21-28 agosto 2019 - VAL GARDENA
Stefano, Chiara, Alessandro
22 agosto 2019 - SANTA CRISTINA dal Col Raiser
Gitarella con Chiara e Alessandro che ha fatto cinquecento metri di dislivello in discesa su stradine e sentieri. Tempo incerto dopo l’acquazzone del primo mattino, con un po’ d’azzurro; poi nebbia e nubi ma niente pioggia. Siamo saliti in cabinovia al Col Raiser (m. 2106) e poi siamo scesi a piedi. Alessandro si è comportato molto bene e ha camminato senza mai lamentarsi. Nella casetta per bambini della Baita Cuca si è divertito a giocare - come dice lui - al “cucinatore”.
23 agosto 2019 - GRANDE CIR dal Passo Gardena
Squarci di sereno all’alba ma ben presto sono arrivate le nuvole, la nebbia e poi anche la pioggia. Escursione breve visto il tempo in peggioramento e veloce salita al Grande Cir dal Passo Gardena (m. 2121). Prima parte su ghiaione e poi su facili roccette fino in vetta (m. 2592) dove mi ha accolto una pioggerellina fine e insistente. Un po’ d’attenzione in discesa per via delle rocce bagnate. Speriamo ora che il tempo si aggiusti un po’.
24 agosto 2019 - CIMA PISCIADU’ dal parcheggio Piasciadù (Passo Gardena)
Nonostante il tempo incerto del primo mattino ho voluto ripetere questa bella gita fatta la scorsa estate. Partenza dal grande parcheggio tre chilometri sotto il Passo Gardena scendendo verso Colfosco (m. 1956). Percorso spettacolare in ambiente grandioso. Salito per la Val Setus fino al Rifugio Pisciadù (m. 2587) e poi per la Val di Tita. Il meteo è andato via via migliorando e in vetta (m. 2985) sono stato accolto da un bel sole tiepido e da un cielo parzialmente azzurro. Discesa con le prime nebbie che risalgono le gole del Sella e ritorno alla macchina giusto in tempo per non bagnarmi: subito dopo inizierà a piovere e continuerà così per tutto il pomeriggio.
25 agosto 2019 - RIFUGIO COMICI da Plan de Gralba
Con Chiara e Alessandro. In realtà siamo saliti per un tratto con la nuova cabinovia che parte da Plan de Gralba (m. 1800); poi ripida passeggiata fino al Rifugio Comici (m. 2153). Tempo buono e caldo moderato. Discesa su magnifici prati fino alla macchina al cospetto della “fortezza” rocciosa del Sassolungo. Anche oggi Alessandro ha camminato senza mai un lamento.
26 agosto 2019 - GIRO DEL SASSOLUNGO dal Passo Sella
Classico anello della montagna simbolo della Val Gardena con partenza dal parcheggio a pagamento poco sotto il Passo Sella (m. 2180). Tempo splendido durante la salita al Rifugio Demetz (Forcella del Sassolungo, m. 2685); poi è andato via via guastandosi. Discesa nella maestosa gola fino al bel Rifugio Vicenza (m. 2256) e rientro al Passo Sella contornando la base della strapiombante parete nord del Sassolungo. Ultimi dieci minuti di cammino sotto la pioggia.
27 agosto 2019 - PIZ BOE’ dal Passo Pordoi (ritorno al Sass Pordoi)
Ultima gita della vacanza al Piz Boè con partenza dal Passo Pordoi (m. 2239). Ripida salita su prati e poi su ghiaione fino alla Forcella Pordoi (m. 2848) cercando di anticipare la folla di escursionisti che salgono in funivia. Tempo buono e finalmente stabile con solo qualche sbuffo di vapore qua e là. Grandioso panorama dalla vetta (m. 3152) e paesaggio lunare a perdita d’occhio. Ritorno passando per il Rifugio Boè e poi fino al Sass Pordoi (m. 2950) dove ho preso la funivia per scendere giù al passo. Oggi gran caldo. Domani torniamo a casa. Nonostante il tempo non proprio bellissimo, la settimana di vacanza a Selva di Val Gardena è andata molto bene.
21 agosto 2018 - GRANDE CIR da Selva di Val Gardena
Stefano
Nelle Dolomiti, anche in pieno agosto, è ancora possibile trovare valli appartate e scarsamente frequentate dalla gran folla degli escursionisti: è il caso della Val Chedul che, dalla cresta dentellata dei Cir, scende verso Selva confluendo in Val Lunga all’altezza della Cappella di San Silvestro. Come ultima gita della vacanza scelgo il Grande Cir, elegante scoglio roccioso che monta la guardia da nord al Passo Gardena; lo raggiungerò partendo dall’albergo (m. 1563) e salendo proprio dalla Val Chedul.
Alle 8.10 mi incammino sulla stradina di ghiaietto che, tra prati verdissimi, conduce all’ingresso della Val Lunga. Presso la graziosa Cappella di San Silvestro (m. 1632) svolto a destra e imbocco il sentiero n. 12 che risale nell’abetaia l’erta balza iniziale della Val Chedul. Più in alto il bosco lascia spazio al caratteristico ambiente di ghiaie, pini mughi e prati cosparsi di rocce, all’interno di un anfiteatro naturale incontaminato. Raggiunta una palina in legno, abbandono la traccia principale che prosegue verso il Passo Crespeina e prendo la deviazione di destra; una breve ma ripida rampa su ghiaione permette di guadagnare la soprastante forcella rocciosa (Passo Cir, m. 2462) al cospetto del Gruppo del Sella.
Scavalcata la cresta dei Cir, scendo sull’opposto versante verso il Passo Gardena incrociando frotte vocianti di escursionisti che mi fanno rimpiangere la quiete e il silenzio della Val Chedul. Sulla mulattiera ghiaiata che porta al Dantercepies si incontra la palina che indica la via di salita al Grande Cir.
Una labile traccia si inerpica a zigzag su per il dirupato conoide detritico fino al facile cengione inclinato, protetto con funi d’acciaio (difficoltà EE), che permette di raggiungere una spalla discendente dalla vetta. Si passa quindi sotto alcune sporgenze rocciose per affrontare successivamente altri brevi e semplici tratti attrezzati. Anche qui tanti escursionisti sul percorso, tutti però disciplinati e molto attenti a non smuovere pietre. Davvero bella da quassù la vista della Val Chedul con il sentiero di salita da poco percorso, della Val Gardena e, in lontananza, dell’Alpe di Siusi. Alle 11.40 metto piede sulla vetta (m. 2592) affollata di persone, tra cui molti ragazzini e anche qualche bambino: quasi tutti - giustamente - equipaggiati con caschetto e kit da ferrata.
Infine tranquilla discesa, tra gruppetti che scendono e che salgono, fino al Dantercepies (m. 2298, ore 12.25) dove, presso la stazione della cabinovia che mi riporterà giù a Selva, concludo in modo più che positivo questo trittico di gite dolomitiche.
20 agosto 2018 - CIMA PISCIADU’ dal Passo Gardena
Stefano
Seconda gita della vacanza alla Cima Pisciadù, gigantesca fortezza rocciosa che si erge sopra il primo gradone del Sella sfiorando i tremila metri di altitudine e che, con la sua impressionante parete, incombe sull’omonimo rifugio e sul vicino laghetto.
Dal Passo Gardena (m. 2121, ore 8.10) seguo il sentiero n. 666 che, dopo un primo tratto di ripida salita, costeggia la base della strapiombante muraglia del Sella fino allo sbocco della Val Setùs.
La traccia rimonta a zigzag la stretta e cupa gola fino alla sommità del ghiaione; la soprastante strozzatura rocciosa viene invece superata grazie a molteplici funi d’acciaio disposte su due linee parallele: una da utilizzarsi nella salita e l’altra in discesa (difficoltà EE). Una volta messo piede sulla grande terrazza naturale che costituisce il primo gradone del massiccio, si presenta ai miei occhi la spettacolare bastionata della Cima Pisciadù. Volto a sinistra e in breve raggiungo il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù (m. 2585) e la sottostante conca nella quale si raccoglie l’omonimo laghetto.
Dal rifugio il sentiero n. 666 si porta sulla destra orografica del vallone, proprio sotto la strapiombante parete, e sale per ghiaie offrendo una splendida vista verso il Gruppo del Puez. Più in alto si affrontano facili balze rocciose protette con cavi d’acciaio (difficoltà EE) per poi piegare progressivamente a sinistra ed entrare nella suggestiva Val di Tita. L’ambiente è magnifico, lunare.
Presso la Sella di Val di Tita (m. 2816) abbandono l’itinerario che conduce al Rifugio Boè (segnavia n. 666) e volto ancora a sinistra verso la l’elegante piramide a gradoni sulla cui sommità riesco già a scorgere la croce. Le tacche bianco-rosse mi guidano senza esitazioni attraverso rampe di rocce gradinate e alle 10.05 raggiungo la croce di vetta (m. 2985), piantata sull’estremo lembo settentrionale del Gruppo del Sella.
Spettacolare il panorama sullo sterminato altipiano del massiccio, sul Passo Gardena, sul fondo dell’Alta Val Badia e verso le Odle, il Puez e il Cir. Impressionante infine la visione del Lago e del Rifugio Pisciadù proprio sotto la mia verticale. In lontananza, sotto le nubi, svetta torva la massima elevazione del Sella, il Piz Boè.
Al ritorno seguo lo stesso percorso di salita e, nonostante un po’ di “traffico” nel tratto attrezzato della Val Setus, filo giù veloce verso il Passo Gardena dove giungo poco prima di mezzogiorno. Un’altra bella gita, anche questa fatta con tempo buono e temperature ottimali.
19 agosto 2018 - PIZ DULEDA dal Col Raiser (Santa Cristina di Val Gardena)
Stefano
Anche quest’estate siamo stati una settimana a Selva di Val Gardena e, come l’anno scorso, ho fatto tre gita di media lunghezza in modo tale da avere i pomeriggi liberi. Il tempo si è mantenuto complessivamente buono: quasi sempre bello al mattino; variabile e più instabile nella seconda parte della giornata dove non sono mancati brevi acquazzoni.
Per la prima escursione ho scelto il Piz Duleda, cima maestosa di quasi tremila metri che chiude a occidente il Gruppo del Puez.
A Santa Cristina prendo la cabinovia che porta al Col Raiser (m. 2106) e alle 8.40 mi metto in cammino. Fino al Rifugio Firenze (m. 2037) è una piacevole e ondulata passeggiata su larghe mulattiere di ghiaietto tra pascoli verdissimi e pini mughi.
Dopo il rifugio seguo l’itinerario n. 2 che si incunea nella Val di Roa; tralascio la diramazione di sinistra per la Forcella Roa (segnavia n. 3) e proseguo sul sentiero n. 2 che si inerpica a svolte su un ripido ghiaione guadagnando la suggestiva Forcella di Sieles (m. 2505).
Qui svolto a sinistra e, dopo una breve salita sul filo di cresta (difficoltà EE), percorro un lungo traverso molto panoramico fino a incontrare la palina che indica la deviazione a destra per il Rifugio Puez (segnavia n. 2). Io continuo dritto lungo il costone (tacche bianco-rosse) e sbuco sull’ampia spianata detritica di Forcella Nives (m. 2740) ai piedi del gradone terminale. Una spaccatura tra le rocce permette di scorgere d’infilata la Forcella Roa.
La traccia rimonta infine il ripido spallone meridionale del Piz Duleda fino a raggiungere il crestone est poco a destra della cima che, sull’opposto versante, presenta strapiombi davvero impressionanti. Ancora pochi metri di salita per facili roccette e alle 10.40 sono in vetta (m. 2909).
Nuvole dispettose, che cercano senza troppa fortuna di nascondere il sole, non riescono a impedirmi di ammirare il panorama e i grandiosi scorci “d’alta quota” che si aprono verso le Odle.
Il ritorno lo effettuo per lo stesso itinerario di salita con il tempo che si mantiene sostanzialmente buono e, alle 13 in punto, faccio ritorno al Col Raiser concludendo positivamente questa bella gita in una zona che ancora non conoscevo e che mi è piaciuta molto.
24 agosto 2017 - CIMA PUEZ dal Passo Gardena (ritorno a Selva)
Stefano
Terza e ultima gita della vacanza a Selva sulla Cima Puez in una giornata bella e calda. Alle 8.30, orario di apertura dell’impianto, prendo la cabinovia che porta al Dantercepies (m. 2298), appena sopra il Passo Gardena, e alle 8.45 mi metto in cammino.
Sopra la Baita Jimmy imbocco il sentiero n. 2 che con una ripida serpentina si innalza deciso verso il Gruppo del Cir. Scavalcato uno spallone, attraversa un pittoresco avvallamento ai piedi di affilate guglie rocciose e con un’ultima impennata raggiunge la dorsale al Passo Cir (m. 2462). Taglia poi tutta la testata della Val Chedul fino al Passo Crespeina (m. 2528) da dove appare l’imponente mole della Cima Puez (a destra nella foto) mentre, sopra al piccolo Lago di Crespeina, si staglia la catena delle Odle.
Dopo aver perso sensibilmente quota, procedo con dolci saliscendi sull’ondulato altipiano fino alla pronunciata Forcella di Ciampei (m. 2366) dove incontro il sentiero n. 4 proveniente da Colfosco. Risalgo quindi una caratteristica strettoia per proseguire quasi in piano tra terrazzamenti erbosi e affioramenti carsici; alla mia sinistra si spalanca l’incantevole scenario della Vallunga, gigantesca spaccatura nel cuore dell’altipiano che punta dritta verso la Val Gardena.
Raggiunto e superato il Rifugio Puez (m. 2475), imbocco il sentiero n. 14 che attacca con decisione l’erto pendio alle spalle della costruzione guadagnandone il costone soprastante. Successivamente un traverso a mezzacosta taglia lo scosceso versante sud-occidentale del Col di Puez. Qui, secondo me, c’è un breve tratto molto pericoloso in cui il sentiero si riduce a un’esile striscia tutta pendente sul lato a valle verso il dirupo. Considerata la cura particolare che qui dimostrano per la manutenzione dei sentieri, mi risulta davvero incomprensibile la totale assenza di un cavo di sicurezza o quantomeno di un’adeguata segnalazione all’inizio dell’itinerario. Supero con apprensione questi pochi metri infelici e arrivo alla forcella tra il Col de Puez e la Cima Puez, ai piedi dell’interminabile e faticosa rampa finale che conduce a un intaglio tra i roccioni poco sotto la cima; ancora pochi metri di salita e alle 11.20 sono in vetta (m. 2913).
Dietro la piccola croce rilucente svettano le Odle mentre tra la Val Badia e la Val di Funes si erge solitario il Sass de Putia; un vasto panorama si apre anche in direzione del Sassolungo e del Sella e, ancor più lontano, verso i monti del Cadore.
Al ritorno percorro lo stesso itinerario fino al rifugio, prestando la massima attenzione nel breve tratto insidioso (nella foto); dopodiché seguo il sentiero n. 2/4 in direzione opposta al Passo Gardena.
La traccia procede pianeggiante sul ciglio settentrionale della Vallunga arrivando ai pascoli dell’Alpe di Puez; qui prendo la deviazione a sinistra per Selva. Il sentiero n. 16 discende ora la ripida scarpata fino a sbucare sull’ameno fondovalle dove giungo stanco e assetato: il sole batte forte e, dopo il freddo di inizio settimana, anche sulle Dolomiti è approdato il gran caldo africano. L’acqua di una bella fontana scolpita nel legno mi rimette in sesto; non mi resta che seguire la stradina di ghiaia fino allo sbocco della vallata che, come suggerisce il suo stesso nome, è così lunga da non finire mai.
La graziosa Cappella di San Silvestro (m. 1632), immersa in un paesaggio fiabesco, annuncia l’approssimarsi delle prime case di Selva. Con un finale rilassante tra prati magnifici e caratteristiche staccionate di legno, alle 14 punto faccio ritorno in albergo concludendo nel migliore dei modi anche questa terza e ultima gita della vacanza.
22 agosto 2017 - PIZ BOE’ dal tornante di quota 2053 della SS di Passo Sella
Stefano
Seconda gita della vacanza a Selva sul Piz Boè scegliendo, come percorso di salita, l’itinerario un po’ defilato e poco frequentato che risale la Val Lasties.
Parto alle 7.30 dal tornante di quota 2053 della strada statale del Passo Sella, circa 3 km sotto il valico sul versante fassano. Il tempo è buono e fa un po’ meno freddo di ieri. Inizialmente seguo il sentiero n. 656 che, dopo aver disceso un erto canale di erba e detriti, sale poi in modo deciso costeggiando la base di un’alta parete rocciosa. Attraversato un ruscello d’acqua cristallina si prende quota velocemente sul ripido pendio erboso e, con una serie di tornanti e di traversi dalla pendenza decisamente accentuata, si guadagna il ciglio della scarpata presso il Pian de Siela (m. 2283) dove ci si innesta sul sentiero n. 647 proveniente da Pian Schiavanèis (più comunemente conosciuto come Lupo Bianco).
Una successiva rampa conduce al soprastante ripiano di Plan de Roces oltre il quale si entra nel caratteristico ambiente dolomitico d’alta quota. Il sentiero sale a mezzacosta dapprima lungo un ghiaione, dopodiché rimonta alcuni facili gradoni rocciosi sbucando così sul gigantesco altipiano sommitale che abbraccia l’intero Gruppo del Sella.
Alla Forcella d’Antersas (m. 2839) ci si immette sul sentiero n. 666 proveniente dal Passo Gardena e dal Rifugio Cavazza al Pisciadù e, con un’ulteriore breve salita, si tocca la sommità dell’Antersas (m. 2907). Tra le guglie arditissime e due formidabili barriere rocciose, corre il profondo solco della Val Mezdì che incide il massiccio dal Boè fino ai prati di fronte a Colfosco in Val Badia.
Alle 9.30 sono al Rifugio Boè (m. 2871) ai piedi dell’imponente cupolone che costituisce la massima elevazione del Gruppo del Sella. La traccia ne risale il fianco occidentale, un’immensa distesa di sfasciumi interrotta a metà da una possente fascia rocciosa; per superarla si sfrutta una cengia un po’ esposta ma ben protetta da una salda fune d’acciaio.
Alle 10 in punto raggiungo il Rifugio Capanna Fassa sulla vetta del Piz Boè (m. 3152). Il panorama è grandioso ma a colpire è soprattutto la visione d’insieme di questa gigantesca fortezza di pietra piantata tra le quattro celebri valli ladine nel cuore delle Dolomiti. Sopra gli innocui sbuffi di vapore si staglia maestosa la Marmolada e il Gran Vernel e, più lontani, l’Antelao, il Pelmo e il Civetta.
Al ritorno seguo lo stesso percorso con un’unica piccola ma emozionante variante: il taglio a mezzacosta della parete occidentale dell’Antersas sulla via attrezzata 647A (difficoltà EEA). Non vi sono difficoltà vere e proprie eccetto un brevissimo tratto di due o tre metri fortemente esposto in cui la cengia si riduce a un esile terrazzino della larghezza di neanche un piede: il cavo d’acciaio fornisce una presa salda e sicura ma sarebbe stato certamente sensato e più prudente avere avuto almeno un cordino e un moschettone.
Non mi resta che iniziare la discesa giù per la pittoresca Val Lasties che a salire era ancora tutta in ombra e che ora è piacevolmente riscaldata da un bel sole nuovamente estivo.
L’ultima fatica della giornata, a soli pochi minuti di cammino dalla strada del Sella, me la riserva il ripido canale che all’andata ho percorso in discesa e che adesso, fatto nell’altro verso, mi stronca definitivamente le gambe; ma ormai la macchina è vicinissima e alle 12.30 concludo in maniera più che positiva anche questa seconda bellissima gita.
21 agosto 2017 - SASSONGHER da Colfosco
Stefano
Prima escursione durante una bella settimana di vacanza a Selva di Val Gardena. In totale ho fatto tre gite di media lunghezza cercando di tornare in albergo subito dopo pranzo per passare il pomeriggio con Chiara e Alessandro.
Stamattina fa veramente freddo: al Passo Gardena il termometro della macchina segna un grado. Posteggio di fronte alla pittoresca chiesa di Colfosco (m. 1645) e alle 8.20 mi metto in cammino. Il cielo è azzurro e terso e l’aria fin troppo frizzante.
Percorro inizialmente la ripida stradina sterrata che porta al Rifugio Edelweiss (m. 1832) e poi salgo per i pascoli fino all’imbocco del sentiero n. 4. Poco sopra quota 2100 svolto a destra sul sentiero n. 7 che, con un percorso aereo e suggestivo tra dirupi e pareti rocciose, rimonta lo scosceso fianco sinistro della Valle Stella Alpina per raggiungere l’intaglio della Forcella del Sassongher (m. 2435, ore 9.55), al di là della quale si apre la Val de Juel.
Da qui in avanti il terreno di salita muta profondamente per assumere quell’aspetto “lunare” che accomuna un po’ tutte le cime dolomitiche. La traccia si innalza decisa tra i roccioni, perfettamente segnata con bandierine bianco-rosse; brevi tratti di facile arrampicata sono protetti da robuste e salde funi d’acciaio. Con un’ultima serie di tornanti si risalgono infine le ripide ghiaie sommitali fino a sbucare sull’allungata vetta del Sassongher (m. 2665, ore 10.25) dove sorge un’imponente croce metallica.
Il panorama è strepitoso, sembra quasi di guardare dal finestrino di un elicottero: laggiù è Corvara, centro principale dell’Alta Badia di cui il Sassongher è la montagna simbolo; a oriente spicca la Marmolada con il ghiacciaio imbiancato da una recente spolverata di neve; in basso i verdi prati di La Villa e San Cassiano sono incorniciati dalla bastionata del Gruppo di Fanes; infine, dalla parte opposta, svettano le Odle e il Piz de Puez.
In discesa, dopo aver affrontato con la dovuta cautela il breve tratto attrezzato, aumento sensibilmente il ritmo per cercare di scrollarmi il freddo di dosso e, a mezzogiorno in punto, faccio ritorno alla macchina concludendo positivamente questa prima gita non particolarmente lunga ma assai remunerativa per la varietà dei paesaggi e per i panorami davvero strepitosi.
15 agosto 2009 - RIFUGIO KOSTNER dalla strada Corvara-Campolongo
Stefano, Chiara
Tempo
discreto con nuvole sulle cime.
Partenza dalla strada tra Corvara e il passo Campolongo nei pressi
dello skilift “Crep de Mont”.
Prima parte di salita attraverso abetaie e prati fino all’arrivo
della cabinovia “Boè”.
Poi sentiero su terreno scoperto e roccioso toccando il lago Boè.
Prima del rifugio Kostner ho deviato a destra e, in solitaria, mi
sono diretto a passo spedito verso la cima del Piz da Lech. Intanto
Chiara ha continuato da sola fino al rifugio.
Purtroppo ho dovuto rinunciare alla vetta perché ad un certo
punto mi sono trovato di fronte ad una bastionata rocciosa completamente
verticale superabile solo con l’ausilio di una serie di staffe
molto esposte. Non avendo cordino e moschettone ho preferito non rischiare.
Così ho raggiunto Chiara al rifugio Kostner attraversando l’anfiteatro
del Vallon.
Discesa tranquilla alla macchina per lo stesso itinerario e passando
attraverso nutrite mandrie di mucche.
14 agosto 2009 - RIFUGIO GIUSSANI dalla strada Cortina-Falzarego
Stefano, Chiara
Tempo
buono dopo una notte di violento temporale, con un po’ di nuvole
e nebbie sulle cime.
Partenza dalla strada tra il passo Falzarego e Cortina, nei pressi
del ponte sul rio Bianco.
Ripido sentiero in un bel bosco di abeti e larici che conduce al rifugio
Dibona.
Poi, su ottima mulattiera militare, salita per sfasciumi fino alla
forcella di Fontananegra dove si trovano il cippo al generale Cantore,
il vecchio rifugio Cantore, alcuni baraccamenti militari austriaci
ed il bel rifugio Giussani.
Splendido e grandioso ambiente dolomitico dominato dalle cime delle
Tofane
13 agosto 2009 - GIRO DEL SASSOLUNGO dal Passo Sella (ritorno alla Forcella del Sassolungo)
Stefano, Chiara
Tempo bello e molto
caldo.
Partenza dal passo Sella.
Itinerario che si snoda inizialmente sotto la parete nord del Sassolungo passando
per il rifugio Comici. Dopodiché entra all’interno dell’anfiteatro
tra il Sassopiatto e il Sassolungo, tocca il rifugio Vicenza e rimonta ripidissimo
per sfasciumi fino alla forcella del Sassolungo (rifugio Demetz).
Ambiente molto spettacolare e severo.
Discesa in cabinovia al passo Sella
12 agosto 2009 - CIMA
PUEZ da Colfosco (ritorno a Selva)
Stefano, Chiara
Tempo bello e
tanto sole.
Salita dalla chiesa di Colfosco lungo la valle Stella Alpina fin sull’altipiano
dove abbiamo raggiunto il rifugio Puez. Qui la Chiara si è fermata.
Io ho proseguito raggiungengendo la cima del Puez.
Al ritorno siamo scesi in Vallelunga fino a Selva di Valgardena.
Con le cabinovie siamo ritornati infine a Colfosco
11 agosto 2009 - PIZ
BOE' dal Passo Pordoi (ritorno alla funivia Sass Pordoi)
Stefano, Chiara
Tempo
finalmente buono: un po’ di nuvole ma tanto sole.
Partenza dal passo Pordoi.
Itinerario molto bello, prima attraverso la gola scenografica che
conduce alla forcella Pordoi, poi lungo la cresta fino in vetta al
Piz Boè.
Tantissima gente sulla cima e sui sentieri.
Discesa al rifugio Boè e traversata fino al Sass Pordoi.
Ritorno al passo Pordoi in funivia
10 agosto 2009 - GRANDE CIR dal Passo Gardena
Stefano
Veloce gita pomeridiana
in solitaria dopo una mattinata di pioggia battente.
Tempo finalmente in discreto con sole e nuvole sulle cime.
Ripida salita dal passo Gardena, prima per sfasciumi, poi per una facile cengia
attrezzata e infine per roccette divertenti fino alla croce
9
agosto 2009
- PICCOLO LAGAZUOI dal Passo Falzarego
Stefano, Chiara
Veloce
gita in tarda mattinata durante una breve finestra di tempo appena
discreto.
Al mattino aveva piovuto insistentemente.
Salita dal passo Falzarego al Piccolo Lagazuoi passando per la forcella
Travenanzes.
Discesa in funivia appena in tempo perché infatti riprendeva
a piovere