13 ottobre 2023 - CIMA SEIRASSO e ROCCA DELL’INFERNO da Prato Nevoso
Stefano
Gita decisa il mattino stesso e quindi partenza in auto da casa relativamente tardi.
Lascio la macchina presso la stazione della cabinovia Rossa di Prato Nevoso (m. 1550) alle 9.40 e mi incammino con il sole già alto lungo la pista da sci che porta alla Balma. Le mucche approfittano di queste belle giornate assai più estive che autunnali per le ultime pascolate all’aria aperta prima di essere trasportate nelle grandi stalle giù in pianura.
Al Colle della Balma (m. 1886) seguo in discesa la strada pastorale di servizio ai molti alpeggi sparsi in zona, per poi imboccare a destra la sterrata in salita che passa sotto il Dente del Seirasso e che dà accesso a una grande conca pascoliva (Gias Seirasso, m. 1926). Nel cielo sereno ma non limpidissimo si stagliano le due cime che salirò oggi: il Seirasso (tutto a sinistra) e la Rocca dell’Inferno (all’estrema destra).
Risalgo ora la valletta parallela alla cresta seghettata del Seirasso fino a raggiungere - dopo un breve traverso - la marcata insellatura (m. 2346) che separa il bacino idrografico del Corsaglia dal vallone del Torrente Ellero. L’imponente Punta Marguareis domina incontrastata il panorama a occidente mentre i più modesti e dolci profili delle Cime di Serpentera sono incorniciati in lontananza dalla catena delle Marittime. Alle 12 in punto sono in vetta al Seirasso (m. 2436), con il Mondolè davanti e con il Mongioie alle spalle.
Decido per il ritorno di percorrere un piccolo anello e scendo così per la cresta settentrionale che procede abbastanza arcigna verso la Rocca dell’Inferno, un’elegante cuspide calcarea perfettamente conica e apparentemente di difficile accesso. In realtà un canalino appena accennato permette di forzarne il lato sud-orientale senza eccessive difficoltà (EE/F). Maggiore attenzione va prestata in fase di discesa, soprattutto a causa della scarsa qualità della roccia che tende a frantumarsi. La punta (m. 2307) ha un aspetto disadorno, carsico ed è ricoperta da una bianca pietraia che ricorda gli spalti di guerra visitati quest’estate sull’Ortigara. Dalla Rocca dell’Inferno scendo a vista verso il fondo della valletta dove trovo un evidente sentiero; in breve raggiungo il Gias Seirasso. Questo anello - fatto oggi per la prima volta - è molto interessante e merita di essere ripetuto, soprattutto nella stagione di fioritura dei rododendri che qui tappezzano molti pendii.
Non mi resta che percorrere a ritroso l’itinerario dell’andata e alle 14.30 faccio ritorno alla macchina. La gita è stata molto bella, panoramica, non troppo lunga e neppure troppo faticosa, con quel pizzico di emozione nel breve passo di arrampicata alla Rocca dell’Inferno che ha dato più sapore alla giornata.
2 marzo 2017 - CIMA SEIRASSO da Prato Nevoso
Stefano, Roberto
Due settimane dopo la Baussetti, nuova ciaspolata con Roberto in una magnifica giornata di sole. Alle 5.45 ci diamo appuntamento ad Altare dove lasciamo una macchina e dove decidiamo per un cambio di percorso: invece della Bertrand che avevamo in programma, faremo il Seirasso da Prato Nevoso (m. 1550).
Roberto è sempre stato un po’ scettico sulle gite che partono dalle stazioni sciistiche ma oggi dovrà ricredersi; alle spalle del comprensorio del Mondolè e del Colle della Balma (m. 1886), si apre infatti uno splendido anfiteatro incorniciato da sei cime disposte a ferro di cavallo: il Fantino, il Lusco, la Ferlette, la Brignola, il Seirasso e il Mondolè. Tra il Monte Fantino e l’altipiano di Prato Nevoso corre la profonda forra del Rio Sbornina che, con un salto di oltre seicento metri, raggiunge il fondovalle Corsaglia in località Stalle Buorch.
L’aria è fresca e la neve si mantiene bella compatta. Un breve traverso sotto il Dente del Seirasso dà accesso alla grande conca pascoliva che ospita un alpeggio (Gias Seirasso, m. 1926). In fondo alle dune innevate spicca la cuspide rocciosa della Rocca dell’Inferno mentre alla nostra sinistra, come un vulcano sopra un mare increspato, si erge la meta della nostra escursione.
Risaliamo ora i dolci pendii in direzione della marcata insellatura che separa la quota 2422 dalla Cima Seirasso. Una rampa un po’ più accentuata, seguita da un pittoresco varco tra le rocce, immette nella conca superiore che attraversiamo sotto un sole sfolgorante.
Alla base del ripido traverso che porta al colletto est del Seirasso (m. 2346) togliamo le ciaspole, che ci sarebbero di impiccio, e calziamo i ramponi. Roberto, al suo battesimo con questi attrezzi, inizia a litigare con un rampone riottoso che si divincola ripetutamente dalla suola dello scarpone; e alla fine ad averla vinta sarà proprio il rampone. Per fortuna nell’ultimo tratto tra il colletto e la cima, in piena esposizione sud, la neve è talmente marcia che si salirebbe tranquillamente anche con le ciabatte.
Dopo tre ore e mezza di salita (ore 11.15) raggiungiamo la vetta del Seirasso (m. 2436) sullo spartiacque Corsaglia-Ellero al cospetto di un panorama meraviglioso. A est le Alpi innevate terminano con la cima dell’Antoroto. A sud la dorsale tra il Corsaglia e l’Ellero prosegue fino al Mongioie con alcuni saliscendi passando per la Brignola. A sud-ovest, attraverso il Passo delle Saline, si vede d’infilata il dentino della Missun sopra il Bosco delle Navette mentre la Cima delle Saline mostra da questa prospettiva il suo versante più suggestivo. A nord c’è il Mondolè, la montagna simbolo del Monregalese, sulla cui vetta convergono tre vallate: la Val Corsaglia, la Val Ellero e la Val Maudagna, con quest’ultima che si incunea tra le prime due terminando appunto al Mondolè. A ovest si staglia la catena delle Marittime e, molto più vicino, il Gruppo del Marguareis.
La parte alta di discesa è divertente e velocissima e in pochi minuti ritorniamo al punto dove abbiamo lasciato le ciaspole. Da qui in avanti, nuovamente con le ciaspole ai piedi, ripercorriamo l’itinerario dell’andata fino a ritrovare la strada pastorale che collega l’antica malga di Sella Brignola al Colle della Balma. La risalita alla Balma è come sempre piuttosto faticosa; il sole batte forte e in alcuni tratti soltanto un’esile lingua di neve ci consente di procedere senza togliere le ciaspole.
Una volta scollinati in Val Maudagna ci immettiamo sulla pista di collegamento tra Artesina e Prato Nevoso e la percorriamo diligentemente sul bordo nonostante la presenza degli sciatori sia veramente esigua. Presso la partenza delle seggiovie Caudano-Vallon e Rosso (e dopo 2.45 ore di discesa) concludiamo la nostra ciaspolata; così come due settimane fa nell’appartata Val Casotto, anche oggi le condizioni ottimali del tempo e della neve ci hanno permesso di fare una gita pressochè perfetta.
16 aprile 2016 - CIMA SEIRASSO da Prato Nevoso
Stefano
La neve che cade a fine stagione ha sempre vita breve e così è stato quest’anno. Le abbondanti nevicate di fine febbraio e di inizio marzo sembravano aver risollevato le sorti di un inverno davvero fallimentare per le montagne del Piemonte. Eppure la coltre nevosa, che sulle Alpi Liguri superava il metro di spessore, non è durata neanche un mese: tutti i pendii esposti a sud sono praticamente già asciutti mentre sui versanti nord è in atto una rapida fusione del manto. La nota positiva è che, in buona parte, si è colmato il preoccupante deficit idrico accumulato tra l’autunno e la fine di gennaio 2016.
Oggi è l’ultima occasione per una gita con le ciaspole e la scelta cade su un itinerario semplice e remunerativo, la Cima Seirasso da Prato Nevoso.
Posteggio la macchina nel piazzale delle due seggiovie “Rosso” e “Caudano” (m. 1550) e, ciaspole ai piedi, risalgo le piste da sci fino al Colle della Balma (m. 1886).
Al colle, sullo spartiacque Maudagna-Corsaglia, tolgo le ciaspole e seguo in discesa la strada pastorale per la Sella Brignola che taglia a mezzacosta tutto il versante orientale del Mondolè. Sotto il Dente del Seirasso abbandono la strada e, di nuovo con le ciaspole, raggiungo il vasto anfiteatro che ospita un alpeggio (Gias Seirasso, m. 1926).
Risalgo ora i dolci pendii in direzione della marcata insellatura che separa la quota 2422 (a sinistra) dalla Cima Seirasso (a destra). Un manto uniforme di neve portante consente una progressione rapida e poco dispendiosa, al punto che potrei procedere tranquillamente senza ciaspole (e in discesa farò così).
Una rampa un po’ più ripida sormontata da un breve passaggio tra le rocce dà accesso alla conca superiore. La giornata è bella e relativamente calda e, fino a qui, sono sempre stato al riparo dal vento. In lontananza si vedono file di nubi basse risalenti dal Golfo Ligure, avvisaglia di un peggioramento del tempo che si manifesterà nei prossimi giorni.
A un certo punto tolgo definitivamente le ciaspole perché mi sarebbero di impiccio sul ripido traverso che sbuca al colletto est del Seirasso (spartiacque Corsaglia-Ellero, m. 2346) e anche perché l’ultimo tratto di salita, tra il colle e la vetta, è completamente privo di neve.
Sulla cima (m. 2436) spira da occidente un forte vento, fortunatamente non freddo. La visibilità è ottima in tutte le direzioni: a nord il Mondolè; a ovest le Saline, il Marguareis e, più lontani, l’Argentera e il Matto; a sud il Pizzo d’Ormea e il Mongioie.
Dopo una rapida discesa al colletto est del Seirasso, ripercorro a ritroso il traverso per andare a recuperare le ciaspole che però lego allo zaino: la neve infatti è talmente spettacolare che si cammina benissimo anche senza. Anzi, dove la pendenza lo consente, è possibile “sciare” con le suole degli scarponi. Una pozza d’acqua ghiacciata raccolta tra distese di neve immacolata rende ancor più suggestivo questo piccolo anfiteatro. La discesa è divertente e velocissima: che spettacolo se potessi avere un paio di sci!
Al Gias Seirasso termina la copertura nevosa che si ripresenta poi, ma solo per poco, a monte della strada per la Balma. Superato il Colle della Balma ritrovo ancora la neve che però è presente soltanto sulla pista da sci. Le lance automatizzate del nuovo impianto di innevamento artificiale di Prato Nevoso mi accompagnano nell’ultimo tratto di discesa. Anche quest’anno la stagione della neve (brevissima) è finita: arrivederci alle ciaspole al prossimo inverno.
23 maggio 2013 - CIMA SEIRASSO dal Ponte Murato (Rastello)
Stefano
Bella escursione in Valle Ellero in un ambiente reso suggestivo dai contrasti cromatici tra il bianco della neve e il verde dei prati. La schiena sta migliorando anche se per questa gita scelgo ancora un percorso facile: su comoda strada pastorale nella prima parte, su dolci pendii prativi e su un po’ di neve nella seconda parte.
Parto alle 7.30 dal Ponte Murato (mt. 1242) che si trova 5 km sopra la piccola borgata di Rastello. Questo antico ponte, oggi ricostruito, è stato nella storia un punto di passaggio obbligato. Qui transitava infatti la "Via del Sale": questa antica strada partiva da Albenga, saliva al Col di Nava, scendeva a Ponte Nava, risaliva poi a Carnino, varcava il Passo delle Saline e scendeva in Valle Ellero per proseguire infine fino ad Alba.
Dopo un’ora di cammino raggiungo la Porta di Pian Marchisio (mt. 1634) che dà accesso allo splendido anfiteatro in fondo al quale si staglia la Cima delle Saline. Con percorso pianeggiante attraverso il vasto ripiano prativo costeggiando il corso dell’Ellero.
Alla mia destra, sovrastato dall’omonima punta, si trova il Rifugio Havis de Giorgio-Mondovì: completamente ristrutturato nel 2008, è dedicato alla memoria dell'alpinista monregalese Havis de Giorgio caduto nell'Africa Orientale Italiana nel 1939.
Attraversato l’Ellero su di un ponticello in legno risalgo i pendii prativi in direzione nord-est. Molto belli i contrasti cromatici tra il verde intenso dei prati e il bianco della neve che è ancora presente in buona quantità alle alte quote.
Raggiungo la dorsale di spartiacque Ellero-Corsaglia poco a nord-ovest della Cima Seirasso. La neve è di tipo invernale, per nulla trasformata, e ogni passo è un’incognita: regge o si sprofonda? Fortunatamente sull’ultima rampa la neve è ancora dura e alle 10.30 sono in vetta al Seirasso (mt. 2436).
La discesa al fondovalle Ellero, giù per i morbidi prati, è comoda e veloce. Mi godo il ritorno in un ambiente rilassante, accompagnato dai fischi delle marmotte e allietato da un bel tepore primaverile.
28 aprile 2012 - CIMA SEIRASSO da Prato Nevoso
Stefano, Franca
Alle 7,30 siamo a Prato Nevoso alla partenza della seggiovia Rosso. Le previsioni parlano di temperature elevate, però a quest'ora fa piuttosto fresco e non ho il coraggio di lasciare pile e giacca a vento in auto: errore non da poco visto che poi dovrò trascinarmeli inutilmente sulle spalle.
Ben presto indossiamo le ciaspole: la neve fradicia ci fa sprofondare. Al Colle della Balma le sistemiamo gocciolanti sugli zaini e proseguiamo sulla sterrata priva di neve che scende a mezzacosta nel Vallone del Rio Sbornina.
Più avanti abbandoniamo la strada per raggiungere, in alto sulla destra, l'alpeggio Seirasso: l'ambiente è splendido.
Rimesse le ciaspole rimontiamo i dolci pendii mentre davanti a noi si innalza la bianca e rocciosa Cima Seirasso. Tutto intorno a noi vaste e stupende distese innevate.
Ci teniamo alti tagliando a mezzacosta le pendici est del Seirasso. Il riverbero del sole sulla neve immacolata ci abbaglia: per proteggermi la testa non trovo di meglio che infilare il berretto di lana.
Al colletto est del Seirasso svoltiamo a destra e, con una breve salita su per il crinale sgombro di neve, raggiungiamo la vetta del Seirasso (ore 10,45). Tra le velature del cielo ci godiamo una vista superlativa sul Mongioie e sul roccioso massiccio del Marguareis.
Al ritorno scendiamo giù per l'ampio e facile canale che separa la Cima Seirasso dalla quota 2422. Arrivati alla sterrata sotto il gias, la ripercorriamo in salita fino alla Balma.
Infine, tra fango e neve fradicia, alle 12,50 facciamo ritorno a Prato Nevoso.
24 marzo 2012 - CIMA SEIRASSO da Prato Nevoso
Stefano
Avendo poco tempo a disposizione ho scelto una gita veloce, semplice e molto bella.
Sono partito alle 7.45 da Prato Nevoso (piazzale delle seggiovie Rosso e Caudano) e, percorrendo le piste battute, ho raggiunto velocemente il Colle della Balma.
Dalla Balma si ha una dettagliata panoramica sull'itinerario da seguire: per raggiungere il Seirasso occorre risalire i pendii innevati che conducono alla sella tra la quota 2422 (a sinistra) e la Cima Seirasso (a destra); infine per cresta si guadagna la vetta.
Dopo aver percorso un tratto della strada pastorale diretta ai Laghi della Brignola, sono salito sulla destra all'alpeggio Seirasso situato al centro di una conca meravigliosa.
Rimontando dolci distese immacolate alternate a pendii appena un poco più ripidi, sono pervenuto al colletto est del Seirasso sulla displuviale Corsaglia-Ellero.
L'ultimo tratto di salita l'ho percorso senza ciaspole poichè totalmente sgombro di neve: alle 9.50 sono giunto in vetta.
Nel frattempo il cielo si è rannuvolato: ciò non mi ha impedito di avere una buona visuale sulla dirimpettaia Cima delle Saline e sul più lontano Marguareis.
La discesa fino al Gias Seirasso è stata veloce e divertente. Un po' più faticosa la successiva risalita al Colle della Balma.
Infine, scendendo lungo le piste da sci ormai scarsamente innevate, ho fatto ritorno a Prato Nevoso (ore 11.50).
1 maggio 2011 - CIMA SEIRASSO da Prato Nevoso
Stefano
Splendida giornata di sole e ancora tanta neve sul versante settentrionale delle Alpi Liguri.
Sono partito da Prato Nevoso (piazzale della seggiovia Rosso) alle 7.45 e, procedendo abbastanza veloce su neve dura e compatta, alle 8.30 sono arrivato alla Balma.
Dalla Balma ho seguito la sterrata che si inoltra a mezzacosta nell'alto Vallone del Rio Sbornina, per poi abbandonarla e risalire al Gias Seirasso (mt 1970).
Questo tratto di percorso, esposto a sud, è ormai praticamente sgombro di neve.
Dopo il Gias Seirasso il manto nevoso è invece continuo e decisamente abbondante.
Ho risalito il bellissimo valloncello dominato ad est dalla Cima Seirasso e, tagliandone a mezzacosta i ripidi pendii (con grande fatica poichè sprofondavo
nella neve fino alle ginocchia), sono pervenuto al colletto est del Seirasso (mt 2346, tra la quota 2422 e la Cima Seirasso).
Alle 10.10 sono giunto in vetta al Seirasso (mt 2436), sullo spartiacque Ellero-Corsaglia.
Splendida la vista su tutte le Liguri (in particolare Mongioie e Saline) e sulle Alpi Marittime.
Discesa veloce e divertente fino al Gias Seirasso, poi marcia più lenta e faticosa fino a Prato Nevoso.
Alle 12 in punto sono arrivato alla macchina.
16 maggio
2010 - CIMA
SEIRASSO dal Ponte Murato (Rastello)
Stefano
Finalmente
una bella giornata di sole, la prima del mese di Maggio!
Avevo in programma la Cima della Brignola ma mi sono ritrovato per
errore sulla Cima Seirasso.
Partenza alle ore 7 dal Ponte Murato sopra Rastello.
Veloce salita lungo la carrareccia sterrata fino al Piano Marchisio.
Bella la visione del rifugio Mondovì sovrastato dalle pareti
“dolomitiche” del massiccio delle Saline.
Nei pressi del rifugio ho attraversato il torrente Ellero su un ponticello
in legno e sono salito ripidamente per prati al Gias Bellino.
Successivamente la marcia è diventata molto faticosa.
A 2000 mt. di quota ho infatti trovato la neve che è diventata
subito abbondante.
Sprofondando a volte fino al ginocchio ho guadagnato il crinale Mondolè-Mongioie
inaspettatamente a nord della Cima Seirasso.
Verificata l’impossibilità di raggiungere la lontana
Brignola a causa della troppa neve, ho optato quindi per la bella
Cima Seirasso.
Alle ore 10 sono arrivato sulla vetta da cui si gode un panorama eccezionale.
Poi discesa a rotta di collo fino al Piano Marchisio e veloce marcia
di ritorno lungo l'interminabile valle Ellero.
Rientro alla macchina alle ore 12.