30 maggio 2019 - CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Superiore
Stefano, Roberto
Tempo finalmente in miglioramento in questi ultimi giorni di maggio ma con temperature piuttosto fresche per il periodo e soprattutto con tanta neve ancora presente in quota.
Partiamo da Carnino Superiore (m. 1397, ore 8) sotto un bel cielo limpido e ci incamminiamo di buona lena verso il Pian Ciucchea (m. 1656) dove inizia la dura ascesa per il Passo delle Mastrelle. Oggi non si suda: l’aria è piacevolmente asciutta e un refolo di tramontana in verità un po’ freddina accarezza l’erto pendio che il sentiero ricama con infinite svolte. In prossimità del varco sommitale il vento rinforza con decisione e ci costringe a indossare l’abbigliamento invernale nonostante il calendario meteorologico indichi un sol giorno all’avvio del trimestre estivo.
La “porta” delle Mastrelle (m. 2023) dà accesso al cuore delle Alpi Liguri e in particolare al grande anfiteatro di Piaggia Bella, raccolto tra le propaggini del Marguareis e della Pian Ballaur e sotto al quale si estende uno dei complessi carsici più vasti d’Italia. Nevai sempre più consistenti e una gelida brezza ci accompagnano fino alla capanna speleologica Saracco-Volante (m. 2200), ai piedi dello sbarramento del Colle del Pas che raggiungiamo per strisce d’erba e scivoli nevosi (m. 2342). Mai visto così tanto bianco qui alla fine di maggio, neanche nel 2009 e nel 2013 quando in inverno queste montagne furono seppellite da metri e metri di neve! Fortunatamente sulla dorsale il manto è bello compatto, grattato e indurito dal vento, a tratti quasi ghiacciato, e ciò ci consente di guadagnare il panettone sommitale di Cima Pian Ballaur (m. 2604, ore 11.15) senza fatiche supplementari.
Qui ci rendiamo subito conto che per la Cima delle Saline sarà tutta un’altra musica: il versante ovest è abbondantemente innevato e inondato di sole e la temperatura sta repentinamente alzandosi, forse memore del fatto che siamo quasi a giugno. Ci vorrebbero le ciaspole ma ormai è dalla fine di febbraio che sono a riposare dentro gli armadi. Decidiamo (penso saggiamente) di rinunciare alle Saline e modifichiamo il nostro anello nel modo seguente: discesa al colle Ballaur-Saline e rientro a Carnino Inferiore per la variante degli Arpetti. Questo percorso, da qualche anno segnato con tacche bianco-rosse, attraversa nella parte alta un terreno punteggiato di roccioni e di doline, oggi reso ancor più suggestivo dalla neve nella quale - ahimè - affondiamo fino alle ginocchia; scavalca successivamente la costa meridionale delle Saline presso l’intaglio degli Arpetti (m. 2375); discende infine le ripide gole e i sottostanti declivi prativi fino a incrociare l’antica mulattiera del Vallone di Carnino presso l’alpeggio (m. 2000) sopra la Croce Pastorelli.
Ora fa davvero caldo, un caldo asciutto e sano che profuma d’estate e che ci accompagna giù per la forra delle Saline fino alle case di Carnino Inferiore (m. 1387, ore 14) dove ci attende l’acqua freschissima del piccolo trogolo sopra la chiesa. Infine alle 14.15 facciamo ritorno alla borgata superiore dove concludiamo la nostra gita; che è stata proprio bella, giacchè la mancata “conquista” delle Saline è stata abbondantemente ripagata dalla tanta neve che ha reso il paesaggio ancora più bello.
17 giugno 2018 - GIRO DELLE SALINE (e CIMA) da Carnino Superiore
Stefano
Alle prime luci dell’alba (ore 5.35) inizio da Carnino Superiore (m. 1397) il giro integrale del complesso carsico delle Saline, un anello di circa 20 km e 1900 metri di dislivello compresa la salita alla vetta.
Fin dal principio imprimo un ritmo di marcia molto sostenuto, tant’è che in un’ora sono già al Passo delle Mastrelle (m. 2023, ore 6.35). Umide correnti da nord accarezzano rudemente il crinale al Colle del Pas (m. 2342, ore 7.15) apportando foschia e nuvolaglia che il sole, ancora timido e basso, fatica a dissolvere.
Con una rapida “scivolata” su nevaio raggiungo nel versante opposto le sponde del piccolo Lago Rataira (m. 2171); passo poi sotto Porta Sestrera e scendo ancora, su un sentiero bellissimo, verso la suggestiva conca del Biecai.
Il lago è ancora pieno grazie all'ingente massa d'acqua di fusione delle nevi: l'anno scorso, di questa stagione, era già asciutto. La sua natura effimera è legata al terreno carsico e permeabile su cui poggia: l'acqua filtra nel sottosuolo determinandone, in estate, il completo svuotamento.
Varcata Porta Biecai (m. 2000 circa), discendo il ripido gradone che raccorda l'anfiteatro superiore al sottostante fondovalle sopra il Pian Marchisio e, attraverso macchie di rododendri in fiore, raggiungo il bel Rifugio Mondovì (m. 1761, ore 8.35) sormontato dalla Punta Havis De Giorgio. Mi aspettano ancora 900 metri di dislivello e, dopo una brevissima sosta, riprendo il cammino con rinnovato vigore.
Seguo per un buon tratto la strada pastorale che conduce al Gias Gruppetti e che attraversa l'amena conca pascoliva rigata qua e là dalle sorgenti dell'Ellero. Poi imbocco sulla destra la mulattiera (antica Via del Sale) che rimonta le balze prative al cospetto del versante più pittoresco delle Saline, quello roccioso che guarda a nord-est.
Al Passo delle Saline (m. 2174, ore 9.35) la tentazione di tirare giù dritto per Carnino è forte; ma non si può girare attorno a un monte per ore e non salirci sopra; per dirla alla D'Annunzio, la gita ne risulterebbe "mutilata". Gli oltre 400 metri di dislivello che separano il passo dalla cima sono i più duri della giornata: per dirla questa volta alla Pantani, più si va forte in salita, meno tempo ci si impiega e minore è la durata della fatica; e così accelero impegnandomi in una sorta di cronoscalata.
Sbuco in vetta (m. 2612) alle 10.05, esattamente 4 ore e 30 minuti dopo la partenza: una gran bella tirata! Le nuvole non mi disturbano, sono molto soddisfatto; anche perché, nel maggio 2012, feci esattamente lo stesso giro e impiegai 4 ore e 50 per arrivare in vetta: pur di sei anni più vecchio, sono riuscito a migliorarmi di una ventina di minuti.
Per tornare giù a Carnino scelgo la variante che porta direttamente al Gias delle Saline: non quella del Colle degli Arpetti (segni bianco-rossi) ma quella più suggestiva che passa sotto la parete sud. Vecchie tacche arancioni ormai sbiadite scendono a lato del canalino per perdersi poi, poco più in basso, tra i massi erratici staccatisi dalla montagna e rotolati giù in chissà quali tempi remoti. Proseguo a vista per ripidi prati fino al Gias delle Saline (m. 2000) dove incrocio la mulattiera segnata; da qui classica discesa su Carnino passando per la "croce Pastorelli" e per la Gola delle Saline.
Alle 11.45 raggiungo la borgata inferiore (m. 1387) e, 10 minuti dopo, sono di ritorno all'auto a Carnino Superiore: in totale 6 ore e 20 minuti di cammino, con ritmo a tratti molto sostenuto, per un giro bellissimo, molto faticoso e di grande soddisfazione.
11 giugno 2017 - GIRO DELLE SALINE e CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Inferiore
Stefano
Lungo giro ad anello intorno alle Saline passando per il Rifugio Mondovì e per la Cima Pian Ballaur. Parto prestissimo alle 5.25 da Carnino Inferiore con il tenue chiarore dell’alba che rischiara a malapena il percorso. Un fresco e gradevole venticello di tramontana mi consente una velocissima progressione su per la Gola delle Saline e lungo il vallone fino all’omonimo passo (m. 2174) dove giungo alle 6.30.
Dopodichè discesa altrettanto veloce in Valle Ellero tra i fischi delle marmotte fino al Rifugio Havis De Giorgio-Mondovì (m. 1761). Sono appena le 7.25 e un bel sole caldo già illumina la Punta Havis de Giorgio e le magnifiche fioriture di rododendri che mi accompagnano nella salita verso Porta Biecai (m. 2000).
Il lago effimero che qui si forma ogni anno in tarda primavera è completamente asciutto: il terreno carsico estremamente permeabile ha già assorbito tutta l’acqua scaturita dal precoce scioglimento delle nevi. Dalla conca del Biecai il sentiero rimonta un valloncello per guadagnare, poco più in alto, l’anfiteatro superiore; tocca poi le sponde del piccolo e permanente Lago Rataira (m. 2171) e, con un’ultima impennata, raggiunge l’ampia insellatura del Colle del Pas (m. 2342) sullo spartiacque Ellero-Tanaro. La giornata è splendida e le temute nubi di calore, spauracchio delle Liguri durante la stagione estiva, ancora non si vedono. Non sono neanche le 9 e decido pertanto di svoltare a sinistra per la Cima Pian Ballaur; rapida salita su per la dorsale e alle 9.15 arrivo in vetta (m. 2604).
Per tornare giù a Carnino percorro invece l’itinerario che, dalla depressione tra Saline e Ballaur, si snoda verso sud attraverso un dedalo di affioramenti carsici in un ambiente particolarmente caratteristico. A quota 2375 i segni bianco-rossi sfruttano un passaggio sul bordo orientale dell’altipiano (Colle degli Arpetti) per discendere un erto canalone di erba e detriti e, successivamente, ripidi pendii prativi al cospetto della possente bastionata meridionale delle Saline.
Presso il Gias delle Saline (m. 2000) chiudo l’anello ritrovando la mulattiera già percorsa poche ore prima in salita e, alle 11 in punto, faccio ritorno a Carnino concludendo così questa gita tanto bella quanto faticosa.
18 giugno 2016 - CIMA DELLE SALINE e CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Inferiore
Stefano
L’aria è ancora frizzante e fa quasi freddo quando mi incammino lungo la mulattiera tra le antiche case di Carnino Inferiore (m. 1387). Oggi ho in programma il classico giro ad anello che prevede la salita alla Cima delle Saline e il ritorno per la Pian Ballaur, il Colle del Pas e le Mastrelle; questa volta però con una piccola variante.
Superata la Gola delle Saline e raggiunto il soprastante alpeggio (m. 2000), abbandono l’itinerario per il Passo delle Saline e rimonto sulla sinistra i ripidi pendii erbosi (segni bianco-rossi) in direzione della costiera rocciosa che unisce la Cima degli Arpetti a quella delle Saline. Più in alto i prati lasciano il posto ai roccioni e alle colate detritiche. Risalgo ancora un conoide e sbuco sul ciglio del costone presso il Colle degli Arpetti (m. 2375) oltre il quale si spalanca il tormentato altipiano Saline-Ballaur. Le tacche bianco-rosse, riverniciate di recente, mi guidano lungo il suo bordo orientale zigzagando tra un dedalo di balze carsiche e doline.
Arrivato così sulla grande spianata sommitale, svolto a destra e in breve raggiungo la croce in ferro posta sulla Cima delle Saline (m. 2612).
La giornata è fresca e ventilata e il panorama magnifico. Mille metri più in basso, alla testata della Valle Ellero, si distende la verdeggiante conca pascoliva di Pian Marchisio con il Rifugio Havis De Giorgio-Mondovì.
Ridisceso al colle Saline-Ballaur, affronto ora il ripido pendio (segni rossi sbiaditi) che termina sull’ampia e tondeggiante Cima Pian Ballaur (m. 2604). Da qui si può vedere la parte alta dello spettacolare vallone carsico delle Masche che precipita, con un ultimo ripido canalino attrezzato con catene, proprio sopra il Rifugio Mondovì.
Proseguo ora il mio giro scendendo, dalla parte opposta, lungo l’arrotondata dorsale che conduce al Colle del Pas. Minuscoli nevai in via di scioglimento punteggiano qua e là la conca carsica di Piaggia Bella. Sul versante opposto si apre invece il grande anfiteatro che ospita il piccolo Lago Rataira e che scende, a sbalzi successivi, giù fino al Pian Marchisio.
Al Colle del Pas (m. 2342) prendo a sinistra il comodo sentiero che percorre in discesa il fianco occidentale della conca in direzione del Passo delle Mastrelle, quest’ultimo caratterizzato dalla presenza di un grosso macigno in curiosa posizione di equilibrio sopra una base rocciosa.
In realtà il Passo delle Mastrelle (m. 2023) non è un valico in senso stretto ma è un varco che mette in comunicazione l’anfiteatro di Piaggia Bella con il sottostante Vallone di Carnino cinquecento metri più in basso. Alle Mastrelle è ben evidente il marcato cambio di pendenza del terreno che costringe il sentiero a una ripida e stretta serpentina fino al Pian Ciucchea (m. 1656), dove si raccorda con la mulattiera proveniente dal Rifugio Don Barbera.
Tra le belle case in pietra di Carnino Superiore (m. 1397) concludo la mia gita. Non mi resta che percorrere un fresco e ombroso sentiero che collega le due frazioni (superiore e inferiore) di questo antico e caratteristico villaggio definitivamente abbandonato dagli ultimi Carninesi nel lontano 1956.
31 maggio 2015 - CIMA DELLE SALINE e CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Inferiore
Stefano
Quella di oggi è una gita classica dell’Alta Val Tanaro: l’anello Saline-Pian Ballaur con partenza dall’antica borgata di Carnino Inferiore (m. 1387).
Stamattina il piccolo parcheggio del paese è insolitamente pieno di automobili e brulica di escursionisti pronti a mettersi in cammino. Il tempo per ora è bello ma si tratta di un bello effimero, tipico delle calde e umide giornate estive, e temo che la nebbia precederà il mio arrivo in vetta. Di conseguenza parto a spron battuto (ore 8.15), impegnandomi in una gara con poche speranze contro le nuvole che sicuramente non tarderanno ad arrivare.
Da circa un anno, a Carnino Inferiore, è aperta la Foresteria-Bar “Casa del Parco” realizzata dal Parco del Marguareis e collocata in un antico fabbricato in pietra recentemente ristrutturato.
Sopra la Cima delle Saline già cominciano a condensarsi i primi vapori nati dal nulla: peccato, sarei dovuto partire almeno un’ora prima. Percorro di buona lena la comoda mulattiera che attraversa la stretta Gola delle Saline e che sbuca, poco sopra la croce “Pastorelli”, sulla verde conca pascoliva del Gias delle Saline (m. 2000).
Il sentiero risale dolcemente i pendii prativi e in breve raggiunge l’ampia depressione del Passo delle Saline (m. 2174) sulla displuviale Tanaro-Ellero. Le nuvole hanno vinto, sono già arrivate in vetta, quindi rallento l’andatura e me la prendo finalmente comoda.
Sulla Cima delle Saline (m. 2612, ore 10) non c’è panorama ma le nubi che stanno sopra e sotto creano comunque un effetto scenico molto suggestivo.
Scattate le foto di rito, comincio a scendere dalla parte opposta sul piccolo altipiano carsico che separa le Saline dalla Cima Pian Ballaur. La grande dolina che si incontra prima del pianoro è ancora interamente coperta dalla neve. Un’ultima foto al versante ovest delle Saline e poi mi infilo nel gran nebbione in cui si trova immersa la Cima Pian Ballaur (m. 2604, ore 10.30). Senza fermarmi, percorro in discesa la grande dorsale occidentale e al Colle del Pas (m. 2342) svolto a sinistra per scendere ripidamente nel vasto anfiteatro carsico di Piaggia Bella. In alto alla mia destra, incorniciato in un piccolo lembo d’azzurro, si staglia il roccioso intaglio del Colle Palù (o Passo delle Capre, m. 2520), via d’accesso escursionistica (ovviamente se non c’è neve) alla Punta Marguareis (m. 2651).
Lascio alla mia sinistra la Capanna Saracco-Volante (m. 2220) e seguo il fondo del vallone in compagnia dei camosci e di tantissime marmotte che fischiano allarmate correndo a perdifiato in ogni direzione. Un barlume di sole rischiara adesso il Colle del Pas mentre una fitta nebbia risale radente il terreno attraverso il Passo delle Mastrelle (m. 2023). Da qui una ripidissima discesa mi porta a incrociare la mulattiera del Rifugio “Don Barbera” presso il Pian Ciucchea (m. 1656).
Le belle case in pietra di Carnino Superiore (m. 1397), con i tetti di lamiera e i terrazzi di legno, annunciano l’approssimarsi della fine della gita.
Un breve tratto di sentiero nel bosco unisce le due borgate di Carnino (quella superiore a quella inferiore) e alle 12.20 faccio ritorno alla macchina. Questo anello, che nel corso degli anni ho percorso più volte, non perde mai il suo fascino ed è sicuramente uno degli itinerari più belli che si possono trovare nelle Alpi Liguri.
24 agosto 2014 - CIMA PIAN BALLAUR da Pian delle Gorre
Stefano
Oggi lunga escursione alla Cima Pian Ballaur con partenza dalla Val Pesio. L’estate non accenna a migliorare: una cappa di nubi bassa e opprimente mi accoglie al parcheggio di Pian delle Gorre (m. 1030), al termine della stradina asfaltata che sale dalla Certosa di Pesio. Fortunatamente il cielo tenderà poi a rasserenarsi e la giornata sarà caratterizzata da un’alternanza di ampi spazi soleggiati e di innocui addensamenti nuvolosi.
Mi metto in marcia sulla comoda sterrata ex-militare, costruita a partire dall’anno 1940 e mai completata, che si inoltra nel Vallone del Saut (o Vallone del Salto). Più in alto l’abbandono per prendere, sulla sinistra, una bella mulattiera che sale a svolte nel bosco misto di faggi e di abeti e che sbuca sul verde ripiano del Gias Sottano di Sestrera (m. 1331).
Qui c’è un bivio: io seguo il ramo di sinistra (segnavia H8) che riprende a salire nel fitto bosco in direzione del Rifugio Garelli. Al Gias Soprano di Sestrera (m. 1842) mi appare in tutta la sua imponenza la formidabile bastionata calcarea del Marguareis. In breve raggiungo il bel Rifugio Garelli (m. 1965), posto poco più in alto in splendida posizione con vista sulla Val Pesio e sulla parete nord del Marguareis.
Dal rifugio un comodo sentiero rimonta un verde valloncello fino al valico di Porta Sestrera (m. 2225) oltre il quale si apre la pittoresca testata della Valle Ellero.
Con dolci saliscendi tra prati e rocce rotte raggiungo il piccolo Lago Rataira (m. 2171) al centro del grande anfiteatro che si distende tra la Ballaur, il Colle del Pas e i contrafforti settentrionali del massiccio del Marguareis. Il sentiero sale poi con maggior decisione fino all’ampia insellatura del Colle del Pas (m. 2340) che mette in comunicazione la valle dell’Ellero con l’alta Val Tanaro.
Svolto a sinistra e, tra erba e detriti, seguo la grande dorsale che conduce sulla sommità della Cima Pian Ballaur (m. 2604). Bel panorama sulle Saline e sul più lontano Marguareis.
Dalla vetta proseguo lungo il filo di cresta in direzione sud fino a quello che, su alcune cartine escursionistiche, viene indicato con il nome di Monte Pian Ballaur (m. 2579): assai più modestamente si tratta di una semplice anticima che domina la sottostante Conca dei Solai.
Al ritorno percorro lo stesso itinerario fino al Lago Rataira dove prendo la deviazione a sinistra per Porta Marguareis. Attraverso questo suggestivo e angusto passaggio (m. 2288), incorniciato dalle pareti rocciose del Marguareis, faccio rientro in Val Pesio.
Il tracciato, in questo punto disagevole ma perfettamente segnato con numerose tacche bianco-rosse, si snoda sopra un caotico ammasso di rocce e di detriti e si porta alla base del conoide del Canalone dei Torinesi dove giace un grosso masso erratico (m. 2100 circa); un buon sentiero scende quindi al minuscolo Laghetto del Marguareis (m. 1928).
Dal laghetto seguo il sentiero H1 lungo il selvaggio Vallone del Marguareis e al Gias Sottano di Sestrera mi ricongiungo con l’itinerario fatto in salita.
Pochissime sono le persone incontrate durante le oltre sette ore di cammino; tantissime sono invece quelle pigramente sdraiate sul prato di Pian delle Gorre. In conclusione è stata proprio una bella gita: la varietà di ambienti e di scorci paesaggistici, uniti alla lunghezza del percorso e al cospicuo dislivello, l’hanno resa piacevolmente faticosa e mai monotona.
11 maggio 2012 - GIRO DELLE SALINE (e CIMA) da Carnino Superiore
Stefano
Lungo e faticoso anello intorno alla Cima delle Saline (con salita in vetta) in una bella e calda giornata dai connotati decisamente estivi.
Complessivamente ho percorso 20 km (alcuni dei quali su neve massacrata dal sole) con un dislivello di 1900 metri.
Partito da Carnino Superiore alle 7.30, in un'ora di salita ho raggiunto il Passo delle Mastrelle che dà accesso alla conca carsica di Piaggia Bella.
Alle 9.10 sono arrivato al Colle del Pas sul crinale di spartiacque Tanaro-Ellero.
Dopodichè ho svalicato nel versante opposto. La neve, completamente cotta dal sole, ha reso la discesa abbastanza faticosa: a volte la gamba sprofondava fino al ginocchio bloccandosi di colpo. Inoltre, non essendo visibile il percorso del sentiero estivo, sono sceso un po' a intuito e un po' a tentoni.
Dopo qualche incertezza ho imboccato un valloncello che dal Lago Rataira scende diretto alla conca del Biecai. Il Lago Biecai è pieno grazie allo scioglimento delle nevi e alle abbondanti precipitazioni di questa primavera.
Alle 10.45 ho raggiunto il Rifugio Havis de Giorgio-Mondovì sul fondovalle Ellero.
Dal Mondovì ho risalito le vaste distese prative costeggiando il corso dell'Ellero e, procedendo a ritmo spedito, ho imboccato il sentiero che conduce al Passo delle Saline (raggiunto alle 11.45).
Finalmente alle 12.20, dopo quasi cinque ore di cammino, sono arrivato sulla vetta innevata delle Saline.
In discesa ho seguito il suggestivo tracciato che passa sotto la grande parete sud-est e, alle 13.45, ho concluso questo bellissimo giro facendo ritorno alla macchina.
20 settembre 2011 - CIMA DELLE SALINE da Carnino Inferiore
Stefano
Veloce sgambata mattutina sulla Cima delle Saline approfittando di una splendida giornata dai connotati tipicamente settembrini: aria frizzante, cielo limpidissimo e vivace ventilazione settentrionale.
Partito all'alba da Carnino Inferiore (ore 7.10), sono salito di buon passo attraverso la Gola delle Saline finchè, alla croce Pastorelli, ho udito dei muggiti e dei latrati provenire dal vicino alpeggio. Per evitare un incontro indesiderato con il cane guardiano della mandria, decido di deviare a sinistra e risalgo le ripide chine erbose in direzione della grande parete rocciosa. La decisione si rivela non buona: all'improvviso, sbucando su un pianoro, finisco inopinatamente proprio in mezzo alle mucche e vicinissimo ad un grosso toro nero. Pochi secondi di trepidante attesa ed ecco comparire il temuto pastore maremmano che mi corre incontro abbaiando furiosamente. Cercando di mettere in pratica i consigli degli esperti, mi allontano lentamente simulando (male) distacco e indifferenza. Fortunatamente l'animale si rivela ragionevole e, da buon pastore, si limita a sorvegliare la mandria allontanando gli intrusi.
Non mi resta che raggiungere la base del canale sud-est delle Saline e risalirlo. Le suole consumate delle pedule mi consigliano però prudenza e così salgo leggermente a sinistra del canale su terreno misto di rocce ed erba (la prospettiva di questa foto inganna: qui il canale sembra quasi verticale mentre in realtà sale con una pendenza intorno ai 40 gradi).
In alto mi accoglie un forte vento di tramontana. Percorro velocemente la cresta terminale e alle 9.40 sono in vetta.
L'aria tersa ed il cielo limpido rendono il panorama bello e sterminato. Dietro il Marguareis si staglia nitida la catena delle Marittime dal Gelas all'Argentera mentre alle spalle della Cima Cars si distende la piana cuneese.
Con una veloce discesa raggiungo il Passo delle Saline dove imbocco la via del ritorno per Carnino. In prossimità del gias esco dall'itinerario e disegno un ampio semicerchio per scongiurare nuovi incontri ravvicinati (il cane pastore, ad ogni buon conto, ricomincia ad abbaiare).
Alle 10 in punto faccio ritorno a Carnino.
20 maggio 2011 -
CIMA PIAN BALLAUR e CIMA DELLE SALINE da Carnino Superiore
Stefano
Sono partito di buon ora da Carnino Superiore (7.35) con cielo sereno nonostante si percepisse una certa instabilità atmosferica.
Temendo un repentino cambiamento del tempo ho affrettato il passo e alle 8.35 ho raggiunto le Mastrelle, porta d’accesso al cuore delle Liguri e alla splendida conca di Piaggia Bella.
Dopo aver oltrepassato il bivacco Saracco-Volante il cielo improvvisamente si è coperto.
Alle 9.50 sono arrivato in vetta alla Ballaur e alle 10.30 ho raggiunto la Cima delle Saline.
Le nuvole, che incombevano pochi metri sopra la mia testa, minacciavano di abbassarsi ulteriormente. Fortunatamente la visibilità è sempre rimasta buona.
Al ritorno sono sceso al Passo delle Saline e poi giù nel vallone verso Carnino Inferiore.
Alla croce Pastorelli è ricomparso il sole che mi ha accompagnato fino alla macchina (12.35).
28
agosto 2010 - Cima
delle Saline da Carnino Inferiore
Stefano
In una bella e ventosa giornata di fine agosto sono tornato sulla Cima
delle Saline per provare l’itinerario che sale dal canale sud-est.
Sono partito all’alba da Carnino Inferiore (ore 6.55) e sono
salito velocemente fino alla biforcazione sopra la croce Pastorelli.
Ho quindi seguito il triangolo rosso convinto che mi portasse all’imbocco
del canale. Invece la traccia segnata sale molto più a sinistra
del canale e raggiunge l’altipiano Saline-Ballaur passando per
un vallonetto tra grossi blocchi di roccia.
In breve, per cresta, sono giunto in vetta (ore 8.35) accolto da un
forte vento di maestrale.
Avvistati molti camosci in branchi. Bellissima fioritura di stelle
alpine poco sotto la la cima.
Al ritorno mi sono diretto deciso verso l’imbocco superiore
del canale.
Con un po’ di attenzione sono sceso lungo il canale all’ombra
della grande parete “dolomitica” che sorregge da sud-est
l’altipiano sommitale.
Infine veloce discesa su Carnino che ho raggiunto alle 10.10.
13
giugno 2009 - CIMA DELLE SALINE e CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Inferiore
Stefano
Giornata
serena con aria tersa e cielo limpido. Poca neve nei valloni più
in ombra. Partenza alle 7.30 da Carnino Inferiore e salita per il Passo delle Saline. In vetta alla Cima delle Saline alle 9.20. Alle 10.10 sulla Cima
Pian Ballaur. Discesa per il Colle del Pas e per il Passo delle Mastrelle.
Viste tante marmotte. Di ritorno a Carnino alle 12.
2
giugno 2009 - CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Superiore
Stefano
Alle 7.15
partenza da Carnino Superiore.
Alle 9.15 in vetta alla Cima Pian Ballaur.
Tempo inizialmente velato poi sereno.
Neve dura dal Passo delle Mastrelle in su.
Un palmo di neve fresca in vetta.
Alle 11.30 ritorno all’auto.