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2 agosto 2023 Il Baus dal Gias delle Mosche
12 agosto 2017 Cima di Nasta dal Gias delle Mosche
3 agosto 2017 Il Baus dal Gias delle Mosche
10 agosto 2013 Cima di Nasta dal Pian della Casa
9 luglio 2012 Cima di Nasta dal Pian della Casa
17 agosto 2010 Cima di Nasta dal Pian della Casa
8 agosto 2008 Cima di Nasta dal Pian della Casa
2 agosto 2008 Lago della Nasta dal Pian della Casa
15 agosto 1996 Cima di Nasta dal Pian della Casa
17 giugno 1990 Lago della Nasta dal Pian della Casa
18 giugno 1989 Lago della Nasta dal Pian della Casa

 2 agosto 2023 - IL BAUS dal Gias delle Mosche (Terme di Valdieri)

Stefano, Roberto

Il Baus è un severo tremila roccioso a forma piramidale che domina il circo superiore del Vallone di Nasta nel cuore delle Alpi Marittime. La salita dal Pian della Casa è lunga e faticosa. Nell’ultimo tratto, tra il Colle della Culatta e la cima, la via si presenta nel complesso sicura e poco esposta (difficoltà EE / F). L’ambiente di vetta, a cavallo tra le valli Gesso della Valletta e Gesso della Rovina, è spettacolare ed estremamente selvaggio.
Il toponimo “baus”, di antica origine provenzale, sembra stia a indicare un “grosso blocco di roccia situato in località impervia”. La prima ascensione ufficiale risale al 1878 e viene attribuita al tenente Cornaglia dell’Istituto Geografico Militare accompagnato da alcuni soldati. Secondo il Dizionario degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, pare invece che il Baus sia stato raggiunto già prima del 1840. Quanto a me ci sono salito una sola volta, in un arroventato principio di agosto del 2017. Oggi mi fa compagnia Roberto che invece non ci è ancora stato.
Partiamo dal Gias delle Mosche (m. 1591) alle 7.45 dopo una tribolata salita con la macchina dalle Terme di Valdieri. La strada del Vallone della Valletta è stata oggetto di lavori di manutenzione durante questa primavera: sono stati asfaltati alcuni tratti e sono state create nuove canalette trasversali per lo scolo delle acque. A differenza di quelle vecchie che hanno un profilo dolce e una curvatura poco accentuata, queste canalette risultano invece eccessivamente profonde e con le auto normali si passa al pelo rischiando di grattare sotto. Al ritorno - in discesa - le ho dovute prendere addirittura in retromarcia! Ma che razza di lavori sono questi? Se avessero lasciato tutto com’era sarebbe stato sicuramente meglio!
Lungo la mulattiera che sale al Remondino ci mettiamo “a ruota” di tre baldi giovani (un ragazzo e due ragazze) che tengono un ritmo sostenuto e alle 9.30 siamo già al rifugio (m. 2464). Alle 10 raggiungiamo il ciglio della bastionata rocciosa che immette nell’anfiteatro superiore e alle 10.30 siamo al Lago di Nasta (m. 2800).
Da qui in avanti il percorso si fa più accidentato: non vi sono difficoltà ma occorre avere un passo sicuro per muoversi tra un masso e l’altro e l’occhio vigile per individuare le incerte file di ometti che solo più in alto tendono a convergere a sinistra verso il Colle della Culatta (m. 2950), sulla cresta di spartiacque tra il Gesso della Valletta e il Gesso della Rovina.
Dal colle si risale un sistema di cenge ampie e non esposte sul versante del Vallone di Nasta; poi, quando il pendio tende a inclinarsi maggiormente e le cenge a scomparire, si riguadagna il filo di cresta presso un intaglio roccioso che immette sull’opposto versante del Vallone della Rovina. Con alcuni traversi tra grandi massi ci portiamo alla base di un muretto di rocce articolate e friabili che superiamo con facile arrampicata. Riconquistiamo infine la cresta presso la gigantesca piramide di pietre situata sull’anticima settentrionale; ancora pochi passi tra grandi blocchi accatastati e alle 11.30 mettiamo piede in vetta (m. 3067). La giornata è tersa e ventilata e il panorama è mozzafiato, con la Nasta e l’Argentera di fronte e il Lago del Chiotas mille metri più in basso.
Al ritorno seguiamo con attenzione lo stesso percorso non incontrando difficoltà alcuna fino al Colle della Culatta. La discesa su pietrame che ci porta a toccare la sponda meridionale del Lago di Nasta è invece rognosa e stancante. Lunghissima ed estenuante sarà quella fino al fondovalle e al Gias delle Mosche dove giungiamo - cotti a puntino - alle 15.30.
E’ stata una grande gita: l’ambiente severo e spettacolare del cuore delle Marittime ti colpisce e te lo porti dentro anche nei giorni successivi.


12 agosto 2017 - CIMA DI NASTA dal Gias delle Mosche (Terme di Valdieri)

Stefano, Roberto

Oggi l’idea era quella di fare il Sautron da Larche (il primo paese in territorio francese oltre il Colle della Maddalena) ma quando siamo in vista di Borgo San Dalmazzo ci rendiamo conto che è un po’ tardi e che tutto sommato non abbiamo così voglia di fare ancora tanta strada in macchina; così pensiamo bene di “ripiegare” sulla più vicina Valle Gesso e in particolare sulla Cima di Nasta. Di proposito ho scritto “ripiegare” tra virgolette perché la Nasta non può considerarsi un ripiego, essendo a mio avviso una tra le montagne più belle di tutte le Alpi Sud-occidentali. Io ci sono salito già un buon numero di volte ma Roberto mai e sono contento di fargli da cicerone.
Se la settimana scorsa nella gita al Baus sembrava d’essere in un forno, questa mattina pare invece di star dentro un frigorifero: alla partenza dal Gias delle Mosche (m. 1591, ore 7.30) ci sono appena cinque gradi! La salita su per l’ombroso Vallone di Assedras è gelida; man mano che prendiamo quota cominciamo a vedere chicchi di grandine sparsi ai lati del sentiero; come ci verrà poi riferito, sono caduti nella tarda serata di ieri durante una bufera talmente violenta da sembrare a tratti una fitta nevicata.
I raggi del sole ci accolgono al Rifugio Remondino (m. 2464) ma il tepore è effimero: la salita fino al ciglione roccioso che dà accesso all’anfiteatro superiore di Nasta è di nuovo tutta in ombra.
Finalmente, dopo due ore e mezza di cammino, siamo definitivamente al sole ed è una bella sensazione di piacere; pur continuando a fare discretamente freddo, la luce ci scuote dal torpore e ci infonde voglia ed energia. Alle 10.15 raggiungiamo il pittoresco Lago di Nasta (m. 2800); lassù, trecento metri più in alto, si staglia nel cielo terso l’omonima cima, tanto ardita da sembrar quasi irraggiungibile.
Costeggiata la sponda occidentale del lago ci portiamo con alcuni traversi su pietrame alla base del canale detritico che conduce al Colle della Forchetta. La salita del canale è più agevole di quanto ci si possa aspettare: una labile traccia segnata con tacche di vernice rossa permette una progressione tutto sommato rapida tant’è che impieghiamo mezz’ora dal lago al colletto (m. 2950).
Dopo inizia la parte un po’ più alpinistica (difficoltà F) che si sviluppa interamente sul versante del Vallone della Rovina. L’unico tratto delicato lo si incontra subito: si tratta di un breve passaggio esposto di I grado che permette di accedere a una cengia ascendente, anche questa un po’ esposta ma facile. Al termine della cengia si risale un ampio camino ben incassato e privo di difficoltà dove occorre soltanto mettere le mani. Laggiù in basso piccoli nevai resistono ancora sul selvaggio Altipiano del Baus. Usciti dal camino, copriamo gli ultimi metri che ci separano dalla vetta zigzagando tra esili terrazzini e rocce rotte con una vista vertiginosa sul sottostante Colle di Nasta, e alle 11.30 sbuchiamo sulla selletta tra le cime Est (m. 3106) e Centrale di Nasta (m. 3108). Vedere Roberto salire con il pile in pieno sole e alle soglie del Ferragosto dà l’esatta percezione di quanto fredda (e non fresca!) sia la giornata.
Complice il cielo terso e l’aria limpidissima, il panorama da quassù è veramente straordinario; Roberto ne è giustamente estasiato. In lontananza ci incuriosisce la presenza di un ristretto gruppo di cime bianchissime, collocabili a nostro avviso tra la Ballaur e il Conoia; non pensiamo sia neve, probabilmente lì la grandinata è stata estremamente intensa e persistente.
Un ultimo sguardo alla conca sospesa di Fremamorta dove si scorge uno spicchio del Lago Soprano e poi giù per lo stesso percorso di salita. Ancora un po’ d’attenzione nel valutare bene i massi su cui mettere i piedi e finalmente possiamo rilassarci sulla sponda di questo splendido lago. La Nasta è proprio una bella montagna, non c’è che dire.
Come nella scorsa gita al Baus, anche oggi la discesa fino a fondovalle sarà interminabile e molto faticosa; però, a differenza di una settimana fa, non c’è il caldo atroce che infiacchisce e il fresco, che nel primo pomeriggio ha rimpiazzato il freddo, ci permette di arrivare alla macchina (ore 15.30) non propriamente riposati ma neppure troppo stanchi.
In conclusione è stata proprio una gran bella gita dal percorso impegnativo e dal dislivello importante, condita da quel pizzico di “tensione” nella parte finale che ha reso la conquista della vetta ancora più appagante.


3 agosto 2017 - IL BAUS dal Gias delle Mosche (Terme di Valdieri)

Stefano

Il Baus è un’ardita e frastagliata cima rocciosa di forma piramidale alta 3067 metri che si eleva tra le valli Gesso della Rovina e della Valletta. Il toponimo “baus”, di antica origine provenzale, sembra stia a indicare un “grosso blocco di roccia situato in località impervia”.
La prima ascensione ufficiale è del 1878 e viene attribuita al tenente Cornaglia dell’Istituto Geografico Militare accompagnato da alcuni soldati; secondo il Dizionario degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, pare invece che il Baus sia stato raggiunto già prima del 1840.
Quanto a me, più volte l’ho visto da vicino ma per un motivo o per l’altro non ci sono mai salito, preferendogli sempre l’attigua Cima di Nasta; principalmente perché, quando si arriva al lago, si trova ancora tutto in ombra e offre di sé un’immagine cupa e poco invitante. A ogni modo son dell’idea che prima o poi questo Baus si debba fare e oggi la giornata è propizia: del resto un po’ di ombra potrà solo far piacere in questo arroventato principio d’agosto.
Mi metto in marcia dal Gias delle Mosche (m. 1591) alle 7.05 e fa già caldo! Al Piano della Casa del Re (m. 1735) incontro lo scrittore e alpinista genovese Andrea Parodi, autore di pregevoli guide escursionistiche, che sta accingendosi a partire; non ho la prontezza di spirito di scambiare due parole e mi limito a un timido “ciao”.
Imbocco sulla sinistra il sentiero per il Rifugio Remondino e inizio a salire di buon passo; il sentiero è stato rimesso a nuovo due anni fa dagli operai forestali della Regione Piemonte che hanno fatto davvero un gran lavoro. Alle 8.35 sono già al rifugio (m. 2464) e alle 9 in punto raggiungo il ciglio della bastionata rocciosa che immette nel cuore dell’anfiteatro sospeso di Nasta; qui incontro i primi raggi di sole che danno finalmente luce e colore al paesaggio.
Sopra il Lago di Nasta (m. 2800) il percorso è estremamente accidentato: non vi è alcuna difficoltà ma occorre passo sicuro per muoversi da un masso all’altro e occhio vigile per seguire le incerte file di ometti che solo più in alto tendono a convergere verso l’estremità sud-orientale del Colle della Culatta.
Breve sosta al colle (m. 2950, ore 9.30) per ammirare il panorama seguita da attimi di indecisione perché non so da che parte salire. Un ometto mezzo crollato mi mette sulla giusta via che, nella prima metà, si tiene ben al di sotto della cresta del Baus sul versante ancora in ombra che guarda il Lago di Nasta. Risalgo alcuni facili cengioni, assolutamente non esposti, e riguadagno più in alto il filo di cresta in corrispondenza di un’angusta breccia tra i roccioni che immette sul versante del Vallone della Rovina; da qui alla cima è tutta una fornace alimentata da un sole arroventato e da un’inquietante immobilità dell’aria; con alcuni traversi su terreno friabile mi porto alla base di un salto roccioso di alcuni metri (passaggio poco esposto di II grado, difficoltà F) che sbuca esattamente presso la gigantesca piramide di sassi dell’anticima settentrionale.
Alle 10 in punto sono in vetta (m. 3067) accolto da un panorama mozzafiato verso la Nasta e l’Argentera e, più lontano, verso il Gelàs. Mille metri più in basso si distende il lago artificiale del Chiotas e, cinquecento metri ancora più sotto, si intravvede il lago naturale della Rovina. Dietro la croce svettano il Bastione (a destra), il Brocan (al centro) e la Ghiliè (in fondo a sinistra).
In discesa seguo con attenzione lo stesso percorso non incontrando difficoltà alcuna fino al Colle della Culatta. Il tratto più rognoso e faticoso del ritorno (come del resto dell’andata), e cioè la discesa su pietrame fino al lago, è ora ben illuminato dal sole ed è più facile individuare gli ometti e saltellare con sicurezza da un masso all’altro. Passo vicino al Laghetto del Baus e, disceso un ultimo salto di rocce montonate, tocco la sponda meridionale del Lago di Nasta. In alto si staglia l’omonima cima e, alla sua destra, il Colle della Forchetta; ancora più a destra il Baus appena salito, con la sua scura e severa parete di centocinquanta metri che precipita nel circo glaciale di Nasta.
La discesa verso il fondovalle sarà ancora molto lunga e il caldo a tratti quasi insopportabile. Breve sosta al Remondino per rifornirmi d’acqua e poi giù a capofitto nel Vallone di Assedras per cercare di arrivare all’auto il prima possibile e togliermi così da questo sole terrificante.
I due chilometri e mezzo di sterrata che separano il Piano della Casa del Re dal Gias delle Mosche sono la mazzata finale; alle 13 in punto faccio ritorno alla macchina cotto a puntino, in ogni caso soddisfatto per essermi finalmente tolto questo Baus che da troppo tempo mi ronzava nella testa.


10 agosto 2013 - CIMA DI NASTA dal Pian della Casa (Terme di Valdieri)

Chiara, Stefano

Oggi gita con Chiara che dopo più di sette mesi si è rimessa gli scarponi ai piedi. La giornata è eccezionale: cielo terso e aria frizzante al primo mattino. Con la Panda 4X4 saliamo comodamente fino al Pian della Casa del Re (mt. 1743) e posteggiamo poco sotto l’inizio del sentiero per il Rifugio Remondino.
Tranquilla salita nel Vallone di Assedras e in due ore di cammino siamo al Remondino (mt. 2430). Pur mancando d’allenamento Chiara non è affaticata: adesso si ferma qui a godersi il sole e al mio ritorno mangeremo nel rifugio.
A passo spedito raggiungo velocemente il Lago della Nasta (mt. 2800), ancora coperto di ghiaccio e neve, e da qui risalgo il canale detritico che sbuca al Colle della Forchetta (mt. 2950), sul crinale tra la Valle Gesso della Valletta e la Valle della Rovina.
Dal colle inizia il tratto leggermente più impegnativo (difficoltà F) costituito da una cengetta un po’ esposta e da un facile canalino ben incassato.
In vetta splendido panorama a 360 gradi; in basso, minuscolo, il Remondino.
Breve sosta per scattare le foto e poi discesa a passo veloce per non fare aspettare troppo Chiara.
Nel rifugio mangiamo polenta con salsiccia e formaggio e torta al cioccolato: i nostri stomaci non allenati lavoreranno alacremente lungo tutta la discesa verso il Pian della Casa. Comunque, al nostro ritorno alla macchina, la digestione è pressoché completata.
Per bellezza del paesaggio e relativa facilità di accesso, la salita alla Cima di Nasta è sicuramente una tra le più remunerative di tutte le Alpi Marittime.


9 luglio 2012 - CIMA DI NASTA dal Pian della Casa (Terme di Valdieri)

Stefano e Chiara

Ancora una gita in Valle Gesso in una giornata splendida e gradevolmente ventilata: meta dell'escursione la bellissima Cima di Nasta, forse la più bella montagna di tutte le Alpi Marittime.
Oggi abbiamo usato la Panda 4x4 di Chiara e così siamo saliti comodamente in auto fino al Pian della Casa del Re. Alle 8.50 ci siamo messi in cammino e in due ore esatte abbiamo raggiunto il Rifugio Remodino.
Al rifugio Chiara si è fermata. Io ho alleggerito un po' lo zaino e ho proseguito di buona lena verso il Lago della Nasta. Per non farla aspettare troppo a lungo sono salito velocissimo al Colle della Forchetta da dove si gode un panorama mozzafiato sul grande invaso artificiale del Chiotas.
Alle 11.50 sono giunto in vetta. La Nasta in realtà si compone di due cime vicinissime tra loro: la Cima Est (3106 mt) e la Cima Centrale (3108 mt).
Laggiù in fondo nel Vallone di Assedras mi appare, piccolissimo, il Rifugio Remondino. Il panorama è grandioso, com'è naturale che sia da questo angusto balcone nel cuore delle Marittime.
Di ritorno al Colle della Forchetta incontro due escursionisti che hanno appena iniziato l'ultimo tratto di salita (tra il Colle della Forchetta e la Nasta si risalgono alcuni canalini intervallati da brevi cenge con qualche passaggio esposto di I grado).
Il pittoresco e cristallino Lago della Nasta è quasi del tutto sgelato: due anni fa, al 17 di agosto, era ancora completamente coperto di ghiaccio e neve.
Alle 12.50 sono tornato da Chiara e dopo un buon pranzo al rifugio abbiamo iniziato la discesa verso il Pian della Casa accompagnati dagli sguardi curiosi e per nulla intimoriti degli stambecchi.
Un gradevole venticello, tiepido e asciutto, ci ha rintemprato al termine della discesa. La Valle Gesso della Valletta è tutta un'esplosione di colori.
Alle 15.40 siamo arrivati alla macchina contenti e soddisfatti per questa bella gita.


17 agosto 2010 - CIMA DI NASTA dal Pian della Casa (Terme di Valdieri)

Stefano

Dopo due anni sono tornato su questa bella montagna in una splendida giornata di sole.
Ho lasciato la macchina al Gias delle Mosche (per non fare il tratto di strada sconnesso) e mi sono incamminato velocemente verso il Pian della Casa.
Dopo pochi minuti si è fermata un’auto ed un signore gentilissimo mi ha dato un passaggio. Di conseguenza sono partito dal Pian della Casa del Re alle 7.45.
Veloce salita nel Vallone di Assedras ancora in ombra.
Alle 9 sono arrivato al Remondino e alle 9.40 ho raggiunto il Lago della Nasta.
Dopodichè sono salito al Colle della Forchetta dove ho lasciato lo zaino per essere più leggero nell’ultimo tratto un po’ più impegnativo.
Alle 10.20 sono giunto in vetta. La vetta in realtà si compone di due cime vicinissime tra loro: la Cima Est (3106 mt) e la Cima Centrale (3108 mt).
Il panorama è grandioso, com’è naturale che sia da questo angusto balcone nel cuore delle Marittime.
La discesa l’ho fatta tutta d’un fiato e alle 12.30 sono arrivato al Pian della Casa.
Ancora 20 minuti di cammino e finalmente ho raggiunto la macchina.
Durante la gita ho visto un buon numero di stambecchi per nulla timorosi della mia presenza.



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2 agosto 2008 - LAGO DELLA NASTA dal Pian della Casa (Terme di Valdieri)

Stefano e Chiara

Tempo splendido. Tre ore di salita per arrivare al lago. Parecchi iceberg galleggianti sul lago. Peccato non aver avuto la macchina fotografica!


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