2 ottobre 2014 – M. PENNA dal Passo dei Ghiffi
Lodovico, Massimo, Dino, Renato, Paolo, Gianfranco, Bruno, Francesco, Paolo C., Sara, Angela, Gianni, Franca
La Staffetta Uleina per festeggiare i 100 anni dell’associazione sta viaggiando a grandi passi verso levante e tra pochi giorni sarà a Ceparana. Incaricato di portare il “testimone” dall’Incisa al Bocco è il vulcanico animatore del gruppo del Giovedì Lodovico.
E’ una bella giornata di sole e siamo in parecchi a presentarci alla partenza di questa tappa che per motivi logistici percorreremo avanti e indietro. Lasciamo le macchine qualche curva più in basso del Passo dei Ghiffi dove c’è una baracca in legno (ma col senno di poi avremmo potuto lasciarle al passo dove transita l’Alta Via) e alle 8,40 risaliamo al crinale. Primo obiettivo andare a recuperare il testimone (il registro dove vengono annotati i nomi dei partecipanti e i tempi di percorrenza di ciascuna tappa) che è stato lasciato ieri al Passo dell’Incisa.
Il sentiero corre a mezzacosta sulle pendici orientali del Monte Pertusa con il Monte Ghiffi alle spalle, la valle del Taro sulla destra e la sagoma del Penna sullo sfondo. Qualche pennellata bianca rompe la monotonia dell’azzurro del cielo.
Alle 9 e mezzo siamo al Passo della Scaletta dove a sinistra si stacca l’itinerario del quadrato giallo (Passo del Bocco – Monte Penna). Noi proseguiamo dritti attraverso le ripide roccette di cresta che con un percorso molto panoramico portano alla Rocca della Scaletta e ci ricongiungiamo al più dolce sentiero del quadrato giallo al Passo dei Porcelletti (o dei Porciletti).
Passo dell’Incisa, ore 11. Si parla già del ritorno, chi farà la variante che passa dal Cantomoro, Spingarda e Prato Mollo e chi tornerà indietro sullo stesso percorso seguendo il senso di marcia ufficiale, ma tutti siamo d’accordo di arricchire la gita con la salita al Penna.
Il bosco si sta tingendo d’autunno, lame di luce attraversano le chiome dei faggi, tante foglie sono già a terra. Risalgo il bosco e quando esco allo scoperto vedo dall’alto la piccola radura dove sorge la nuova caserma forestale, la valle dell’Aveto con i paesi di Casoni e Amborzasco e l’inconfondibile massiccio dell’Aiona. Pochi metri e raggiungo la cappelletta e la grande statua della Madonna. Il gruppo si è sparpagliato e si prepara al pranzo. E’ quasi mezzogiorno.
Scatto una foto alla “nave”, la grande dolina carsica, profonda forse una cinquantina di metri, a forma appunto di nave, nel fondo della quale è stato costruito un altare dove, in una particolare festività locale, viene anche celebrata la S. Messa (fonte www.nonsolotigullio.com). Una volta o l’altra mi piacerebbe vederla da vicino.
E mentre gironzolo a caccia di foto c’è chi terminato il panino vorrebbe ripartire e chi restare: è l’eterno dilemma delle soste in vetta che di solito lasciamo risolvere a Giove. Oggi il dio del tempo non si vuole compromettere e ci regala una brezza leggera che rinfresca appena l’aria e dà ragione agli uni e agli altri.
Lodovico, Bruno e io cediamo le macchine fotografiche a un escursionista e tutti insieme ci mettiamo in posa ai piedi della Madonna. Tredici partecipanti di cui tre per me nuovi, Massimo, Francesco e Paolo secondo. Clic clic clic e lasciamo gli ampi panorami per rientrare nel bosco che riveste le pendici del Penna come un mantello da cui spunta solo il cocuzzolo.
Passo dell’Incisa, 13,10. Paolo si impossessa del testimone nascosto dietro la piccola edicola votiva e scrive sul registro il nome dei partecipanti. Una foto del gruppo conferma l’inizio ufficiale della tappa di oggi: Incisa-Bocco.
Ci dividiamo, i più faranno l’anello che passa da Prato Mollo, Lodovico, Sara, Angela e noi torneremo da dove siamo arrivati. Salvo dividerci ancora al passo dei Porcelletti dove Angela e Sara preferiscono seguire la variante del quadrato giallo che passa nel bosco mentre con Lodovico percorreremo fedelmente l’Alta Via che passa in cresta.
14 aprile 2013 - M. PENNA dalla Caserma Forestale
Gianni, Franca
Due settimane senza gite e oggi il tempo è splendido, dobbiamo approfittarne.
Siamo soli e l’itinerario ce lo inventiamo al momento. Dopo una breve indecisione scegliamo la Val d’Aveto e partiamo alla volta della Caserma Forestale ai piedi del Penna.
La quantità di neve che troviamo è incredibile per la stagione: i cassonetti per l’immondizia sono sepolti. Alle 9 e 20 lasciamo il posteggio e ci avviamo con le ciaspole al Passo dell’Incisa. La neve per ora è buona, né molle né ghiacciata.
Saliamo nel grande bosco di faggi che disegna ombre sottili sulla neve illuminata dal sole e poi dirada e lascia il posto alla cupola rocciosa della sommità.
Trecento metri più in basso si può vedere la radura della caserma forestale. Davanti a noi la grande statua della Madonna e la Cappelletta del monte Penna, il cui nome sembra derivi dal dio celtico Pen, adorato dagli antichi liguri che qui credevano abitasse.
Il panorama è grandioso e tipicamente invernale, le strade sul versante parmense impercorribili. Due ragazzi di Santa Maria di Taro hanno dovuto fare un lungo giro e passare da Rezzoaglio per poter salire.
Ci scattano una foto e ci fanno scoprire nella roccia sotto la Capppelletta una minuscola nicchia con il volto sorridente della Madonna. Mai vista prima!
Dopo una lunga sosta lasciamo la cima e scendiamo velocemente al Passo dell’Incisa, incrociando una numerosa comitiva che sale. Poi seguiamo l'Alta Via per il Passo della Spingarda.
Dapprima una salita e infine i lunghi saliscendi intorno alle pendici del Cantomoro. Il Penna si staglia nel cielo azzurro alle nostre spalle.
Superati i pianori incontriamo un paletto dell’Alta Via quasi completamente sommerso dalla neve che intanto è diventata fradicia e pesante. La ciaspolata si fa faticosa, il percorso ad anello che passa dalla Spingarda e dal Re di Coppe è ancora lungo.
L’itinerario, come ho detto prima, ce lo inventiamo al momento e così decidiamo di fare dietro-front e tornare al Passo dell’Incisa. Seduti sulle nostre ciaspole pranziamo e soprattutto beviamo: il sole caldo mette sete.
Arriviamo alla radura della caserma forestale. Il nuovo rifugio non è ancora ultimato, nell'edificio dell'ex caserma è in funzione un servizio di ristoro.
Nuvole innocue galleggiano in cielo mentre noi ci prepariamo a lasciare una Val d’Aveto che oggi si è vestita col suo abito più bello. Ed è dall'auto che scatto un'ultima foto all'Aiona, una delle cime più significative di questa valle.
25 ottobre 2012 - M. PENNA da Amborzasco
Gianni, Franca
Le previsioni meteo erano ottime e promettevano cielo sereno e tanto sole ma già in auto osserviamo nel cielo grossi nuvoloni che vanno a coprire le cime più alte.
Partiti dalla Chiesa di Amborzasco alle 8,30 scendiamo verso il rio Gramizza (triangolo giallo pieno), attraversiamo il ponticello e risaliamo verso Casoni.
Un lungo tratto nel bosco ci porta alla Caserma del Penna (10,45). Peccato che i lavori di restauro e ingrandimento non siano terminati. La zona è ancora transennata.
Appena superata la Caserma ci ritroviamo sulla strada asfaltata dove notiamo i nuovi cartelli con la bandierina bianco-rossa sistemati dal Comune di S. Stefano in collaborazione con il CAI. Noi cerchiamo il nostro triangolo e riprendiamo a salire ma, poco più in alto, su uno di questi nuovi cartelli, leggiamo "Lago del Penna 0,05". Anche se la gita è lunga cosa sono cinque minuti, dico io, per andare a questo laghetto che non abbiamo mai visto? Cinque più cinque fa dieci. E invece, come grulli, seguiamo un bollo giallo che va verso la Caserma e poi torniamo a mani vuote al punto di partenza: mezz'ora buttata e del lago nessuna traccia.
Manca un quarto a mezzogiorno e siamo al colletto tra il Penna e il Pennino. Laggiù in basso, inquadrato nell'intaglio, nero nell'ombra del Penna che incombe, il Lago del Penna si fa beffe di noi.
Superata la cengia attrezzata con le catene alle 12,10 siamo in vetta. Una nebbia leggera ci avvolge. E' meglio scendere all'Incisa e poi, visto che vogliamo proseguire per il Passo della Spingarda seguendo l'Alta Via, toglierci la salita prima di pranzo.
Alle 13,20 scolliniamo oltre il Monte Nero e confortati da un pallido sole ci fermiamo a mangiare.
In breve siamo al Passo della Spingarda e seguiamo la sterrata segnata con il rombo vuoto giallo (che da Amborzasco sale all'Aiona) che ci porta al Re di Coppe (14,30), dove da qualche anno è stato costruito il riparo Moglia Negretta.
Come ogni volta che passiamo di qui cerchiamo di aprire la porta senza riuscirci. Questa sera, mi dico, scriverò al Parco e chiederò spiegazioni. L'abbiamo visto nuovo di zecca e ora il bel legno brillante si sta già rovinando senza che sia mai servito a qualcuno. E' il caso che dica cosa mi ha risposto il Parco: non è vero che è chiuso, per aprirlo basta girare le maniglie delle due mezze porte contemporaneamente.
Riprendiamo il cammino lungo il segnavia del rombo giallo, ben evidente tranne qualche tratto nelle radure. Poi i prati, di un bel verde brillante nonostante la stagione, la Cappelletta sulle alture di Amborzasco e infine il paese (ore 16).
7 giugno 2012 - M. PENNA dal Passo dei Ghiffi
Renato, Lodovico, Paolo, Dino, Bruno, Cesare, Chiara, Sara, Gianni, Franca
Cielo coperto e nebbia bassa: così si presenta la giornata di oggi. Chissà se in alto riusciremo a bucare la nuvole? Siamo al Passo dei Ghiffi e ci accingiamo a salire al Penna.
Alle 8,25 lasciamo le auto al passo e saliamo sul crinale dove troviamo i segni dell'Alta Via e un bel sentiero pianeggiante che ci accompagna all'Incisa della Scaletta. Risaliamo la crestina rocciosa della Rocca della Scaletta ed entriamo in un bel bosco di faggi.
Senza nemmeno accorgercene superiamo il Passo dei Porcelletti (dove si incontra l'itinerario proveniente da Prato Sopralacroce) e alle 10,50 siamo al Passo dell'Incisa.
Sulla salita finale il nostro gruppetto si frantuma e così a tratti mi ritrovo sola tra i faggi immersa nella nebbia.
Alle 11,20 sono in vetta. La speranza di bucare le nuvole è svanita. Seduti sul basamento in pietra della grande statua della Madonna, bagnati e infreddoliti, consumiamo velocemente il nostro pasto.
Alle 12,30 siamo di nuovo al Passo dell'Incisa. Ora seguiamo l'Alta Via in direzione della Spingarda e, poco prima del passo, svoltiamo a sinistra e seguiamo i tre pallini rossi che scendono al Rifugio Monte Aiona a Prato Mollo.
Il rifugio è aperto e la nuova gestione, tutta al femminile, si presenta accogliente.
Poi, sempre nella nebbia, cerchiamo il sentiero con i tre pallini rossi che, superata la prateria, scende nella faggeta fino ad incontrare l'itinerario per il Passo dei Ghiffi. Attraversato il Ponte Berone sul Rio Gola della Scaletta, poco prima delle 15 siamo di nuovo all'Incisa della Scaletta: l'anello è stato completato.
Le nuvole, che per tutto il giorno ci hanno chiuso nel loro abbraccio, si sfrangiano e liberano squarci di azzurro. Il Penna, che non si era ancora mostrato, rivela ora il suo profilo. Ma ormai la gita sta per finire.
12 maggio 2011 - M. PENNA da Prato Sopralacroce e ritorno al Passo dei Ghiffi
Claudio, Angela, Chiara, Mino, Renato, Franco S., Lodovico, Marco, Sara, Paolo, Dino, Maurizio, Gianni, Franca
Nonostante le previsioni meteo il tempo è stato buono, con sole e nuvole ma niente pioggia.
Lasciamo un'auto al passo dei Ghiffi per abbreviare la discesa di almeno 500 metri di dislivello e partiamo da Prato Sopralacroce alle 8,45 per seguire il segnavia della croce rossa.
Saliamo tranquillamente, prima nei boschi di castagni poi su sterrata fino alla nuova costruzione rosa-beige della malga Zanoni (10,20). Dalla malga seguiamo il sentiero che sale a mezza costa, protetto da catene e ringhiera fino al guado di un ruscello, entriamo nel bosco, incrociamo il quadrato giallo proveniente dal passo del Bocco e raggiungiamo il passo dei Porcelletti (11,30). Qui il segnavia cambia colore: la croce rossa diventa gialla.
A mezzogiorno siamo al passo dell'Incisa e, superato l'ultimo ripido strappo nel bosco, alle 12,45 siamo tutti in vetta al Penna. In lontananza verso il mare c'è foschia e a nord le nuvole limitano il panorama.
La lunga sosta per il pranzo è in vetta, sotto la bandiera tricolore alzata dal nostro amico Lodovico. Alle 13,45 scendiamo verso il passo dell'Incisa, seguiamo l'Alta Via verso il passo della Spingarda e poco prima del passo scendiamo a Pratomollo. Alle 15,30 facciamo una breve sosta ai tavoli davanti al rifugio (chiuso). Dopo aver attraversato il vasto pianoro di Pratomollo scendiamo alla Rocca dei Porcelletti e infine alla costa dei Ghiffi (17)
GIRO
DEL M. PENNA 27 dicembre 2008 - Stefano e Chiara
Partiti
dalla Caserma Forestale abbiamo proseguito per il Passo dell’Incisa
e poi intorno al Penna, nel bosco di alberi argentati dalla neve e
dalla galaverna.
Il freddo insopportabile ed il vento che, a seconda del versante, soffiava
impetuoso, hanno impedito il giro completo.
M.
PENNA e M. AIONA dalla Caserma Forestale
Febbraio
2007 - Stefano e Chiara
Partiti
dalla Caserma Forestale siamo saliti al Passo dell'Incisa ed al Penna.
Sul percorso 20 centimetri di neve ancora dura. Tornati all'Incisa ed indossate
le ciaspole ci siamo diretti sull'Aiona. Il tempo è splendido.
Ritorno dal Re di Coppe su strada completamente innevata.
14
giugno 1987 - M. PENNA da Gramizza
Gianni
Stefano Franca
Gita
voluta da Stefano. Ore tre e mezza di salita attraverso Amborzasco,
Casoni e la foresta del Penna. Tempo buono, itinerario bello e vario.
L'ultimo pezzo dopo il bosco è stato il più interessante
con l'arrampicata sul Pennino e la successiva salita in vetta. In
questo tratto abbiamo trovato due corde fisse. La mamma non è
partita da Gramizza ma ha portato la macchina fino alla Caserma Forestale
dove ci ha aspettato per ultimare la salita insieme. Gita molto bella
in un ambiente suggestivo.
26
ottobre 1986 - M. PENNA dal passo del Bocco
Gianni
Stefano Franca
Abbiamo
proseguito in macchina verso Prato Sopralacroce e ci siamo fermati
quando i segni del Penna hanno lasciato la strada. Gita molto bella.
Tempo buono ma freddo, dal passo dell'Incisa abbiamo trovato la neve.
Per salire abbiamo impiegato tre ore e un quarto e per scendere due
ore e 45. In vetta molto freddo.
31
marzo 1986 – CASERMA FORESTALE – PASSO INCISA –
M. PENNA – PASSO DEL CHIODO
Gianni Stefano Franca
Dalla Caserma Forestale al passo dell’Incisa con gli sci da
fondo, poi sul Penna senza gli sci e di nuovo con gli sci fino al
Chiodo. Tempo incerto: prima nebbia, poi un po’ di sole. Neve
molle e molta gente.
10
marzo 1985 - M. PENNA da Casoni (sci)
Gianni
Franca
Tempo
bello. Abbiamo lasciato la macchina sopra Casoni perchè per
la neve gelata non si poteva proseguire. Abbiamo lasciato gli sci
al passo dell'Incisa. Poi con tanta fatica siamo arrivati in vetta
alle 13. Ne valeva la pena: spettacolo stupendo con la galaverna e
la neve che coprivano la statua della Madonna. Abbiamo incontrato
una cordata del CAI con Pastine. Bella discesa fino alla macchina.
Bellissima gita.
10
aprile 1983 - M. PENNA dalla caserma forestale (sci)
Gianni
Stefano Franca
Dalla
casermetta forestale sopra Casoni siamo andati con gli sci e le pelli
al passo dell'Incisa. Tanta neve ma molle. Sopra al passo abbiamo
lasciato gli sci e abbiamo proseguito la salita al Penna, con molta
fatica perchè si sprofondava. Tempo incerto, nebbia e vento.
Tornati alla casermetta, visto che il tempo era migliorato, siamo
andati con gli sci al passo del Chiodo prima di fare ritorno alla
macchina.
27
marzo 1983 - M. PENNA dal passo dei Ghiffi
Gianni
Stefano Franca
Il
tempo è stato splendido: la Corsica la Gorgona e l'Elba si
vedevano benissimo. Per la salita abbiamo impiegato più di
tre ore con la neve nel bosco nella seconda metà del percorso.
Abbiamo incontrato gente dell'ULE e una mia collega. Nei pressi della
caserma forestale c'era gente sugli sci da fondo.