30 novembre 2016 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Stefano
Veloce giretto mattutino sull’Antola in una giornata limpida e fredda: alla partenza da Bavastrelli (m. 931) alle prime luci dell’alba (ore 7.20), il termometro della macchina segna sei gradi sotto zero. E’ però un freddo asciutto, senza una bava d’aria, che non dà alcun fastidio: quel sano freddo che solo in montagna si può trovare e che al sorgere del sole si trasforma in un piacevole tepore.
Cinque anni sono passati dall’ultima volta che sono venuto qui e l’atmosfera di pace e di tranquillità è sempre la stessa; nel frattempo l’antico trogolo è stato restaurato e la stradina che corre all’interno del paese è ora ben lastricata. I simboli della F.I.E. recano invece i segni del tempo e il giallo ocra ormai sbiadito si confonde con l’ambiente; nella discesa tra l’Antola e Caprile è facile sbagliare percorso se non si presta una costante attenzione. In salita invece non ci sono problemi: l’ampia e comoda mulattiera di servizio al Rifugio Parco Antola rende superflua la presenza dei segnavia.
Appena sopra la Cappelletta della Guardia (m. 1226) scorgo nitidamente due lupi al margine della faggeta: non sono vicini e in una manciata di secondi si sottraggono alla mia vista intrufolandosi nel bosco.
Superato il rifugio (m. 1488) raggiungo la dorsale di spartiacque Trebbia-Scrivia dove incontro l’itinerario proveniente da Torriglia e diretto alle Capanne di Carrega e al Monte Carmo (segnavia: due pallini gialli).
Il vecchio rifugio Bensa, chiuso dalla metà degli anni novanta e ora in stato di completo abbandono, è l’ultimo testimone di un’epoca in cui l’Antola era “colonizzata” dall’uomo. Nei primi decenni del secolo scorso, appena sotto la cima, sorgevano infatti alcune costruzioni, tra le quali i rifugi Musante e Bensa, delle villette e una chiesetta; la chiesetta è stata ricostruita nell’anno 2000 e si trova al limitare del bosco, alle pendici della vetta, con vista magnifica verso i monti dell’Aveto.
Alle 9 sono sull’Antola (m. 1597) dove sorge la grande croce metallica eretta nel lontano 1907. L’aria è pungente ma non freddissima. Sul basamento di un vecchio segnale trigonometrico sono dipinti i simboli F.I.E. degli itinerari che qui convergono partendo dal versante dello Scrivia e da quello del Trebbia.
L’Antola è la prima cima dell’Appennino a est di Cadibona che sfiora i 1600 metri di altitudine ed è pertanto un balcone panoramico eccezionale verso tutto il quadrante nord-occidentale che va dal Monte Rosa al mare; a est si stagliano le montagne della Val d’Aveto e, attraverso il Passo del Tomarlo, la visuale si spinge fino all’Appennino Tosco-Emiliano.
Al ritorno seguo per un breve tratto il sentiero di crinale in direzione di Casa del Romano per imboccare poi, sulla destra, la mulattiera che scende a Caprile. Questo itinerario, segnato con un triangolo giallo, è più vario e remunerativo di quello fatto in salita e, dopo una prima parte immersa nella faggeta, sbuca allo scoperto sui grandi pascoli alle pendici meridionali del Monte delle Tre Croci; qui incontro qualche difficoltà nel reperire il tracciato perché i segni sono davvero carenti e ben poco visibili.
Presso il margine inferiore dei prati sono costretto a ritornare sui miei passi perché poco più in basso, in corrispondenza dell’attraversamento di un fosso, un tratto di mulattiera è completamente franato in seguito all’alluvione che nel settembre 2015 picchiò duro su tutta la Val Trebbia e la Val Nure. In questo punto sarebbe necessario che il Parco dell’Antola ripristinasse al più presto il percorso originale o, quantomeno, tracciasse (e segnalasse) una variante. Io attraverso il fosso un po’ più a monte e mi riporto poi sulla mulattiera che procede a mezzacosta costeggiando un recinto.
Infine ripido balzo su Caprile (m. 1038) dove arrivo poco dopo le 10. Per far ritorno a Bavastrelli non mi resta che scendere lungo la strada asfaltata di Caprile (anche questa pesantemente danneggiata dall’alluvione e tuttora in fase di ripristino) e percorrere poi un altro tratto di asfalto sulla provinciale di Propata in direzione di Torriglia (in totale 2 km).
16 novembre 2016 – M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
Ci svegliamo con il cielo carico di stelle. Le fronde degli alberi sono immobili. La temperatura è bassa, a Bavastrelli non arriverà allo zero, ma più tardi il sole riempirà di luce e di calore questo versante esposto a sud. E’ una bella giornata per andare sull’Antola.
Difficile raccontare qualcosa di nuovo su questo monte sul quale sono salita tante decine di volte, che ho visto con la neve, con la pioggia, con l’arsura dell’estate.
Di nuovo c’è che è tantissimo che non ci salgo e non so se arriverò in cima. Oggi va di moda l’elogio della lentezza, a giugno a Parma c’è stato pure il festival della lentezza. Ma se devo essere sincera a me la lentezza non piace e se sono diventata lenta è perché non posso fare diverso.
Insomma, a me l’Antola piacerebbe farla di corsa come quella volta da Casa del Romano che sono arrivata in cima con la lingua fuori e vicino alla croce c’era un tizio che dava a tutti un bicchiere d’acqua, anche a me che se non ero il fanalino di coda poco ci mancava e avevo superato solo i cavalli. Oppure quell’altra da Avosso a Caprile insieme a un mare di gente. La lentezza non mi piace, la subisco.
Però oggi devo essere contenta e in cima ci sono arrivata e senza sforzo. Lo zaino era pesante perché per paura del freddo mi ero portata dietro il guardaroba ma mi sembrava di essere leggera leggera.
I tetti di Bavastrelli sono diventati piccoli e il Brugneto nonostante le piogge è circondato da una scarpata asciutta. Le mucche devono aver lasciato i pascoli da poco, animali non ne incontriamo, sentiamo solo un colpo di fucile ravvicinato che ci fa sobbalzare.
Il percorso prende quota dolcemente, raggiunge la prima cappelletta, la fonte Buccaiusa, la seconda cappelletta. Proseguiamo dritti lungo i due quadrati vuoti gialli e il sentiero diventa ripido e si raddolcisce più in alto. A terra c’è un tappeto di foglie, in quota i faggi sono ormai spogli.
Già da lontano sentiamo un rumore, quasi uno scampanellio, e al rifugio troviamo la motosega in funzione. Cumuli di legna sono accatastati a terra.
Poco sopra c’è la Casa del Musante, la chiesetta e più in alto la croce. Siamo arrivati. In quota un leggero vento di tramontana ci ricorda che siamo alle porte dell’inverno.
L’Appennino sembra spoglio di neve e contrasta con l’azzurro del cielo, alle spalle dell’Aveto spuntano le cime dell’Appennino Tosco Emiliano, sul mare si stende un tappeto di nuvole bianche. L’Antola sa regalare panorami molto belli.
Ora scendiamo e ripercorriamo lo stesso sentiero dell’andata, passando davanti alla chiesetta e al cippo dedicato al poeta di queste montagne Alfredo Celle – chiamato anche Sidney perché suo padre era emigrato in Australia - che è stato uno dei primi segnalatori dei sentieri. Un ultimo scorcio di paesaggio ci permette di riconoscere il profilo dentellato delle Apuane.
Appena scendiamo sotto il crinale il filo di tramontana svanisce e nell’aria calma il bosco sembra ancora più silenzioso e i colori dell’autunno più dolci.
Propata, ma ormai siamo quasi arrivati, è un pugno di case adagiate sui prati. Più in alto c’è la grande stalla dove immagino siano state portate le mucche che fino all’altro giorno erano al pascolo. I tetti di Bavastrelli sono sotto di noi. La nostra gita si è conclusa.
2 dicembre 2015 – M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
Giorni e giorni che è così. Una cappa di nuvole che l’alta pressione schiaccia sulla città mentre in alto c’è il sole. Questa mattina Gianni ha guardato la webcam del rifugio dell’Antola e gli è venuto voglia di andare lassù …
La nebbia ci accompagna fin sopra Torriglia e poco prima di Garaventa si dissolve nel sole.
Lasciamo la macchina a Bavastrelli alle 10 e un quarto e già da subito ci accorgiamo che la mulattiera è stata completamente ristrutturata, alcuni muretti a secco e tratti di acciottolato rifatti, altri livellati con terra o ghiaia. Nel gennaio scorso, quando l’avevamo percorsa, i lavori erano già iniziati ma ora il cambiamento è notevole.
Il percorso è scandito dai punti noti che rivediamo con piacere, il trogolo (Fontana Ciapa Sueña), la Cappelletta di Sant’Antonino, i ruderi della casa Buccaiosa e poi la Cappelletta della Guardia. Ogni volta che passo davanti a queste cappellette e vedo l’ingresso minuscolo non posso fare a meno di pensare al muratore che cazzuolata dopo cazzuolata l’ha ridotto a un passaggio per gli gnomi …
Un boscaiolo solitario col trattore carico di legna scende lungo la mulattiera: nella nostra camminata non incontreremo nessun altro.
Qualche piccola chiazza di neve imbianca il terreno e dove la neve si è sciolta da poco c’è un po’ di fango, il primo del percorso che per il resto è particolarmente asciutto.
Più su c’è il rifugio, oggi chiuso. Resterà aperto dal 5 all’8 dicembre e poi durante tutte le feste natalizie e di fine d’anno. Dal mare bianco spuntano le cime: da ovest ad est il Caucaso, il Ramaceto e lo Zatta. Isolette nere che bucano le nuvole.
Salgo senza fatica, forse perché ho lo zaino leggerissimo. Superato il vecchio rifugio del Musante arriviamo alla chiesetta e da qui alla croce c’è solo l’ultima erta finale.
Il panorama è superbo. Il mare non si vede ma tutto quello che sta sopra a questa soffice ovatta è di una nitidezza straordinaria. Bellissime tutte le montagne dell’Appennino Tosco Emiliano, il Gottero, l’Aveto, la dorsale Montarlone-Roccabruna, il Carmo e l’Alfeo, l’Ebro. Verso nord le Rocche del Reopasso che sembra di toccarle. E poi tutto l’arco alpino. E’ come se fossimo nel cielo, che so, su una mongolfiera.
Mangiamo seduti sul cippo di vetta come in una giornata di fine estate. Nessuno intorno a noi perché in un qualsiasi giorno feriale di dicembre anche l’Antola è lasciata sola.
E poi scendiamo e quando arriviamo al rifugio andiamo a curiosare. Cerchiamo il locale invernale che è sul lato a ponente della struttura con accesso dalla terrazza in legno. Ma non c’è una scaletta per poterci arrivare e così saliamo sulla terrazza a levante e con una gimkana tra tavoli e panche riusciamo ad arrivare alla piccola stanza dotata di cuccette e scaffali, perfettamente in ordine.
E’ buffo parlare di sole implacabile ai primi di dicembre eppure è così. Tutta la discesa con il sole basso sull’orizzonte che ferisce gli occhi … a Bavastrelli illumina ancora i tetti delle case mentre tutto intorno avanza l’ombra.
Sono le 15 e quaranta. E’ stata una bella gita.
26 febbraio 2015 - SELLA EST del M. ANTOLA da Casa del Romano
Gianni, Franca
Quanta neve! Tanta che abbiamo rinunciato al Gottero dove sono andati i nostri amici e abbiamo scelto la più vicina Antola.
Ore 9 - Muri di neve a Casa del Romano e nuvole alte e grigie che nulla tolgono alla visibilità. Chissà se il sole farà capolino. Ci aspetta una bella traversata in quota, lunga ma con poco dislivello anche se ricca di tanti saliscendi.
Posteggiamo vicino a un’altra macchina dove due giovani stanno preparandosi per la nostra stessa meta. Il loro cane gironzola intorno. Uno dei due giovani adocchia due paia di guanti che ho posato nel bagagliaio e chiede Avete un paio di guanti da prestarmi? Fa freddo e sotto quelli di piumino devo indossare i leggeri e termici Patagonia. Caldi, preziosi, indispensabili per le mie dita intirizzite. Gianni invece rinuncia ai suoi, in pile, economici, made in Decathlon, e ne indossa un solo paio. Al ritorno li lasciate sul tergicristallo. OK, grazie.
I due giovani e il cane partono sparati e in breve ci distanziano di un pezzo. Sulla neve le impronte di un ciaspolatore che ci ha preceduto e le loro. Un po’ poco per non fare fatica, la neve è alta e si sprofonda. Noi cerchiamo di calpestare le orme tra l’una e l’altra per preparare una piccola pista utile per il ritorno e ci stupiamo quando queste, anziché sovrapporsi, corrono parallele.
In qualche breve tratto la neve fa zoccolo ma proseguendo non succede più; è una bella neve, farinosa e morbida.
Gianni è una sagoma nera, giacca a vento, pantaloni, tutto nero. Ma possibile che anche in montagna dobbiamo vestirci a lutto? Ora usa così, quasi tutto è nero, persino le kway dei ciclisti che dovrebbero bucare la nebbia. Forse costa meno. La mia è un’osservazione interessata visto che nelle foto, dove il bianco della neve si unisce al grigio del cielo, una macchia di colore appagherebbe l’occhio. Ma chi è addetto alla sicurezza non dovrebbe trascurare il fenomeno: in montagna, come sulla strada, la visibilità è importante.
Sotto la coltre di nuvole grigie spuntano all’orizzonte le Alpi illuminate dal sole. La temperatura, complice la fatica, forse si è addolcita.
Più avanti le impronte, anziché seguire a mezzacosta il sentiero dove con le ciaspole si cammina male, salgono dritte sul ripido: chi per primo le ha tracciate conosce bene il terreno. Uno dei due giovani che avevamo incontrato al posteggio, alto e massiccio, è di ritorno: rinuncia. L’amico gli ha probabilmente tirato il collo e ora prosegue da solo: un’impronta in meno schiaccia la neve.
Prima del Monte delle Tre Croci c’è un tavolo e una panca ma se non fosse per i cartelli che ora sono all’altezza del suolo non si potrebbero nemmeno indovinare, inghiottiti come sono dalla spessa coltre che si stende su tutto il paesaggio. Un metro e più, sul quale noi avanziamo galleggiando.
Siamo sul Monte delle Tre Croci, che è alto quasi come l’Antola, e scendiamo al Passo dove speriamo di incontrare altre orme sul sentiero dei due rombi gialli che sale da Caprile.
Altro che impronte che salgono! Chi era davanti, quasi certamente il giovane con il cane, scende. Rinuncia all’Antola. Un pensiero fuggevole mi attraversa la mente: appesi a due minuscole ali i nostri guanti se ne stanno volando via. Da due soldi sì, ma utili, utilissimi. E poi non ho Decathlon sotto casa.
Le impronte si riducono a quelle del primo ciaspolatore che, esperto, è avanzato deciso e senza tentennamenti sul percorso che pure è invisibile sotto la neve. Chissà, abbiamo ancora una speranza, forse qualcuno è salito sul sentiero del triangolo giallo che da Caprile va all’Antola: tra poco incontreremo il bivio e vedremo.
Ma al bivio il sentiero nemmeno si indovina, la neve è immacolata e la fatica si fa sentire. Gianni è davanti e io dietro a trascinare le mie gambe molli.
Ci poniamo una meta: arriviamo alla Sella dell’Antola e rinunciamo alla vetta. Per questa volta almeno … ci siamo saliti tante volte!
Le orme del ciaspolatore che ci aveva preceduto avanzano sicure e senza indugi. La salita si impenna dandoci la certezza che la sella è ormai vicina.
Ecco l’Antola, bella, che si eleva su una distesa bianca e immacolata, bianca anch’essa ma con le pendici nord ricoperte dai faggi che per contrasto sembrano quasi neri, e la croce che si staglia nel cielo che ora, nel grigio, ha qualche striatura azzurra. Vicina ma irraggiungibile, perché è tardi (mezzogiorno e venti), perché siamo stanchi, perché per il ritorno impiegheremo tanto tempo come per l’andata.
Iniziamo il lungo percorso a ritroso sui continui saliscendi che nei traversi a mezza costa riservano qualche piccola insidia perché nel frattempo la neve ha un po’ ceduto ed è diventata scivolosa.
Siamo di nuovo al passo dove le tre croci in legno sono appena visibili tra gli alberi e ci ricordano come l’inverno, anche qui, può essere crudele se in un lontano passato tre paesani di ritorno dalla stagione in risaia furono sorpresi da una bufera e morirono assiderati.
Ancora una salita, l’ultima, quella al Monte delle Tre Croci (ore 13,45) dove ci prendiamo una breve pausa per mangiare qualcosa, intirizziti dal freddo per un fastidioso vento che soffia da nord.
E poi avanti, sulla nostra piccola traccia, tra distese di neve e un cielo grigio che lascia trasparire qualcosa di azzurro, un cielo che oggi ha voluto essere clemente con l’Antola ma non con altre cime, in Val d’Aveto ad esempio, che ha ricoperto con un mantello scuro.
L’Osservatorio e Casa del Romano. Alle 15,45 arriviamo alla macchina. Sul tergicristalli nessuna traccia dei guanti.
Un brutto gesto che ci fa rimanere male (bastava tanto poco mettere un biglietto per dire che, visto che l’amico è sceso a Caprile, li avrebbero lasciati, che so, a Torriglia). Una piccola cosa che però, la prossima volta che qualcuno mi chiederà un piacere, mi spingerà a pensarci due volte prima di dire di sì …
Bella gita e bella neve: 12 chilometri scarsi di sviluppo, 550 metri di dislivello positivo, 5 ore di cammino effettivo, tanta fatica. Ma chissà, forse la fatica è stata colpa anche del virus che stavo incubando e che, la mattina dopo, si è manifestato con la febbre e il mal di stomaco. Ma per il momento non lo so ancora e scendo soddisfatta i tornanti che da Casa del Romano portano a Propata, racchiusi tra alti muraglioni di neve.
28 febbraio - Curiosando su Gulliver scopro
ora che il primo ciaspolatore, quello che ha tracciato tanto bene la pista e al quale facciamo i complimenti, è partito da Capanne di Carrega, ha impiegato tre ore ad arrivare in vetta e si chiama Luciastrek
24 gennaio 2015 – M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
La grande Staffetta Uleina che aveva concluso le manifestazioni per i 100 anni di vita dell’ULE ha trovato oggi la giornata ideale per festeggiare. Ben due alluvioni avevano infatti costretto a un rinvio e la nevicata di qualche giorno fa avrebbe potuto creare problemi alla viabilità. Invece …
Invece ha regalato un panorama scintillante e neve quanto basta per una ciaspolata o una sciata sul monte di casa.
Il programma prevede partenza e arrivo a Casa del Romano ma noi ci fermiamo a Bavastrelli. Ci troveremo in vetta. Il tempo è splendido, non c’è vento né freddo.
Ore 9,30. Ciaspole in spalla ci avviamo lungo la mulattiera che all’inizio è appena chiazzata di bianco ma poi, salendo, si ricopre di neve tanto che alla prima cappelletta Gianni indossa le ciaspole.
Dopo la Fontana Buccaiusa e i ruderi della vecchia casa un bel paio di bastoncini “Swiss Made” stanno dritti sulla neve. Dimenticati da poco a giudicare dalle orme fresche stampate sul terreno. Quando capita non si sa mai come fare, ma visto che secondo noi il padrone è appena salito tanto vale che gli andiamo incontro portandoglieli. E infatti poco più in alto lo incontriamo che sta scendendo.
Alla seconda cappelletta anche io metto le ciaspole. Il bosco di faggi si infittisce e se non fosse per i punti noti che scandiscono il percorso sembrerebbe di essere sempre nello stesso posto. Il silenzio è rotto solo dal fruscio delle nostre ciaspole.
Siamo al rifugio, oggi chiuso. Una coppia ha un bel bambino in spalla.
Prima della casa del Musante vediamo la croce: la cima dell’Antola è piena di gente. Ma poi, subito dopo, ecco una fila che scende verso la sella. Ahi ahi, siamo in ritardo, ce la siamo presi comoda e i nostri amici stanno scendendo. Saliamo veloci sperando che qualcuno abbia indugiato e sia ancora lassù.
Quando arriviamo troviamo il mondo. Abituati come siamo ad andare il giovedì non vediamo quasi mai l’Antola di festa. Ci guardiamo intorno e non ci sono i soliti visi. Si tratta infatti di un folto numero di escursionisti del CAI di Bolzaneto: i nostri devono ancora arrivare.
Che bello vedere la cima dell’Antola così popolata! E senza un filo di vento, con la croce stagliata nel cielo azzurro.
Dalla sella sta salendo gente e a poco a poco la riconosciamo. Con le ciaspole, con gli sci da fondo escursionistico, con quelli da sci alpinismo. Per tutti i gusti.
Un tizio con gli sci da alpinismo si allontana veloce sul versante nord disegnando eleganti curve sul filo del crinale. Il bambino in spalla a papà è arrivato in vetta e ancora non sa di essere un bambino fortunato. Un husky dagli occhi di ghiaccio che risponde al nome di Nebbia come il cane di Heidi non saprà mai di essere fortunato. E c’è anche chi, non vedente, riesce ugualmente ad arrivare quassù!
C’è anche Claudio, che piacere! State fermi che vi scatto una foto.
In piedi o seduti mangiamo e chiacchieriamo e, mentre Gianni è impegnato a dare un nome alle cime che si snodano a ponente, mi avvicina un accompagnatore escursionistico del gruppo di Bolzaneto che ci ha riconosciuto dal sito: i complimenti, specie quando arrivano da un addetto ai lavori, sono i più graditi.
Guardo il gruppo scendere verso la chiesetta, probabilmente in direzione di Donetta. Noi restiamo ancora un poco, per la foto ricordo e per i saluti. Poi scendiamo e in breve ci ritroviamo soli.
Il rifugio, le lunghe giravolte nel bosco, la neve piena di orme, l’incrocio con il sentiero dell’anello del rifugio, la cappelletta della Guardia e quella di Sant’Antonino, le ciaspole in spalla e, alle 16,30, il paese di Bavastrelli già inghiottito dall’ombra.
I nostri amici saranno in viaggio o festeggeranno ancora a Casa del Romano?
22 maggio 2014 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
Ogni volta che torniamo in Antola mi chiedo il perché. Forse perché è vicina, forse per abitudine. Ma non solo: questo monte è per noi come la foresta per Zanna Bianca.
Siamo partiti da Bavastrelli alle 9. Il colpo d’occhio è suggestivo. Tanto verde ovunque, le prime mucche Limousine che con il loro mantello rosso contrastano vivacemente con la rigogliosa vegetazione di maggio, il Brugneto a tappo. Alcuni alberi con la loro chioma emergono dal pelo dell’acqua, verde cupo come i boschi che la circondano.
Al rifugio troviamo movimento. Mezzi fuoristrada e il ronzio del gruppo elettrogeno. Ancora lontani vediamo la vetta popolata di gente. Poi, salendo, stagliati contro il grigio del cielo, appaiono tante figurine chine sedute sull’erba.
Sono i ragazzi delle Medie di Casella che stanno svolgendo un tema. Che sensazioni suscita l’ambiente che vi circonda? Quali emozioni? Sarei curiosa di leggere quello che hanno scritto per fare il confronto con le mie.
Sono le 11,20, spira una brezza fresca, nuvole grigie coprono il cielo. Un boccone e scendiamo, sollecitati dal brontolio del tuono per fortuna lontano.
Anche i ragazzi scendono ordinatamente al rifugio dove hanno passato la notte. Ieri sono arrivati qui da Casa del Romano, oggi completano la traversata a Piancassina.
Mentre il cielo minaccia pioggia e ci regala grossi e radi goccioloni, scendiamo velocemente sullo stesso itinerario della salita e poco sopra il paese incontriamo le rosse e rustiche Limousine che ci osservano pensierose.
Bella e veloce gita (alle 14 siamo a Bavastrelli) nonostante l’incertezza del tempo.
6 marzo 2014 – M. ANTOLA da Bavastrelli
Renato, Giancarlo, Giorgio, Bruno, Paolo, Cesare, Angela, Chiara, Elio, Silvana, Gianni, Franca
Strano inverno. Mite, piovoso, ha inzuppato come spugne le quote basse del nostro Appennino provocando frane a non finire. E in quota lo ha coperto con uno strato generosissimo di neve. Come una torta a strati dove solo su quello più alto siano stati versati fiumi di panna montata.
Ora che siamo a marzo dai mille metri in su camminare senza ciaspole è problematico. Ben venga quindi questa gita all’Antola, vicina, facile e oggi finalmente soleggiata.
Alle 8 e 10 partiamo, il cielo è di smalto, i tetti di Bavastrelli sono asciutti. Le ciaspole si riposano a cavalcioni dello zaino. L’invaso del Brugneto è al colmo e non riesce a raccogliere tutta l’acqua che precipita dai monti, la siccità è lontana.
Intorno ai mille metri il sentiero si imbianca e cento metri più in su, prima di arrivare alla cappelletta, metto le ciaspole. Per loro all’inizio è un duro lavoro, costrette come sono a passare sull’erba e sul fondo sassoso dei ruscelli: i ramponcini e le punte stridono sulle pietre e si lamentano. Ma più in alto si limitano a galleggiare senza fatica.
Il sentiero mi è familiare come la strada di casa, i due quadrati gialli, la cappelletta di Sant’Antonino, il trogolo e i ruderi della casa Boccaiosa, la cappelletta della Guardia. Abbandoniamo i due quadrati gialli e svoltiamo a sinistra per l’Anello del rifugio, tutto nel bosco. La neve è morbida e facile, i faggi si alzano spogli verso il cielo. L’anello del Rifugio raggiunge la dorsale che arriva da Torriglia (due pallini gialli): qui una tettoia, un tavolo e due panche possono offrire un sommario riparo.
Camminiamo sulla dorsale rivestita dal bosco e usciamo allo scoperto solo nei pressi del nuovo rifugio che vediamo appena più in basso. Siamo quasi arrivati: l’ex rifugio del Musante, la Chiesetta dell’Antola, la recinzione in legno semisommersa e la grande croce bianca. Per noi che siamo ultimi si sono fatte le 11 e 20. Un po’ di vento soffia sulla cima, il cielo è blu. La galaverna ricopre la croce e i cartelli e tutto intorno ci sono le cime bianche di neve. Un bel panorama.
Ci aspetta il pranzo presso la chiesetta, al riparo del vento e scaldati dal sole. Purtroppo, nonostante i recentissimi lavori di restauro, l’intonaco della chiesetta si è sbrecciato in più punti lasciando a nudo i mattoni. Ci accomodiamo come possiamo, qualcuno sulle panche sotto il portico, qualcuno sui tronchi della staccionata che spunta appena, qualcuno sulla neve. Qualche nuvoletta si affaccia sul cielo.
Il ritorno è sul sentiero dei due quadrati gialli, più breve e diretto. Attraversiamo le vecchie casupole intorno all’ex rifugio del Musante e Gianni, imprudentemente, sale con le ciaspole su un tetto in lamiera sommerso dalla neve. Il rifugio Parco Antola è chiuso e riaprirà il fine settimana. La neve è appena più molle ma tiene bene.
Scendendo incontriamo il bivio con il sentiero dell’Anello del Rifugio fatto in salita e da qui ripetiamo a ritroso i nostri passi. Più in basso, davanti a noi, il lago del Brugneto è al suo massimo livello.
Poco dopo le 14 siamo a Bavastrelli: il mio gps marca 11 chilometri di sviluppo e 740 metri di dislivello. Una bella ciaspolata e un tempo splendido.
12 gennaio 2014 - PENTEMA da Donetta (Torriglia)
Gianni, Franca
Tempo di Natale, tempo di presepi. Quello di Pentema è entrato nelle nostre tradizioni e, visto che il meteo finora ci si è messo di mezzo, oggi che il tempo è così e così ne approfittiamo.
Alle 9 e un quarto lasciamo la macchina a Donetta (1000 m) e ci incamminiamo sul sentiero dei due pallini gialli (Torriglia-Antola). Notiamo da subito che in alcuni brevi tratti il fondo dissestato è stato rifatto interamente in pietre, davvero un bel lavoro. Nuvole vaganti in un cielo azzurro pallido: il solito tempo di questo periodo, caldo e umido, più autunnale che invernale.
Salendo incontriamo la nebbia e al Passo dei Colletti (1285 m) ne siamo avvolti (ore 10). Ma più avanti, dopo il falsopiano alle pendici ovest del Monte Prelà e al Colletto (1317 m), quando abbandoniamo i due pallini gialli per scendere a Pentema, la nebbia si dissolve. Al bivio (ore 10,50) un cartello segnala Avosso (due quadrati gialli) e Buoni di Pentema (tre pallini) ma i tempi indicati (20 minuti per Buoni di Pentema) non sono assolutamente affidabili e per arrivare a Buoni ci vorrà quasi un’ora.
Alla Cappella dei Bucci (o Cappella del Colletto, 1283 m) incontriamo un nutrito gruppo di motocrossisti diretti a Casa del Romano e Il sentiero che scende a Buoni, ripido e fangoso per le piogge, ha risentito del passaggio delle ruote artigliate. Fango, fango, fango che si incolla alle suole.
A Buoni qualche camino sta fumando, la strada asfaltata che proviene da Donetta si ferma qui. Le nuvole sono alte e nel cielo è tornato un po’ di azzurro. Noi proseguiamo su sentiero, più breve della strada ma comunque piuttosto lungo, fino a incontrare a mezzogiorno e mezzo il piccolo borgo di Pentema (825 m): il presepe ci aspetta.
E’ domenica e parecchie sono le auto posteggiate. Famiglie con bambini, gente che è arrivata a piedi come noi e c’è anche una gita organizzata dal Parco dell’Antola.
Un boccone e poi andiamo su è giù fra le case, strette l’una alle altre e raccolte intorno alla chiesa, diventate per l’occasione un presepe a grandezza naturale. Gli interni delle case, illuminate, sono abitati così come i cortili e gli spazi aperti. Merita vederlo.
Il ritorno è più breve, seguiamo per circa due chilometri la strada asfaltata fino a incrociare la mulattiera, non segnata, che sale al Colle di Donetta.
Alle 15,30 siamo arrivati: a parte il fango una bella e simpatica escursione.
8 dicembre 2013 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
Prima gita per Gianni dopo una lunga pausa di riposo. Andiamo sull’Antola, per l’OTTANTASEIESIMA volta nel corso di tanti anni ma che oggi ci sembra di nuovo la prima. Da fare con calma, da gustare.
A Bavastrelli un piccolo dispiacere: i cartelli rossi Attenzione, battuta di caccia al cinghiale. Accidenti, e se ci sparano addosso per sbaglio? e se ci troviamo in mezzo ai cani e ai cinghiali che scappano? Ma dai, figurati, proprio a noi devono sparare? basta che non usciamo dal sentiero. C’è un po’ di fango ma neppure tanto. Più su incontriamo i cacciatori che stanno già scendendo, la battuta di caccia è terminata. Noi proseguiamo, prima cappelletta, seconda cappelletta, prima neve. Il cielo è azzurro ma sul mare stagnano banchi di nuvole, la temperatura è mite, si sta proprio bene.
Al nuovo rifugio la neve è ammucchiata sul sentiero e ha un certo spessore ma si cammina bene, senza sprofondare.
Siamo alla Casa del Musante, qualche escursionista ci supera e qualcuno scende, la cima dell’Antola è quasi asciutta e la croce bianca si staglia nel cielo azzurro. Grossi banchi di nuvole però stanno salendo dal mare e il lago del Brugneto è nascosto. Sopra le nuvole c’è sempre il sole è un proverbio che dice sempre la verità.
E’ domenica e l’Antola è frequentata, gruppetti di escursionisti salgono in vetta, altri scendono e si fermano in vallette riparate mentre noi ci sediamo intorno al cippo fino a quando, nonostante la temperatura mite e l’assenza di vento, ci prende freddo. A ritroso passiamo davanti alla Chiesetta dell’Antola, alla Casa del Musante, al nuovo rifugio. Il cielo sopra di noi è di nuovo azzurro e non c’è un alito di vento.
A volte anche le cose ovvie sono belle come la prima volta e oggi è così, tornare sull’Antola è stato come andare a trovare un amico.
2 giugno 2013 - M. ANTOLA da Casa del Romano
Gianni, Franca
L'idea è quella di fotografare i narcisi.
In ritardo rispetto agli altri anni e bloccata dalla nevicata della settimana scorsa, la fioritura sui prati di Casa del Romano è esplosa in questi giorni. I primi fiori sono sbocciati ma i più tanti sono ancora in bocciolo.
Il tempo è splendido e l'aria frizzante.
Scattate le foto ci mettiamo in cammino (ore 9,45). Avevamo pensato al Carmo ma l'incontro con una numerosa comitiva del CAI di Chiavari diretta all'Antola ci fa decidere per la stessa meta. E' una sorpresa vedere tanti bambini in gita, anche piccolissimi in spalla a mamma o papà.
La neve della settimana scorsa si è tutta sciolta e i prati sono verdissimi; verso il mare una coltre di nuvole copre la costa. Prendiamo un buon ritmo e superiamo la lunga fila.
Passo Tre Croci, sella est dell'Antola e infine la cima. Tra poco intorno alla croce ci sarà una moltitudine di gente di tutte le età: tanti i giovani che hanno approfittato della bella giornata per portare i loro bambini.
Il vento che soffia in vetta ci spinge a scendere alla chiesetta e qui, seduti sulla panca, mangiamo un boccone prima di incamminarci sulla via del ritorno. Mentre scendiamo incontriamo gente che sale: mai mi era capitato di incontrarne tanta e solo più tardi, guardando le foto, mi accorgerò di non averne scattato nemmeno una che renda l'idea dell'insolita atmosfera di festa.
A Casa del Romano (ore 13,55) ho la bella sorpresa di trovare i narcisi più numerosi, le corolle aperte ai raggi del sole e pronte a farsi fotografare: in fondo sono venuta apposta per questo.
9 maggio 2013 - M. ANTOLA da Torriglia
Gianni e Franca
Di nuovo in cammino verso l'Antola! questa volta da Torriglia. L'occasione è nata perchè i nostri amici hanno in programma la traversata Vallenzona-Torriglia e noi abbiamo intenzione di raggiungerli sulla vetta del monte e fare insieme la discesa.
Sono le 8 e 20 e ci incamminiamo sul sentiero dei due pallini gialli. Superiamo il paese di Donetta e alle 10 siamo al Passo dei Colletti.
Ci lasciamo alle spalle la ripida salita e iniziamo i dolci saliscendi sulla dorsale che domina la conca del Brugneto. Da sabato ad oggi le chiome degli alberi sono ancora più ricche e il verde luminoso della primavera domina il paesaggio.
Povera casa del Piccetto! Dell'antica stazione di posta per le carovane dei muli rimangono pochi muri e un cumulo di macerie. Troppo tempo è passato.
Siamo alla casa del Musante. Ehilà! Primo incontro. Un viso amico, Enrico, sull'Antola anche lui.
A mezzogiorno e mezzo la vetta. Un "runner" sistema le bandierine per la gara podistica "Le Porte di Pietra", 73 chilometri e 4000 metri di dislivello nella Val Borbera. Una follia, eppure i partecipanti pare siano 900.
Che ne è dei nostri amici? Telefoniamo e scopriamo che la traversata da Vallenzona è andata in fumo perchè a Busalla la corriera non c'era, che hanno dovuto cambiare itinerario e sono partiti da Avosso, che è lontana, e che hanno fatto tutta la Costa Gallina e ora sono fermi alla Cappella dei Bucci, per mangiare. La Cappella dei Bucci è appena sotto la casa del Piccetto. Solo Renato ha proseguito e vuole arrivare sull'Antola. Dobbiamo sbrigarci se vogliamo almeno salutarli.
Di buona lena scendiamo e a ritroso facciamo la strada dell'andata.
Secondo incontro, poco prima del tavolo con le panche: Renato. Lui sull'Antola ci vuole arrivare e infatti ormai gli manca poco.
Proseguiamo veloci per unirci agli altri che, nel frattempo, stanno scendendo verso Donetta. Sui saliscendi corriamo letteralmente ma, se non ci aspettassero al Passo dei Colletti, non li raggiungeremmo mai.
Eccoli i nostri pazienti amici. Lodovico scatta una foto, qualcuno è già sceso, Renato arriverà.
La discesa si fa ripida, Donetta è sul fondo. Da qui seguiamo il sentiero che taglia la strada asfaltata e in breve arriviamo a Torriglia (15,30). Fine della gita.
Dimenticavo di parlare del tempo: discreto con nuvole di passaggio, niente freddo, niente caldo. Se non fosse per il fango una giornata ideale.
4 maggio 2013 M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
E' una bella giornata di primavera, un peccato non approfittarne. Dove andiamo? Sull'Antola. Il viaggio è breve, l'escursione non è faticosa.
Ci prepariamo con calma e alle 9 e mezza siamo a Bavastrelli. Il cielo è sereno, fa quasi caldo.
Maggio ci regala l'erba tenera e le prime foglie sui faggi, che in alto sono ancora pieghettate e racchiuse nelle gemme. Il lago è al colmo e di un bel colore azzurro che contrasta con il verde tenero della vegetazione che in questo momento sembra esplodere con tutta la forza della natura.
Camminiamo tranquilli sulla storica mulattiera che porta evidenti i segni del passaggio del fuoristrada del rifugio.
Ed eccoci al rifugio dove fervono sempre nuove iniziative. Il 18 e 19 maggio ad esempio ci sarà un corso di fotografia naturalistica (con riprese al tramonto e alla prima luce dell'alba, al paesaggio, alla fioritura dei narcisi).
Noi proseguiamo e in un attimo siamo alla casa del Musante che cent'anni fa era una bella palazzina privata poi trasformata in rinomato albergo, l'albergo Bensa, dotato pure di termosifoni e acqua calda. Una rarità.
A mezzogiorno siamo in vetta. Prima del pranzo scatto qualche foto: alla croce dove due bambini giocano sullo sfondo di nuvole innocue che galleggiano nel cielo e ai pendii della Val Borbera, disegnati dalle luci e dalle ombre.
Neppure mezz'ora di sosta seduti sulla base del cippo e scendiamo ripercorrendo i nostri passi: la chiesetta, il lago che occhieggia tra gli alberi, la cappelletta lungo il sentiero e le mucche che per prime sono state portate a pascolare sui pendii sopra il paese.
Alle 14,30 siamo a Bavastrelli e un'ora più tardi a casa. Torneremo. Non voglio perdermi lo spettacolo dei narcisi che tra poco sbocceranno e imbiancheranno come dopo una nevicata i prati intorno a Casa del Romano.
3 marzo 2013 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
Questa di oggi è una gita improvvisata, il tempo è troppo bello per restarsene a casa.
In quattro e quattr'otto prepariamo lo zaino e partiamo, noi due soli, alla volta di Bavastrelli.
Dopo l'abbondanza di neve che abbiamo trovato giovedì sul Maggiorasca ci aspettiamo di mettere le ciaspole da subito. Invece ...
Invece a Bavastrelli (ore 9) la bella mulattiera è asciutta. Gianni e io facciamo scommesse sulla neve e la tentazione di lasciare le ciaspole in macchina è forte. Ma siccome "non si sa mai" le appendiamo allo zaino e partiamo.
Raggiungiamo la prima cappelletta, poi la seconda. Sopra i 1100-1200 m. appare la neve che man mano si fa pù consistente e ci permette di indossare le ciaspole. Non c'è una bava di vento e basta la maglietta: si sta d'incanto. Sono queste le occasioni durante le quali Gianni e io chiaccheriamo ininterrottamente. A casa non c'è tempo.
Alle 11,15 siamo al rifugio. Sembra chiuso perchè manca il solito fuoristrada, poi vediamo le coperte stese al sole sul davanzale di una finestra. Voci e scoppi di risa: un gruppetto con alcuni bambini sta scendendo e forse si dirige lì.
Il lago del Brugneto è all'orlo e oggi ha un bel colore azzurro. Tutto merito del cielo che sembra di cobalto.
La casa del Musante e la chiesetta, poi la cupola arrotondata della vetta. La neve lascia spazio anche all'erba. Alcune figurine si muovono intorno alla croce.
Mancano 10 minuti a mezzogiorno quando arriviamo in vetta: chi sosta sotto la croce, chi già se ne va e chi arriva. L'Antola è l'Antola e la domenica, con un tempo così, attira parecchi escursionisti.
Quanta bella neve verso la sella dell'Antola. Perchè scendere a Bavastrelli e non, invece, a Caprile dove la neve è più abbondante? Gianni mi ascolta e decidiamo per questo itinerario.
Prima di partire scatto qualche foto e ho la sorpresa di sentirmi chiedere da un ragazzo che è salito all'Antola insieme a suo padre: "siete quelli del sito, vero? è un bel sito". Un complimento che mi fa un sacco di piacere e per il quale lo ringrazio tanto.
Scendiamo verso il "Ciuffo" e gironzoliamo sui bei pendii inondati dal sole. Nuovi cartelli sono stati sistemati alla sella e anche sulla cima dell'Antola che abbiamo appena lasciato.
Gruppi di escursionisti salgono alla vetta. Poco sotto ne incontreremo una lunga fila. Molti arrivano da Case del Romano e oggi mi pare una scelta felice visto che il sentiero si snoda in quota e quindi su terreno sempre innevato.
Noi scendiamo nel bosco verso Caprile. Il triangolo giallo pieno, che è il segnavia dell'itinerario, di giallo ha ben poco e si confonde tra il grigio della roccia. Gli ampi pianori dove d'estate pascolano le mucche sono ancora coperti di neve.
Ecco Caprile, che si vede solo all'ultimo momento. Le ciaspole hanno ormai ripreso posto sugli zaini. Ci rimane da percorrere il tratto asfaltato da Caprile a Bavastrelli.
La nostra bella ciaspolata sta per finire.
13 ottobre 2012 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni, Franca
Il tempo è incerto e minaccia pioggia: una veloce salita all'Antola ci sembra la soluzione migliore. Quando a Bavastrelli ci mettiamo in cammino la coltre di nuvole è adagiata sull'invaso del Brugneto mentre il cielo è quasi sereno.
Superata la seconda cappelletta lasciamo i due quadrati gialli e svoltiamo a sinistra per l'Anello del Rifugio, un bel sentiero che sale dolcemente nel bosco e si ricongiunge con l'altro poco sotto la cima.
In vetta il tempo è ancora discreto ma quando scendiamo alla chiesetta si copre. Il tempo di mangiare velocemente un panino e cadono le prime gocce.
La pioggia si fa fitta e il brontolio minaccioso del tuono ci accompagna nella discesa.
Alla cappelletta, dove si chiude il recinto della zona adibita a pascolo, una piccola mandria di "Limousine" ci sbarra il sentiero. Le osservo: uno stupendo mantello fulvo le protegge dal freddo. Non ci degnano di uno sguardo e sostano lì. costringendoci ad aggirarle nel bosco per scendere oltre il recinto.
A Bavastrelli piove ancora: poi, ironia della sorte, smette e quasi quasi spunta il sole ... Non vuol dire, è andata bene così
27 dicembre 2011 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Stefano e Chiara
Tranquilla passeggiata all'Antola in una splendida giornata di sole.
Siamo partiti da Bavastrelli alle 9.15 e, salendo con molta calma, in poco meno di due ore siamo arrivati al Rifugio Parco dell'Antola.
Cielo limpido, niente freddo e totale assenza di neve: sembra ormai una riedizione del mite e asciuttissimo inverno 2006/2007.
Dopo aver mangiato al rifugio due giganteschi panini con speck e formaggio locale (a soli 2.50 euro al panino!), ci siamo incamminati verso la cima dell'Antola e alle 12.20 abbiamo raggiunto la grande croce di vetta.
Dopo aver ammirato il bellissimo panorama abbiamo seguito il sentiero che scende a Caprile.
Infine, dopo una sosta a Caprile al bar-ristorante "Da Berto" (ore 14), ci siamo incamminati lungo la strada asfaltata ed in breve abbiamo fatto ritorno a Bavastrelli.
15 dicembre 2011 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Cesare C., Elio, Marco, Renato, Paola, Angela, Paolo, Bruno, Bruna, Gianpiero, Cesare O., Sara, Silvestro, Giovanni, Giuseppe, Gianni, Franca
Oggi è una giornata speciale, festeggiamo il prossimo Natale con un pranzo al Rifugio dell'Antola. Così al raduno ci ritroviamo più numerosi del solito. Lasciamo Bavastrelli sotto un cielo plumbeo e imbocchiamo la vecchia mulattiera con i due quadrati gialli vuoti.
Poco dopo la seconda Cappelletta svoltiamo a sinistra per il sentiero dell'Anello del Rifugio che si snoda nel bosco con poca pendenza. Tra le nuvole, che si fanno più leggere, spunta un pò di azzurro.
Chiaccherando superiamo l'incrocio con la mulattiera che viene da Torriglia, le case del Musante, la Cappelletta.
Quando siamo alla croce dell'Antola il cielo è azzurro, il panorama superbo.
E' presto e così prolunghiamo il cammino verso il "Ciuffo". Poi un rapido dietro-front ci riporta alla Cappelletta, alla vecchia casa del Musante ... e finalmente a tavola.
I giovanissimi nuovi gestori del Rifucio Parco Antola non scherzano. Ci servono un pranzo eccezionale. antipasto, un bel primo con pasta fresca e sugo di cinghiale, arrosto, patatine e pane fatto in casa. Tutto con prodotti locali.
Poi arriva il dolce e lo spumante. Io festeggio il Natale e anche il mio compleanno.
Sulla terrazza del rifugio salutiamo i simpatici nuovi gestori e, soddisfatti, scendiamo a valle.
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M.
ANTOLA da Bavastrelli per Caprile (ciaspole) 24 dicembre 2008
- Stefano
E'
la vigilia di Natale e, mentre noi ci prepariamo febbrilmente per
portare un mare di roba a Vara, Stefano fa una gita in solitaria con
le mie ciaspole. Va sull’Antola perché, dice, a Vara
c’è poca neve. Il “marino” l’ha sciolta.
Noi siamo arrivati a Vara e abbiamo trovato alberi bianchi e un mare
di neve, tanta, tanta di più che sull’Antola. Quando
si dice … Sale
velocemente da Bavastrelli, percorre la dorsale che va verso Case
del Romano, sale al monte Tre Croci e dal Passo Tre Croci scende a
Caprile.
ANTOLA
TRAIL 15 giugno 2008 (abbinata
alla Rigantoca) - Gianni, Franca
Anche
oggi tempo brutto. Pioviggine per gran parte della marcia. Quindi
acqua e nuvole. Ma il vero protagonista della manifestazione è
stato il fango. Fango ovunque: spesso, liquido, pastoso, appicicaticcio.
Difficile camminare, quando si sprofondava nella melma, impossibile
correre. Per di più la segnaletica è stata del tutto
inesistente. Ci siamo sbagliati subito, superata la ripida salita
di Avosso. Sull'asfalto una freccia gialla con l'indicazione CORSA
indicava a destra mentre avremmo dovuto salire a sinistra. Così
abiamo fatto 2 km a vuoto ed altrettanti per tornare. Anche dopo la
Chiesetta di Pentema un altro errore ha comportato un giro dell'oca
con ritorno alla Chiesa. Altra mezz'ora di tempo buttato. Poi il resto
della marcia è continuato con il morale sotto le scarpe. Più
volte abbiamo incrociato Paolo che aspettava una ragazza. Tempo impiegato
Gianni 6h 16 m, Franca 6h 26m.
Foglio iscrizioni TRail dell' Antola iscrTRAIL.xls
N. Cognome Nome Anno TEMPO Società
1 ANSALDO DAVIDE 1973 2 21' 58 M Gruppo città di Genova
2 CUSINATO FRANCO 1962 2 29' 28 M Cambiaso Risso
3 LAGOMARSINO GIULIANO 1959 2 33' 33 M Frecce Zena
4 PITTO STEFANO 1969 2 33' 33 M Cambiaso Risso
5 MELINI MARCO 1964 2 45' 16 M Maratoneti Tigullio
6 ACCORNERO FRANCO 1967 2 49' 43 M Gruppo città di Genova
7 MASCARDI ALESSANDRO 1965 2 50' 03 M Multedo
8 BESSINI ALESSANDRO 1968 2 54' 30 M Gruppo città di Genova
9 VASSALLO EMILIANO 1970 2 59' 20 M Gruppo città di Genova
10 FERGOLA ANDREA 1967 2 59' 20 M Ergus
11 BARRACO IGNAZIO 1961 3 00' 02 M Libero
12 PODDIGHE ANDREA 1977 3 00' 44 M Peralto
13 ALVINO MAURIZIO 1959 3 00' 44 M Gruppo città di Genova
14 ALVINO GIAMPIERO 1968 3 00' 44 M Gruppo città di Genova
15 ALIOTO SAVERIO 1965 3 00' 47 M Runner 06
16 MANTERO PAOLO 1979 3 02' 57 M Multedo
17 GHEZZI ENRICO 1966 3 05' 03 M Marattoneti Genovesi
18 MOLINARI ANDREA 1966 3 14' 52 M Libero
19 OLIVERI MASSIMO 1967 3 15' 34 M Atletica Trecate
20 PASSADORE FRANCESO 1955 3 17' 00 M Maratoneti Tigullio
21 PASTORINO FABIO 1988 3 17' 15 M Gruppo città di Genova
22 FERRARI FRANCESCO 1970 3 17' 15 M Gruppo città di Genova
23 ARATA MARCO 1957 3 19' 10 M Delta Spedizioni
24 MAGNOLFI GINO 1955 3 19' 12 M Delta Spedizioni
25 PESCE CLAUDIO 1958 3 19' 13 M Gruppo città di Genova
26 CASSIANI INGONI CRISTINA 1968 3 20' 45 F Cambiaso Risso
27 GERACI GAETANO 1969 3 22' 19 M Valpolcevera
28 LUCARELLI FAUSTO 1964 3 29' 00 M SANTORSO AOSTA
29 COSTA ENRICO 3 31' 21 M Atletica Vallescrivia
30 OLIVERI MAURO 1968 3 31' 51 M Gruppo città di Genova
31 RISSO ALDO 3 32' 15 M Gruppo città di Genova
32 CORZINO ENRICO 1954 3 32' 43 M Maratoneti Tigullio
33 DE MAESTRI LAURA 1968 3 37' 15 F Arquatese
34 CAPPELLI GIUSEPPE 1956 3 44' 55 M Gruppo città di Genova
35 GIORDANO MARIA CARLA 1960 3 51' 10 F Gruppo città di Genova
36 ARADO MARIO 1961 3 55' 35 M Multedo
37 OLDRATI FRANCESCO 1974 4 01' 04 M Libero
Foglio _____ / _____
Foglio iscrizioni TRail dell' Antola iscrTRAIL.xls
38 D'ALESSANDRO ANIELLO 1966 4 02' 51 M Gruppo città di Genova
39 PRIORI CLAUDIO 1982 4 08' 30 M Libero
40 CARRARA MASSIMO 1982 4 08' 35 M Climb 2000
41 FERRARI LEONARDO 1991 4 09' 20 M Libero
42 PELLEGRINI GIUSEPPE 1963 4 11' 55 M Peralto
43 FERRARI FERDINANDO 1965 4 12' 45 M Atletica Calvesi
44 MARCELLO GIORGIO 1972 4 25' 17 M Libero
45 REBORA MICHELA 1974 4 27' 25 F Delta Spedizioni
46 ROMA ROMANO 1955 4 27' 25 M Delta Spedizioni
47 CAZZULO ANTONELLA 1963 4 40' 45 F Delta Spedizioni
48 COSTA MARIAPAOLA 1953 4 47' 10 F Libero
49 CARPIGNANO ELENA 1978 4 53' 50 F Gruppo città di Genova
50 DIATTO GABRIELLA 1963 4 55' 37 F Maratoneti Tigullio
51 RATHANLAL ANTONIO 1948 5 01' 50 M Delta Spedizioni
52 MANARATTI GLORIA 1964 5 14' 32 F Libero
53 IVALDI TIZIANA 1970 6 10' 00 F Gruppo città di Genova
54 IVALDI CRISTINA 1973 6 10' 00 F Gruppo città di Genova
55 GANDOLFO GIOVANNI 1942 6 16' 30 M Gau
56 TASSARA GIOVANNI 1972 6 23' 10 M Libero
57 CUNEO FRANCO 1973 6 23' 10 M Libero
58 CALUZZI FRANCA 1944 6 25' 50 F Gau
59 VERARDO MARINA 1955 6 29' 00 F Libero
60 MANDARINO MARIA SILVIA 1962 6 52' 39 F Libero
61 ARNONE ARTURO 1936 6 54' 55 M Gau
62 CAPPELLO CARLO 1950 7 12' 50 M Libero
63 VECCHI PIERLUIGI 1938 7 12' 50 M Libero
64 AIROLDI GRAZIELLA 1940 7' 40' 00 F Libero
65 ORSINI CESARE 1931 7 45' 00 M CAI
66 BISELLI PAOLA 1966 7 50' 00 F Libero
Foglio _____ / _____
Foglio iscrizioni TRail dell' Antola iscrTRAIL.xls
73
Foglio _____ / _____
CLASSIFICA
RIGANTOCA
1
gennaio 1987 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni
Franca Stefano
Tempo
discreto, non freddo. Il Brugneto è quasi vuoto! Abbiamo preso
tre panini-bomba alla casa-rifugio del Musante. Qualche chiazza di
neve.
23
novembre 1986 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni
Franca
Gita
veloce. Andata e ritorno in poco più di tre ore e mezza. Tempo
brutto, cielo coperto e nebbioso ma non freddo . Alle 13,30 eravamo
a casa.
20
aprile 1986 - M. ANTOLA
Gianni
Franca
Stefano
non è venuto perchè raffreddato. Ancora neve sulla cima,
parecchia e bella. C'era un tale con gli sci cortissimi.
22
dicembre 1985 - M. ANTOLA da Bavastrelli
Gianni
Franca
Stefano
è a casa con la febbre. Il tempo è nuvoloso ma in vetta
è arrivato il sole e tanto caldo. Sotto un mare di nubi. Gita
veloce: alle 14,30 siamo arrivati a casa.
18
novembre 1984 - M. ANTOLA da Donetta
Tempo
incerto con nebbia e qualche spruzzata di pioggia. Sole in vetta ma
con molto vento e freddo.
4
novembre 1984 - M. ANTOLA da Caprile
Gianni
Stefano Davide Franca
Siamo
saliti da Caprile e abbiamo seguito la deviazione per il Carmo. Con
noi c'era Davide. Tempo piovigginoso: ha piovuto per l'ultimo tratto
di salita e per tutta la discesa.
3
giugno 1984 - M. ANTOLA da Donetta - Gianni Stefano Franca Luca
Tempo
sul brutto e poi pioggerella africana continua. Tre ore per salire
e altrettante per scendere andando molto piano.
4
dicembre 1983 - M. ANTOLA da Caprile - Gianni Stefano Franca
Tempo
bello e senza neve.
13
marzo 1983 - M. ANTOLA da Bavastrelli - Gianni Franca
Poca
neve sul versante nord e qualche chiazza sul versante sud. Tempo incerto
sul bello. Dopo tanti anni riaprono le case del Musante. Una coppia
con un bambino vivranno quassù e al bambino farà scuola
la mamma. Questo è quanto ci ha riferito il custode che abbiamo
incontrato salendo.
1
maggio 1982 - M. ANTOLA da Bavastrelli - Gianni Franca Stefano
Ieri
è nevicato e da Bavastrelli all'Antola abbiamo trovato tanta
neve. La neve collosa si è prestata a far giocare Stefano facendo
slavine: la palla di neve scendendo si arrotolava diventando sempre
più grande.
Fine
marzo 1982 - M. ANTOLA da Bavastrelli - Gianni Franca
Da
Bavastrelli ci siamo incamminati verso l'Antola, senza sci. Ma il
tempo brutto e la troppa neve ci hanno impedito di proseguire.
17
gennaio 1982 - M. ANTOLA - Gianni Franca
Il
tempo è splendido. La neve poca ma molto bella. Siamo senza
Stefano che è ammalato.