
A
Case del Romano veniamo di solito d'inverno con gli sci oppure a maggio
per narcisi. Questa volta, anche se è giugno, siamo venuti
per narcisi. Il tempo è stato incerto e poi bello.
3
marzo 1984 – M. CARMO da Propata con gli sci
Gianni Franca
Di
nuovo sul Carmo con gli sci e di nuovo senza Stefano che è
rimasto con la nonna perché ammalato. Neve buona e abbastanza
abbondante tanto che siamo arrivati con gli sci in vetta. Tempo incerto
con un po’ di sole, vento da nord abbastanza sostenuto. La discesa
dalla vetta è stata molto facile. Abbiamo incontrato un gruppo
dell’ULE impegnati nella terza uscita del corso di sci alpinismo
e altri gruppetti tutti con gli sci da alpinismo.
5
febbraio 1984 - M. CARMO da Propata con gli sci
Gianni Franca
Partiti da Propata siamo saliti al Carmo con gli sci, lasciandoli
appena sotto la vetta. Tempo bello e caldo. Visibilità ottima.
In basso la neve era ghiacciata, più in alto marcia, ma sempre
abbondante. La discesa dal Carmo a Case del Romano è stata
faticosissima, migliore dalle Case del Romano a Propata. Al ritorno
eravamo parecchio stanchi ma soddisfatti.
25
dicembre 1983 - Capanne Carrega da Propata
Gianni,
Stefano, Franca
Neve
abbondante ma non sufficiente per gli sci. Tempo brutto, nebbia bassa,
neve fradicia.
31
gennaio 1982 - M. CARMO da Propata
Gianni Franca
Il
tempo è bello. C'è abbastanza neve ma è molle.
Stefano non è con noi perchè ancora convalescente.