27 febbraio 2019 - CIMA DELLA BRIGNOLA da Prato Nevoso
Stefano, Roberto
Quella di oggi, al novantanove per cento, è stata l’ultima ciaspolata di questo strano inverno che, a parte qualche giornata fredda in dicembre, è durato soltanto due settimane: l’ultima di gennaio e la prima di febbraio; per il resto tanto sole e temperature fortemente sopra media. Io non mi lamento: ho fatto dei bei giri in bicicletta e ho risparmiato parecchio di riscaldamento. Del resto oggi pomeriggio, a 1500 metri di quota, la colonnina di mercurio sfiorava i 20 gradi! Se la conca del Prel mostra segni di grande sofferenza con enormi spazi verdi un po’ dappertutto, le piste di Prato Nevoso risultano ancora pressoché perfette, grazie a un ottimo lavoro quotidiano di preparazione e al solido fondo di neve artificiale creato tra novembre e dicembre.
Alle 7.30, ciaspole ai piedi, ci incamminiamo dal parcheggio delle seggiovie Rosso e Caudano (m. 1550) e risaliamo la pista da sci fino al Colletto della Balma (m. 1886). Il tratto iniziale della stradina per gli alpeggi della Brignola e della Spa, nonostante la sfavorevole esposizione a sud-est, è ancora innevato ma qui ormai siamo veramente al limite.
All’imbocco del vallone la situazione migliora: la neve non è tantissima ma per oggi basta e avanza; e poi l’ambiente è stupendo. La stradina rimonta il fianco sinistro orografico della vallata del Rio Brignola e termina all’ingresso del grande anfiteatro superiore. Una fresca brezzolina mantiene la temperatura su valori accettabili e impedisce alla neve di mollare: il manto è compatto e saliamo bene senza sprofondare.
Dopo aver disegnato un grande arco sui dolci declivi del versante sinistro della conca, puntiamo decisamente verso la Cima della Brignola sopra la quale splende un sole accecante. Un ultimo tratto sensibilmente più inclinato ci consente di guadagnare l’ampia dorsale di spartiacque Corsaglia-Ellero proprio ai piedi del panettone sommitale. Nonostante la rampa conclusiva sia tutta ghiacciata, riusciamo a passare senza dover mettere i ramponi e alle 11.30 siamo in vetta (m. 2472).
Splendido è il panorama sulle vicine cime monregalesi, verso il Marguareis e le Marittime, e sugli imponenti spalti rocciosi del versante nord del Mongioie. La cima è accarezzata da un’arietta certamente non fredda ma che a star fermi fa venire freddo. Io che sono freddoloso scendo quasi subito e aspetto Roberto sotto il ciglio del crinale: qui al riparo dal vento e al sole caldo di mezzodì si sta che è una meraviglia!
Per il ritorno ci portiamo al centro del vallone dove troviamo ancora buona neve, almeno fino all’antica “sella” in pietra della Brignola (m. 1930). La risalita dal fondo della gola verso il Colletto della Balma, tutta su neve marcia e in via di disfacimento, è invece monotona e spossante.
Molto più piacevole è l’ultima discesa su Prato Nevoso, dapprima seguendo la pista e infine con una piacevole digressione tra gli abeti giù per il vecchio tracciato dell’ormai dismesso skilift “Rosa”.
Alle 15 in punto, dopo circa 20 km e 7 ore effettive di cammino, concludiamo questa lunga gita e, a meno di improbabili colpi di scena, anche la stagione invernale 2018/2019: che, nonostante la poca neve caduta e le temperature spesso primaverili, ci ha permesso ugualmente di fare delle belle ciaspolate.
24 ottobre 2018 - CIMA DELLA BRIGNOLA da Prato Nevoso
Stefano
Giornata quasi estiva sulle montagne del Monregalese, con cielo terso e neanche una nube all'orizzonte; solo i colori dei larici e i mantelli dei camosci tradiscono la stagione autunnale ormai inoltrata.
Parto da Prato Nevoso (parcheggio delle seggiovie Rosso e Caudano, m. 1550) alle 8.10 e, dopo aver scollinato al Colletto della Balma (m. 1886), seguo in discesa la strada pastorale fino a raggiungere il fondo del vallone dove scorre il Rio della Brignola. Quindi ripida risalita sul fianco sinistro (orografico) passando per l’antica “sella” in pietra della Brignola (m. 1930). Un’ultima balza conduce all’ingresso del grande anfiteatro superiore dove termina la strada e dove guado il rio.
Procedo ora in leggera ascesa tra piccole pozze d’acqua e rocce montonate (segni bianco-rossi) fino a toccare la sponda del Lago della Brignola (m. 2144), situato in una bella conca ai piedi della bastionata calcarea che cinge a nord la cima soprastante. Dal lago, sulla cui superficie si specchia la est del Seirasso, salgo al Bocchino della Brignola (m. 2256) da cui parte una labile traccia segnalata con ometti che porta in vetta (difficoltà EE): occorre prestare solo un minimo di attenzione all’attraversamento a mezzacosta di un ripidissimo pendio detritico sotto l’anticima orientale. Il cielo azzurro e l’atmosfera tersa regalano una nitida visuale delle ultime balze alpine protese verso la pianura, con il “dente” del Fantino in bella evidenza.
Alle 11.15 raggiungo la croce di vetta, fino a qualche anno fa posizionata leggermente più in basso sul declivio che guarda Prato Nevoso e ora piantata invece nel punto esatto di massima elevazione della Brignola (m. 2472). Splendido panorama sulle vicine cime monregalesi, verso il Marguareis e le Marittime e sugli imponenti spalti rocciosi del Mongioie.
Tornato giù al Bocchino della Brignola, decido di compiere un anello scendendo nel vallone del Raschera che a mio avviso contende all'alta Valle Ellero la palma di più bella vallata delle Alpi Liguri. L'ambiente è meraviglioso e i larici colorati d'autunno incorniciano la grande parete del Mongioie. Intercettata la vecchia e originaria mulattiera, la seguo finché incrocia una pista forestale di recente costruzione. Quest’ultima digrada a tornanti nel lariceto sbucando sull'ameno e pittoresco ripiano del Gias Pisciasso (m. 1663, ore 12.45).
Giunto presso il ciglio di un deciso "salto" del vallone, abbandono l'antica mulattiera che, tra la vegetazione esuberante e gli alberi schiantati dalle grandi valanghe del 2009 e del 2013, scende avventurosamente alla "sella" della Piagna; e con un breve percorso a mezzacosta su comoda pista forestale raggiungo l'alpeggio della Spa (Sella Spa, m. 1709), al centro di un bellissimo anfiteatro sbarrato a nord dalla poderosa costiera del Monte Fantino. In alto, una piccola cuspide rocciosa indica l'insellatura che devo raggiungere per svalicare verso la Balma. Salgo faticosamente sotto un sole implacabile che sembra fregarsene del calendario mentre tra i larici che ammantano le pendici di Punta del Lusco crepitano le fucilate di una battuta al camoscio; e, tutto sommato, questa specie di “concerto” mi tiene compagnia dopo ore di totale solitudine. Alle 13.45 finalmente scollino (Colle Dente della Brignola, m. 1952) e al termine di una breve discesa passo il Rio della Brignola vicino a una malga di recente costruzione (Alpe Brignola, m. 1820) dove chiudo l’anello.
Non mi resta che affrontare l’ennesima salita della giornata fino al Colletto della Balma e infine scendere a Prato Nevoso (ore 15.25) dove, dopo 25 km e più di 7 ore di cammino pressochè ininterrotto, concludo questa lunga e bellissima gita.
23 giugno 2013 - CIMA DELLA BRIGNOLA da Prato Nevoso
Stefano
Anche oggi ho poco tempo a disposizione e perciò parto molto presto (ore 6.20) dal piazzale delle seggiovie Rosso e Caudano di Prato Nevoso (mt. 1550).
Veloce salita al Colle della Balma (mt. 1883) e poi strada pastorale fino all’antica malga di Sella Brignola (mt. 1930). Tantissimo verde ovunque, alcuni nevai che resistono nelle pieghe dei monti e belle fioriture di rododendro (anche se speravo di vederne di più).
Raggiunto il soprastante ripiano erboso antica sede di un lago colmato (mt. 2084), abbandono a sinistra il sentiero per il Bocchino della Brignola e proseguo sulla destra in direzione del Colletto Seirasso-Brignola: ambiente molto bello e riposante con ruscelli, morbidi prati e tappeti di fiori.
Al Colletto Seirasso-Brignola (spartiacque Corsaglia-Ellero, mt. 2330) svolto a sinistra e alle 8.35 sono in vetta (mt. 2472). Mattinata splendida senza una bava d’aria, fresca al punto giusto. Bel panorama soprattutto sul vicino Mongioie: tra poco però, come è consuetudine nelle Liguri nella stagione estiva, nebbie e vapori risalenti dalle vallate avvolgeranno le cime.
Sulla via del ritorno incontro molti escursionisti che salgono, chi verso i Laghi della Brignola, chi verso il lontano Mongioie. Quasi tutti partono dalla Balma e infatti il parcheggio è pieno di auto: io, che non mi fido a portare la macchina sulla sterrata che sale dal Prel, continuo a preferire la partenza da Prato Nevoso (una trentina di minuti di salita in più).
1 giugno 2013 - M. FANTINO da Camperi (Val Corsaglia)
Stefano
Oggi sono andato in Val Corsaglia in una splendida giornata che profuma quasi di estate. L’idea è quella di esplorare il selvaggio Vallone del Raschera e magari raggiungere la Ferlette o la Brignola.
Posteggio la macchina lungo la sterrata tra le case di Camperi e il ponte di Borello (mt. 910) e mi metto in marcia nell’aria frizzante del primo mattino.
Lasciato a sinistra il Ponte del Murao e raggiunte le Stalle Buorch (mt. 1049), seguo la pista forestale che risale con decisione il fianco destro orografico del vallone: a Sella Piagna (mt. 1390) mi accoglie un bel sole caldo.
Trascuro la deviazione per Sella Spa e continuo lungo il sentiero E1 (segni bianco-rossi) che, dopo aver superato una balza rocciosa, attraversa il Rio Raschera portandosi sulla sponda opposta. Qui mi devo fermare: non c’è una passerella e il guado si presenta quanto mai avventuroso. Il torrente scende impetuoso e spumeggiante tra pietroni lisci e bagnati e ad un’eventuale caduta nell’acqua gelida non voglio manco pensare. Senza rimpianti faccio dietro-front e torno a Sella Piagna: nuovo obiettivo di giornata il Monte Fantino.
Questa caratteristica montagna, che si innalza dal fondovalle Corsaglia con una severa bastionata, ha per destino quello di essere poco frequentata: temuta in inverno a causa della sua cresta affilata e a tratti esposta; snobbata in estate perché circondata da cime ben più elevate. Ed è un peccato perché esteticamente è proprio una bella vetta.
Da Sella Piagna salgo velocemente alla conca pascoliva di Sella Spa (mt. 1701) che si distende tra la Punta del Lusco e l’aspra costiera del Fantino. Proseguendo la salita lungo verdissime distese prative raggiungo la Sella Brignola (mt. 1933) che separa la Punta del Lusco dalla dorsale sud-occidentale del Monte Fantino. La dorsale presenta un tratto leggermente esposto (difficoltà EE) dopodiché si addolcisce per poi allargarsi decisamente in prossimità del cupolone terminale.
La croce di vetta (mt. 2094) è molto bella. Al di là della profonda forra del Rio Sbornina si ha un bel colpo d’occhio sul piccolo altipiano di Prato Nevoso sormontato dalla Malanotte e dalla Cima Artesinera. Sui versanti nord delle Liguri l’innevamento è ragguardevole: sotto la cima del Fantino, al Piano della Camozzera, resiste ancora un piccolo nevaio e, più sbiaditi, i segni della recente nevicata di tre giorni fa.
In discesa seguo lo stesso itinerario e dai pascoli d’alta quota faccio rapidamente ritorno ai fitti boschi, alle vecchie stalle in pietra di fondovalle e alla macchina.
16 febbraio 2013 - Quota 2068 del M. FANTINO da Camperi (Val Corsaglia)
Stefano, Roberto
Oggi sono andato con Roberto in Val Corsaglia in una splendida giornata di sole: tanta neve, cielo terso e finalmente niente freddo.
Partiamo dalle case di Camperi (mt. 885) presso il tornante della provinciale sopra Bossea e seguiamo la stradina innevata che si inoltra nell’angusta valle.
Avendo letto su Gulliver.it una recente relazione di una gita scialpinistica al Monte Fantino, eravamo già tranquilli di trovare la traccia battuta: condizione questa imprescindibile per poter fare, quando c’è tanta neve, un’escursione con le ciaspole di un certo impegno per lunghezza e dislivello.
Dopo esserci lasciati a sinistra il Ponte del Murao e la deviazione per il Bivacco Cavarero, proseguiamo dritti lungo il corso del torrente fino alle Stalle Buorch.
Dalle Stalle Buorch (mt. 1049) il tracciato sale con decisione sul versante destro idrografico del Vallone del Raschera.
Alla Sella Piagna (mt. 1390) usciamo dal bosco e, attraversato il torrente, abbandoniamo il fondovalle per seguire una stradina pastorale che si inerpica a tornanti su per un ripido pendio inondato dal sole. Il sole scalda piacevolemente l’aria e, complice la salita, ci mettiamo in maniche corte per non fare un bagno di sudore.
Alla Sella Spa (mt. 1701) entriamo in un magnifico anfiteatro dominato a destra dall’aspra costiera del Monte Fantino e a sinistra dalla Punta del Lusco. In alto, davanti a noi, c’è la Sella Brignola (mt. 1933) che mette in comunicazione il Vallone del Raschera con quello del Rio Sbornina: questi due valloni si uniscono alle Stalle Buorch e i loro corsi d’acqua confluiscono poi nel Corsaglia al Ponte del Murao.
Saliamo con fatica lungo candide distese di neve immacolata puntando verso il gradone che dà accesso alla dorsale del Monte Fantino.
Roberto si ferma alla Sella Brignola per godersi il meritato riposo e lo splendido panorama che lo circonda.
Io risalgo il ripido pendio e, tra larici secolari, guadagno il ciglio sommitale. La cresta procede in direzione nord-est, affilata e a tratti esposta, verso il Pian Camozzera e la vetta del Monte Fantino.
Io mi fermo su questa esile cuspide nevosa: procedere oltre mi sembra un po’ rischioso. Sulle carte escursionistiche questa elevazione è quotata 2068 metri e, benchè non abbia nome, mi sembra ugualmente una bella meta per questa gita.
Ridisceso alla sella, faccio una breve sosta con Roberto sotto un bel sole caldo.
Dopodichè iniziamo una divertente discesa preceduta da attimi di trepidazione: l’attacco di una ciaspola di Roberto si rompe. Fortunatamente riusciamo a rimetterlo in sesto e a tirare un sospiro di sollievo: con tutta questa neve, la lunga discesa fino alla macchina sarebbe stata davvero un gran problema.
Dall’alpeggio di Sella Spa filiamo giù veloci fino alla Sella Piagna dove rientriamo nel bosco.
Seguendo la comoda strada pastorale arriviamo in breve alle Stalle Buorch, alla confluenza del Raschera con il Rio Sbornina che nel suo ultimo tratto corre all’interno di una profonda forra. Con molta attenzione attraversiamo il corso d’acqua su di un guado precario e parzialmente distrutto.
Ci resta ancora da fare un lungo tratto di strada innevata quasi pianeggiante. Alla macchina arriviamo decisamente stanchi ma soddisfatti: è stata proprio una gran bella gita!
16 novembre 2012 - CIMA DELLA BRIGNOLA da Viozene
Stefano
Bella e faticosa gita alla Cima della Brignola in una giornata di tempo splendido: mentre sulla costa di Liguria imperversava la tramontana, in alta Valle Tanaro non tirava neanche un filo di vento e la temperatura era ideale per una sana camminata.
Sono partito da Viozene sotto un bel sole caldo e ho seguito l’ottimo sentiero che sale al Bocchino dell’Aseo.
La neve caduta copiosa due settimane fa si è già sciolta tutta: sono rimaste soltanto alcune lingue di neve ghiacciata che, sopra il Pian dell’Olio, mi hanno costretto a compiere fastidiose deviazioni.
Al Bocchino dell’Aseo ho svalicato e sono sceso nell’alto Vallone del Raschera al cospetto della parete nord-est del Mongioie. Un faticoso traverso tra cespugli di rododendro e chiazze di neve durissima mi ha condotto sulle sponde del Lago Raschera completamente ghiacciato.
L’intenzione originale era quella di salire in vetta passando per il Bocchino della Brignola: vedendo pero’ che la cresta nord era orlata di neve ho preferito cercarmi un percorso alternativo sul versante est della Brignola, completamente al sole e pressochè asciutto.
Così sono salito per i prati e ho raggiunto un piccolo laghetto. Quindi ho proseguito per ripidi pendii, tra erba e roccette, fino alla base di un ampio canalone. Dopo averne risalito il fianco destro sono sbucato sul crestone settentrionale della Brignola poco a nord della cima bianca di neve.
Al ritorno ho seguito lo stesso percorso di salita: sono sceso dapprima lungo il canalone fino al Lago Raschera, poi sono risalito al Bocchino dell’Aseo e infine, con una veloce discesa, ho fatto ritorno a Viozene.
Durante tutta la gita sono sempre stato in maniche corte: l’unico vero freddo l’ho patito soltanto a casa al momento di scendere dalla macchina, quando mi ha accolto la solita implacabile tramontana.
13 ottobre 2012 - PUNTA DEL LUSCO da Prato Nevoso
Stefano
In questo fine settimana dal tempo incerto ho optato per una breve gita il sabato mattina.
Alle prime luci del giorno mi sono messo in cammino dal piazzale delle seggiovie “Rosso“ e “Caudano“ di Prato Nevoso e, risalendo le piste da sci, ho raggiunto velocemente il Colle della Balma. Dopodichè ho imboccato la sterrata che, con un ampio semicerchio, taglia le pendici orientali del Mondolè, passa sotto il Dente del Seirasso e, dopo una breve discesa, entra nel Vallone della Brignola.
Nel punto in cui la strada inizia a risalire ho svoltato a sinistra e, dopo aver attraversato il torrente, ho raggiunto un colletto presso uno spuntone roccioso (Dente della Brignola): questo colletto si apre sul crinale che collega il Monte Fantino alla Punta del Lusco e che separa il Vallone della Brignola da quello del Raschera.
Da qui sono salito, fuori sentiero, lungo la ripida dorsale tra bellissimi larici con le prime chiome autunnali e fastidiosi cespugli di rododentro che hanno reso il cammino abbastanza faticoso.
Dopo aver superato alcune facili roccette sono arrivato sulla Punta del Lusco dove un modesto ometto di pietre marca la sommità della vetta (2278 mt).
Al ritorno sono sceso ripidamente per il versante sud-ovest fino a raggiungere l’ampio pianoro (antica sede lacustre oggi colmata) che si trova poco a valle dei Laghi della Brignola. Qui ho imboccato la sterrata che, passando per l’antico gias di Sella Brignola, riporta al Colle della Balma.
Quando sono arrivato alla Balma (ore 10.40) tutte le cime circostanti erano scomparse sotto una pesante cappa di nubi.
12 giugno 2011 - CIMA DELLA BRIGNOLA da Prato Nevoso
Stefano, Gianni, Franca
Dopo dieci giorni consecutivi di tempo perturbato, le previsioni meteo davano per oggi una giornata appena discreta.
Abbiamo così optato per una gita semplice ma molto bella.
Siamo partiti da Prato Nevoso (posteggio della seggiovia Rosso) alle 8 in punto con le montagne avvolte da una bassa copertura nuvolosa.
Alla Balma fortunatamente le nuvole hanno cominciato ad alzarsi e ha fatto capolino un timido sole.
Abbiamo preso la sterrata che si inoltra a mezzacosta nell'alto vallone del
Rio Sbornina, scende fin quasi a lambire il torrente e risale alla Sella Brignola dove si trova un antico gias. Grazie alle pioggie di questi ultimi giorni i prati sono verdissimi.
Dalla Sella Brignola abbiamo proseguito spediti nel bellissimo vallone.
Poco prima di raggiungere la conca con i Laghi della Brignola, abbiamo deviato a destra su di un costone erboso ed abbiamo risalito un grosso nevaio che ci ha condotto direttamente sulla dorsale Seirasso-Brignola poco sotto la vetta della Brignola.
Un sole un po' più convinto ci ha accolto sulla vetta (ore 11.10) ed un provvidenziale diradarsi della nebbia ci ha consentito di ammirare il panorama sulle cime circostanti.
In discesa abbiamo ripercorso il nevaio arrivando velocemente sul fondo della conca dei Laghi della Brignola.
Dalle sponde del lago abbiamo preso il sentiero segnato che ci ha riportati sulla strada sterrata per la Balma (dove siamo giunti alle 13.05).
Alle 13.45 abbiamo fatto ritorno alla macchina sotto qualche goccia di pioggia che nel frattempo aveva cominciato a cadere.
30 maggio 2010 - CIMA
DELLA BRIGNOLA dalla Balma
Stefano e Chiara
Siamo
partiti alle 9.10 poco sotto la Balma con tempo incerto: cielo velato
e nuvole sotto i 1500 mt. Poi il tempo è rapidamente migliorato
e la giornata è stata bella e calda.
Abbiamo seguito la strada sterrata che percorre a mezzacosta il vallone
del Rio Sbornina fino alla Sella Brignola (ore 10.35). Bellissimi
i contrasti tra il verde intenso dei prati e il bianco accecante della
neve.
Alle 11.30 siamo arrivati ai laghi della Brignola, adagiati in una
conca innevata ed ancora parzialmente ghiacciati. Qui la Chiara si
è fermata.
Io ho proseguito per la Cima della Brignola che ho raggiunto alle
12.10. Vista eccezionale soprattutto sul dirimpettaio Mongioie.
Quindi velocissima scivolata nel canalone innevato fino ai laghi:
350 mt. di dislivello in 15 minuti.
Dopo aver mangiato, alle 13 abbiamo preso la via del ritorno.
Arrivati alla Sella Brignola, invece di proseguire sulla sterrata
percorsa all’andata, abbiamo imboccato il sentiero che sale
sul ripiano erboso sopra la cordonata rocciosa detta “Balma
del Seirasso”. Da qui siamo scesi per pascoli al Gias Seirasso
fino ad incrociare la strada precedentemente abbandonata.
Alle 15.45 siamo arrivati alla macchina.