10 novembre 2024 - GIRO DELL’OLBICELLA da Acquabuona (Tiglieto)
Stefano, Alessandro
Bella camminata con Alessandro attraverso le dorsali che rinserrano il corso dell’Orba tra la piana della Badia di Tiglieto e la confluenza dell’Olbicella. L’itinerario risulta solo in parte segnato e si sviluppa su sentieri inediti, poco o per nulla frequentati, ma sempre in ottimo stato.
Partiamo da Acquabuona - dove ci ha accompagnato Chiara con la macchina - e seguiamo la stradina asfaltata che si inerpica ripidissima tra le villette fino in località Pian del Faggio. Qui ha inizio una comoda mulattiera (non segnata) che sale nella rada pineta guadagnando in breve la displuviale boscosa tra la valle dell'Orba e quella dell'Olbicella.
Dopo lo scollinamento, un bellissimo sentiero (anche questo non segnato) discende con una lunga picchiata a Pian del Fuoco sul fondovalle dell’Olbicella. Pian del Fuoco (o Pian del Fo’) è un ripiano ameno e pittoresco circondato da fitti boschi e sovrastato dalle scoscese scarpate rocciose del Bric Berton. E’ giunto il tempo di fare una sosta e Alessandro ne approfitta per curiosare qua e là tra i fienili e le antiche cascine poste ai margini dei prati. Mentre in quota spira un grecale freddo e fastidioso, qui in basso si sta d’incanto. Passiamo sull’altra sponda grazie a un ponticello di recente costruzione e costeggiamo il torrente lungo una stradina sterrata fino a incrociare la provinciale di Olbicella a un tiro di schioppo dal paese.
Alessandro cammina spedito e non si lamenta, ma è bene tenerlo sempre motivato: a tal proposito ci siamo portati nello zaino un modellino di motoscafo telecomandato da far girare sul grande lago che l’Orba forma alla confluenza dell’Olbicella. Poi c’è anche un altro argomento con cui spronare Alessandro, un argomento molto convincente: fermare non ci possiamo più fermare, indietro non possiamo tornare e a casa ci dobbiamo arrivare (con le nostre gambe); possibilmente con una certa solerzia dal momento che restano più o meno due ore e mezza di luce.
Una imponente e vetusta passerella ci traghetta sulla riva destra dell’Orba. Camminiamo per un breve tratto sul greto del fiume (segni bianco-rossi) in un paesaggio rude e desolato fino a incontrare una grande mulattiera sostenuta da muretti a secco. Il terreno è scabro e nudo, punteggiato qua e là di pini e arrossato dal sole che si abbassa a occidente. Più in alto la mulattiera si restringe a sentiero e la salita si fa dura. “Quanto manca alla casa dell’oblò? Non siamo ancora arrivati?”, implora Alessandro che ormai non ne ha più voglia. Ma adesso manca davvero poco: i segni bianco-rossi aggirano a nord il Bric Scaglione e infine, con percorso finalmente pianeggiante, si dirigono verso il Valico della Crocetta. Noi tagliamo giù a destra raggiungendo la provinciale di Tiglieto presso il curvone della tanto sospirata “casa dell’oblò” (così chiamata per il grande finestrone circolare che si affaccia sulla strada).
Siamo arrivati giusto in tempo, con il sole che sta calando dietro il Bric Berton e con le ombre che si allungano all’infinito prima di svanire. Abbiamo camminato per cinque ore e mezza e Alessandro si è comportato molto bene.
1 novembre 2024 - M. CALVO dal ponte sull’Orba (Tiglieto)
Stefano
Dopo un mese di ottobre caratterizzato da piogge abbondanti e spesso torrenziali, novembre si apre finalmente col bel tempo stabile che - sembra - debba durare per un po’ di giorni. Stamattina il cielo è limpido e l’aria è mite e quieta come nelle classiche giornate di fine estate; peccato solo per il mal di gola e l’abbassamento di voce che mi hanno un po’ infastidito durante la settimana e che mi inducono oggi a fare una camminata breve dietro casa.
Parto dal ponte romanico sull’Orba presso la Badia e seguendo i segnavia F.I.E. costeggio dall’alto il corso del fiume sul quale si riflette l’azzurro cristallino del cielo. Il sentiero sbuca in località Bertalin e in breve arrivo alla chiesa di Tiglieto. Quindi, percorrendo le vie interne al paese, raggiungo la piazzola dell’elisoccorso e le soprastanti e antiche case della Vrigna. Da qui seguo dapprincipio la mulattiera che si innalza alle spalle della località Costa Azzurra e poi - fuori sentiero - rimonto direttamente il costone occidentale del Calvo in gran parte ricoperto da un rado boschetto di pini.
Incrociata la strada “delle vasche” in corrispondenza del “punto panoramico” (panchina e pannello informativo), percorro l’ultimo tratto di cresta fino alla spoglia e pietrosa sommità del Monte Calvo (m. 739) sormontata dalla grande croce in ferro alta quasi tre metri. Dal Calvo, nelle giornate più limpide, si abbraccia in un solo sguardo tutta l’alta Val d’Orba, il Monferrato e la cerchia alpina dalle Marittime al Rosa. Casa mia sta qua sotto, la vedo nitidamente. E’ quasi ora di pranzo e mi affretto dunque a scendere.
20 settembre 2024 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano, Alessandro, Gianni, Franca
Come raccontare una breve camminata pomeridiana con il nostro nipotino? Suggerita da Stefano avrebbe dovuto essere una facile passeggiata tra i boschi per raggiungere la cima che sovrasta Tiglieto.
E’ qui che partiamo, appena più in alto del centro del paese, per arrivare tra prati e antiche case verso il passo della Crocetta.
Però, poco dopo, mi si presenta una salita erta senza traccia di sentiero tra radi pini nati faticosamente sulle rocce di conglomerato, conosciute anche come puddinga e caratteristiche di questa zona. Meno male che ho tolto i tappi di gomma ai bastoncini leggerissimi in carbonio che senza vergogna uso per camminare sull’asfalto.
“Io aiuto la nonna, tu aiuti il nonno” ordina Stefano ad Alessandro che brontola perché avrebbe voluto giocare a nascondino tra gli alberi striminziti. Basta una parola di papà perché la prenda alla lettera e sconsolato qualche lacrima gli scenda sulle guance: “Come faccio? Il nonno è pesante” . “Maddai! Papà sta scherzando” gli dico e lui finalmente tranquillizzato gli sta vicino come un’ombra e gli chiede continuamente se ha bisogno.
Nuvole scure che oggi nascondono il crinale del Beigua, la pianura padana e le Alpi ci offrono però una bel panorama sulla valle dell’Orba e una veduta aerea sulle case di Tiglieto.
Raggiungiamo la strada che taglia il bosco e ci inerpichiamo sulla scarpata per continuare la linea della massima pendenza che sbuca sulla cima.
Eccoci alla croce del monte Calvo. Soffia una leggera tramontana. Gianni e Alessandro costruiscono un bell’“ometto” mentre Stefano fornisce le pietre che qui abbondano. Le bandiere di preghiera colorate sventolano sulle teste di nonno e nipote mentre cercano di decifrare le scritte sul dischetto metallico del punto trigonometrico murato nel 1935 sul basamento della croce.
Più volte in passato eravamo arrivati qui, salendo anche dal ben più lungo tracciato che parte da Rossiglione.
Il ritorno è senza storia, seguiamo il facile crinale che passa dai ruderi di casermette che risalgono agli anni ’20 e ci ritroviamo sulla strada che porta alla Crocetta. Alessandro ci chiede: “Nonno, nonna, è stato bello, vero?”.
6 aprile 2024 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano, Chiara, Alessandro
Passeggiata da casa al Monte Calvo con Chiara, Alessandro e Marta, un’amichetta e compagna di scuola di Alessandro. Oggi è esplosa la primavera e l’aria è tiepida; i prati di Tiglieto sono verdissimi e qua e là cominciano a spuntare le prime fioriture.
Dapprima raggiungiamo le case della Vrigna e poi - tra pini e roccette - risaliamo il costone panoramico che incrocia la strada delle Vasche e che conduce direttamente alla grande croce di vetta.
Sul Calvo - accarezzato da un venticello mite - ci divertiamo a giocare a nascondino e a far rotolare massi giù per la montagna (ovviamente facendo il tutto con la massima attenzione).
In discesa altri giochi, con Alessandro e Marta che concludono la scarpinata rotolandosi giù per i prati della Vrigna.
10 aprile 2023 - ANELLO DELLA VAL GARGASSA dal Gargassino (Rossiglione)
Stefano, Chiara, Alessandro
Nel pomeriggio di Pasquetta ho portato Chiara e Alessandro a percorrere l’anello della Val Gargassa. Il cielo è velato, non c’è vento, non c’è freddo e neppure caldo: si sta bene.
Partiamo dal campo sportivo di Rossiglione in località Gargassino (m. 327) al km n. 2 della provinciale per Tiglieto. Dopo un primo tratto nel bosco usciamo allo scoperto in una zona singolare e suggestiva, con le scoscese pareti rocciose che danno origine a una gola spettacolare. Facili passaggi attrezzati con catene e rustiche passerelle di legno aggiungono una nota caratteristica a questo luogo appartato e selvaggio, con il torrente che scorre placido tra un laghetto e l’altro. Alessandro è contento e cammina motivato con i suoi scarponcini nuovi.
Dopo il guado sul Gargassa e il passaggio dalla sponda sinistra a quella di destra, lo scenario si addolcisce e la valle si apre: raggiungiamo così la grande radura di Veirera (m. 400 circa) ai margini della quale si trova una cascina-rifugio di proprietà del Parco del Beigua. Siamo esattamente a metà del percorso.
Imbocchiamo ora il sentiero segnato con tre pallini gialli che si innalza deciso sul fianco sinistro della vallata permettendo una visione dall’alto del “canyon” precedentemente attraversato. Alla nostra destra appare il cosiddetto “Barcun dra Scignura” (Balcone della Signora), un caratteristico foro nello spalto roccioso che potrebbe rappresentare lo sfondo ideale per una scena con Willy il Coyote e Beep Beep. L’ambiente s’inasprisce sempre più: i tre pallini gialli risalgono il dorso di un costone fino ai piedi della Rocca Giana; poi piegano a destra e dopo una cengia facile ma esposta e attrezzata con funi d’acciaio giungono al Passo della Rocca dei Corvi (m. 510). Una brevissima deviazione consente di raggiungere il soprastante pulpito roccioso che offre un magnifico colpo d’occhio sul corso del Gargassa.
Dal passo scendiamo sul versante opposto per poi risalire brevemente fino all’incrocio con l’itinerario Rossiglione-Monte Calvo (pallino giallo) tra le cascine Majulla e Monterosso. L’anello è quasi concluso: una bella mulattiera scende decisa nella valle del Gargassino mentre il rombo fastidioso delle moto che sfrecciano sulla provinciale della Crocetta ci fa capire che ormai manca proprio poco.
Abbiamo camminato circa tre ore in un ambiente tra i più caratteristici e peculiari del Parco del Beigua. Il giro è risultato poco faticoso grazie ai dislivelli contenuti e i brevi passaggi attrezzati - peraltro molto facili - hanno aggiunto quel pizzico di avventura che Alessandro ha molto apprezzato.
19 marzo 2023 - ROCCA DELLA MARIETTA (per la cresta sud-ovest) dal ponte sull’Orba (Tiglieto)
Stefano
Uscito di casa dopo pranzo per fare due passi nel Dano sopra Vara, transitando con la macchina sul ponte di Badia scorgo alla mia destra la Rocca della Marietta con la sua cresta spoglia e rupestre che scende giù fino al fiume e che sembra perfetta per una piccola “esplorazione”: decido che i miei due passi li farò lì.
Lascio la macchina al bivio per Olbicella e riattraverso l’Orba - questa volta a piedi - sull’antico ponte in pietra per dirigermi poi, tra fossi e boschetti non troppo intricati, verso l’evidente costone rivolto a occidente. Il primissimo tratto è quasi a picco sull’Orba: nulla di difficile, per carità, ma piuttosto malagevole e parecchio ripido (difficoltà EE, ovviamente non esiste sentiero). Spuntoni rocciosi si succedono con una certa ritmicità conferendo al paesaggio un’impronta di scabra e disadorna desolazione. Ciò che non mi aspettavo era di trovare una croce sopra una grossa rupe posta circa a metà della salita: per raggiungere questa croce occorre affrontare un passaggio leggermente impegnativo, un po’ ostico soprattutto in discesa (difficoltà F).
Da qui in avanti la cresta riprende a salire con maggiore regolarità e con scorci d’ambiente molto caratteristici. Rocce rossastre e logori pini rinsecchiti mi scortano fin sulla sommità della Rocca della Marietta che, a dispetto del cielo bigio, regala ugualmente una bella cartolina di Tiglieto con il Dente sullo sfondo.
Al ritorno discendo la cresta per un breve tratto fino a scovare un’evidente traccia che sfrutta una cengia per tagliare a mezzacosta lo scosceso versante meridionale. Giungo così - assai più comodamente di quanto preventivato - ai prati della Carpenè proprio ai piedi della rocca. Non mi resta che percorrere l’antico sentiero che collegava le case di Carpenè al nucleo storico di Badia (un bel sentiero che oggi non percorre più nessuno) per concludere così la mia piccola esplorazione.
20 novembre 2022 - GIRO DELL’OLBICELLA e M. CALVO da Tiglieto
Stefano, Roberto
Lunga camminata in compagnia di Roberto su un percorso ad anello di oltre 20 km tra le dorsali che rinserrano i corsi dell’Orba e dell’Olbicella. L’itinerario, solo in parte segnato, si sviluppa su sentieri poco o per nulla frequentati ma sempre in ottimo stato.
Partiamo da Tiglieto (m. 500, ore 8.45) in una splendida mattinata dal sapore quasi invernale, limpida e ariosa, e scendiamo alla Badia per la bella mulattiera che costeggia dall’alto la gola del fiume. Passiamo sopra l’antico ponte romanico che il 4 ottobre dello scorso anno ha opposto una resistenza incrollabile alla furia impetuosa dell’Orba (6,63 metri misurati dall’idrometro, livello massimo di piena mai registrato!) e dai prati dell’abbazia (m. 378) risaliamo nel bosco fino al curvone della provinciale. Dopo 500 metri di asfalto, presso le prime case di Acquabuona, prendiamo a destra la stradina che si arrampica ripidissima tra le villette e che termina in località Pian del Faggio.
Qui ha inizio una comoda mulattiera non segnata che sale nella rada pineta guadagnando in breve la displuviale boscosa (m. 700 circa) tra la valle dell'Orba e quella dell'Olbicella. Dopo lo scollinamento, un bellissimo sentiero (anche questo non segnato) plana dopo una lunga picchiata a Pian del Fuoco sul fondovalle dell’Olbicella (m. 362, ore 11.45): è questa una zona prativa amena e pittoresca, rinserrata tra fitti boschi e tra le scoscese scarpate rocciose del Bric Berton. Adesso si incontrano dei segnavia bianco-rossi. Passiamo sull’altra sponda grazie a un ponticello di recente costruzione e costeggiamo il torrente lungo una stradina sterrata che incrocia la provinciale di Olbicella proprio a un tiro di schioppo dal paese (m. 343).
Dopo un breve spuntino, attraversiamo il ponte sull’Olbicella in direzione di Tiglieto e seguiamo sulla sinistra una sterrata in leggera discesa (palina e segnavia n. 531) fino a all’imponente e vetusta passerella che ci traghetta sulla riva destra dell’Orba. Camminiamo ora sul greto del fiume tra ciottoli e affioramenti rocciosi (segni bianco-rossi) in un ambiente insolito e suggestivo, fino a quando incontriamo la partenza di una grande mulattiera sostenuta da muretti a secco. Il terreno è scabro e nudo, punteggiato qua e là di pini e arrossato dal sole. Più in alto la mulattiera si restringe a sentiero e la salita si inasprisce su per l’aspro costone che costringe l’Orba a una serie di anse pronunciate. I segni bianco-rossi aggirano a nord-est il Bric Scaglione, scavalcano una dorsale secondaria e raggiungono la provinciale di Tiglieto al Valico della Crocetta (m. 626, ore 13.45).
Ma i saliscendi non sono ancora terminati: decidiamo infatti di proseguire fino in cima al Monte Calvo (m. 739, ore 14.10) per non concludere la gita senza aver prima ammirato il panorama dell’arco alpino.
Infine alle 14.45, dopo 5 ore di marcia pressochè ininterrotta, facciamo ritorno a Tiglieto concludendo così questo anello, decisamente lungo e anche abbastanza faticoso; che nelle giornate fredde e ventose come quella odierna, quando lo spartiacque è spazzato dalla gelida tramontana, rappresenta senz’altro una valida alternativa all’Alta Via.
2 ottobre 2022 - GIRO DELL’OLBICELLA da Tiglieto
Stefano
Interessante percorso ad anello su sentieri inediti, poco o per nulla frequentati, attraverso le dorsali che racchiudono il corso dell'Orba tra la Badia di Tiglieto e la stretta dell’Olbicella. L’itinerario è segnato solo in parte e i sentieri sono tutti in ottimo stato; nonostante il dislivello complessivo risulti contenuto, la lunghezza del giro è di circa 18 km.
Parto da casa alle 7.40 (m. 500) e da Via Bertalin scendo a Badia per la mulattiera che costeggia dall’alto la gola del fiume (triangolo e cerchio barrato gialli). Passo sull’antico ponte romanico che il 4 ottobre 2021 ha opposto una robustezza incredibile alla piena dell’Orba (6,63 metri misurati dall’idrometro di Tiglieto, valore massimo mai registrato!) e dalla piana dell’abbazia (m. 378) salgo nel bosco fino al curvone della Cascinazza. Dopo 500 metri di asfalto prendo a destra la stradina che sale dietro il meccanico di Acquabuona (località Bianchina) e che si inerpica assai ripida fino a terminare a Pian del Faggio.
Qui ha inizio una comoda mulattiera (non segnata) che sale tra i pini con moderata pendenza e che raggiunge la displuviale boscosa (m. 700 circa) tra la valle dell'Orba e quella dell'Olbicella. Dopo lo scollinamento un bellissimo sentiero (sempre non segnato) scende con una lunga picchiata al fondovalle Olbicella a Pian del Fuoco (m. 362, ore 10): è questa una zona prativa amena e pittoresca, circondata da più parti da rossastre scarpate rocciose. Adesso si incontrano i segnavia bianco-rossi che dopo essere passati sull’altra sponda - grazie a un solido ponticello - costeggiano il torrente su una stradina sterrata che sbuca sulla provinciale di Olbicella a poche centinaia di metri dal paese (m. 343).
Attraversato il ponte sull’Olbicella (direzione Tiglieto), imbocco sulla sinistra una sterrata in leggera discesa (palina e segnavia n. 531). Un’imponente e assai vetusta passerella permette di guadagnare la riva destra orografica dell’Orba che seguo per un breve tratto tra ciottoli e affioramenti rocciosi (segni bianco-rossi). A un certo punto, appena sopra il livello del fiume, ci si immette su una larga mulattiera sostenuta da muri a secco. L’ambiente è scabro e nudo, punteggiato di pini e arrossato dal sole. Più oltre la mulattiera si restringe a sentiero e la salita si inasprisce, su per il costone che impone all’Orba una serie di anse pronunciate. I segni bianco-rossi procedono a zigzag sul terreno roccioso, aggirano a nord-est il Bric Scaglione e puntano dritti verso il Valico della Crocetta (m. 626). Io ora taglio a destra e raggiungo la stalla sopra il curvone della Carpenè (il curvone della casa “con l’oblò”).
Macino velocemente i 2 km di asfalto che ancora mi separano da casa e alle 12.10, dopo quattro ore e mezza di cammino ad andatura sostenuta, concludo questo bel giro; che nelle giornate con il “marino” come quella odierna, quando lo spartiacque è avvolto dalle nubi e immerso nella nebbia, rappresenta senz’altro una valida alternativa all’Alta Via.
11 dicembre 2021 - ROCCA DELLA MARIETTA da Tiglieto
Stefano
A differenza dell’altro ieri, oggi è una splendida mattinata di sole, con un filo di tramontana che mantiene l’aria asciutta e pungente come si conviene alle belle giornate d’inverno.
Dal curvone della villa “con l’oblò”, risalgo la ripida stradina appena imbiancata come da zucchero a velo, e sul piazzale della stalla metto le ciaspole. Da qui percorro la forestale ben innevata fino all’ampia insellatura che precede il Bric Scaglione. Con un bel percorso su sentiero nella rada pineta, aggiro a nord il mammellone dello Scaglione per sbucare sulla panoramica dorsale che guarda l’Olbicella. Quindi, tra roccette e pini nani, scollino sul Bric Scaglione e ne discendo dalla parte opposta il ripido pendio rivolto in faccia alla Badia; finchè una sorta di istmo dà accesso all’esile crestina rocciosa che termina sulla Rocca della Marietta (m. 614), proprio in fronte a Tiglieto.
Da quassù, attingendo dal gergo militare, si tengono sotto tiro i due ponti sull’Orba, quello della provinciale e quello storico di epoca romanica; mentre da laggiù, la Rocca della Marietta ha l’aspetto di un rude cono roccioso simile al baluardo di una fortezza.
Proprio sotto la rocca, sta l’antica cascina della Carpenè dove ha vissuto in gioventù il bisnonno di Alessandro; che, in questo momento, è a casa ad aspettarmi perché non vede l’ora di uscire con il bob.
9 dicembre 2021 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano
La nevicata di ieri (8 dicembre) ha depositato in Val d’Orba 20-30 centimetri di neve farinosa, leggera e inconsistente, sufficiente comunque per togliere la polvere dalle ciaspole. La mattinata è rigida, pienamente invernale, così come il paesaggio imbiancato e l’atmosfera ovattata: i fievoli rintocchi delle campane sembrano giungere da una chiesa lontana.
Ho poco meno di tre ore a disposizione, all’una devo essere a Sampierdarena per farmi estrarre un dente. Parto quindi direttamente da casa e di buon passo raggiungo la piazzola dell’elisoccorso. Poi, ciaspole ai piedi, salgo alla Vrigna e prendo la mulattiera che si innalza tra i radi pini di Costa Azzurra: Tiglieto è una cartolina natalizia, con i boschi tutti imbiancati sotto un cielo metallico.
Prima di sbucare sulla sterrata che si dirige verso la Crocetta, abbandono la mulattiera e rimonto a destra (fuori sentiero) il costone sud-occidentale del Calvo, intersecato da una curva panoramica della strada delle Vasche da cui si abbraccia con lo sguardo tutta l’alta Val d’Orba. Il costone prosegue via via più stretto verso la croce sommitale, con il fianco che guarda Tiglieto assai scosceso e caratterizzato da molteplici salti rocciosi.
Al di là della copertura nuvolosa spiccano il Monviso e il Rocciamelone illuminati dal sole, mentre in ombra sono le colline del Monferrato che progressivamente digradano verso la valle del Tanaro e la città di Asti. Dall’antica croce di ferro battuto, alta due metri e mezzo e ben visibile da Tiglieto, si gode infine un’ampia prospettiva delle valli Gargassa e Stura, fino allo sbocco di quest’ultima in pianura oltre gli ultimi rilievi delle Ciazze (a sinistra) e della Colma (a destra).
Un primo timido raggio di sole fa capolino proprio nel preciso istante in cui rientro in casa, dando quella pennellata di luce che mancava al paesaggio: peccato soltanto che non sia sbucato un po’ prima.
21 marzo 2021 - M. CALVO Da Tiglieto
Stefano, Alessandro
Il calendario ha ufficializzato l’arrivo della primavera ma se non fosse per il verde dei prati e per i raggi del sole che giorno dopo giorno si fanno più robusti e duraturi sembrerebbe di essere a gennaio, con estese gelate mattutine e tramontana pungente durante l’intero arco della giornata. Volevo portare Alessandro sul Beigua, la cima “con i piloni” come la chiama lui: non ci è mai stato e i tralicci dei ripetitori lo incuriosiscono. Però lassù farà sicuramente un freddo cane e immagino già le raffiche di vento sibilare lamentose tra le antenne. Il Beigua può aspettare, faremo due passi sopra casa.
Saliamo alla chiesetta della Vrigna e proseguiamo su per il sentiero che si innalza alle spalle delle case di Costa Azzurra. Poi abbandoniamo il tracciato e rimontiamo a destra, in un rado boschetto di pini, il costone occidentale del Monte Calvo incrociando la strada “delle vasche” in corrispondenza del punto panoramico (panchina e pannello informativo).
La tramontana rinforza sensibilmente e ci sferza con violente folate ma Alessandro non sembra curarsene: si diverte infatti a “scalare” le roccette che cingono la cresta in prossimità della croce; e vorrebbe pure fermarsi qui a giocare (a cosa di preciso non so).
Brevissima sosta in vetta per non gelare e poi giù via quasi di corsa fino al boschetto riparato dal vento, dove Alessandro può finalmente mettersi a giocare al supereroe. Al termine della discesa, sui prati della Vrigna appena intiepiditi dal sole, si getta nell’erba e inizia a rotolarsi come un cagnolino: ride, è contento, segno che la passeggiata comunque gli è piaciuta.
16 gennaio 2021 - M. POGGIO dalle Vasche di Tiglieto
Stefano
Giornata fredda e serena, con un filo di tramontana che accarezza i crinali. Dalle vasche di Tiglieto seguo la stradina per il Colle di Masca (o Passo Fruia) fino alla selletta dello Scaiun. Qui svolto a sinistra e risalgo gli aperti pendii fino alla sommità del Monte Poggio. La neve è dura, quasi ghiacciata, ma in superficie è ruvida: quindi ci si cammina perfettamente senza faticare. Questa dorsale, a cavallo tra le valli Orba e Gargassa, dalle cime arrotondate e povere di vegetazione, si presta molto bene alle ciaspolate. La gamba sta migliorando, ogni giorno che passa la sento più forte e più stabile.
14 gennaio 2021 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano
Terza passeggiata al Monte Calvo sotto un sole “battente” e un cielo blu cobalto. Dalla piazzola dell’elisoccorso, per i prati innevati, raggiungo la Vrigna dove imbocco la mulattiera che conduce alla strada “delle vasche”. Presso le case che si incontrano prima della strada, svolto a destra e risalgo nella pineta il costone che arriva diretto sul Calvo. La neve è trasformata e poco faticosa, soltanto un po’ marcia nei punti maggiormente esposti al sole. In discesa vedo una decina di cinghiali in perfetta fila indiana attraversare a mezzacosta il pendio innevato in direzione di Villa Margherita.
8 gennaio 2021 - BRIC SCAGLIONE da Tiglieto
Stefano
Il paesaggio intorno a Tiglieto continua a essere un incanto e le cime arrotondate alle spalle del paese sembrano ricoperte di panna. Risalgo la provinciale fino al curvone della Carpenè (quello della villa con l’oblò) e prendo la mulattiera che porta verso il Bric Scaglione, inoltrandomi in un ambiente “lappone”: uno spettacolo meraviglioso! Al ritorno a casa la gamba mi fa male e la sera fatico a stare in piedi. Sono un po’ in apprensione ma per fortuna, l’indomani mattina, il dolore è passato del tutto.
3 gennaio 2021 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano
Una bufera di neve nella notte tra l’1 e il 2 gennaio ha depositato al suolo un manto davvero cospicuo, come da anni non si vedeva. La salita al Calvo passando per la Vrigna è stata quindi decisamente faticosa giacchè, pur con le ciaspole, sprofondavo parecchio. Cielo per lo più nuvoloso, con alcuni squarci di azzurro e timide occhiate di sole. Alberi stracarichi di neve. Oggi la coscia deve aver accusato lo sforzo perché in discesa mi ha fatto un po’ male.
30 dicembre 2020 - ROCCA DELLA MARIETTA dal Passo della Crocetta (Tiglieto)
Stefano
Passeggiata con le ciaspole alla Rocca della Marietta, pronunciato cocuzzolo roccioso di forma conica che guarda in faccia Tiglieto e domina dall’alto i due ponti della Badia. Dalla sommità del Bric Scaglione si scende a sinistra per risalire poi, tra pini e roccette, la breve crestina che porta in vetta. Oggi cielo ancora grigio ma niente freddo. La gamba migliora costantemente.
28 dicembre 2020 - BRIC SCAGLIONE dal Passo della Crocetta (Tiglieto)
Stefano, Chiara, Alessandro
Dopo ulteriori 20 cm. di neve caduti durante la notte e nel primo mattino, con Chiara e Alessandro faccio questa passeggiata sotto un cielo grigio, in un ambiente ovattato e “finlandese”. Io con le ciaspole traccio il solco, Chiara e Alessandro (sprovvisti di ciaspole) ci camminano dentro. Ai piedi della salita finale, Alessandro si ferma con Chiara a giocare nella neve; io proseguo brevemente fino in cima al Bric Scaglione. Alessandro si è divertito molto, sta prendendo confidenza con la neve. La mia gamba la sento sempre più “solida” e sicura.
26 dicembre 2020 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano, Paolo
Ambiente da fiaba dopo la moderata nevicata del giorno di Natale. Decido di andare senza ciaspole sottovalutando però la quantità di neve caduta: sarebbe stato meglio averle. Mi tiene compagnia mio cognato Paolo che porta anche il suo cane. Saliamo dalla mulattiera che passa per la Vrigna, tra i pini ammantati di bianco. La temperatura è gradevole, il cielo è limpido e la neve è fantastica, farinosissima. La gamba migliora sensibilmente. E’ stata proprio una bella passeggiata.
30 ottobre 2020 - GIRO DEL LAIONE da Acquabuona (Tiglieto)
Stefano
Parto dall'officina del meccanico di Acquabuona (Tiglieto) nel tardo pomeriggio di una tranquilla giornata di metà autunno e percorro la stradina (Via del Faggio) che si innalza ripida alle spalle della località Borgo Bianchina.
Al termine dell'asfalto prende il via una bella mulattiera proprio sul ciglione meridionale del grande anfiteatro che ospita il complesso storico dell'abbazia. Si sale in moderata pendenza nella rada pineta fino a raggiungere il crinale boscoso che separa nettamente la valle dell'Orba da quella dell'Olbicella. Questa dorsale, che ha origine presso la confluenza dei due torrenti a poche centinaia di metri dal paese di Olbicella, si eleva da subito scoscesa e inaccessibile fino al Bric della Bandita per dirigersi poi, con meno aspri saliscendi, attraverso il Passo delle Rocche e i bricchi Cucco-Laione-Bia-Colma, verso la sella di Montà (San Pietro d'Olba). A questo punto trascuro la diramazione di destra, che scende giù per l'opposto versante al Pian del Fuoco e proseguo a sinistra a mezzacosta tagliando il versante est del Monte Laione. Poco oltre una marcata insellatura tra il Laione e il Bric della Bia, seguo sulla sinistra la sterrata che scende, in un bel paesaggio agreste, tra le coltivazioni dell'azienda Dal Pian e che termina in località Bolla di Acquabuona.
Per stradine interne faccio quindi ritorno a Borgo Bianchina e alla macchina dove concludo questo breve e inedito anello.
6 giugno 2020 - LAGHETTI DELL'OLBICELLA da Cascinetta (Olbicella)
Stefano, Chiara, Alessandro
Partenza da Cascinetta di Olbicella
- Ale, pomeriggio andiamo a fare una camminata?
- No, non ci andiamo
- Perchè? Non la vuoi fare una camminata? Viene anche la mamma
- Ma papà, basta camminate!
- E dai ...
- Uff, ti ho detto basta camminate. Non me lo fare ripetere più
- Volevo andare a Olbicella ...
- Con la macchina?
- Si, in macchina ... e poi a piedi. Se non vieni ci vado da solo
- Dove? A Olbicella?
- Si. E poi ai laghetti di Pian del Fuoco
- A tirare le pietre nell'acqua?
- Certo. Ci vieni o no?
- Si che ci vengo!
- Sei contento di camminare?
- Si. Papà, qui come si chiama?
- Frazione Cascinetta
- E' una località?
- Si, però c'è solo una vecchia casa
- E' nel comune di ...?
- Molare
- In provincia di ...?
- Alessandria
- E questa è la frazione Serra Superiore
- E' una località?
- Si, con una sola casa ...
- E' proprio un posto fantastico
- Ti piace questo ponte?
- E' un ponte traballante? Come quello di Vara?
- No, questo è fisso, non si muove
- Perchè non si muove?
- Perchè no
Al Pian del Fuoco
- Siamo quasi arrivati al Pian del Fuoco. Guardate come è bello qui!
- Una cascata!
- Non è una cascata ... E’ un trogolo
- Un trologo?
- Non trologo, tro-go-lo. Serve per prendere l'acqua e per lavarci la roba. Guarda che bella la canaletta sospesa che porta l'acqua al trogolo!
- Quanta acqua!
- Chiara, è vero che è un bel posto questo?
- Molto
- Ma non c'eri mai stata qui?
- No, mai
- Ora andiamo ai laghetti
- Dove sono?
- Un po' più avanti ma manca poco. Guarda Ale, guarda sulla pietra. Per andare ai laghetti dobbiamo seguire questi segni bianco-rossi. Capitano, facci strada che noi ti seguiamo!
- Agli ordini!
Sulla spiaggetta di un laghetto del Torrente Olbicella
- Dai papà, tira anche tu in acqua una pietra grossa; anzi, una pietra enorme
- Sei un esploratore della natura?
- Si!
- Allora proviamo a guadare il torrente!
- Dai!
- Papaa! Vienimi a prendere, sono intrappolato!
- Arrivo, arrivo ... scatto solo una foto
- Vienii!
Al ritorno
- Ti è piaciuta la camminata di oggi?
- Si, è stata proprio bellissima
- Guardate che bel prato! Passiamo di qui! Venite, in fondo al prato ci sono dei tavoli e delle panche. Dai che ci riposiamo un po' ... C'è anche il dondolo! Meglio di così ...
- Cosa è quel cartello laggiù?
- C'è scritto il nome della località: si chiama Serra Inferiore. C'è solo questa casa. Quando sono passato di qui un mese e mezzo fa, dietro la rete c'era un cane lupo. Oggi però non c'è, non vedo la macchina del padrone
- Mamma, ho paura dei cani
- Ma era bravo ... abbaiava per salutarmi ... e comunque ora non c'è
- Quando abbaiano, i cani salutano?
- Eh si ... (magari) Allora, vi è piaciuto questo giretto?
- E' stato bellissimo!
- A te Chiara, è piaciuto?
- Si, sono posti molto carini ... a parte le rane che mi fanno un po' schifo. E poi mi è piaciuto perchè non mi hai fatto stancare
30 aprile 2020 - ANELLO DI MONTEROSA da Tiglieto
Stefano, Alessandro
Alla Carpenè
- Allora, oggi andiamo alla scoperta di un sentiero che dalla Carpenè scende giù fino a Badia. Ho visto sulla cartina che c'è, dobbiamo trovarlo. Ok?
- A Badia dove? Da Suor Rossella?
- No, arriva giù dalla casa di Mauro
- Dall'idraulico?
- Si, dall'idraulico. Poi saliamo dal sentiero con le ringhiere
- Qual è il sentiero con le ringhiere?
- Quello che facciamo quando andiamo al fiume, quando passiamo da Via Bertalin. Hai capito?
- Ah, si
- Ecco, qui siamo alla Carpenè. La mamma mi ha detto che in questa casa ci è nato il tuo bisnonno Augusto
- Chi è Augusto?
- Era il tuo bisnonno, il nonno della mamma, il papà del nonno Giorgio
- Il nonno di Giorgio?
- No, il papà di Giorgio. Era il tuo bisnonno
- Ah, però ora dov'è Augusto
- Eh, ora è in cielo. Ti piace qui?
- Si, è proprio bello
- Aiutami a cercare l'inizio del sentiero, dovrebbe essere qui vicino. Ah ecco, l'ho trovato, vieni
- Lì?
- Si, qui
Sul sentiero che scende giù a Badia
- Uhh, guarda che bella la Badia giù in mezzo al prato
- Papaa, mi togli le scarpe? Sono piene d'acqua!
- Non sono piene d'acqua, si sono bagnate con l'erba. Non bisogna toglierle
- Ma io voglio che me le svuoti!
- Ma non si possono svuotare! Sono inzuppate, non c'è l'acqua dentro!
- Ma io le voglio svuotare. Toglimele!
- Ti ho detto che dentro non c'è acqua, sono solo inzuppate! Anch'io ho i piedi bagnati, poi si asciugheranno
- Dove, al sole?
- Si, al sole. E poi non hai detto che sei un esploratore della natura? Stai esplorando, è normale avere i piedi bagnati. Altrimenti che esploratore sei? Dai, che ora erba non ce n'è più e il sentiero è asciutto
- Che bel sentiero!
- Si, vedrai che di acqua non te ne entra più
- Papà, qui dove siamo?
- Siamo sopra a Monterosa
- Dove abita Elio "pizza"?
- Si, ma non ci passiamo. Ci giriamo tutto intorno
- Ora però ho fame. Ci fermiamo a far merenda?
- Va bene, però cerchiamo una roccia dove sederci
Quasi a Badia
- Ale, non distrarti e stai attento a non cadere che qui ci sono tante pietre. Tra un po' sbuchiamo sulla strada
- Dov'è la strada?
- E' qua sotto, tra poco ci arriviamo. Poi l'attraversiamo e riprendiamo il sentiero dall'altra parte
- Giù di qui?
- Si, vai giù e cerca dove inizia il sentiero
- Papà, ora dove vado?
- Aspetta, scatto questa foto e arrivo. Eccolo là l'inizio del sentiero, devi scendere di lì
A Badia
- Ora?
- Siamo sulla stradina del campo di Badia. Adesso seguiamo i segni gialli e andiamo su dal sentiero con le ringhiere
- Papà, facciamo una corsa!
Nella gola dell'Orba, sulla mulattiera che sale a Tiglieto
- Mamma mia, che rumore che fa il fiume!
- E' pieno d'acqua, stanotte deve aver piovuto tanto
- Guarda, c'è la schiuma laggiù
- Non è schiuma. E' perchè c'è tant'acqua spumeggiante
- Cos'è spumeggiante?
- Vuol dire che fa la schiuma ...
- Papà, che ne dici se giochiamo a nascondino?
- Quii?! Sei matto? Ci sono i precipizi. E' pericoloso!
- Ma si, giochiamo!
- No, qui no! Giochiamo più su quando inizia il bosco. Guarda che bello l'Orba da qui
- Guarda papà, il ponte!
- Si, è il ponte di Badia
- Ora però possiamo giocare a nascondino?
- Ti ho detto più in su
Nascondino
- Conta fino a venti che io mi nascondo
- Si!
- E non guardare!
- Ok!
Quasi arrivati
- Papà, sono un po' stanco
- Dai che ormai siamo arrivati
- Arriviamo dalla cucina?
- Si, passiamo dalla cucina. E facciamo un grande "buuh!" alla mamma. Va bene?
- Si, facciamole un grandissimo "buuh" così si spaventa
24 aprile 2020 - GIRO DELL'OLBICELLA e M. LAIONE da Tiglieto
Stefano
Interessante percorso ad anello, per me inedito e in buona parte sconosciuto, sulle dorsali che demarcano il corso dell'Orba tra la confluenza con l'Olbicella (a valle) e quella con il Carpescio (a monte).
Parto alle 8 in punto da casa (località Casavecchia di Tiglieto, m. 500) e, salendo per la mulattiera che passa dalla Vrigna, raggiungo la strada "delle Vasche" e il Valico della Crocetta (m. 626). La giornata si preannuncia radiosa, tiepida e senza una bava d'aria: una perfetta giornata di primavera.
Al di là del passo si trova il punto d'arrivo del cosiddetto "Sentiero del Pellegrino" (segnavia n. 531), un lunghissimo itinerario di oltre 10 ore di cammino che parte dalla lontana Acqui Terme. Io ne seguirò un breve tratto in senso contrario, fino al ponte della provinciale sull'Olbicella. Questo sentiero, dopo aver aggirato a nord-est il cocuzzolo del Bric Scaglione, percorre in discesa tra pini e roccette il rude costone della montagna che, alla soglia del paese di Olbicella, costringe l'Orba a un'ansa pronunciata. In prossimità del fiume il sentiero si trasforma in una comoda mulattiera sostenuta da muretti a secco; i segni bianco-rossi proseguono poi lungo la sponda destra fino a incontrare un'imponente passerella che permette il passaggio dalla parte opposta.
Appena superato il ponte della provinciale sul Torrente Olbicella (m. 343), si stacca a sinistra una stradina sterrata (palina e segnavia n. 555) che costeggia il corso di questo importante affluente dell'Orba fino alla minuscola frazione di Case Serra. Poco oltre un bel ponticello metallico mi traghetta sull'altro lato della gola in prossimità di un'amena zona prativa: il suo nome è Pian del Fuoco (o Pian del Fo', m. 362) e giace ai piedi di scoscese e pittoresche scarpate rocciose.
Qui il navigatore GPS mi aiuta a rintracciare l'inizio del sentiero - non segnato - che, scavallando la dorsale Cucco-Laione-Montà, conduce in Val d'Orba ad Acquabuona. Questo sentiero, mai fatto prima d'ora, si presenta in ottime condizioni di percorribilità: è ben pulito, ben tracciato e sufficientemente segnalato con ometti di pietre; smarrirlo è pressochè impossibile. Al termine di una salita costante e piuttosto faticosa, guadagno la linea di displuvio Olbicella-Orba tra il Bric del Cucco e il Monte Laione e, abbandonando momentaneamente il sentiero, raggiungo sulla destra per cresta la cima di quest'ultimo (m. 732, ore 11.35). Dal Laione si ha una vista inedita del Bric Berton, della Costalunga di Palo, delle case dei Moretti disposte sul ciglio dello spartiacque Olbicella-Erro e del mio paese, Tiglieto, adagiato sull'ariosa e assolata costa meridionale del Monte Calvo.
Dopo aver percorso a ritroso il breve tratto di cresta, inizio ora la picchiata su Acquabuona con scorci paesaggistici bucolici che fanno da cornice al complesso della Badia. In località Bianchina il sentiero sfocia in uno stretto nastro d'asfalto che, dopo una ripida serpentina tra le villette all'ombra di pini e di abeti, sbocca a sua volta sulla strada provinciale (m. 510) presso le ultime case di Acquabuona in direzione Tiglieto.
Non mi resta a questo punto che seguire il pallino barrato giallo, attraversare l'Orba sulla passerella della Ferriera Inferiore (Frera da Bassu, m. 412) e risalire infine l'opposto versante all'ombra rinfrancante della faggeta.
Alle 13.30 passo davanti alla chiesa di Tiglieto e dopo una manciata di minuti faccio rientro a casa concludendo così, sotto un caldo sole pre-estivo, un anello inedito di 17 km e 750 metri di dislivello che mi ha soddisfatto oltre ogni aspettativa.
16 aprile 2020 - BRIC SCAGLIONE da Tiglieto
Stefano, Alessandro
Alla Carpenè
- Che bello che è qui. Papà, qui come si chiama?
- Siamo alla Carpenè. Ora saliamo su dai prati e passiamo davanti alla stalla dell'asinotto. Poi andiamo al Monte Scaglione. Sei pronto?
- Si che sono pronto!
- Guarda, Alessandro, nel prato lì sotto c'è l'asinotto
- Cosa fa l'asinotto? Mangia il fieno?
- Si, sta mangiando il fieno
Sulla dorsale verso il Bric Scaglione
- Dai Ale, vien tardi. Andiamo che la mamma ci aspetta per mangiare
- Ste, un attimo, devo prima segare questo albero. Perchè è caduto questo albero?
- Perchè era vecchio, non ce la faceva più a stare in piedi
- Papà, ma dove sono i cartelli?
- I segni?
- Si. Dove sono?
- Tra un po' ci sono. Cammina che poi li vedi. Forza, in marcia!
- Va bene capitano!
I segni bianco-rossi
- Ecco i cartelli!
- Hai visto che c’erano? Bianco e rosso. Indovina cosa c'è scritto sopra
- C'è scritto Tiglieto
- Ma come fai a saperlo?!
- Eh, così ...
Sul Bric Scaglione
- Siamo in cima, Ale, siamo sul Bric Scaglione. Ti piace?
- Si!
- Guarda laggiù in fondo, c'è Olbicella!
- Dove? Dove?
- Laggiù!
- Ma dove laggiù?
- Laggiù! Dritto davanti a te!
- Là?
- Si, là!
- Ora mi dai il Buondì Motta?
- Tieni. Vuoi anche un po' d'acqua?
- Si, voglio due bicchieri
Nascondino
- Papà, giochiamo a nascondino?
- Va bene. Tu conta che io mi nascondo
- Uno. Due. Tre. Quattro ...
- Non guardare, eh! Se guardi non vale!
- No che non guardo!
- Ti ho trovato!
- Ma porca miseria!
Verso la Crocetta
- Ora la facciamo una caccia al tesoro?
- Dopo, Ale. Adesso bisogna fare questo sentiero fino alla Crocetta. Devi aiutarmi a cercare i segni bianchi e rossi sennò non troviamo più la strada e ci perdiamo. Mi raccomando
- Cerchiamo i cartelli?
- Si, i cartelli
- Eccone uno, papà!
- Bravissimo! Ora cerchiamo il prossimo
- Papaa!
- Cosa c'è?
- Sono stanco
- Dai che manca poco alla Crocetta, ci siamo quasi
- Però alla Crocetta ci sono i cartelli?
- Certo che ci sono! Ce ne sono tantissimi
- Andiamo?
- Arrivo
Alla Crocetta
- Ale, guarda che bei cartelli! Bianchi e rossi. Siamo alla Crocetta!
- Dove? Dove sono i cartelli?
- Sei stato in gamba, sei un gran camminatore. Ora ci manca solo la discesa dalla Vrigna
Ritorno per la Vrigna
- Papà, la facciamo una corsa?
- E va beh, facciamola ...
- Papà, tu scappa e io sono il mostro che ti insegue
- Arrrrhhhh! Ti prendo!
- Aiuto! Il mostro!
- Sei stanco, Ale?
- No che non lo sono
- Ma qui dove siamo?
- Siamo sotto la Vrigna, tra poco arriviamo dall'elisoccorso. Ti è piaciuta la gita?
- Si, mi è piaciuto tanto il Monte Scaglione. Però ho un'idea. Quando arriviamo a casa lo facciamo un enorme "buuh!" alla mamma? Così si trova paura
8 aprile 2020 - M. CALVO da Tiglieto
Stefano, Alessandro
Ci si mette d'accordo su dove andare
- Ale, dove vuoi andare a camminare stamattina?
- Voglio andare ... al lago della Chiusa!
- Ma no dai, ci siam già stati. Sai dove ti porto invece?
- Dove?
- Sul Monte Calvo, dove c'è una croce enorme
- Con la macchina?
- No, in macchina non si può, lo sai ... E' vietato, c'è il coronavirus
- Ma io voglio andare in macchina!
- Se non si può, non si può. Ci danno la multa
- Senti papà, ho un'idea
- Cosa?
- Che ne dici se andiamo alle Case Reborina?
- No. Oggi andiamo sul Calvo che non ci sei mai stato!
- Ma io volevo andare alle Case Reborina ...
- Il Monte Calvo è bellissimo, c'è un panorama stupendo, si vede tutta Tiglieto
- No, il Monte Calvo è brutto, è bruttissimo!
- Ma non dire fesserie. Guarda che dove si passa non ci sono cani
- Dove si passa?
- Dalla stradina dietro la casa di Alberto. E poi dopo la casa di Robino c'è il sentiero
- C'è il sentiero?
- Si, il sentiero che porta alla Vrigna. Allora, andiamo sul Calvo?
- Si passa dietro Alberto?
- Ti ho detto di si!
- E i cani dove sono?
- Non ci sono cani dove passiamo!
- Ah ...
- Se non vieni ci vado da solo! Allora vieni? Si o no?
- Va bene ... a che ora andiamo?
- Alle nove e mezza, quando finiscono i cartoni
- Ok ... La sai una cosa, Stefano?
- Cosa?
- Il Monte Calvo è proprio un bel monte! Mi piace andare sul Monte Calvo
Sulla mulattiera che sale alla Vrigna incontriamo un gattino che ci seguirà per tutto il tempo
- Ti piace il micio?
- Si! Cosa fa?
- Ci segue. Salutalo
- Ciao micio
- Eccoci, Ale. Siamo alla Vrigna. Ti piace la chiesetta?
- Si. Dai micio, vieni!
Sul sentiero che porta alla Crocetta
- Micio. Perchè non vieni?
- Vai, che ti segue. Non ti girare, vedrai che viene
- Ti piace Tiglieto vista dall'alto?
- Si. Cos'è lì sotto?
- E' la Costa Azzurra, c'è la casa di Emilio. La vedi?
- Eh si!
Sotto la strada delle "vasche"
- Mi piace qui! Qui dove siamo?
- Siamo quasi dalla strada delle "vasche"
- Si ma qui come si chiama?
- Non lo so
Sulla strada delle "vasche"
- Papà ... Quanto manca?
- Manca poco, siamo quasi arrivati. Ora facciamo un pezzettino di strada, poi c'è il sentiero che ci porta sul Calvo
- Si, ma dov'è il micio?
- E' lì che gioca sotto la strada
- Che cosa fa?
- Va a caccia
- Va a caccia di formiche?
- No, di lucertole. Dai Ale, qui sulla strada sbrighiamoci che se passano i Carabinieri Forestali ci danno la multa
Sul costone roccioso del Calvo
- Bravissimo Ale! Sei proprio bravo. Questo è un percorso difficile, per gente adulta. Attento a dove metti i piedi
- Mi dai la mano?
- Vieni che ti aiuto
- Ora però togliti che vado da solo
- Bravo Ale!
- Cosa fa il micio?
- Ti accarezza. Accarezzalo anche tu
- Dai, che siamo arrivati!
- Ti piace qui?
- Si!
- Hai visto che croce grande?
- Eh si!
- Micio ... Micio ...
- Ale, sali in cima alle pietre della croce che ti faccio una foto col micio
- Poi la mandiamo ai nonni?
- Si
- E alla nonna Teresa e al nonno Giorgio?
- Si
- La mandiamo anche alla mamma?
- Si
- E allo zio Paolo?
- Si, la mandiamo anche a lui
- Allora ti è piaciuta la gita?
- Si, mi è piaciuta. E' vero Stefano che noi siamo dei camminatori?
- Ovvio
- Questa è la Vrigna?
- Si, tra poco siamo a casa
- Perchè il micio non viene?
- Si è fermato a casa sua. Lui è arrivato
- E dove abita?
- Abita qui vicino, sotto la Vrigna
- Dove?
- Di preciso non lo so
- Papà, poi ci torniamo alla Vrigna?
- Certo
- Quando, domani?
- Poi ci torniamo. Ora però vieni che è ora di mangiare e la mamma ci aspetta
- E il micio?
- E' andato a mangiare anche lui
4 aprile 2020 - MORBETTO e M. CALVO da Tiglieto
Stefano
Giornata primaverile di cielo sereno, foschia e soleggiamento pieno, con temperature mattutine leggermente inferiori alla media e moderata ventilazione settentrionale in alto sui crinali. Parto alle 8.30 da casa (Tiglieto, m. 500) e giù da Via Bertalin prendo a sinistra il sentiero segnato che entra nella valletta del Rio Masino.
Alla Colla Minetti (m. 552) percorro un breve tratto della provinciale in direzione di Tiglieto e presso Case Matellona (m. 530, palina con indicazione per Morbetto) imbocco una stradina forestale che risale con decisione il fianco sinistro orografico del Vallone della Gerla (segnavia: due lineette gialle). A un bivio successivo tengo la sinistra (sempre due lineette gialle) e, con un bel sentiero panoramico, raggiungo la displuviale Orba-Gargassa in località Morbetto (m. 830).
Qui passa l'itinerario di crinale “Valico della Crocetta-Colla di Masca (o Passo Fruia)" segnato con due quadrati gialli che adesso seguirò in direzione di Tiglieto. Dopo una breve discesa fino alla selletta di Femmina Morta (m. 795) e un tratto a mezzacosta sul versante occidentale del Poggio, oltrepasso l'intaglio roccioso dello Scaiùn dopo il quale la dorsale prende ad abbassarsi con maggior decisione.
Abbandono ora i due quadrati gialli per seguire fedelmente il crinale che mi porta a toccare una modesta cima di cui ignoro il nome, proprio sopra le "Vasche di Tiglieto". Non mi resta quindi che scendere alla Colla dell'Albergasso e risalire in pochi minuti allo spalto roccioso del Monte Calvo (m. 739), sormontato da una pesante croce in ferro alta due metri e mezzo.
Dalla vetta discendo l'opposto costone roccioso in direzione del Valico della Crocetta e, dopo un breve tratto di asfalto, svolto a sinistra su di una stradina che termina presso alcune abitazioni. Da qui parte una bella mulattiera, recentemente sistemata, che scende in un bell'ambiente aspro tra rocce e pini silvestri e che sbuca più in basso nella frazioncina della Vrigna davanti alla chiesetta del 1924.
Infine giù per prati, tratti di mulattiera e stradine interne, alle 12.30 faccio ritorno a casa concludendo così, in quattro ore esatte di cammino, questo piacevole anello.
12 maggio 2019 - M. CALVO dal Gargassino (Rossiglione)
Stefano
A febbraio sembrava di stare in aprile, adesso sembrano i primi di marzo: non ci si capisce più niente. Domenica scorsa addirittura nevicava (a Tiglieto!), mentre oggi cielo coperto, vento e freddo. Altro che “radiose giornate di maggio”: tutto il pellet che ho risparmiato in inverno lo sto bruciando ora! In più con questo tempo schifoso passa anche la voglia di farsi ore di macchina per camminare; per fortuna che a pochi minuti d’auto da casa posso sempre fare dei bei giri.
Oggi è la volta della Val Gargassa e del Monte Calvo, il bricco che si eleva alle spalle del mio paese. Il percorso è vario e caratteristico: all’andata percorre un’ondulata e panoramica dorsale mentre al ritorno, nella parte conclusiva, si snoda all’interno della forra del Torrente Gargassa.
La partenza è presso il campo sportivo di Rossiglione in località Gargassino (m. 327, ore 9), al km n. 2 della provinciale per Tiglieto. Una bella mulattiera segnata con un pallino giallo sale nel bosco fino a guadagnare la soprastante dorsale nei pressi di alcune cascine. Poco più avanti trascuro la deviazione a sinistra per Case Veirera (tre pallini gialli che seguirò al ritorno) e proseguo su un buon sentiero tra piccole vallette e dorsali punteggiate di pini in un ambiente rude e solitario. Dopo le rovine di una cascina (m. 515) e una ripida rampa attrezzata con scalini di legno, scavalco la cresta della Rocca dei Castellaschi (m.618) per scendere brevemente alla Sella Cian Crastàn. Risalito ancora un ampio crinale molto panoramico con splendida vista sul Monte Rosa, piego a destra per imboccare una stradina poderale che, alla Colla Albergasso (m. 700), sbuca sulla strada asfaltata delle Vasche di Tiglieto proprio a piedi del cocuzzolo sommitale del Calvo. In pochi minuti raggiungo i resti della casermetta della Milizia contraerea e, poco oltre, l’antica e possente croce in ferro battuto (m. 739, ore 10.40) sferzata da una tramontana fredda e rabbiosa sotto un cielo livido che di primaverile non ha proprio nulla.
Veloce sguardo al circondario di Ovada e all’alta Valle d’Orba, quindi rapido dietrofront e veloce discesa lungo lo stesso itinerario fino al bivio per Case Veirera, dove svolto a destra (segnavia: tre pallini gialli).
Il sentiero, a tratti ripido ed eroso dall’acqua, raggiunge il fondo di un valloncello appartato, guada un magro ruscelletto e rimonta l’opposto versante fino al Passo della Rocca dei Corvi (m. 510), dopo il quale si incontra una facile cengia attrezzata con funi d’acciaio. Da quassù si ha una visione d’insieme del piccolo “canyon” in cui scorre il Torrente Gargassa; inoltre alla mia sinistra compare il caratteristico “Barcun dra Scignura” (Balcone della Signora), caratteristico foro in uno spalto roccioso di scuro conglomerato.
Con una veloce discesa raggiungo la grande radura di Veirera (m. 400 circa), ai margini della quale si trova una cascina-rifugio di proprietà del Parco del Beigua. Si entra ora nella spettacolare forra dove, tra torrioni e suggestive conformazioni rocciose, gorgheggiano le limpide acque del Gargassa. Rustiche passerelle di legno e brevi passaggi attrezzati con catene aggiungono una nota caratteristica a questo luogo così selvaggio.
Dopo quattro ore di cammino spedito, alle 13 in punto, concludo questa bella gita proprio mentre comincia a cadere qualche goccia di pioggia: e pensare che le previsioni (ancora stamattina!) davano per oggi sole pieno e cielo limpido!
5 giugno 2016 - M. CALVO dal Gargassino (Rossiglione)
Stefano
Percorso molto vario e interessante nel Parco del Beigua che, nella prima parte, si snoda all’interno della spettacolare gola del Torrente Gargassa e, successivamente, risale ampie e ondulate dorsali fino alla panoramica vetta del Monte Calvo.
Il Calvo è una cima abbastanza sgraziata costituita da un pronunciato dorso roccioso di scuro conglomerato che si eleva sullo spartiacque Stura-Orba sopra le case di Tiglieto. All’estremità occidentale della cresta sorge un’antica croce in ferro battuto mentre sotto il punto più elevato, sul lato che guarda Tiglieto, si trovano i ruderi di una casermetta della Milizia per la DIfesa ControAerea Territoriale (DI.CA.T.). Come suggerisce il nome del monte, la sommità è “pelata” e quasi priva di vegetazione: vi si trova solo un po’ d’erba magra e alcuni cespugli che spuntano qua e là tra rocce nerastre che paiono eruttate dal cratere d’un vulcano e che nelle torride giornate estive diventano calde e inospitali, quasi ributtanti. In compenso offre un vasto panorama circolare dal Tobbio al Dente al Beigua, sull’alta Val d’Orba e su tutto il territorio del circondario di Ovada.
La partenza è presso il campo da calcio di Rossiglione in località Gargassino (m. 327), al km n. 2 della provinciale per Tiglieto. Dopo un primo tratto nel bosco si esce allo scoperto in una zona singolare e suggestiva, con le scoscese pareti di conglomerato che danno origine a una spettacolare gola. La rada vegetazione s’è tinta d’un bel verde brillante dopo i piovaschi degli ultimi giorni mentre tra i roccioni gorgheggiano placide e limpide le acque del Gargassa. Rustiche passerelle di legno e brevi passaggi attrezzati con catene aggiungono una nota caratteristica a questo luogo così selvaggio.
Più in alto l’ambiente si addolcisce e dopo aver superato due guadi sbuco nella grande radura di Veirera (m. 400 circa), ai margini della quale si trova una cascina-rifugio di proprietà del Parco del Beigua. Qui incontro un po’ di difficoltà nel reperire il sentiero, segnato con tre pallini gialli, che sale al Passo della Rocca dei Corvi e che va poi a congiungersi con l’itinerario Gargassino-Monte Calvo. Dopo un inconcludente peregrinare tra le case e l’erba alta, trovo finalmente la palina in legno “Sentiero Natura” che mi indirizza sulla giusta traccia.
Il sentiero si innalza deciso sul fianco sinistro della vallata permettendo una visione dall’alto di questo piccolo canyon. Alla mia destra compare il cosiddetto “Barcun dra Scignura” (balcone della signora), caratteristico foro in uno spalto roccioso che sarebbe lo sfondo ideale per una scena con Wile Coyote e l’inafferrabile “Beep Beep”. I tre pallini gialli risalgono il dorso di un costone fino ai piedi delle bastionate della Rocca Giana. Poi piegano a destra e, dopo una facile cengia attrezzata con funi d’acciaio, arrivano al Passo della Rocca dei Corvi (m. 510).
Una breve deviazione permette di raggiungere il soprastante pulpito roccioso che offre un magnifico colpo d’occhio sul corso del Gargassa.
Dal passo il sentiero scende sull’opposto versante in una valletta appartata. Poi riprende a salire fino a incrociare l’itinerario Gargassino-Monte Calvo segnato con un pallino giallo.
Si procede ora con dolci saliscendi per piccoli valloncelli e larghe dorsali punteggiate di pini in un ambiente aspro e solitario. Superata la Sella del Bercante (m. 481) e i ruderi della Cascina Castellaschi (m. 515), affronto una ripida rampa tra gli alberi sistemata con alcuni scalini di legno e guadagno così una piccolo intaglio sulla cresta rocciosa della Rocca dei Castellaschi (m.618) da cui si può vedere l’ultima parte del percorso. Dopo una breve discesa alla Sella Cian d’ Crastàn, risalgo un’ampio crinale che termina su un poggio panoramico. Svolto a destra e imbocco una stradina sterrata che procede ai margini di un podere e che, alla Colla Albergasso (m. 700), incontra la strada asfaltata Valico della Crocetta-Vasche di Tiglieto, proprio a piedi del cocuzzolo del Calvo.
Ancora pochi minuti di cammino e sono di fronte alla casermetta della DI.CA.T. Percorro infine la breve cresta sommitale (ampie vedute verso i pascoli del Monte Le Ciazze) e ne raggiungo l’estremità occidentale dove si trova un’antica croce di ferro (m. 739) ben visibile dalle sottostanti case di Tiglieto.
Mi piacerebbe scendere direttamente a casa ma devo recuperare la macchina che ho lasciato al campo di Rossiglione. Così seguo fedelmente il pallino giallo e, con una piacevole e comoda discesa, faccio ritorno al Gargassino dove concludo questa bella escursione.