7 novembre 2013 - M. MONTARLONE e M. ORAMALA da Casanova di Rovegno
Bruno, Paolo, Lodovico, Renato, Elio, Giancarlo, Angela, Sara, Franca
Maccaja, tanto per cambiare. Cielo coperto in città, qualche squarcio di sereno a Casanova di Rovegno. Caldo.
Lasciamo le macchine vicino al cartello in legno con su scritto "Principato di Canfernasca". Pare infatti che un antico mulino di Canfernasca, uno dei sei borghi di cui è costituita la frazione di Casanova, fosse di proprietà dei Doria e quindi chiamato Mulino del Principe.
Il nostro segnavia è la crocetta gialla. Attraversiamo il borgo, un tratto di strada asfaltata e ci inoltriamo nel bosco, sparso, arioso, intervallato da radure (ore 8).
Un quarto alle dieci siamo al Passo di Esola e intercettiamo il pallino giallo che da Barbagelata va ad Ottone seguendo tutto lo spartiacque. Gli alberi completamente spogli, un tappeto di foglie rosse come si conviene all'autunno avanzato e abbastanza caldo da indossare magliette estive: il freddo quest'anno tarda ad arrivare.
Poco dopo, al passo di Ertola, incontriamo anche il rombo giallo che arriva da Rezzoaglio e ci accompagnerà sulla prima cima in programma, il Montarlone.
Improvviso si alza il vento e spinge la nebbia sulla cima. La sosta sul Montarlone dura il tempo di una foto. Nessuna vista, niente di niente.
Scendiamo veloci nel bosco e raggiungiamo il rifugio Foppiano (ore 11 e 10). Hanno disboscato e cataste di tronchi sono già sistemate per essere portate via.
Il diavoletto che alberga nei rifugi prova a fermarci ma noi abbiamo in programma ancora una vetta. Dunque proseguiamo e in breve tocchiamo la seconda cima della giornata, l'Oramala.
Missione compiuta, si torna al rifugio. Accogliente come sempre ci offre riparo anche se il vento si è ora quietato. Mangiamo e chiaccheriamo finchè, all'una e mezza, il dovere ci chiama alla via del ritorno.
Bosco, bosco, bosco. Faggi alti e slanciati e una soffice moquette di foglie. Siamo al Passo di Vallersone. Lasciamo lo spartiacque e scendiamo sul sentiero del quadrato giallo. I guadi si susseguono ricchi d'acqua per le piogge abbondanti, il cielo ha di nuovo squarci di azzurro.
Dopo una camminata di 17 chilometri a cavallo tra le valli del Trebbia e dell'Aveto concludiamo la nostra escursione facendo ritorno a Casanova (ore 15,45).
28 settembre 2012 - M. CASTELLO FANTE - M. GIFARCO - M. ROCCABRUNA da Fontanigorda
Sara, Elio, Renato, Gianni, Franca
In una bella giornata di sole siamo tornati in Val Trebbia. La temperatura è mite e non c'è vento.
Una novità interessante riguarda la segnaletica, cambiata recentemente. Il Passo del Gifarco si chiama ora Passo del Fante. Un nuovo Passo del Gifarco è stato segnato ai piedi del Gifarco. Il cerchio giallo che da Fontanigorda sale alla Roccabruna è stato spostato su un altro itinerario che passa dal nuovo Passo del Gifarco. Il vecchio itinerario che sbucava al Passo del Fante è stato abbandonato.
Alle 8 e un quarto siamo partiti dalla Chiesa di Fontanigorda e, poco sopra il campetto di calcio nel Bosco delle Fate, abbiamo svoltato a destra per seguire il segnavia delle due linee verticali gialle.
Il sentiero sale nel bosco lungo l'articolata cresta nord-ovest del Castello Fante. Rocce a picco verso valle e brevi ripiani dai quali si può osservare Fontanigorda, Casanova di Rovegno e i monti della Val Trebbia.
Superiamo una dopo l'altra alcune balze fino a trovare su una pietra la scritta "Monte Ripa", che è l'altro nome del Castello Fante. Si tratta dell'anticima: le due lineette gialle scendono tra le rocce e le risalgono fino a sbucare sulla minuscola vetta (ore 10,15).
Ora scendiamo sul versante opposto con l'intenzione di seguire il punto-linea giallo. Quando nel dicembre scorso eravamo saliti quassù non avevamo trovato il sentiero e avevamo aggirato la cima inoltrandoci nel bosco. Ora però lo cerchiamo con attenzione e, anche se parecchio stinti, vediamo i segni sulle rocce ripide.
Superato questo tratto con un po' di cautela ci infiliamo nel bosco che circonda la vetta del Castello Fante. Qui abbiamo qualche difficoltà a trovare i segni ma poi raggiungiamo il sentiero principale che collega Barbagelata a Ottone (pallino giallo) e lo seguiamo fino al Passo del Gifarco.
Già la volta scorsa ci eravamo accorti che il Passo del Gifarco era stato spostato qui e il suo posto era stato occupato dal nuovo Passo del Fante, ma ora notiamo che il segnavia del cerchio giallo che sale da Fontanigorda sbuca in questo punto e non, come prima, più in basso.
Il cocuzzolo roccioso del Gifarco è sopra di noi. Tre pallini gialli portano velocemente al breve e ripido salto tra le rocce che precede la cima (ore 11,30). Qui scatto qualche foto: la spada nella roccia con lo sfondo dei monti dell'Aveto, la Roccabruna vicina che tra poco raggiungeremo.
Eccoci infatti sulla Roccabruna, la terza vetta della giornata (ore 12). Mi siedo comodamente sui sassi: è ora di pranzo.
All'una riprendiamo il cammino. La curiosità di scoprire il percorso del nuovo cerchio giallo ci riporta al Passo del Gifarco dove svoltiamo a destra sul nuovo itinerario.
Un tappeto di foglie copre il sentiero che si snoda nel bosco, attraversa un'ampia prateria con tavolo, panche e fontanella e ci permette di osservare, un'ultima volta, la cresta e la cima del Castello Fante prima di raggiungere il Bosco delle Fate.
Poco dopo le 15 siamo alla Chiesa di Fontanigorda a conclusione di una piacevole e interessante camminata.
13 settembre 2012 - M. ORAMALA da Rezzoaglio
Cesare C., Elio, Lodovico, Angela, Sara, Paolo, Dino, Bruno, Gianni, Franca
Oggi saliamo sull'Oramala. Non da Fontanigorda o Casanova di Rovegno, punti di partenza degli itinerari più consueti, bensì da Rezzoaglio: seguiremo i due triangoli gialli come avevamo fatto nell'ormai lontano 2004.
Alle 8,50 lasciamo le auto sul piazzale della chiesa, imponente e ricca di storia e con un campanile altissimo: da sola meriterebbe una visita. L'aria è fredda, il cielo limpido.
Seguiamo i due triangoli gialli ma sono talmente stinti che non si vedono quasi. Superate le case più a valle della borgata di Esola, alle 9,10 attraversiamo l'abitato di Ertola.
Una vecchia mulattiera in buone condizioni ci porta in breve alla Cappelletta di Madonna del Prato, poi entriamo nel bosco e alle 10,35 raggiungiamo Lovari, un nome che credo voglia dire "cacciatori di lupi". Un paesino quasi abbandonato ma ricco di testimonianze di un mondo contadino ormai scomparso.
Superata la bella chiesetta sopra il paese, iniziamo una lunga e tormentata salita nel bosco. I segni stinti non si vedono più e il gps di Sara si rivela utilissimo.
Alle 11,30 scolliniamo sulla dorsale Aveto-Trebbia dove troviamo il segnavia del pallino giallo e pochi minuti dopo siamo al Passo Prati di Foppiano.
Proseguiamo ora per il Passo dello Sbirro e , con un'ultima breve salita, siamo sull'Oramala (12,20) dove, al sole caldo del mezzogiorno, ci fermiamo per il pranzo.
A ovest il panorama è sui monti della Val Trebbia, dall'Antola all'Alfeo e al Lesima, mentre a est sfilano le cime dell'Aveto: Crociglia, Groppo Rosso, Maggiorasca, Penna e Aiona.
Alle 13,20 ci rimettiamo in cammino e, scesi al Passo dello Sbirro, torniamo al Rifugio Prati di Foppiano. Sempre nel bosco e con il segnavia del pallino giallo raggiungiamo il Passo di Vallersone, quello di Ertola e infine il Passo di Esola dove svoltiamo a sinistra sul sentiero della croce gialla (ore 15).
Bosco, radure con qualche mucca al pascolo e una piccola carovana di due cavalli e tre muli con i basti carichi di tronchi d'albero. Una visione d'altri tempi.
Bellissimo infine il paesaggio che ci accoglie uscendo dal bosco: pianori dolci e sullo sfondo i profili del Maggiorasca, del Penna e dell'Aiona.
Attraversiamo la borgata di Esola, con le belle case e l'acciottolato perfetto, e alle 16,20 siamo a Rezzoaglio
19 maggio 2011 - M. GIFARCO e M. MONTARLONE da Fontanigorda
Bruno, Dino, Claudio, Elio, Franco M., Franco S., Cesare D., Renato, Chiara, Angela, Sara, Paola, Paolo, Mino, Giovanni, Gianni, Franca
Tempo buono, solo qualche annuvolamento intorno a mezzogiorno. E pensare che il TG3 dava pioggia e nello zaino avevo messo l'ombrello ...
Portiamo un pò di scompiglio nel bar di Fontanigorda e alle 8,30 partiamo, attraversiamo il bosco delle Fate e seguiamo per il primo tratto il sentiero per il Roccabruna. Raggiungiamo il Passo del Gifarco alle 9,40. E qui facciamo una breve sosta per la focaccia e il vino bianco. Il Gifarco è vicinissimo e in vetta c'è già uno dei nostri che disdegnando la focaccia è corso avanti.
Proseguiamo e poco oltre svoltiamo a sinistra per salire al cocuzzolo roccioso. Uno stretto passaggio ci porta alla cima dove possiamo osservare una curiosa "spada nella roccia".
Una foto al gruppo e scendiamo per riprendere il il comodo e pianeggiante sentiero che tra boschi di faggi ci porta al Passo di Esola (11,30) e al Passo di Ertola (11,45). Ora dobbiamo salire al Montarlone. Il sentiero si inerpica ripido fino a raggiungere il bel pianoro e finalmente la vetta (12,30).
La sosta la facciamo sul prato della cima, con i monti della Val Trebbia e della Val d'Aveto in bella vista.
Alle 13,30 scendiamo ai Prati di Foppiano con il rifugio in legno, la fonte e l'area pic-nic
(13,50). Come sarebbe bello fermarsi un pò sulle panche intorno al rifugio! Invece la fretta ci lascia solo pochi minuti per scattare qualche foto e riprendere la via del ritorno lungo il sentiero nel bosco che contorna alla base il Montarlone.
Alle 15 siamo al Passo di Esola e decidiamo di svoltare a destra per seguire il sentiero con la croce gialla. Una radura nel bosco ci invita ad un'ultima breve sosta (16) poi proseguiamo fino a raggiungere la strada poco sotto Casanova (16,30). Un pò di asfalto e alle 16,50 siamo a Fontanigorda.
8
dicembre 1986 - M. MONTARLONE da Casanova di Rovegno
Gianni
Stefano Franca
Tempo
nebbioso in basso, sole caldo al di sopra dei mille metri. Mare di
nubi sulle valli dell'Aveto e del Trebbia. Abbiamo impiegato circa
tre ore a salire e in vetta abbiamo fatto una lunga sosta e ammirato
il panorama. Sulla via del ritorno abbiamo raccolto un sacchetto di
pietre di ardesia per il presepe. In basso abbiamo incontrato nuovamente
la nebbia. E' stata una bella gita.
13
ottobre 1985 - M. GIFARCO M. ROCCABRUNA da Fontanigorda
Gianni
Stefano Franca
Tempo
bello ma tanto caldo. Siamo prima saliti al Gifarco e poi sul Roccabruna
e nel percorso abbiamo incontrato una comitiva dell'ULE. Abbiamo raccolto
un pò di castagne e mangiato mirtilli. Una bella gita.
9
gennaio 1983 - M. ROCCABRUNA e M. GIFARCO da Fontanigorda
Gianni
Franca Stefano
Partiti
da Fontanigorda (bosco delle Fate) abbiamo trovato tempo bellissimo
e piuttosto freddo. Appena un velo di neve su parte del tragitto.