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6 agosto 2020 Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
11 agosto 2018 Testa di Malinvern da Isola 2000 (F)
7 luglio 2017 Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
6 agosto 2014 Laghi Superiori di Valscura e Casermetta della Lausa da Terme di Valdieri
4 agosto 2013 Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
29 giugno 2013 Rifugio Questa da Terme di Valdieri
16 giugno 2012 Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
19 giugno 2011 Rifugio Questa da Terme di Valdieri
8 agosto 2010 Rifugio Questa e Lago di Valscura da Terme di Valdieri
18 agosto 2009 Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
11 agosto 2009 Rifugio Questa e Lago di Valscura da Terme di Valdieri
12 luglio 2009 Rifugio Questa e Passo delle Portette da Terme di Valdieri
1 e 2 agosto 1999 Rifugio Questa e Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
15 e 16 agosto 1995 Rifugio Questa e Testa di Malinvern da Terme di Valdieri
19 e 20 luglio 1993 Rifugio Questa e Testa di Malinvern da Terme di Valdieri

6 agosto 2020 - TESTA DI MALINVERN da Terme di Valdieri

Stefano

Camminata lunga e faticosa fatta in una giornata di clima ideale, con caldo moderato, aria tersa e visibilità ottima. Sul Malinvern ci torno sempre volentieri perché il percorso è molto bello, lineare e “sequenziale”: si passa dal bosco misto di latifoglie all’ampia distesa prativa del Valasco con la sua Regia Palazzina di Caccia; dalla strettoia di rocce rossastre e ferruginose che immette in Valle Scura, all’anfiteatro superiore disseminato di laghetti, con la pittoresca mulattiera lastricata e l’austera caserma; il tutto sotto lo sguardo severo di vette che sfiorano i tremila metri.
Oggi lascio la macchina poco prima del ponticello delle terme (m. 1368) per non pagare il parcheggio (vivo a Tiglieto ma sono genovese) e alle 7.30 mi metto in movimento. Per raggiungere il Pian del Valasco (m. 1763) percorro l’antico sentiero reale che taglia i tornanti della strada realizzata dall’esercito negli anni trenta.
Dal Piano Superiore del Valasco (m. 1832) la “militare” riprende a salire in un rado lariceto finchè, superato un ruscello alimentato da una piccola cascata, si incontra una biforcazione: la diramazione di destra guadagna quota lentamente con due lunghi traversi e un tratto in galleria e venne costruita negli anni antecedenti il secondo conflitto per consentire il traino delle artiglierie; la diramazione di sinistra, che io seguo perché è più breve, è invece la vecchia rotabile del 1909, troppo pendente e dai tornanti troppo stretti per il transito dei cannoni. In ogni caso i due tracciati si ricongiungono a monte, proprio alla soglia della “porta d’ingresso” della Val Scura.
Dopo aver costeggiato la sponda settentrionale del Lago Inferiore (m. 2274), la mulattiera militare, a tratti ancora perfettamente conservata, affronta la bastionata di roccioni levigati che sorregge l’anfiteatro superiore dove si trovano l’imponente caserma (m. 2471, ore 9.50) e i Laghi Superiori di Valscura.
Appena sotto la Bassa del Druos (m. 2628), seguo sulla destra tra il pietrame l’esile traccia a mezzacosta (tacche rosse) fino alla base del ripido ma facile canalino (difficoltà EE) che consente l’accesso alle balze terminali. La stanchezza comincia a farsi sentire: le gambe si stanno svuotando e il fiato è corto. Salgo in diagonale, da destra verso sinistra, serpeggiando tra massi e tracce appena accennate fino a raggiungere un intaglio sulla cresta di confine. Gli ultimi cento metri di dislivello, ripidi e su pietrisco friabile, sono faticosissimi ed è un sollievo quando, alle 10.50, metto finalmente piede in vetta (m. 2939).
La vista è grandiosa e spazia dalle maggiori cime delle Marittime al lontano Monviso; mentre sotto i precipizi del versante sud si distende la testata del Vallone di Ciastiglione con i Laghi di Terra Rossa e il bacino per l'innevamento artificiale di Isola 2000 (F).
Il ritorno dal Malinvern è come sempre lunghissimo, eterno, estenuante: tanto dislivello (circa 1600 metri) e soprattutto tanti chilometri lineari di discesa (quasi 14 km). A farne le spese sono le unghie di due dita dei piedi che nei giorni successivi diventeranno nere.
Arrivo giù a Terme di Valdieri alle 14.40 dopo più di 7 ore di cammino pressochè ininterrotto. Mi tolgo gli scarponi ed è un sollievo immenso mettere un paio di scarpe da ginnastica vecchie e sfondate come due ciabatte. Ma il sollievo dura poco: prima di Sant’Anna sono costretto ad accostare la macchina e togliere scarpe e calze perché l’alluce mi fa troppo male. Le tre ore di guida fino a casa dovrò farmele con i piedi nudi!


11 agosto 2018 - TESTA DI MALINVERN da Isola 2000 (F)

Stefano

Salita al Malinvern dal Vallone di Ciastiglione, luogo ameno e incantevole nonostante la presenza delle piste e degli impianti di risalita.
Già “terra di caccia” di Vittorio Emanuele II, restò possedimento del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia anche dopo la cessione della Contea di Nizza (e della Savoia) nel 1860: il confine venne tracciato molto più a valle dell’attuale stazione sciistica di Isola 2000 e precisamente alla confluenza con il Vallone della Guercia che scende giù dal Passo di Collalunga. Con il Trattato di Pace del 1947, come tutti i territori italiani che si trovavano al di là della cresta alpina, anche il Vallone di Ciastiglione passò definitivamente alla Francia.
Il viaggio in macchina è molto lungo; da Tiglieto ho impiegato quattro ore esatte: un’ora da Vinadio a Isola 2000 lungo la tortuosa ma suggestiva salita del Colle della Lombarda. Questa strada altro non è che la vecchia “militare” che collegava Pratolungo, sul fondovalle Stura, alle numerose caserme e ai sistemi difensivi della Lombarda, di Ciastiglione e della Merciera. A Isola 2000 è ben evidente lo “stacco” tra la “militare” italiana (che da qui risaliva al Colle della Merciera) e la nuova strada che scende a Isola, più larga, aperta dai Francesi all’inizio degli anni settanta in funzione della nascente stazione sciistica. I rifornimenti con le prime linee erano assicurati anche da un’imponente teleferica in più tronchi che partiva da Pratolungo: salendo in macchina si notano ancora i ruderi delle stazioni intermedie.
Presso un ampio slargo di fronte all’Hotel “Chalet Marano” (m. 2100 circa) inizia il sentiero per i Laghi di Terra Rossa e per la Bassa del Druos. Alle 7 in punto mi metto in cammino. L’aria è finalmente fresca e asciutta dopo giorni d’afa e di instabilità pomeridiana e la giornata si preannuncia splendida. Salgo dapprincipio in un bel lariceto per tagliare poco più in alto una pista da sci; dall’altra parte della pista una palina in legno indica la ripresa del sentiero che si innalza a svolte tra prati, larici e rocce.
A quota 2380 incrocio la grande mulattiera militare che collega il Druos al Colle della Merciera: prendo il ramo di sinistra e dopo una serie di tornanti raggiungo il Lago Inferiore di Terra Rossa (m. 2417). La mulattiera disegna ora un grande arco sopra il Lago Superiore di Terra Rossa (m. 2452) per risalire poi, con maggior decisione, le immense colate di sfasciumi e guadagnare così la cresta di spartiacque Tinea-Gesso alla Bassa del Druos (m. 2628, confine Francia-Italia, ore 8.25).
Varcato l’intaglio del Druos, vengo accolto da un gradito tepore e da un bel sole rigenerante. Da qui alla Testa di Malinvern l’itinerario è in comune con la “normale” che sale da Terme di Valdieri: prima il facile canalino ben incassato tra le rocce (difficoltà EE); poi una buona traccia segnata con tacche rosse che rimonta tra massi e detriti il ripido pendio terminale.
Alle 9.15 sono in vetta (m. 2939): la giornata è tersa come raramente è capitato in questa estate e il panorama è sconfinato. Da una parte i Laghi di Terra Rossa e la testata del Vallone di Ciastiglione; dall’altra la Valle Scura con i suoi magnifici laghi e la mulattiera, a tratti lastricata, che porta alla Caserma Longà.
Ritornato alla Bassa del Druos, inizio una tranquilla discesa sul medesimo percorso dell’andata con l’anfiteatro dei Laghi di Terra Rossa finalmente inondato dal sole. In lontananza si notano gli impianti con le piste da sci che però non guastano troppo il paesaggio; alle loro spalle si staglia il Monte San Salvatore che prima della guerra costituiva un importante riferimento per la topografia militare in quanto punto di giunzione tra due Settori di Copertura del Vallo Alpino affidati alla G.A.F. (II Settore “Alta Roja-Gessi” e III Settore “Stura”).
Alla macchina arriverò alle 11.30, per una volta tanto “quasi” riposato, rilassato e contento di aver visto un posto nuovo.


7 luglio 2017 - TESTA DI MALINVERN da Terme di Valdieri

Stefano

Alle 6.45 mi metto in marcia dal parcheggio sopra le Terme di Valdieri (m. 1368) con l’obiettivo di migliorare il mio tempo di salita al Malinvern che nel 2012 è stato di 2 ore e 40 minuti. Certo non sarà facile, considerato che sono più vecchio di cinque anni, ma ci voglio comunque provare. Alle 7.25 giungo al Piano Inferiore del Valasco (m. 1763) e alle 8.25 tocco la sponda settentrionale del Lago Inferiore di Valscura (m. 2274). Quindi velocissima salita fino alla Caserma Longà (m. 2471) tagliando, dove possibile, i tornanti della mulattiera militare.
Sono appena le 8.50 e mi ritrovo in perfetto orario con la tabella di marcia del 2012: gli ultimi 500 metri di dislivello, quelli più duri, saranno quindi decisivi. Come cinque anni fa, per guadagnar tempo, abbandono la mulattiera poco oltre la caserma e tiro su a destra, fuori sentiero, puntando verso l’imbocco del canalino che incide la soprastante cintura rocciosa; e su questo ripido e aspro pendio di pietre e ciuffi d’erba vado tutto d’un colpo in crisi nera. Esco dal facile canalino (difficoltà EE) completamente disfatto, con gli occhi annegati nel sudore e le gambe così vuote che a malapena riescono a sorreggermi; da qui alla vetta sarà un calvario. Perdo ripetutamente la traccia mediocremente segnata e per nulla intuitiva, soprattutto quando si è stanchi e la lucidità vien meno. I minuti scorrono veloci e implacabili e l’obiettivo di star sotto le 2 ore e 40 è ormai sfumato.
Arrivo in vetta (m. 2939) stravolto e senza più forze, con le ginocchia che si piegano e con i rivoli di sudore che mi rigano la faccia; in vita mia sensazioni così le ho provate solo in bicicletta, mai in montagna: questa è la prima volta. Guardo l’orologio più per riflesso meccanico che per curiosità: sono le 10.35 e ho impiegato dieci minuti in più rispetto al 2012. Pazienza, magari l’anno prossimo ci riprovo; oggi più di così proprio non potevo fare.
In discesa voglio invece godermi la gita che non mi son goduto in salita e che è sicuramente una tra le più belle della Valle Gesso. Alla base del canalino imbocco a destra l’esile traccia (segni rossi sbiaditi) che procede a mezzacosta fino alla Bassa del Druos (m. 2628) sullo spartiacque Gesso-Tinea (confine Italia-Francia). Bel panorama sui Laghi di Terra Rossa e sulla testata della Valle di Ciastiglione parzialmente rovinata dalle piste da sci di Isola 2000 (questa valle, a monte della confluenza con il Vallone della Guercia, è stata italiana fino al 1947). Lo stesso panorama lo si può ammirare, come in una diapositiva, anche dalla finestra della cannoniera del Druos scavata nella roccia a lato del valico.
Adesso, con passo molto più tranquillo, seguo fedelmente la bella mulattiera militare che offre una veduta d’insieme del selvaggio anfiteatro dei Laghi Superiori di Valscura. Oltrepassata la caserma ci si affaccia sulla conca sottostante che ospita il magnifico Lago Inferiore di Valscura; la Serra dell’Argentera si staglia sullo sfondo sopra la sponda settentrionale. Scendere dal Malinvern alle Terme è come discendere un’immensa scala: ogni pedata è un anfiteatro, una conca, un pianoro; ogni alzata è un ripido pendio di raccordo, ricamato dai tornanti e dai traversi della via militare che collegava Valdieri alle postazioni difensive della Lombarda e della Merciera. L'ultimo gradino è la piana del Valasco con la sua bella ex-Casa Reale di Caccia da un po’ di anni trasformata in rifugio. Per scendere il gradino tra il Valasco e le Terme ci vuole ancora quasi un’ora.
Alle 13.30 faccio finalmente ritorno alla macchina dove concludo questa piacevole sfacchinata. A differenza della gita al Rocciamelone, dove io e Roberto abbiamo patito un po’ la sete, oggi ho trovato tantissima acqua lungo tutto il percorso che mi ha permesso di dissetarmi in abbondanza durante le quasi 7 ore di cammino.


6 agosto 2014 - LAGHI SUPERIORI DI VALSCURA e CASERMETTA DELLA LAUSA da Terme di Valdieri

Stefano, Franca

(Stefano mi incarica di descrivere la gita ma quando si parla di storia è lui che racconta)

Dopo la Testa dell’Autaret di tre settimane fa oggi sono di nuovo in gita con Stefano. Tranquilla, fiduciosa, in macchina sonnecchio e ogni tanto apro gli occhi per vedere il paesaggio che scorre veloce. Il tempo è bello e non dovrebbe riservarci novità.
Una novità piacevole ce la riserva invece Andonno, all’imbocco della Val Gesso. Ci fermiamo al bar a fare colazione e uscendo incontriamo due giovani sorpresi di vedere Stefano che riconoscono dal sito. Giuro, mi sembra impossibile che ci sia qualcuno che legge il sito con tanta attenzione da riconoscerci: è il migliore premio che potrebbero farci. Dove andate? Al Malinvern, e voi? Alla Punta Ciamberline. Metto le mani avanti: magari mi fermo prima. Come se ci fosse una remota possibilità che anche io possa arrivare in cima.
Ci salutiamo augurandoci reciprocamente buona giornata e proseguiamo per le Terme (m. 1368).
Al parcheggio non c’è molto movimento, sono quasi le 7,30 e siamo pronti a partire. All’ombra fa fresco e mi godo il pile pesante che all’ultimo minuto mi sono portata. Stefano ha vuotato il mio zaino e tutti i nostri averi sono ora sulle sue spalle.
Quanto è bella la valle del Valasco! Circondata da montagne alte e aspre, eppure ampia e di grande respiro, solcata dal torrente limpido che scorre tra i prati. Il sole è arrivato a inondarla e innocue nuvolette trasparenti macchiano appena l’azzurro del cielo. Ci lasciamo alle spalle il rifugio che una volta era stata la casa di caccia del re e arriviamo al Piano superiore del Valasco.
Saliamo ora gli ampi tornanti che ci porteranno al Lago Inferiore di Valscura ignorando il bivio per il Rifugio Questa che rivedrei volentieri se la gita di oggi non fosse già abbastanza lunga.
Siamo sulla rotabile ex-militare n.452: questa strada, che ha un tratto in galleria scavato nella roccia, venne costruita negli anni trenta per permettere il trasporto in quota dei medi calibri. Tra il Piano del Valasco e i Baraccamenti di Valscura ha uno sviluppo di 4,5 km con una pendenza media del 12%. Nel 1939 venne impiantata la batteria "Lago di Valscura" armata con tre cannoni da 149 battenti il Vallone di Mollieres. Il trasporto dei cannoni avvenne tramite un convoglio formato da cinque trattrici per artiglieria Fiat che, percorrendo questa rotabile, portarono i pezzi smontati fin sulle rive del lago.
A 2265 metri di quota raggiungiamo il Lago Inferiore di Valscura. Il lago si distende in una vasta conca e a quest’ora (10,15) è silenzioso e deserto. L’acqua appena increspata. Gli oltre 600 metri di dislivello che mi separano dalla cima non mi spaventano ancora.
Ma quando la salita si impenna perché Stefano sceglie le scorciatoie per abbreviare il percorso comincio a sentire le gambe molli. Ahi, brutto segno rivelatore che finché non arriva non sono capace di prevedere. Ti puoi fermare alla caserma e mi aspetti. E’ un bel posto e ci sono parecchi laghetti.
La mulattiera è un capolavoro e in alcuni tratti sembra realizzata ieri. Le pietre sono incastrate le une alle altre e verso l’alto presentano la superficie piana. I Laghi Superiori di Valscura (m. 2466) sono vicini, la grande caserma anche. In alto, nell'ombra, c'è la Testa del Malinvern.
 La Caserma Longà è un’ imponente costruzione realizzata con il lavoro forzato dei prigionieri austriaci durante la guerra del '15-'18 ed è ancora in discrete condizioni. E’ dedicata alla memoria del Capitano degli Alpini Massimo Longà caduto all'Ortigara nella grande battaglia del giugno 1917.
Sui massi vicini ci sono scritte ancora leggibili che per qualche istante mi regalano la suggestione di vivere il passato. Sono le 11 appena passate. Stefano cambia idea, non vuole lasciarmi lì, dice che fa freddo ad aspettare, che lui sul Malinvern c’è stato un mucchio di volte, che preferisce andare in un posto dove non c’è mai stato. La vedi quella casermetta? E indica la Bassa della Lausa. E’ vicina, te la senti?
E così saliamo e incontriamo gente che scende dalla Bassa del Druos. Dei quattro Laghi Superiori di Valscura uno è ancora in disgelo, l’acqua è blu e il bordo immerso dei lastroni coperti di neve è di un azzurro intenso.
Al bivio tra la Bassa del Druos e la Bassa della Lausa svoltiamo a sinistra. Ci aspetta un canalone di sfasciumi e la minuscola casermetta distrutta. Appena più in alto c’è il valico che sembra vicino e a portata di mano.
Ma non ho fatto i conti con l’oste che ha lasciato all’imbocco del canale un ampio nevaio che copre il sentiero e che ormai rimarrà ad aspettare l’autunno. Lo attraversiamo al centro dove la pendenza è davvero modesta e risaliamo per sfasciumi. Ma che sfasciumi. Tasto ogni masso, dai più piccoli ai più grandi, con la preoccupazione di abbracciarne uno e rotolare con lui nel nevaio sottostante.
L’altimetro segna 2596 metri di quota. La casermetta è minuscola, con la copertura blindata, distrutta dalla dinamite come tutte le consorelle, in obbedienza al trattato di pace dopo il secondo conflitto mondiale.
E’ mezzogiorno. Una coppia sale veloce lungo il tratto più ripido del nevaio, raggiunge la casermetta e prosegue verso la Bassa. Ma per quanto mi riguarda sono arrivata e anche Stefano decide che va bene così.
Questa casermetta è un nido d’aquila, anzi di stambecco come possiamo vedere più tardi quando tornati al nevaio osserviamo un esemplare arrampicarsi agile sul tetto ricurvo.
Faccio la discesa dello sfasciume con la grazia di un elefante, guidata da Stefano passo per passo, e approdo con un respiro di sollievo sul dolce pendio di neve trasformata e poi con un ultimo e conclusivo respiro di sollievo sul comodo sentiero.
L’ambiente è spettacolare e selvaggio: i Laghi Superiori di Valscura e in alto le cime di Valrossa, la Rocca di Valmiana e a destra il Monte Matto.
Ti è piaciuta? Certo che mi è piaciuta.
Il ritorno è tranquillo e scorciatoia per scorciatoia arriviamo alla caserma e ai Laghi Superiori. Il Lago Inferiore è un’enorme macchia azzurra e sullo sfondo si alza la Serra dell’Argentera.
E poi il piano del Valasco e il rifugio ancora lontano dove, non riuscendo a risvegliare i nostri telefoni senza campo da questa mattina, ci permetteranno di telefonare a Chiara e a Gianni che a casa stanno aspettando.
Sono le 16,40 quando alle Terme spengo il gps dopo 24 chilometri percorsi, 1275 metri di dislivello e oltre 7 ore di cammino effettivo.
Una bella e lunga gita nella valle che da sempre ho nel cuore.


4 agosto 2013 - TESTA DI MALINVERN da Terme di Valdieri

Stefano

Oggi bella escursione al Malinvern lungo il classico itinerario che inizia da Terme di Valdieri e che si sviluppa per buona parte su strade e mulattiere militari. Questa volta me prendo con calma e impiego quasi tre ore e mezza per arrivare in vetta.
Parto alle 6.40 poco prima del ponte delle Terme (mt. 1368) per risparmiare i cinque euro del parcheggio. L’aria è tiepida e la giornata si preannuncia molto calda.
Lasciato sulla sinistra il sentiero per il Questa, proseguo lungo la rotabile ex-militare che si inoltra nel Vallone di Valscura e che termina sulle sponde del Lago Inferiore (mt. 2274).
La mulattiera, a tratti perfettamente lastricata, sale con numerose svolte all’imponente caserma: l’edificio, costruito tra il 1916 e il 1917 con il lavoro coatto dei prigionieri di guerra austriaci, è dedicato alla memoria del Capitano degli Alpini Massimo Longà caduto all'Ortigara nella battaglia del giugno 1917. Sulle rocce circostanti si possono leggere ancor oggi scritte e motti patriottici risalenti agli anni Trenta.
Appena metto piede sullo spiazzo antistante la caserma, sento dei rumori provenire dall’interno: mi affaccio al portone d’ingresso e vedo una decina di stambecchi che, spaventati dalla mia presenza, fuggono nel corridoio e nelle camerate per saltar poi fuori dalle finestre.
Dai Laghi Superiori di Valscura (mt. 2439) la mulattiera ricomincia a salire in direzione della Bassa del Druos: io l’abbandono per seguire un costone di terra e massi che conduce direttamente alla base del facile canalino roccioso. Il canalino (difficoltà EE) dà accesso all’acrocoro sommitale del Malinvern dal quale si ha un bel colpo d’occhio sulla spettacolare cresta di confine tra Italia e Francia.
Alle 10.05 sono in vetta al Malinvern (mt. 2939): gran panorama sui sottostanti Laghi di Valscura mentre sullo sfondo si staglia inconfondibile il profilo trapezoidale dell’Argentera; a nord-ovest si domina invece il Vallone di Rio Freddo.
Al ritorno seguo lo stesso itinerario e sotto un sole cocente raggiungo il Lago Inferiore di Valscura.
Infine lunghissima discesa fino alle Terme di Valdieri, oggi presa d’assalto come non mai da una folla di turisti in fuga dal gran caldo della pianura.


29 giugno 2013 - RIFUGIO QUESTA e LAGO DEL CLAUS da Terme di Valdieri

Stefano

Breve gita in Valle Gesso per ammirare i laghi ancora completamente ghiacciati e per verificare le condizioni di innevamento sulle Marittime. Anche oggi devo tornare a casa molto presto e così, alle 6.10, mi metto in cammino dalle Terme di Valdieri (mt. 1368) alla volta del Rifugio Questa.
Il vecchio sentiero reale di caccia, risistemato lo scorso anno, permette di raggiungere comodamente il Piano Inferiore del Valasco (mt. 1763). Il tempo è splendido e l’aria è molto fresca: se non fosse per i colori intensi e per i ruscelli gonfi d’acqua, potrebbe sembrare un mattino di settembre.
Al Piano Superiore del Valasco (mt. 1832) termina la strada ex-militare n.451 "Terme di Valdieri - Real Casa di Caccia" e inizia la n.452 “Pian del Valasco - Lago Inferiore di Valscura”.
Al bivio per il Questa (mt. 2000 circa) imbocco il sentiero a sinistra che prende quota con numerose svolte e che offre splendide vedute sulla Testa di Tablasses. Il sentiero sbuca sulla grande mulattiera ex-militare di mezzacosta poco sotto il Rifugio Questa.
Questa mulattiera, realizzata nel 1876, aveva lo scopo di agevolare i movimenti di truppe tra il Vallone di Fremamorta e la Valle Scura. Negli anni successivi alla Grande Guerra venne ampliata e tenuta in perfetta efficienza: con un percorso di 8 km collegava gli accasermamenti e i depositi munizioni di Valscura con i ricoveri truppe situati nella conca di Fremamorta.
Dal ciglione roccioso su cui sorge il Rifugio Questa mi si presenta l’immagine pittoresca e suggestiva del Lago delle Portette ancora completamente ghiacciato.
Dal Questa mi sposto poi verso il Lago del Claus. Anche qui splendida vista sul lago immerso nella conca innevata. La neve è molto dura e il cammino è disagevole: considerato anche che ho poco tempo a disposizione, abbandono l’idea di passare per il Lago di Valscura e ritorno sui miei passi fino a intercettare il sentiero che scende dal Questa.
Al ritorno alla macchina scopro che quattro ore e mezza di parcheggio mi sono costate cinque euro (trattasi del parcheggio sul fiume che da quest’anno è a pagamento). Pago e manifesto il mio disappunto a una dipendente e a un guardiano del parco: in futuro da me non avranno più un centesimo
.


16 giugno 2012 - TESTA DI MALINVERN da Terme di Valdieri

Stefano

Bellissima gita fatta a gran velocità per impegni pomeridiani. L'itinerario, lungo e faticoso, ricalca in gran parte il tracciato delle antiche mulattiere militari e si sviluppa in un ambiente selvaggio e suggestivo.
Sono partito prestissimo dalle Terme di Valdieri (ore 6.30) e in poco più di mezz'ora ho raggiunto il Piano Inferiore del Valasco: il vecchio sentiero reale di caccia, che taglia i tornanti della rotabile, è stato perfettamente risistemato ed è ora comodamente percorribile dagli escursionisti.
Dal Valasco sono salito velocemente al Lago Inferiore di Valscura dove termina la strada ex-militare n.452 realizzata negli anni trenta.
Quindi, tagliando i tornanti della bellissima mulattiera (che presenta ancor oggi tratti perfettamente lastricati), ho risalito la bastionata che sorregge la conca dei Laghi Superiori di Valscura. Qui sorge la Caserma Longà, imponente costruzione realizzata con il lavoro forzato dei prigionieri austriaci durante la guerra del '15-'18.
Sulle rocce montonate sparse tutt'intorno alla caserma si possono ancora leggere scritte patriottiche risalenti alla fine degli anni trenta.
Dopo la caserma ho abbandonato la mulattiera che sale alla Bassa del Druos e, tra nevai e pietraie, ho puntato direttamente verso l'imbocco del canalino roccioso (difficoltà F) che adduce all'acrocoro sommitale del Malinvern.
Alle 9.10 sono arrivato in vetta accolto da un magnifico e vastissimo panorama. Le acque del Lago Inferiore di Valscura scintillano al sole. Sullo sfondo, la cresta frastagliata della Serra dell'Argentera.
Al pari della salita, anche la discesa è stata molto veloce. Superato il Rifugio Valasco (ricavato nella ex-Casa Reale di Caccia), con un ultimo balzo sono arrivato alle Terme di Valdieri dove, alle 11.30, ho concluso questa bellissima gita.


19 giugno 2011 - RIFUGIO QUESTA da Terme di Valdieri

Stefano e Chiara

Prima uscita stagionale nelle Marittime con una "classicissima" della Valle Gesso: il Rifugio Questa dalle Terme di Valdieri.
La giornata è splendida, l'aria è tersa ed il cielo limpido.
Siamo partiti alle 8.45 ed in poco più di un'ora abbiamo raggiunto il Piano del Valasco.
Chiara, che oggi non si sentiva in perfetta forma per via di un leggero malessere allo stomaco, si è fermata al Piano Superiore del Valasco a prendere il sole sopra una grossa roccia montonata.
Io invece ho proseguito a passo spedito ed in un'ora sono salito al Rifugio Questa.
L'ambiente è aspro e suggestivo: gli intensi colori di giugno risaltano nell'aria limpida sotto il sole splendente.
Al ritorno ho seguito la grande mulattiera di mezzacosta fino all'imbocco di Valle Morta e poi, per sentiero, sono ridisceso al Piano Superiore del Valasco.
Chiara mi aspettava allegra e contenta per questa sua giornata di relax: ha dormito, ha preso il sole ed ha letto un libro.
Dopo aver mangiato abbiamo ripreso insieme la discesa per Terme di Valdieri dove siamo giunti alle 14.30.


8 agosto 2010 - RIFUGIO QUESTA – LAGO DI VALSCURA da Terme di Valdieri

Stefano e Chiara

Terza escursione in tre giorni e terza giornata di tempo splendido.
Classica gita al Rifugio Questa passando al ritorno per i laghi del Claus e di Valscura.
Partenza da Terme di Valdieri alle 8.40.
Stanchi per le due giornate precedenti, abbiamo raggiunto il Questa soltanto alle 12.10.
Ammirata per l’ennesima volta la pittoresca conca con il Lago delle Portette dal bel colore azzurro scintillante. Più in alto, da sinistra a destra, la Cresta Savoia, la Testa delle Portette e la Testa del Claus.
Al ritorno abbiamo seguito la grande mulattiera militare che conduce al Lago di Valscura.
Tra il Lago del Claus ed il Lago di Valscura, nell’attraversamento di una conca detritica, la mulattiera si trasforma in una vera e propria opera d’arte: perfettamente lastricata (tanto che ci potrebbe transitare comodamente un’auto), avanza sinuosa sopra un mare di sfasciumi senza che una pietra della sua pavimentazione risulti fuori posto.
Alle 14.20 siamo scesi sulla riva del Lago di Valscura.
Da qui, interminabile discesa prima al Valasco (dove abbiamo visitato il nuovo rifugio nella Casa Reale di Caccia) e poi a Terme di Valdieri dove siamo giunti, particolarmente provati, alle 17.


18 agosto 2009 - TESTA DI MALINVERN da Terme di Valdieri

Stefano

Partenza da Terme di Valdieri alle 7.30.
Tempo splendido.
Salita a passo spedito lungo il classico itinerario che sale al piano del Valasco e rimonta la valle Scura fino alla bassa del Druos. Poi facili roccette fino alla vetta raggiunta alle 10.30.
Molti stambecchi sotto la cima.
Bellissima la visione dei sottostanti laghi e splendido panorama a 360 gradi.
Discesa lunga e faticosa fino alla macchina raggiunta alle 13.30.


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12 luglio 2009 - RIFUGIO QUESTA E PASSO DELLE PORTETTE da Terme di Valdieri

Stefano e Chiara

Partiti da Terme di Valdieri siamo saliti al Valasco e al Rifugio Questa. Chiara si è fermata mentre io ho proseguito. Sotto il Passo delle Portette ho rischiato per alcune scariche di pietre provocate da un branco di camosci e da stambecchi. Con due guardie forestali sono poi salito fino al Passo delle Portette dove abbiamo potuto osservare il numeroso branco e ripulire il passo dalle pietre instabili. Sono poi sceso al rifugio e con Chiara abbiamo iniziato il ritorno attraverso il lago di Valscura. Numerosi sono i segni dei danni provocati dalla valanghe di questo inverno.


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