12 marzo 2015 – M. AIONA (Cian de Pumme) dal Lago delle Lame
Bruno, Dino, Paolo, Lodovico, Renato, Giorgio B., Giorgio, Gianni, Franca
Da qualche tempo il luogo di ritrovo per il gruppo del giovedì si è spostato dal posteggio di Molassana, ora trasformato in un cantiere, a quello delle piscine della Sciorba. Scopro così un’altra categoria di mattinieri: alle 6 e mezzo, davanti all’ingresso delle piscine ancora chiuso, c’è un folto gruppo in attesa di entrare per farsi una bella nuotata. Noi invece andremo sulla neve che in Val d’Aveto speriamo di trovare abbondante, il cielo è sereno, le premesse per una bella ciaspolata ci sono.
A Rezzoaglio dove facciamo la sosta per la prima colazione la colonnina di mercurio scende appena sotto lo zero, segno che in quota, col sole, si starà d’incanto.
Ore 8,20 - Lasciamo la macchina al lago delle Lame (insieme a quelli delle Agoraie è uno dei pochi specchi d’acqua di origine glaciale della Liguria): la neve scende a lambire la riva e i primi raggi illuminano la sponda verso l’albergo. Per il resto è in ombra e, visto che seguiremo la sterrata che si snoda nel’alta foresta di conifere, il sole per ora riuscirà solo a fare capolino tra una chioma e l’altra in un continuo alternarsi di luci e di ombre.
La neve è dura ma non ghiacciata e vado avanti senza fatica se non fosse per la deviazione che mi viene in mente di fare per fotografare da vicino il lago delle Asperelle. Completamente inutile visto che il laghetto, coperto di neve, è assolutamente irriconoscibile. Un breve traverso mi riporta sulla comoda pista, in coda al gruppo. Ciuffetti di aghi ricoprono il terreno, segno che il peso della neve, o il vento, hanno spezzato le punte dei ramoscelli degli abeti.
Alle 10,50 arriviamo al Passo Pre de Lame, il gruppo è più avanti e Bruno ci ha aspettato. Gianni non si sente bene e dopo aver raggiunto l’Alta Via e Cian de Pumme, dove solo un diaframma di faggi dai rami nudi ci divide dagli spazi aperti dei pianori dell’Aiona e dall’ampio panorama che spazia a 360 gradi, decide di tornare indietro.
Salutiamo Bruno che in breve raggiunge gli altri: eccoli in vetta e poco dopo sulla Cima Sud. Noi invece imbocchiamo il sentiero delle lineette gialle che va a Magnasco.
Scendiamo ripidi tra il folto dei faggi che a un tratto si aprono per farci vedere la cresta nord dell’Aiona che si staglia nel cielo azzurro. La neve è abbastanza alta da coprire a metà le paline del Parco (qui siamo nell’anello A1), sul masso che si trova sul cammino la FIE ha disegnato in giallo la scritta LA MONTAGNA E’ FEDE.
Mezzogiorno e un quarto, facciamo una sosta per mangiare un boccone e bere un sorso di the caldo. Poi, mentre gli amici cominciano a loro volta la discesa e sono ancora in alto tra i pianori, noi proseguiamo nel bosco e dopo aver abbandonato il sentiero che scende a Magnasco facciamo una breve deviazione che ci porta al lago (ore 14).
Lo specchio d’acqua illuminato dal sole, le chiome verdi degli abeti, il bianco della neve sono le ultime immagini che ci rimangono di questa gita a metà che completeremo la prossima volta.
23 ottobre 2014 - M. AIONA dal Lago delle Lame
Paolo, Dino, Renato, Cesare, Elio, Claudio, Giancarlo, Paolo C., Antonietta, Gianni, Franca
Dopo l’alluvione di due settimane fa è tornato il sole. Le temperature miti che finora ci ha regalato l’autunno hanno lasciato il posto ai freddi venti settentrionali.
Sul ponte di Molassana ci ritroviamo in 11: in programma c’è l’Aiona lungo la cresta Nord dal passo del Cerighetto anche se qualche dubbio nasce proprio per via di quei venti freddi che probabilmente spazzeranno i tratti esposti.
Alle 8,30 siamo al Lago delle Lame, ancora completamente in ombra: visto che fa freddino mi metto addosso tutto quello che ho, compreso il berretto e i guanti. E come me anche gli altri fanno altrettanto.
Per andare al passo del Cerighetto avremmo dovuto prendere il ripido sentiero delle due righe gialle e poi svoltare a sinistra (est), invece saliamo tranquilli lungo la sterrata che sale dolcemente alle Agoraie. Che abbiano deciso di cambiare itinerario? Sicuramente sì anche se tutti seguiamo chi sta davanti senza fare domande.
Attraversiamo la grande foresta delle Lame dove i faggi e le conifere, tra cui l’abete bianco, salgono talmente in alto da intralciare il segnale satellitare in modo così evidente che il grado di precisione precipita scandalosamente a 18-20 metri.
Nel laghetto delle Asperelle un tronco abbattuto si è coricato nell’acqua, gli alberi sono quasi completamente spogli e si preparano al letargo invernale, inizia la zona recintata della Riserva delle Agoraie che nasconde e protegge i laghetti di origine glaciale. Sono le 9,30.
Proseguiamo sul bel sentiero che si snoda nell’ombra e alle 10 si svelano le vere intenzioni. Cresta Nord. Nonostante il vento e il largo e tortuoso anello che ci ha allontanato dall’itinerario più diretto. Io e Gianni rinunciamo e preferiamo il sentiero più breve che sale all’Alta Via ma tutti gli altri si avviano decisi verso il passo del Cerighetto. Ci rivedremo in vetta.
E così, mentre proseguiamo sul sentiero dove un tempo passava l’Alta Via e dove ora ogni tanto compare il segnavia A3, i nostri contornano le pendici nord dell’Aiona.
Noi raggiungiamo il crinale dell’Alta Via e il passo Pre de Lame e Claudio, già sulla dorsale nord e in posizione scoperta, fotografa il vicino Maggiorasca.
Usciamo dal bosco a Cian de Pumme (ore 11) e ci incamminiamo attraverso i vasti pianori dell’Aiona e loro avanzano sulla cresta rocciosa.
Siamo convinti di essere in largo anticipo e invece riconosciamo Renato che velocissimo si sta avvicinando.
Ore 11,20. Una stretta di mano e una foto ricordo.
Arriva Giancarlo. La cima è spazzata dal vento. Che il cumulo di sassi a lato della croce sia stato eretto per dare un minimo riparo su questo altopiano desolato? Anche la Rosa dei Venti sembra regalare un po’ di protezione.
Arrivano Cesare e Paolo C. e via via tutti gli altri. Tutti concordi nel riferire che il vento sulla cresta era meno impetuoso che qui.
Il cielo è limpido, il mare luccica d’oro. Capraia e Gorgona bucano la superficie dell’acqua e la Corsica si staglia all’orizzonte. Il Penna sembra avvolto da una folta pelliccia scura. Ma non riesco a tenere la macchina dritta e le foto mi vengono tanto storte che devo poi raddrizzarle con Photoshop.
Scendiamo con il lago di Giacopiane che occhieggia in basso e il mare che sembra incredibilmente vicino. Bellissimo.
A ridosso di Cian de Pumme, finalmente al riparo, ci fermiamo a mangiare e a chiacchierare.
Torniamo nel bosco e al passo Pre de Lame, a conferma che la gita la inventa lì per lì chi ha più iniziativa, anziché scendere sul più breve sentiero che abbiamo fatto noi in salita proseguiamo sull’Alta Via. Questa segue il boscoso e stretto crinale in un continuo saliscendi e poi raggiunge la sterrata che, in basso, porta al Passo delle Lame.
Al passo Gonella, a poche decine di metri dalla Cappella delle Lame, ci fermiamo qualche minuto a fare merenda (e sono solo le 14,30!). D’altra parte siamo quasi arrivati. In un’ora giusta siamo di nuovo al Lago delle Lame che ora, illuminato dal sole e con i colori dell’autunno, è particolarmente bello.
Il mio gps segna un percorso di 15,8 km e oltre 700 metri di dislivello, peccato non poterlo confrontare con l’altro itinerario che di sicuro è più lungo del nostro. Un saluto e un arrivederci alla prossima.
17 ottobre 2013 - M. AIONA da Bertigaro
Patrizia, Dino, Paolo, Paola, Lodovico, Renato, Bruno, Gianpaolo, Anna, Chiara, Angela, Antonietta, Luigi, Giancarlo, Mauro, Franca
In una giornata di tempo splendido sono tornata in gita col gruppo. La meta è l’Aiona da Bertigaro, in programma giovedì scorso e rimandata per la pioggia.
Partiamo poco dopo l'abitato di Bertigaro, alle giare di Villa Jensi (mt. 659), dove inizia il rombo rosso che ci accompagnerà all’Aiona.
Alle 8,40 risaliamo i tornanti del sentiero nel bosco e calpestiamo i ricci ancora pieni di castagne.
Tre quarti d’ora più tardi arriviamo al lago di Giacopiane (1020). Nilo, uno splendido setter, corre avanti e indietro a una velocità impressionante e ad ogni pozzanghera un tuffo. Bianco il dorso, una maschera di terra le zampe e il ventre. Il lago è svuotato, poca acqua sul fondo e un mare di fango modellato come la sabbia del deserto.
Attraversiamo il coronamento della diga e rientriamo nel bosco, questa volta alberi ad alto fusto sopra un bel tappeto erboso.
Poi i pascoli e cavalli che brucano. Sul mare staziona un cordone di nuvole ma il cielo è di uno splendido azzurro.
Ancora bosco, ampio, faggi slanciati con le chiome già sfoltite, le foglie a terra e i primi colori dell’autunno. Un fungo imprudente nato proprio sul bordo del sentiero trova padrone. Paola, seduta a pochi metri per una breve pausa, lo ignora ma Dino che sta sopraggiungendo lo raccoglie: un bell’esemplare di porcino abbandona i fratelli probabilmente sparpagliati lì intorno. Tra poco raggiungeremo il crinale, l’Alta Via e il Passo di Prè di Lame (1537).
A Cian de Pumme lo scenario si apre: gli ultimi faggi, fitti e contorti, si allungano alla base del vasto pianoro disseminato di sassi. Un dubbio mi coglie: il rombo rosso segue l’Alta Via, più a destra, oppure è a sinistra sulla direttrice che porta alla croce? Non è un dubbio di poco conto visto che mi sono ripromessa di seguire il tracciato ufficiale per avere un file gpx pulito.
Sull’Alta Via trovo vecchi rombi stinti e li seguo allontanandomi sempre più dalla vetta. Pazienza, ho sbagliato.
Seduti tra l’erba e i sassi i miei compagni stanno pranzando. In maniche corte a 1700 metri senza un filo di vento, baciati dai raggi del sole.
Le foto di vetta concludono la breve sosta. Renato ha proposto di allungare la via del ritorno, di arrivare fino alla Cappella delle Lame, insomma di fare un anello e non ripercorrere pari pari i passi dell’andata. E così sia.
In un attimo siamo di nuovo a Cian de Pumme, in un altro al Prè de Lame (ore 14) dove un breve conciliabolo sancisce il nuovo itinerario.
E così risaliamo il crinale e poi scendiamo accompagnati dalle bandierine dell’Alta Via. Una lunga discesa che sbuca sulla larga sterrata che conduce alla Cappella delle Lame (mt. 1300) e cioè al Passo delle Lame.
Alcuni tavoli da picnic, il Rifugio Monte degli Abeti, che non ho mai trovato aperto, una fonte e la Cappella. E’ già tardi. Sono le tre e mezzo del pomeriggio e altre due ore di discesa non ce le toglie nessuno.
A questo punto l’unico segno che ci è rimasto è l’A7, uno degli anelli tracciati dal Parco dell’Aveto, per il tratto fino al Lago di Giacopiane. Il sentiero è buono, tutto nel bosco, ma i segnavia un po’ ci sono e un po’ no, tanto che percorriamo un bel tratto senza vederne nemmeno uno e con la convinzione di aver sbagliato.
Di nuovo nei pressi del lago con le mucche che riposano sul fango. Nilo continua a correre avanti e indietro, con foga appena più contenuta rispetto a questa mattina. Dino, rientrato alla grande dopo mesi di forzato riposo, sembra non risentire del lungo cammino.
Scendo in silenzio, gli occhi ora sul sentiero ora all’orologio dove la quota scende lenta e costante. Alle 17,30, a 659 metri sul livello del mare e dopo aver superato la soglia dei 20 chilometri di sviluppo, siamo al punto di partenza. Una bella gita.
13 giugno 2013 - M. AIONA da Cerisola
Gianni, Franca
I nostri amici oggi saliranno sul Saccarello e noi, che non abbiamo potuto unirci a loro, torniamo nella familiare Val d'Aveto per un itinerario poco frequentato: l'Aiona da Villanoce.
Lasciamo l'auto a Cerisola (ore 8 e 20) e dopo un chilometro di asfalto siamo a Villanoce. Appena sopra l'abitato parte un itinerario segnato con due quadrati gialli: Gianni e Stefano l'avevano inaugurato a settembre, io lo percorro per la prima volta. L'erba è alta e qualche volta i segni, pitturati di fresco l'anno scorso e già sbiaditi, sono poco visibili.
Insieme al rigoglio di vegetazione sono arrivati nugoli di zanzare che si accaniscono su Gianni che si difende come può mettendosi addirittura i guanti. In un punto aggiriamo il sentiero interrotto da grandi rami crollati per la neve e la galaverna dello scorso inverno fino a che. terminato il bosco, alle 10,40 incrociamo il sentiero che dal Re di Coppe porta al Lago delle Lame. Una palina dell'Alta Via ci dice che siamo sul giusto.
Svoltiamo a sinistra (nord-est) e dopo pochissimo siamo al Passo del Cerighetto. Da qui sale la cresta nord dell'Aiona.
Raggiunta la Cima Nord e terminata la cresta attraversiamo il grande pianoro dell'Aiona per arrivare alla Croce. Il cielo, sereno e limpido questa mattina, si è rannuvolato.
E' impossibile godersi la vetta, se stiamo fermi gli insetti non ci danno tregua. Scendiamo perciò veloci verso Cian de Pumme. I segnavia sono visibilissimi e ravvicinati, una scelta sacrosanta perchè quando arriva la nebbia l'orientamento diventa difficile.
Sul verde tenero dei prati si alzano le chiome dei faggi stranamente rossicce. Quasi certamente le tenere foglioline sono state bruciate dalla recente gelata.
Avremmo voluto a fermarci a fare colazione al limitare del bosco, accanto a un ciuffo di violette e con la vista sulla Cima Sud. Ma le mosche ci inseguono e ci abbandonano solo al Passo Prè de Lame (ore 12,30). Poi stranamente scompaiono e non ne incontreremo più. Finalmente possiamo fare una sosta prima di riprendere il cammino sul sentiero delle due righe gialle.
L'Aiona, già lontano, emerge dalla vegetazione rigogliosa. Il cielo è grigio.
Al bivio per le Agoraie lasciamo il sentiero ed entriamo nel cuore del Parco, lungo i laghi Agoraie e Abeti, fino a incontrare la sterrata che scende al lago delle Lame.
Questa volta al lago (ore 14 e 35) non troviamo la macchina ad aspettarci. La gita continua. Inizia il tratto più complicato, marcato con una linea gialla davvero poco visibile.
Con qualche errore arriviamo al ponte sul torrente Rezzoaglio dove abbandoniamo la linea gialla (che prosegue in salita per la cascata della Ravezza) e troviamo i tre pallini gialli per Cerisola. Un bel percorso tra la vegetazione lussureggiante e ordinate casette. Il sole si è liberato dalle nuvole e grandi squarci di azzurro colorano il cielo.
Alle 15 e 50 attraversiamo il bel centro abitato di Cerisola, a un tiro di schioppo da Villanoce e da Magnasco.
15 marzo 2013 - M. AIONA dal Lago delle Lame
Claudio, Bruno, Giancarlo, Renato, Angela, Sara, Cesare, Gianni, Franca
E' una giornata fredda nonostante il sole splendente nel cielo finalmente sgombro di nubi. Al Lago delle Lame il termometro marca - 4, un velo di neve è caduto nella notte.
Siamo pronti (8 e 40) e il gps di Sara ha deciso di non accendersi. Io come al solito faccio partire il mio in ritardo. Sulla sterrata che porta alle Agoraie la neve è dura e scricchiola sotto le ciaspole munite di ramponcini.
Salendo la neve aumenta di spessore ma rimane compatta e granulosa e si procede senza fatica. Abbiamo superato le Agoraie e stiamo seguendo il vecchio itinerario dell'Alta Via poi abbandonato.
Questo percorso non è segnato, ma per fortuna sono rimasti dei vecchi bolli blu stinti e le cancellature grige sulle bandierine bianco-rosse. Sarebbe bello invece che fosse marcato, ad esempio con i classici tre pallini gialli dei raccordi. Con la nebbia, con la neve, col vento è preferibile questo itinerario a quello che corre sul crinale.
Alle 11 siamo al Passo Pré de Lame e, con una breve salita nel bosco, sbuchiamo al Cian de Pumme. Bellissimo il pianoro sommitale dell'Aiona inondato dal sole, gli alberi spruzzati di neve fresca, la cima Sud bianca e lucente.
Saliamo sparpagliati sul grande pendio e quando raggiungiamo la croce troviamo Renato, seduto per ripararsi dal vento, che ci attende da tempo immemorabile.
Al gran completo ci schieriamo davanti alla macchina fotografica di Claudio che ci immortala con l'autoscatto. Poi via, veloci per il freddo in un deserto bianco costellato di sassi, verso la cima Sud.
E' di Claudio la foto alla Madonnina della cima Sud, infreddolita anche lei sul piedistallo decorato dagli aghi di ghiaccio. C'è troppo vento per tenerle compagnia.
Scendiamo e i pianori dell'Aiona mi paiono maestosi. La neve è bellissima, miliardi di minuscoli granelli sui quali le nostre ciaspole lasciano solo un lieve disegno.
Siamo quasi a Cian de Pumme dove il gruppetto si fermerà per il pranzo. Una sosta breve prima di incamminarci sulla via del ritorno.
La discesa, sullo stesso itinerario dell'andata, è fatta di chiacchere, un pò con l'uno, un pò con l'altra, tanto da non accorgermi quasi di essere arrivata (ore 15 e 15).
Una gran bella ciaspolata
7 settembre 2012 - M. AIONA da Villanoce
Gianni, Stefano
In una splendida giornata di fine estate siamo tornati in Val d’Aveto per una bella escursione all’Aiona: l’itinerario percorso, a tratti inedito, ci ha consentito di compiere un lungo anello attraverso gli angoli più suggestivi di questa montagna.
Siamo partiti alle 8.30 da Cerisola (frazione di Rezzoaglio) e abbiamo seguito la strada provinciale fin sopra l’abitato di Villanoce dove, sulla destra, si stacca una larga mulattiera (segnavia due quadrati gialli).
Con dolce salita si attraversano dapprima le ampie distese prative di Cian de Frunzun; dopodiché si entra nel bosco e si risale la costa fra i torrenti Rezzoaglio e Gramizza.
Raggiunto il Passo del Cerighetto abbiamo iniziato la divertente e ripida salita lungo la rocciosa cresta nord dell’Aiona.
Questo percorso, bello e suggestivo, permette di raggiungere la cima nord dell’Aiona (ore 11) situata al margine settentrionale dell’altipiano sommitale.
Alle 11.10 siamo arrivati in vetta all’Aiona: temperatura gradevolissima e, cosa inusuale su questa montagna, neanche una bava di vento.
Al ritorno abbiamo seguito l’itinerario per il Lago delle Lame (segnavia due linee gialle). Attraversato il Cian de Pumme abbiamo abbandonato l’Alta Via al Passo Prè de Lame per scendere nel bosco fino al bivio a sinistra per i Laghi delle Agoraie (segnavia PNX).
Dopo aver costeggiato il Lago Agoraie di Fondo siamo sbucati sulla sterrata Lago delle Lame-Cappella delle Lame nel cuore della foresta demaniale. Servendoci di varie scorciatoie siamo scesi in breve al Lago delle Lame (ore 13.15) dove ci siamo fermati a pranzare. L’area intorno al lago è molto ben curata: è presente il Museo del Bosco dove sono esposti manufatti, sculture e attrezzi forestali.
Dopo aver costeggiato le sponde del lago abbiamo seguito il sentiero che conduce al ponte sul Torrente Rezzoaglio (segnavia una linea gialla). Da qui una bella mulattiera (segnavia tre pallini gialli) scende ai prati e alle antiche stalle che si trovano sopra l’abitato di Cerisola.
Alle 14.15 abbiamo concluso questo lungo anello facendo ritorno alla macchina.
26 maggio 2011- - M. AIONA dal lago delle Lame
Claudio, Dino, Paolo, Franco S., Renato, Cesare C., Mino, Gianni, Franca
In questo caldo mese di maggio cerchiamo la frescura tra i boschi ombrosi che rivestono le pendici nord dell'Aiona.
Alle 8,40 partiamo dal lago delle Lame e seguiamo il ripido sentiero con le due lineette gialle che abbandoniamo sotto Pre de Lame per svoltare a sinistra per il passo del Cerighetto. Il sentiero contorna alla base il versante nord dell'Aiona.
Arrivati al passo svoltiamo a destra per superare la brevissima fascia di bosco e raggiungere la cresta. Arriviamo così sugli ampi pianori e li attraversiamo fino alla cima Nord dell'Aiona dove un bell'autoscatto di Claudio riprende il gruppetto al completo. Alle 11,30 ripartiamo in direzione della cima sud dove c'è una piccola statua della Madonna e poi scendiamo verso ovest in direzione del bosco.
In una radura fiorita di violette e ranuncoli ci sediamo per una lunga e piacevole sosta.
Ci aspetta la comoda discesa lungo l'Alta Via fino alla Cappella delle Lame che raggiungiamo alle 14,45 e dove, all'ombra degli alberi dell'area pic-nic, chiaccherando sostiamo ancora. Breve dietro front per prendere la deviazione per il lago delle Lame e alle 16 siamo alle auto
11 dicembre 2010 - MONTE AIONA dalla Caserma Forestale
Stefano
Veloce gita mattutina dalla Caserma Forestale all’Aiona.
Giornata fredda e serena.
L’abbondante innevamento della scorsa settimana si è ormai ridotto al lumicino dopo la terribile scaldata degli ultimi giorni.
Resistono ancora 20 cm di neve marmorea nei boschi esposti a nord tra il Penna e l’Aiona.
Sono partito dalla Casermetta del Penna alle 8 con i ramponi ai piedi e ho seguito la strada forestale fino al Re di Coppe.
Neve durissima e grande freddo nella foresta d’abeti ancora in ombra.
Dal Re di Coppe sono salito al Passo della Spingarda dove la neve finiva.
Alle 9.50 sono giunto sull’Aiona spazzata da un forte vento.
Dalla vetta ho poi proseguito verso la sommità nord e da qui sono sceso lungo il filo della cresta fino al Passo del Cerighetto.
Sulla cresta nord dell’Aiona il vento era fortissimo: per sicurezza sono sceso tenendomi appena sotto il filo di cresta sul lato occidentale.
Dal Cerighetto ho seguito la pista forestale fino al Re di Coppe ed infine, per lo stesso percorso dell’andata, sono tornato alla macchina (ore 11.30).
20
novembre 2009 - M. AIONA dal Lago delle Lame
Stefano
Dalla
Scoglina fin sopra a Magnasco nebbia fitta. Salendo al Lago delle
Lame la nebbia si e’ improvvisamente dissolta lasciando spazio
ad un cielo velato. Sotto, un mare di nuvole sterminato verso la pianura.
Temperatura mite.
Partenza dal lago alle 9.
Veloce salita verso il Passo Pre de Lame e, prima del passo, deviazione
a sinistra sul sentiero che attraversa il versante nord-ovest dell’Aiona
fino al Passo del Cerighetto.
Da qui, salita lungo la cresta nord dell’Aiona, rocciosa ed
aerea ma senza alcuna difficoltà.
Arrivo in vetta alle 11.10.
Lunga discesa sull’Alta Via fino alla Cappella delle Lame, raggiunta
alle 12.30.
Ulteriore breve discesa su sentiero segnato “A2” fino
al Lago delle Lame (13.15).
7
novembre 2009 - M. AIONA dal Lago delle Lame
L'idea
era di salire all'Aiona per la cresta sul versante Nord (in corrispondenza
del passo del Cirighetto). Poi sia per la neve che abbiamo intravvisto
già in lontananza sia per la nebbia che nel frattempo aveva
coperto il cielo abbiamo scelto il più semplice itinerario
dal Lago delle Lame. Alle 7,50 abbiamo iniziato la salita lungo il
sentiero più diretto segnato con le due lineette gialle. Intorno
ai 1200-1300 mt. è iniziata la neve, sempre più spessa
salendo di quota. Al passo Pre de Lame c'era vento e sul pianoro sommitale
nevischio e nebbia. Sempre tra le nebbia siamo tornati sui nostri
passi fino al passo Pre de Lame, abbiamo proseguito sull'Alta Via
fino al bivio (una volta ben segnato) che a destra scende nel bosco
verso le Agoraie. I segni dell'Alta Via che prima passavano su questo
percorso e ora si tengono in quota sono stati cancellati con vernice
grigia. Al loro posto pochissimi segni A3 in rosso e qualche residuo
pallino azzurro. Al bivio nessuna indicazione. Il sentiero è
comunque ben tracciato e in breve siamo scesi sino alla sterrata che
porta al Lago delle Lame. Alle 12 abbiamo raggiunto l'auto prima che
la pioggia fitta ci bagnasse del tutto.
12
febbraio 2009 – M. AIONA (non riuscita)
Renato, Mino, Giovanni, Chiara, Franca
Di
nuovo in gita senza Gianni. Che dispiacere!
Il tempo è bello nonostante le previsioni annunciassero nuvolosità
alta durante le ore del giorno. E’ freddo. Lasciata l’auto
al lago delle Lame abbiamo tastato la neve: dura, da ramponi. Era
da prevedere, dopo le temperature più alte dei giorni scorsi.
Ramponi ai piedi e ciaspole appese allo zaino. Non si sa mai, se la
neve dovesse mollare.
Alle 9 e 15 siamo partiti e allegri e fiduciosi abbiamo superato le
Agoraie, la Pozza della Polenta, il bivio con capanna che indica sulla
sinistra il passo Prè de Lame, l’altro bivio col cartello
in legno che indica Alta Via verso l’alto e PN X a sinistra.
Abbiamo seguito gli unici segni rimasti ad indicare l’Alta Via
e cioè i pallini azzurri dello spartiacque (gli altri sono
stati regolarmente cancellati e non parliamo dei vari A3 A2 ecc. che
non si capisce con quale criterio siano stati seminati) fino a che
le neve li ha coperti. Avevamo superato dei massi e avremmo dovuto
salire in diagonale fino ad arrivare allo spartiacque del monte degli
Abeti dove, proseguendo verso sinistra, saremmo arrivati al passo
Prè de Lame e poi all’Aiona.
I segni erano spariti e, cerca di qua, cerca di là, nessuno
ha avuto il coraggio di continuare senza. E’ così siamo
tornati indietro. Pazienza. La neve si è mantenuta dura tutto
il giorno e noi abbiamo camminato sempre con i ramponi ai piedi.
23
novembre 2008 - M. AIONA da Bertigaro
Stefano,
Franca
Andiamo,
non andiamo. Vado, vieni? E’ cominciata così questa gita
ed è cominciata tardi, tardissimo. Tanto tardi che è
stata tutta una corsa per arrivare in tempo prima del buio. Però
è stata bella. E pensare che l’avevo fatta esattamente
sette giorni fa con Gianni e Chiara dell’ULE. Insomma, una ripetizione.
Partiti da Bertigaro dopo le 10 abbiamo raggiunto velocemente il lago
di Giacopiane e sempre con lo stesso ritmo la vetta in sole 2 ore
e 50 anzichè 4 ore. Gianni, rimasto a casa, è andato
a vedere la Sampdoria nel pomeriggio. Stefano, quando siamo soli,
è sempre cavaliere: vestiti, vai più piano, sei stanca?
Abbiamo mangiato un boccone sotto la vetta dove inizia il bosco, al
riparo del vento, e poi giù di corsa. Avremmo voluto fare un
itinerario di discesa diverso, e cioè dal passo Prè
de Lame proseguire sull’Alta Via fino alla Cappella delle Lame
e da lì con un sentiero raggiungere il lago di Giacopiane ma
- un po’ perché è più lungo, un po’
perché Stefano non lo conosce e un po’ perché
il buio arriva davvero presto di questa stagione - abbiamo seguito
il sentiero della salita. Insomma la paura del buio incombente ci
ha condizionato tutto il giorno ma, in fondo, ha reso solo più
emozionante l’escursione.
16
novembre 2008 - M. AIONA da Bertigaro
Gianni,
Franca, Chiara
Finalmente
una bella giornata di sole. Così ne abbiamo approfittato e
abbiamo inviato Chiara ad unirsi a noi. Siamo partiti da Bertigaro
alle 8 e con una veloce salita tra bosco e radure abbiamo raggiunto
il Lago di Giacopiane alle 8 e 50. Il lago era a tappo, completamente
pieno. Bellissimo colpo d’occhio, azzurro dell’acqua,
verde intenso dei prati intorno e verde scuro la pineta vicino alla
diga. Attraversata la diga abbiamo ripreso la camminata prima nel
bosco e poi più sopra attraverso praterie e pascoli. Qui si
incrocia la sterrata che conduce a Pratomollo e che si abbandona subito
dopo per arrampicarsi più decisamente nei boschi di faggio.
Il sentiero si fa articolato e si superano alcuni guadi resi difficoltosi
dalle abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi. Alle 11 siamo arrivati
al Passo di Prè de Lame e poi rapidamente ci siamo portati
sul pianoro sommitale e alle 11 e 30 siamo arrivati alla croce. Bella
la vista sulle Marittime tutte bianche, sulle Alpi e sull’appennino
tosco emiliano con il Cusna innevato. Dopo una breve sosta per le
foto siamo scesi fino al bosco dove abbiamo fatto la sosta pranzo.
Alle 12 e 30 abbiamo ripreso il cammino sulla via del ritorno seguendo
lo stesso itinerario di salita. Buona la segnaletica e ben marcato
il sentiero. Alle 15 abbiamo fatto una breve sosta presso la diga
del Lago di Giacopiane per la merenda e poi siamo scesi a Bertigaro
(ore 16).
21
giugno 1987 - M. AIONA da Gramizza
Gianni
Stefano Franca
In
tre domeniche successive siamo stati sulle tre più belle vette
della Val d'Aveto. Stefano anche questa volta ha voluto fare la gita
"completa" partendo dalla statale. Il percorso è
stato molto bello, solo un pò noioso lungo la strada che porta
alla Spingarda. Tempo buono e piuttosto fresco. In tre ore e mezza
siamo arrivati in cima, il ritorno è stato veloce. Unico fastidio
le zanzare.
25
aprile 1987 - M. AIONA da Magnasco
Gianni
Stefano Franca
Tempo
buono. Abbiamo iniziato la gita dalla Chiesa di Magnasco e in tre
ore e un quarto siamo arrivati in vetta. In cima c'era parecchia neve
e con Stefano abbiamo giocato a scivolare lungo i ripidi pendii. Stefano
ha "sciato" con gli scarponi. Gita molto bella con Stefano
impegnatissimo a controllare i segni. Ritorno piuttosto veloce in
due ore e un quarto.
21
settembre 1986 M. AIONA da Bertigaro
Gianni
Stefano Franca e Giorgio Noce (collega G)
Gita
molto lunga. Dovevamo andare con un gruppo del CAI di Busalla e invece
non abbiamo visto nessuno e siamo andati soli. Tempo bello. Il lago
di Giacopiane era per metà vuoto. Abbiamo incontrato molti
cercatori di funghi, alcuni con bei porcini. Lunga salita (4 ore)
fino alla vetta, discesa in tre ore con molto molto caldo. Gita molto
bella.
15
settembre 1985 - M. AIONA dalla Caserma Forestale
Gianni
Franca Stefano Davide
Siamo
saliti dalla Caserma Forestale, passo dell'Incisa, M. Nero, passo
della Spingarda in due ore e mezzo circa. Con noi c'era Davide (10
anni). Il tempo è stato discreto.
16
settembre 1984 - M. AIONA dal lago delle Lame
Gianni
Stefano Franca
Siamo
finalmente giunti in vetta al M. AIONA (m. 1701). Stefano ha 10 anni.
Partiti dal lago delle Lame in poco più di due ore siamo arrivati
in cima. Tempo buono in partenza, poi nebbia che ci ha impedito di
sostare vicino alla croce, infine temporale. La pioggia, battente,
ci ha accompagnati fino alla macchina e ci ha inzuppati tanto che
all'arrivo abbiano dovuto svuotare gli scarponi che erano pieni di
acqua.